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Coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile. Il contributo delle Regioni

1. I territori e lo sviluppo sostenibile

1.8 Coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile. Il contributo delle Regioni

Il contributo delle Regioni e delle Province Autonome al Programma Nazionale di Riforma (PNR)

Nel già citato Rapporto OCSE “Italy governance scan for policy coherence for sustainable develop-ment”17, viene evidenziato un importante contri-buto, fornito annualmente dal sistema delle Regioni e delle Province Autonome italiane. L’Al-legato al Programma Nazionale di Riforma - Terza Sezione del Documento di Economia e Finanza (DEF) annuale - riporta infatti il “Contributo delle Regioni e delle Province Autonome al Programma Nazionale di Riforma (PNR)”18, nel quale sono con-tenuti gli interventi di programmazione, regola-mentazione e attuazione del PNR dell’anno precedente. L’Allegato è realizzato dalla Confe-renza delle Regioni e delle Province Autonome (CINSEDO) e Tecnostruttura delle Regioni, appro-vato dalla Conferenza delle Regioni.

Tale documento mostra come le Regioni investano per garantire le riforme e l’attuazione degli inve-stimenti, come richiesto nelle Raccomandazioni Specifiche per Paese (CSR) annuali della Commis-sione europea.

Dal 2016 questo documento amplia l’analisi in vista del rafforzamento della programmazione in-tegrata intrapresa dalle Regioni in relazione alla programmazione dei fondi strutturali europei dei Figura 1.1 - Vettori di sostenibilità

cicli 2014-2020 e 2021-2027. Le macromisure e i risultati attesi sono stati ricondotti ai Goal e ai Target dell’Agenda 2030, nella logica di rendere coerente la programmazione regionale con il più ampio contesto globale. Ciò al fine di sostenere l’azione promossa dall’Unione europea di fare da apripista nell’ambito della strategia di sviluppo sostenibile, in modo che l’Agenda 2030 sia la na-turale continuazione della Strategia “Europa 2020”.

La metodologia seguita è basata su una matrice di coesione (quadro sinottico) che mappa le misure e le sottomisure regionali per il loro contributo al-l’attuazione delle Raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione 2019 e 2020, collegan-doli a:

1. risultati attesi delle precedenti politiche di coesione 2014-2020 e degli obiettivi politici (PO) e obiettivi specifici (OS) delle Politiche di coesione 2021-2027;

2. gli Obiettivi dell’Agenda ONU 2030;

3. i 12 domini ISTAT del Benessere Equo e Soste-nibile (BES), presi in esame nell’allegato al DEF;

4. gli obiettivi strategici della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile;

5. gli obiettivi del Pilastro europeo degli Obiettivi Sociali (PEDS)

Con riferimento al più recente “Contributo 2021”, oltre ottomila provvedimenti regionali sono stati classificati e vengono monitorati mediante questo strumento, rapportati anche con le sei missioni del PNRR. Molte Regioni hanno collegato la ma-trice al proprio Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) e alle misure di bilancio.

L’integrazione delle politiche è essenziale per bi-lanciare le dimensioni economica, sociale e am-bientale dello sviluppo sostenibile e per massimizzare le sinergie in tutte le fasi del pro-cesso decisionale. La programmazione integrata induce i diversi settori amministrativi a coordinare settori e livelli, evitando le duplicazioni, le so-vrapposizioni e le spese inutili e prendendo a ri-ferimento gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nei propri Programmi, Piani e attività.

Tutte le Regioni e le Province Autonome hanno in-dividuato una unità di coordinamento interna per

PNR nominati da ciascuna Regione e Provincia Au-tonoma hanno monitorato, supportato e solleci-tato gli uffici coinvolti, raccolto i materiali e provveduto all’assemblaggio degli stessi e alla re-dazione del documento di sintesi.

LA RETE DEI COMUNI SOSTENIBILI PER IL MONITORAGGIO VOLONTARIO DELL’ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DELL’AGENDA 2030

L’associazione Rete dei Comuni sostenibili (RCS), promossa da ALI (Autonomie locali italiane-Lega delle Autonomie locali), opera secondo le indicazioni del Manuale della Commissione europea European han-dbook for SDG Voluntary local reviews19. Pubblicato nel secondo semestre 2020, dà indirizzi rivolti alle comunità locali per creare la propria Voluntary local review (VLR) al fine di monitorare l’attuazione dell’Agenda ONU 2030, supportandole anche nella scelta degli indicatori con lo scopo di rendere le esperienze confrontabili tra loro e nel contesto globale.

