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In tabella 5.1 sono riportate il valore minimo/massimo, la media e la deviazione standard (DS) delle variabili oggetto di studio.

Tabella 5.1: statistiche descrittive delle variabili

Variabili N Minimo Massimo Media DS

SDO 137 0.88 7 3.44 1.03 PREG. M. 103 1.3 5.1 2.85 0.91 PREG. S. 100 1.8 4.4 3.12 0.54 SESS. 127 1 5.49 2.82 0.97 ESTRO. 148 1 5 2.90 0.89 GRADE. 148 2.5 5 4.10 0.66 COSC. 148 1.5 5 3.91 0.84 NEVR. 148 1 5 2.90 0.91 APERT. 148 1.5 5 3.65 0.91 NFCC 142 1.63 5.31 3.42 0.74

Prendendo in considerazione le variabili relative alle dimensioni di personalità, si può notare come vi siano alti livelli di gradevolezza (Media = 4.10) e di apertura all’esperienza (Media = 3.65).

È possibile riscontrare anche un alto livello di coscienziosità (Media = 3.91) che ben si sposa con un basso livello di nevroticismo (Media = 2.90), sintomo che i dipendenti stessi riconoscono come

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proprie le caratteristiche di puntualità, affidabilità, precisione, senso del dovere e sicurezza. Basso infine il dato relativo al livello di estroversione (Media = 2.90).

5.2.1 - Correlazioni tra le principali variabili

In tabella 5.2 possiamo notare le correlazioni R di Pearson esistenti fra le diverse variabili prese in esame, nello specifico la Social Dominance Orientation, le sottoscale del pregiudizio, il grado di sessismo, la Need for Cognitive Closure Scale e le diverse caratteristiche della personalità individuale derivanti dal Big Five Inventory-10.

Tabella 5.2: correlazioni tra le variabili

SDO PM PS SESS. ESTRO. GRADE. COSCIEN. NEVR. APERT.

SDO PREG. M. 0,14 PREG. S. 0,31** 0,19 SESS. 0,07 0,44** 0,36** ESTRO. 0,05 0,05 0,17 -0,15 GRADE. 0,01 -0,08 -0,06 -0,04 0,04 COSCIEN. 0,12 0,05 0,1 -0,03 0,18* 0,21** NEVR. 0,04 0,07 -0,05 -0,3 -0,21* -0,40* -0,15 APERT. -0,01 -0,08 -0,04 -0,19* 0,11 -0,25** 0,18* -0,17* NFCC 0,22* 0,23* 0,24* 0,52** -0,12 -0,02 0,12 0 -0,15 **p<.01 *p<.05

Si può notare come la SDO correli in maniera molto positiva con il pregiudizio sottile (r = .31, p<.01) ed in maniera positiva, ma non significativa, con il pregiudizio manifesto (r = .14).

La variabile del sessismo è correlata in maniera decisamente positiva sia con il pregiudizio manifesto (r = .44, p<.01) che con il pregiudizio sottile (r = .36, p<.01) ed in maniera negativa con la caratteristica dell’apertura all’esperienza (r = -.19, p<.05).

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Per quanto concerne la variabile della NFCC, possiamo notare come essa correli positivamente con la SDO (r = .22, p<.05), con il pregiudizio sottile (r = .24, p<.05) e manifesto (r = .23, p<.05) ed in maniera decisamente significativa con la variabile del sessismo (r = .52, p<.01).

5.2.2 - Modello di regressione

Il seguente modello di regressione lineare multipla si basa sulla relazione che va a formarsi tra le variabili dipendenti del sessismo e del pregiudizio sottile e le variabili indipendenti prese in considerazione, ovvero la SDO e le cinque caratteristiche della personalità individuale (Big Five).

Tabella 5.3: modello di regressione

COEFF. NON STANDARDIZZATI COEFF. STANDARDIZZATI

t Sign.

ERRORE STANDARD BETA

SDO 0,07 0,9 0,07 0,4 ESTRO. -0,16 0,1 -0,15 0,1 GRADE. 0,02 0,15 0,01 0,9 COSCIEN. 0,01 0,11 0,08 0,39 NEVR. -0,1 0,11 -0,1 0,34 APERT. -0,22 0,1 -0,2 0,04

Variabile dipendente: Sessismo

COEFF. NON STANDARDIZZATI COEFF. STANDARDIZZATI

t Sign.

