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CAPITOLO 4 VALUTAZIONE DEL GRADO D'ETICITÀ DEI FOND

4.2 Le principali società di rating in Europa

4.2.2 Standard Ethics

Standard Ethics (prima Standard Ethics AEI) è un'agenzia di rating di sostenibilità, con sede legale a Londra, che opera dal 2001 nel mondo della finanza etica e sostenibile. Dal 2013, diventa un'agenzia che lavora nell’ambito della sostenibilità, emettendo rating standardizzati ed esplicitamente richiesti dal destinatario (solicited), senza effettuare consulenza alle imprese sotto rating o prossime ad ottenerlo e senza costruire (attraverso questionari) banche dati da utilizzare a scopo di business. Il rating di Standard Ethics è unico in quanto85:

 solicited: il rating sarà emesso solo su richiesta diretta del ricevente attraverso un rapporto bilaterale, pubblico ed ufficialmente regolato con il richiedente stesso;

 standard: l'algoritmo è uniformato a tutte le indicazioni ed alle linee guida dell’Unione Europea, dell’OCSE e delle Nazioni Unite in materia di governance, sostenibilità e CSR;

 indipendente: l’emissione di rating sarà incompatibile con la fornitura di altri servizi, con l’esistenza di legami azionari, interessi economici di altro tipo e con il richiedente il rating.

L'agenzia è nota per aver introdotto un "approccio istituzionale" alla responsabilità sociale d'impresa ed ai rating sulla sostenibilità. Troppo spesso gli investitori etici devono investire i capitali seguendo indicazioni fornite da indici o da società di rating la cui valutazione è basata su principi fortemente soggettivi molto spesso favorevoli ai grossi investitori istituzionali. Per far fronte a ciò, Standard Ethics impone che il giudizio etico su un'impresa non debba essere definito con le parti interessate ma si concretizza, in via prioritaria ed uniforme, con l’esecuzione di linee guida ed indicazioni provenienti da enti sovraordinati che, per la loro autorità, sono ritenuti gli unici a poter indicare questi concetti; in particolare si fa riferimento alle indicazioni proveniente dall' UE, dalla OCSE e dalle Nazioni Unite (e dalle sue agenzie). I giudizi, qualsiasi essi siano, non devono essere "contaminati" da propri pregiudizi morali o ideologici ma bensì devono essere costruiti sulla base di principi e criteri standard e riconoscibili da chiunque provenienti da una fonte terza, che sia un autorevole vettore di valori universali86.

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Gherardini, J.S. (2014) in http://www.standardethicsindices.eu/it/standard-ethics-rating.html

In quest'ottica i rating misurano le distanze tra le indicazioni istituzionali e le politiche sostenibili e di governance messe in atto dall'impresa esaminata. Standard Ethics utilizza una scala di rating suddivisa su otto livelli: EEE; EEE-; EE+; EE; EE-; E+; E; E-; dove "EEE" rappresenta il modello ottimale, "EE" la media, "E" sotto la media; infine, il rating può essere "sospeso" per quelle nazioni o società quotate che si discostano in modo eccessivo dai parametri, oppure non forniscono sufficienti informazioni. Come afferma il direttore Jacopo Schettini Gherardini: "se una azienda

non rispetta i nostri requisiti, avrà un rating molto basso all'interno dei livelli del nostro ranking, come può essere la singola "E". Prevediamo, invece, la sospensione del rating: la utilizziamo in situazioni di poca trasparenza, quando c'era scarsa accessibilità ai dati, o quando c'è in corso un procedimento. Sospendiamo per il periodo necessario a raccogliere le informazioni per riformulare il rating. Per esempio, abbiamo sospeso per un periodo molto lungo il rating di Finmeccanica per alcuni elementi che ritenevamo critici in relazione alla loro attività, ma non per il tipo di attività in sè" (Gherardini, 2012). In alcuni casi, questi rating furono anche predittivi di

eventi che si concretizzarono in futuro; nel 2002 venne sospeso il titolo Parmalat prima del crack; nel 2004 Standard Ethics intravide problemi di governo d'impresa della gestione Juventus portando il rating della società calcistica ai minimi in prossimità del noto scandalo. Inoltre tutte le imprese catalogate come "etiche" hanno mostrato un tasso di crescita superiore al prezzo delle azioni, rispetto alle imprese "non etiche" e rispetto al MIB (FTSE-MIB), vantando inoltre un ROE87 maggiore88.

È prassi comune che le agenzie di rating, siano esse tradizionali o di sostenibilità, forniscano, anche, attività di consulenza alle aziende che saranno oggetto di valutazione. A causa di ciò, potrebbe sorgere il problema di non garantire l'indipendenza tra la stessa attività di consulenza e l'attività di rating. È possibile che l'impresa metta in atto le politiche consigliate per ricevere una valutazione migliore. Standard Ethics, quindi, non fornisce consulenza alle aziende osservate nei tre anni successivi all'emissione e non emette rating ad imprese a cui ha fornito consulenze nei tre anni precedenti.

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ROE acronimo di Return on Equity.

Dopo aver delineato le caratteristiche principali dell'agenzia, è necessario soffermarsi sul processo per l'assegnazione del rating. Tale processo si compone di tre fasi89:

1. istruttoria: dalla durata di due settimane, si comporne di due momenti ben distinti. Inizialmente si raccolgono tutte le informazioni reperibili tramite fonti pubbliche; tuttavia può sorgere il problema di una possibile mancanza di dati, frutto di una scarsa organizzazione. Diventa, quindi, necessario, da parte dell'agenzia interagire con l'impresa tramite contatto personale con il management aziendale (non vengono utilizzati questionari);

2. pre-valutazione: l'agenzia interagisce con l'impresa, grazie alla quale si può verificare la corrispondenza delle politiche aziendali con gli standard internazionali ed eventualmente mettere in atto delle politiche correttive;

3. emissione: dalla durata di circa una settimana durante la quale si conduce la valutazione e vera e propria, si assegna e si pubblica il rating. Tuttavia ci sono delle eccezioni; nel caso delle aziende appartenenti al MIB 40 il rating è non sollecitato (ovvero pubblico) in virtù dell'adesione al Global Compat delle Nazioni Unite, mentre nel caso delle aziende del segmento Star90 la situazione è diversa in quanto l’azienda stessa è la richiedente e quindi spetta a lei darne o meno pubblicità.