Il Manuale identifica i quattro passi fondamentali per intraprendere la territorializzazione degli SDGs:

• avviare un processo inclusivo che coinvolga tutti gli stakeholder interessati;

• stabilire un’Agenda locale;

• pianificare l’implementazione degli SDGs a livello locale con indicatori e target;

• monitorare l’andamento degli obiettivi.

Il progetto Rete dei Comuni sostenibili - Agenda 2030/BES, che si configura quale Voluntary local review organizzato da una rete di Comuni e di Unioni di Comuni, ha quattro obiettivi:

1. misurare, tramite indicatori affidabili e aggiornati, con il supporto di una specifica piattaforma di-gitale, l’effetto delle politiche di governo locale sugli SDGs dell’Agenda 2030 e sugli ambiti del BES. D’intesa con l’ASviS, a cui ALI e RCS aderiscono, si è elaborato un set sperimentale di n. 101 indicatori, ognuno dei quali riferibile a uno degli SDGs e ad ambiti del BES, orientato secondo le in-dicazioni del Manuale e secondo gli indicatori posti a base della territorializzazione degli SDGs pre-vista dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS);

2. stimolare la redazione di Piani di azione per il comune sostenibile (Agende locali 2030), anche come orientamenti per i Documenti unici di programmazione (DUP) e per altri atti di programma-zione comunali, finalizzati a migliorare gli indicatori;

3. accompagnare i Comuni e le Unioni di Comuni nella partecipazione a bandi europei, statali o re-gionali relativi alle politiche della sostenibilità, anche in vista dell’attuazione delle linee di inter-vento definite dall’Unione Europea per l’attuazione dell’Agenda 2030;

4. raccogliere sulla piattaforma digitale atti e buone pratiche dei Comuni utili per tutti i Comuni ade-renti al progetto e per realizzare un effetto-inseminazione che contribuisca ad accelerare e a qua-lificare le innovazioni, elevando il livello degli indicatori.

I Comuni aderenti al progetto possono dunque denominarsi «Comune sostenibile» a due condizioni:

1. di farsi misurare rispetto al set di indicatori individuati;

2. di impegnarsi, con i Piani di azione per il Comune sostenibile e con atti di programmazione, progetti e azioni, a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e a migliorare gli indicatori.

Il progetto è stato accreditato presso la Cabina di regia di «Benessere Italia», il coordinamento che era stato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per le politiche del BES e dell’Agenda ONU 2030, ed è inserito fra quelli di «Repubblica Digitale», l’iniziativa strategica nazionale promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri. È monitorato dal Joint research center della Commissione europea, nell’ambito dell’osservazione degli SDG-VLR, e dall’ASviS per la sperimentazione degli indicatori.

Il progetto Rete dei Comuni sostenibili può inquadrarsi fra le azioni di attuazione della Strategia na-zionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) in corso di aggiornamento, anche alla luce delle esigenze di implementazione del programma Next generation EU nelle sue articolazioni attuative.

Si tratta di un servizio per i Comuni aderenti alla Rete improntato alla sussidiarietà e alla verticaliz-zazione del monitoraggio dell’attuazione della SNSvS, con il coinvolgimento di un numero definito di enti, utile al perseguimento degli obiettivi secondo Agende locali impegnative e alla diffusione di buoni esempi riproducibili.

NOTE

1 asvis.it/home/4-10235/guterres-lhlpf-deve-monitorare-i-progressi-sugli-sdgs-invece-stiamo-arretrando.

2 s3.amazonaws.com/sustainabledevelopment.report/2021/2021-sustainable-development-report.pdf, p. 52.

3 data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-9850-2021-INIT/it/pdf, p. 13.

4 ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/brochure/new_leipzig_charter/new_leipzig_charter_en.pdf.

5 territorialagenda.eu/wp-content/uploads/TA2030_jul2021_it.pdf.

6 carbonneutralcities.org/.

7 L’esperienza di Helsinki, tra le 16 città ad aver presentato la propria VLR nel 2021, è riportata nel paragrafo successivo.

8 Le città sono state scelte e le interviste sono state effettuate in collaborazione con Eurocities. Si ringraziano per la colla-borazione la Segretaria generale Anna Lisa Boni, Marta Marcuzzi e Pietro Reviglio.