ERRORE STANDARD BETA

SDO 0,15 0,05 0,28 0 ESTRO. 0,09 0,06 0,17 0,11 GRADE. -0,05 0,09 -0,06 0,58 COSCIEN. 0,02 0,07 0,04 0,72 NEVR. -0,06 0,07 -0,09 0,4 APERT. -0,05 0,06 -0,1 0,35

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Nella tabella 5.3 sono elencati i coefficienti del modello di regressione.

Analizzando le correlazioni più significative riguardanti le due diverse variabili dipendenti, possiamo notare come la SDO risulti associata positivamente al pregiudizio sottile (ß = .05, Sign. = .00).

Interessante ed inatteso il risultato riguardante la correlazione positiva che intercorre tra l’apertura all’esperienza e il sessismo (ß = .10, Sign. = .04).

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6 - DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

6.1 - DISCUSSIONE

L’obiettivo del presente elaborato è stato quello di cercare di intercettare quali sono i climi organizzativi degli specifici comuni attraverso l’utilizzo di costrutti quali la SDO, il Big Five, la NFCC, l’ASI e la scala del pregiudizio sottile e manifesto, consentendo un’analisi socio-politica (e non prettamente organizzativa) utile per comprendere l’influenza dell’orientamento alla dominanza sociale sul clima relazionale dei dipendenti delle due pubbliche amministrazioni e quindi, indirettamente, lo stare bene all’interno delle organizzazioni.

La ricerca, che come già accennato è da considerarsi innovativa dal momento che in letteratura non esistono studi in merito alla capacità della SDO di influire sulle relazioni interpersonali dei soggetti operanti all’interno di organizzazioni pubbliche, è avvenuta presso le due amministrazioni pubbliche del Comune di San Vincenzo e del Comune di Piombino somministrando un questionario a risposta multipla da potersi compilare sia in formato cartaceo che in formato digitale, garantendo il totale anonimato dei partecipanti.

Nello specifico sono state analizzate le possibili relazioni che intercorrono tra alcune variabili prese in esame e gli aspetti pregiudiziali e sessisti.

Analizzando le correlazioni coerenti con gli obiettivi di ricerca (Tabella 5.2), è emerso che la SDO si relaziona molto positivamente con il pregiudizio sottile (r = .31, p<.01) ma non significativamente con il pregiudizio manifesto.

Questo forse perché la SDO risulta influenzata dalla morale comune che non vede di buon occhio il pregiudizio, favorendo così lo sviluppo di una sua forma più nascosta e difficilmente percepibile.

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Inoltre i dipendenti lavorano in gruppi condividendo gli uffici con altri soggetti, e molti di essi si rapportano quotidianamente con il pubblico: mostrare apertamente la propria ostilità nei confronti di determinati outgroup non fornirebbe una bella immagine dell’amministrazione pubblica.

Tale correlazione conferma le ipotesi formulate, secondo cui ad alti livelli di SDO corrispondono alti livelli di pregiudizio.

La correlazione positiva del sessismo con il pregiudizio manifesto (r = .44, p<.01) e con il pregiudizio sottile (r = .36, p<.01) è confermata da alcuni studi condotti da Glick & Fiske (1996), secondo i quali il sessismo risulta essere una particolare forma di pregiudizio, che solitamente non viene tenuta nascosta da parte di coloro che discriminano.

In questo caso però, vista la presenza campionaria pressoché identica di uomini e donne all’interno dei due Comuni e visto che i soggetti di ambo i sessi si trovano ad instaurare strette e continue relazioni sociali fra di loro, ciò potrebbe spiegare la relazione positiva tra sessismo e pregiudizio sottile.

La correlazione negativa della variabile sessismo con la caratteristica dell’apertura all’esperienza viene confermata da uno studio condotto da Ekehammar & Akrami (2007), in cui si evidenzia come l’apertura all’esperienza possa essere considerata una predittrice di sessismo.

Alcune correlazioni significative che caratterizzano la NFCC con la SDO, con il pregiudizio sottile e manifesto e con la variabile del sessismo), sono giustificate da studi di Webster & Kruglanski (1996).

