• Non ci sono risultati.

La Stampa locale genovese e il fenomeno delle baby gangs La stampa quotidiana, il più canonico e tradizionale canale della

G RÁFICO 3 P ROGRAMACIÓN DEL CURSO L ENGUAJE T URISMO EMPRESARIAL N IVEL TEÓRICO

2. La Stampa locale genovese e il fenomeno delle baby gangs La stampa quotidiana, il più canonico e tradizionale canale della

comunicazione mediatica, è un mezzo d’informazione potente, ca- pace di creare un’opinione pubblica generalmente indifferenziata e un consenso di massa. I media hanno un ruolo decisivo nell’accettazione o nel rifiuto di una determinata notizia; il potere di controllo che esercitano nel modificare, indirizzare, orientare e costruire opinioni, giudizi e pregiudizi è oggi molto grande. Se- condo Toni Negri e Michael Hardt, i mezzi di comunicazione rap- presentano «una forma di potere che regola il sociale dall’interno, inseguendolo, interpretandolo, assorbendolo e riarticolandolo»

4 Secondo le stime dell'Istat riportate nel Dossier Statistico sull’Im- migrazione del 2011 redatto da Caritas / Migrantes, al 31 dicembre 2010 il to- tale degli stranieri residenti in Liguria era di 125.320, cifra che rappresenta il 7,8% degli abitanti nella regione e il 2,7% del totale degli stranieri residenti in Italia. Il 27,4% della popolazione straniera residente in Liguria proveniva da un paese dell'America centro-meridionale, di cui un 17,6% dall'Ecuador (la comu- nità più numerosa della regione, con 22.038 persone) e un 3,7% dal Perù (4.682 persone). All'incirca la metà degli stranieri residenti in Liguria viveva a Geno- va (65.589). Gli ecuadoriani della provincia di Genova rappresentano il 29,2% del totale degli stranieri dell’intera provincia (19.127 persone) (Caritas / Mi- grantes 2011).

(Hardt, Negri 2002b: 39)5, ma non solo. Volendoci rifare a una

classificazione di tipo marxista, nella stragrande maggioranza dei casi potremmo dire che il racconto dei media proviene dalla classe dominante e autoctona, che offre una propria lettura alla classe dominata e al tempo stesso della classe dominata, senza però con- cederle alcuno spazio e diritto di parola6:

La classe dominante, dunque, controlla sia i mezzi materiali che quel- li simbolici della produzione ideologica nella società, operando, ad esempio, mediante istituzioni o apparati di stato come la scuola pub- blica, la ricerca scientifica, l’editoria, le tecnologie di comunicazione e i mass media (van Dijk 2004: 20).

Se ci atteniamo a questo tipo di prospettiva, possiamo affermare che il discorso ufficiale sull’immigrazione non veicola quindi so- lamente informazioni o notizie legate alla cronaca ma crea soprat- tutto e prima di ogni altra cosa un’interpretazione sociale, conferi- sce un significato alla diversità e contribuisce attivamente alla co- struzione di disuguaglianze e discriminazioni (Baraldi 2007: 113- 139).

Per compiere indagini di questo tipo, l’Analisi Critica del Di- scorso, quando applicata al mondo mediatico, acquisisce una rile- vanza primaria giacché mette in luce la maniera in cui si manife- stano le pratiche discriminatorie esercitate in via discorsiva nelle strutture linguistiche e nelle strategie testuali della stampa. Model- lo di analisi sono gli studi di Ruth Wodak per quanto riguarda l’Analisi Critica del Discorso e di Teun van Dijk, che si dedica a temi di critica sociale approfondendo la riproduzione del razzismo nel discorso, in particolar modo nei media, in cui con discorso si intende uno specifico evento comunicativo orientato socialmente7.

5 Sempre di Toni Negri e Michael Hardt si veda anche il saggio Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione, in cui si approfondisce il potere dell’infor- mazione, della comunicazione e dei media per mantenere gli equilibri di quello che i due autori definiscono ‘Impero’ (Hardt, Negri 2002).

