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CAPITOLO 2. GLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI E RESPONSABILI

2.4 SRI e Integrated Report

Come abbiamo visto, la valutazione “sostenibile” delle organizzazioni da parte degli investitori allo scopo non solo di decidere come e dove allocare il capitale ma anche nella primaria creazione di indici e rating etici, parte dalla raccolta di informazioni presenti nei documenti aziendali. Risulta perciò fondamentale per le organizzazioni predisporre materiali di comunicazione adeguati e completi dal punto di vista delle proprie pratiche ESG. È perciò necessario comprendere da un punto di vista, per ora teorico, se l’Integrated Report possa rispondere ai bisogni di informazione degli investitori e delle agenzie di rating e di analisi.

Nel giugno 2013 Eurosif e Acca hanno pubblicato i risultati di un’indagine71

condotta in 18 Paesi europei che ha coinvolto investitori e analisti finanziari a cui è stato chiesto quali informazioni di carattere non finanziario abbiano bisogno ai fini della valutazione della performance finanziaria ed ESG delle imprese. Dalla ricerca è emerso che le fonti più importanti di informazioni non finanziarie sono i bilanci di sostenibilità e i rendiconti finanziari ma che purtroppo i dati che vi vengono riportati non sono sufficientemente correlati alla strategia di business e al rischio, così come non vengono forniti dati sufficienti per valutare la materialità delle informazioni. Inoltre secondo gli intervistati, le non-financial information per essere utili devono risultare comparabili e integrate con le informazioni financial, elemento che i bilanci di sostenibilità non riescono ad assicurare. L’utilizzo di KPI e di modalità di assurance risultano essere per gli investitori elementi fondamentali e ancora poco sviluppati nella loro efficacia. Guardando alle percentuali di risposta l’89% afferma che i bilanci di sostenibilità sono di elevata importanza o addirittura essenziali ma il 78% sostiene l’inadeguatezza di tali strumenti di disclosure non finanziaria. L’89% degli investitori intervistati è fortemente d’accordo nell’affermare che i bilanci dovrebbero avere una prospettiva di lungo termine e non limitarsi alla narrazione delle performance passate. Il 92% nota la scarsa integrazione tra informazioni finanziarie e non finanziarie, e l’84% sostiene fortemente l’esigenza di usare uno standard di reporting comune. Dalla ricerca emergono tre

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Eurosif & Acca (2013), What do investors expect from non-financial reporting?. http://www.accaglobal.com/content/dam/acca/global/PDF-technical/sustainability-reporting/tech-tp- wdir.pdf

principali necessità: introdurre dei KPI obbligatori, uniformare e armonizzare i sistemi di reporting sostenibile esistenti, migliorare i meccanismi di responsabilità e assurance delle informazioni non finanziarie.

Alla luce delle criticità emerse dagli investitori e dagli analisti, e considerando gli obiettivi e le caratteristiche dell’Integrated Report descritte nel primo capitolo dell’elaborato, il framework proposto dall’IIRC sembra avere accolto in parte le richieste del mondo dell’investimento. Innanzitutto, come ampiamente spiegato, l’IR riporta gli investitori a essere primari destinatari delle informazioni contenute e questo dovrebbe permettere un migliore allineamento e collaborazione tra informazioni necessarie e informazioni fornite e tra investitori e imprese.

Da un punto di vista contenutistico, considerando i principi del Global Initiative for Sustainability Ratings, di cui si è parlato nel paragrafo precedente, si può felicemente constatarne la comunanza con quelli dell’IR. Anche nella creazione di rating e indici azionari etici risultano fondamentali principi quali materiality, comprehensiveness,

long-term horizon, balance, comparability, inclusiveness72.

Per la creazione di un indice risulta infatti importante considerare le aspettative e le necessità degli stakeholder che saranno i principali fruitori di questo strumento: (Inclusiveness: Development of a rating should identify and systematically engage those

stakeholders whose decisions are influenced by the application of the rating.

www.ratesustainability.org) è importante perciò che vi sia comprensione in merito alle

informazioni che gli investitori stessi hanno bisogno di ottenere dalle imprese.