I due studiosi affermano che ad alti livelli di Bisogno di Chiusura Cognitiva corrispondono soggetti dalla mentalità conservatrice, legata all’autoritarismo e alla difesa delle tradizioni e quindi propensi alla gerarchizzazione societaria e alla discriminazione.

66 Ciò sembra confermare le ipotesi di ricerca avanzate.

Per quanto riguarda l’analisi dei risultati presenti in Tabella 5.3, possiamo notare come la relazione significativa tra la variabile indipendente SDO e la variabile dipendente del pregiudizio confermi in parte l’ipotesi di ricerca prevista secondo la quale la SDO fungerebbe da predittrice di sessismo e pregiudizio, visto che nel primo caso vi è una correlazione positiva ma non significativa fra le due variabili.

Esaminando infine il dato che evidenzia una particolare correlazione positiva tra l’apertura all’esperienza e il sessismo (ß = .10, Sign. = .04) ciò potrebbe essere dovuto alla nutrita presenza del campione di genere femminile, che spesso viene associato ad alti livelli di apertura all’esperienza (Costa et al., 2001; Feingold, 1994) e al fatto che, in alcuni casi, le donne avrebbero la tendenza a discriminare persone del proprio sesso.

Prendendo in considerazione uno studio condotto dalla psicologa americana Marianne Cooper (2016), le donne che presentano bassi livelli di identificazione con il proprio genere credono che il fatto di venir associate al “sesso debole” le ponga in una condizione sfavorevole, la quale può influire negativamente sullo sviluppo delle loro carriere lavorative.

Per evitare che ciò accada assumono l’atteggiamento della Queen Bee (Ape Regina), distanziando e denigrando l’universo femminile.

67 6.2 - CONCLUSIONI

Nel presente studio sono state esaminate alcune variabili di natura psico-sociale ed il modo in cui esse possano influire sul clima relazionale dei dipendenti di due pubbliche amministrazioni.

È stato analizzato come la Social Dominance Orientation risulti correlata in maniera significativa con il pregiudizio sottile ed in maniera positiva con il pregiudizio manifesto e il sessismo.

Si può dedurre che soggetti favorevoli alla gerarchizzazione sociale possano essere predisposti alla messa in atto di atteggiamenti pregiudiziali e sessisti.

L’ipotesi di ricerca secondo la quale l’orientamento alla dominanza sociale potrebbe fungere da predittore di pregiudizio e sessismo è stata confermata in parte data la presenza di una correlazione positiva, ma non significativa, con la seconda variabile presa in esame.

Infine è stata rilevata la presenza di una correlazione significativa e positiva tra il Bisogno di Chiusura Cognitiva, la SDO, il pregiudizio manifesto e sottile ed il sessismo, che conferma la seconda ipotesi di ricerca.

In conclusione si può affermare che l’analisi del grado di orientamento alla dominanza sociale permette di comprendere come le interazioni sociali vengono influenzate dagli stereotipi e dai pregiudizi insiti nei soggetti e quali possano essere le ripercussioni ad essi collegate.

La presenza di soggetti propensi alla discriminazione culturale e di genere può rendere difficoltosi i rapporti con gli altri dipendenti che la pensano diversamente da loro, specialmente se condividono giornalmente lo stesso ufficio e devono collaborare per il raggiungimento di obiettivi comuni. Il clima che caratterizza una determinata situazione organizzativa non produce però effetti solamente sull’ingroup di riferimento ma anche sull’outgroup; coloro infatti che interagiscono con

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un’organizzazione maturano una percezione della stessa basata sia sui servizi e prodotti offerti, sia sui comportamenti degli impiegati con cui si trovano a interagire.

L’importanza del garantire un ambiente lavorativo caratterizzato da un buon clima relazionale ed organizzativo è uno dei requisiti fondamentali per il raggiungimento dello star bene all’interno di un’organizzazione, e dal momento che ciò comprende anche lo stato soggettivo di coloro che operano all’interno di uno specifico contesto organizzativo, quanto più i soggetti condividono valori, idee e credenze, tanto più si verrà a creare un habitat lavorativo piacevole.

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