6 Secondo Teun van Djik le élites sarebbero le responsabili della creazione di un discorso indirizzato al controllo del pensiero della maggioranza, soprat- tutto attraverso il controllo dei mezzi di riproduzione culturale e le varie forme di discorso pubblico. Tra le élites individua gli editori, i direttori di giornale, i giornalisti, i produttori, gli scrittori, gli insegnanti, i professori, i ricercatori, i manager che si occupano di comunicazione e mass media, i gruppi politici che finanziano o sostengono i media (van Dijk 1994: 25-26).

Per quanto riguarda le testate genovesi, Il Secolo XIX, La Re- pubblica-Il Lavoro e Il Corriere Mercantile, si è già provato a in- terpretare il discorso sociale condotto con dinamiche discriminato- rie etnico-sociali che riguardano non solo il piano ideologico ma anche quello linguistico e comunicativo. Abbiamo preso come campione d’analisi questi quotidiani giacché sono quelli con il maggior numero di copie vendute e lette in Liguria, quelli mag- giormente legati alla cronaca e alle vicende del territorio e perché non sono organi di nessun partito politico8. L’intenzione è quella di

iniziare una riflessione sulla capacità e sul potere dei giornali nel raccogliere, registrare e diffondere una determinata notizia, e quin- di di rimettere in circolazione nuove parole e nuovi modi di dire in modo risemantizzato. Includo tra questi ultimi i prestiti dalle altre lingue, che vengono fissati nel ‘repertorio sociolinguistico naziona- le’ con un volto e un potere nuovo. In effetti, a prescindere dal- l’obiettività dell’informazione, è evidente che la stampa informa, non nel senso che quello che trasmette è necessariamente vero, ma che la sua lettura «imprime globalmente una forma al modo in cui concepiamo, e al tempo stesso viviamo, il nostro presente» (Lan- dowski 2003: 155).

Nell’intervento presentato a Roma nel luglio del 2010 al con- vegno dell’Asociación Internacional de Hispanistas, intitolato “El fenómeno de las bandas en la prensa genovesa. Entre préstamo y “xenismo”: un caso de discriminación lingüística”, ho cercato di spiegare attraverso esempi tratti da questo stesso corpus – concentrandomi però su un unico mese della primavera del 2006– come e perché i giornali italiani ricorrano ai prestiti dallo spagnolo (Fiore 2012: 594). Essi vengono usati con molta frequenza nella narrazione del fenomeno delle baby gang latinoamericane presenti nel territorio ligure e soprattutto nel capoluogo. Abbondano soprat- tutto per quanto riguarda il campo semantico della devianza e della

del Testo e di Analisi Critica del Discorso e per l’importanza sempre maggiore che ha concesso al ruolo del contesto sociale negli atti comunicativi. Per il pre- sente saggio si è presa in considerazione prevalentemente la linea di ricerca in- trapresa dal linguista a partire dagli anni Ottanta, incentrata sulle relazioni tra discorso e società, e nello specifico su come viene creato, riprodotto e legitti- mato il razzismo e la discriminazione razziale attraverso il discorso delle élites e dei mezzi di comunicazione.

8 Con questo non vogliamo affermare che non abbiano al loro interno un preciso orientamento ideologico ma solo che non sono dichiaratamente schiera- ti politicamente.

marginalità, con termini come latinos, hermano, fiesta, caliente, movida, pandilla, usati sempre con accezione negativa, come si può osservare nei seguenti esempi: «È entrato in casa come una fu- ria e ha trovato i due giovani amanti a letto. Il sangue latinos muy caliente ha fatto il resto».9

Terminavo l’intervento domandandomi se questi xenismi – pre- stiti non integrati nel lessico e riconosciuti come temporanei – po- tranno mai perdere il carattere occasionale che attualmente li carat- terizza per imporsi nella lingua italiana come veri e propri lessemi esogeni, prestiti e adattamenti d’origine straniera, come già è suc- cesso ad altri termini che rivelano in toto la loro origine ispanica, come peones, che in italiano indica i militanti politici assoggettati al potere del proprio leader, o per una sorta di ‘derivazione’, come nel caso di berluscones, neoformazione endogena e scherzosa d’ispirazione iberica, nata da una base lessicale patrimoniale adat- tata secondo i procedimenti dello spagnolo, riservata però sola- mente ai fedelissimi di Silvio Berlusconi.