La materialità risulta nuovamente fondamentale (Materiality: A rating should assess

performance based on sustainability issues relevant to the decision-making of stakeholders for which a rating is designed. www.ratesustainability.org) ed è importante perciò riuscire a comunicare gli aspetti rilevanti per gli stakeholder, descrivendone il processo di identificazione e le variabili a cui inevitabilmente tali aspetti sono soggetti nel corso del tempo.

Con il principio della comprehensiveness si ribadisce l’importanza di valutare tutti i capitali presenti nelle organizzazioni dal momento che tutti concorrono alla creazione del valore (Comprehensiveness: Rating one or more aspects of sustainability

72

Gli altri principi elencati dal GISR sono: transparency, impartiality, continuous improvement, assurability, sustainability context, value chain . www.ratesustainability.org.

performance should systematically assess for impacts on human, intellectual, natural, and social capital. www.ratesustainability.org ). Il GISR si propone di riuscire a creare,

grazie anche alla collaborazione nel tempo con imprese e investitori, degli indici che possano dimostrare come i capitali siano stati impiegati, come siano tra loro collegati e come concorrano alla formazione della ricchezza aziendale. Tale processo è senza dubbio complesso e articolato e deve essere necessariamente guidato dalla collaborazione tra gli stakeholder per favorire la più ampia accettazione e adozione degli indici.

Long-Term Horizon: A rating should enable the evaluation of the long-term performance of a company while simultaneously providing insights into short and medium-term outcomes in alignment with the long-term (www.rateustainability.org): la consapevolezza dell’esistenza di capitali non solo finanziari che concorrono alla creazione della ricchezza porta inevitabilmente a considerare una prospettiva di lungo termine, in quanto gli outcome derivanti dalla loro gestione si materializzano in un tempo di 3-5 e più anni. Il GISR sottolinea la non preclusione della visione di breve termine ma il necessario affiancamento a essa di valutazioni che considerino un orizzonte più lungo.

Con il principio della balance (A rating should utilize a mix of measurement techniques

to capture historical and prospective performance. www.ratesustainability.org) il GISR esprime la necessità di creare indicatori che non siano valutatori di una performance passata o che esprimano solo la situazione presente ma siano anche anticipatori della performance futura (leading indicators), inoltre si ribadisce l’importanza di valutare l’effetto delle decisioni e delle iniziative sulla strategia, spostando l’attenzione dai processi agli outcome.

Una sfida ulteriore è rappresentata dalla creazione di indicatori che siano qualitativi e non solo assoluti ma anche relativi, ovvero che possano permettere di valutare la performance di un’impresa nel tempo o di imprese diverse nello stesso orizzonte temporale considerato (Comparability: A rating should allow users to compare the

performance of the same company over time and of different companies within the same time period. www.ratesustainability.org).

L’allineamento tra necessità degli investitori e informazioni che devono essere riportare nell’IR è per forza di cose d’obbligo, dal momento che l’IR è stato creato grazie anche alla collaborazione con il mondo degli investitori. Ciò che va sottolineato è la necessità di una sempre più forte collaborazione tra imprese e investitori e l’esigenza che le imprese ripensino alla propria funzione nella società al fine di risolvere i problemi di soggettività, già ampiamente descritti, intrinseci agli aspetti qualitativi del fare business73.

Il prossimo capitolo si occuperà della tematica dell’asseverazione dei report di sostenibilità. Oltre all’analisi della situazione legislativa in merito agli aspetti ESG, si descriveranno i sistemi di audit a disposizione delle società di revisione per testare e verificare le informazioni presenti nei documenti di sostenibilità.

73 Farha-Joyce Haboucha Rockefeller Asset Management, Some Thoughts on Integrated Reporting and

Its Possibilities, p.121 in Eccles R. G., Saltzman D., Cheng B. (2010), The landscape of Integrated

Reporting: reflections and next steps, Harvard Business School.

http://www.feem.it/userfiles/attach/2011831128344The%20Landscape%20of%20Integrated%20Reportin g1.pdf

CAPITOLO 3. L’ASSURANCE NELLA RENDICONTAZIONE NON