Valgano a titolo d’esempio alcune citazioni tratte da Il Secolo XIX a proposito del trattamento che subisce nei media il solo ter- mine latinos, stereotipo etnico dal sapore esotico, categoria collet- tiva omnicomprensiva di numero e genere, di individuo e colletti- vità, che nelle pagine di cronaca nera si sostituisce indifferente- mente sia a latinoamericano che a sudamericano: «Le risse. Da Di- negro a Rivarolo: le arene dei “latinos”. Prima la “fiesta”, poi la santificazione del fine settimana con la rissa»10; «I riti violenti dei “latinos”»11; «Secondo gli accertamenti dei carabinieri, a lanciare le bottiglie contro il bus della linea 9 sarebbero stati dei latinos al termine di una festa durata tutta la notte»12; «Gli agenti hanno mo-

strato alla vittima della rapina le foto segnaletiche di tutti i latinos che hanno precedenti di questo genere»13; «Un giovane, ancora un

latinos, approfittando della calca di un normale pomeriggio di compere, ha strappato la borsa a un'anziana»14; «Il movente sareb-

9Il Secolo XIX, 09.05.2006. 10 Il Secolo XIX, 12.09.2005. 11 Il Secolo XIX, 09.12.2005. 12 Il Secolo XIX, 09.12.2006. 13 Il Secolo XIX, 05.12.2006. 14 Il Secolo XIX, 11.10.2007.

be una vendetta nell'ambiente del piccolo spaccio, tra disperati ma- rocchini e latinos, nel controllo dei mercato della bustina»15.

Come risulta evidente dagli esempi proposti, i prestiti contribui- scono a mettere a fuoco il migrante latinoamericano come essere altro, diverso e inferiore, in base a una differente identità culturale ed etnica che spinge il lettore autoctono a identificarsi a sua volta nella parte legittima, alta e migliore, ad appartenere e soprattutto a stare dalla parte dei buoni. A tutto ciò contribuisce anche la rappre- sentazione sociale dei migranti: la diversità culturale viene vista con un anacronistico senso del rispetto al principio aristotelico di non contraddizione: o noi o loro; uno ha ragione, l’altro ha inevita- bilmente torto; una cultura è giusta, l’altra semplicemente sbagliata e l’una, naturalmente, esclude l’altra. La diversità, lungi dall’essere interpretata come un valore aggiunto, viene letta piuttosto come differenza di valore. La logica etnocentrica che si affaccia dietro questa prospettiva suddivide le etnie in una scala di valori e le mi- noranze etniche si trovano in una posizione nettamente subordinata rispetto al gruppo autoctono16. La stampa nazionale generalmente

si attiene scrupolosamente a questo schema, e lo fa avvalendosi di un linguaggio stigmatizzante. I casi che contraddicono questo mo- dello interpretativo sono pochi, e la stampa genovese, come pos- siamo capire dal seguente esempio tratto dal Il Secolo XIX, princi- pale e storica testata regionale, non rientra tra questi:

“Mamma, perché quel signore fa la pipì contro il muro?” La mamma dà uno strattone alla bimba e allunga il passo. Sono le otto di sera in via Avio, la ‘bretella’ di portici un tempo eleganti che oggi collega Piazza Vittorio Veneto e le fermate del bus al centro commerciale di Fiumara. Il giovane ecuadoriano riassetta la cerniera e si allontana. A poche decine di metri un connazionale è intento alla stessa operazio- ne. Un altro ha una bottiglia di birra in mano17.

Non si può pensare che dietro a uno schema narrativo di questo tipo non si nasconda un messaggio politico, perché comunicazione

15 Il Secolo XIX, 24.12.2007.

16 Secondo John E. Farley l’etnocentrismo è la tendenza a vedere una gran- de separazione nella società divisa in due gruppi, uno normale e positivo, l’altro diverso, ‘strano’ e inferiore. Il modo di fare le cose del gruppo positivo diventa quindi uno standard e un mezzo per giudicare come negativi e inferiori i metodi dell’altro gruppo (Farley 1993).

linguistica e volontà politica, come afferma Roland Breton, si in- trecciano saldamente:

Oggi, nel mondo democratico, liberale, aperto alla libera impresa e all’autodeterminazione, le scelte linguistiche non dipendono da valo- ri, interessi e potenzialità di natura linguistica, bensì obbediscono ad un potere politico controllato da particolari soggetti (Giannini, Sca- glione 2007.

Documenti correlati