9 Association of German cities and the german section of the Council of european municipalities and regions (CERM).

10 Le Regioni sono Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Toscana, Veneto, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Trento; le città sono Parma e Taranto; le Città metropolitane sono Bari, Bologna, Milano e Roma.

11 Cfr. A. Paletta, “Ripensare il management pubblico alla luce dell’Agenda 2.0”, in ASviS (supporto tecnico-scientifico insieme a Urban@it e ai Dipartimenti di Ingegneria civile, chimica ambientale e dei materiali e di Scienze aziendali di UNIBO, coordina-mento Direzione generale Città metropolitana di Bologna); “L’Agenda 2.0 per lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Bologna”, Quaderni dell’ASviS n. 3, 24 giugno 2021, p. 143, asvis.it/public/asvis2/files/210622_Quaderno_3_CM_Bologna.pdf.

12 Decreto legislativo n. 152 del 2006, art. 34.

13 Relazione sullo stato di attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo Sostenibile 2020 - www.mite.gov.it/pagina/la-strategia-nazionale-lo-sviluppo-sostenibile-il-processo-di-definizione.

14 Il progetto è stato finanziato dalla Commissione europea nell’ambito dello Structural reform support programme 2017-2020. Il Governance scan for Italy for PCSD (OCSE, 2021) è disponibile presso www.oecd.org/gov/pcsd/italy-governance-scan-pcsd.pdf.

15 Il progetto CReIAMO PA - Competenze e reti per l’Integrazione ambientale e per il miglioramento delle organizzazioni della PA, finanziato dal PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020, prevede la realizzazione di una specifica linea di intervento (L2WP1) dedicata alle attività di Attuazione e monitoraggio dell’Agenda 2030. Il progetto, iniziato nel 2018 e ha una durata complessiva di oltre cinque anni - creiamopa.minambiente.it/index.php/priorita/priorita-2/linea-2/wp1-linea-2.

16 MITE, Ripensare i vettori di sostenibilità. Esiti dei World Cafe del luglio 2021, www.mite.gov.it/pagina/parlando-di-svi-luppo-sostenibile-le-iniziative-l-attuazione-e-la-revisione-della-snsvs.

2

Il posizionamento dell’Italia rispetto al

conseguimento dei Target

quantitativi

In questo Rapporto, come nel precedente rap-porto sui Territori di ASviS del 20201, si è utilizzata una duplice modalità di misurazione per valutare lo stato di attuazione dell’Agenda Onu 2030 a li-vello nazionale:

a) attraverso gli indicatori sintetici per Goal già utilizzati nei Rapporti annuali ASviS anche per il livello dell’Unione europea;

b) mediante una nuova serie di indicatori colle-gati a Target quantitativi selezionati in rela-zione alle politiche dell’Unione europea e nazionali per i diversi Goal.

Anche nel Rapporto di ASviS del 20212 si è utiliz-zata questa duplice modalità, in relazione al-l’esperienza di collaborazione con diverse Regioni per l’elaborazione delle loro Strategie per lo svi-luppo sostenibile e, insieme a Urban@it, con al-cune Città metropolitane per la definizione delle loro Agende.

Le modalità di analisi utilizzate in questo Rap-porto sono le seguenti:

• per il livello nazionale in questo capitolo, l’analisi sulla distanza dell’Italia dai 32 Target quantitativi riferiti ai diversi Goal contenuta nel Rapporto annuale di ASviS 20213 con un ag-giornamento di alcuni dati;

• per il livello regionale nel capitolo 6, gli indi-catori sintetici nel confronto con l’andamento nazionale e 27 Target quantitativi in coerenza con il quadro nazionale;

• per il livello provinciale e delle Città metropo-litane nel capitolo 7, gli indicatori sintetici va-lutati rispetto alla distanza dal valore della media nazionale nell’ultimo anno in cui sono disponibili i dati;

• per il livello delle Città metropolitane nel ca-pitolo 8, 17 Target quantitativi in coerenza con il quadro nazionale e regionale.

A ciò si aggiunge l’analisi del paragrafo 4 del ca-pitolo 4 su 7 Target quantitativi valutati in

rap-A. valori definiti dai livelli istituzionali (Onu, Unione europea, Governo italiano, ecc.);

B. in assenza di un valore definito come al punto A), per la definizione del Target ci si è basati sul giudizio degli esperti dei Gruppi di lavoro dell’ASviS (nel caso concreto: Target 6.1 e16.3);

C. in assenza di un valore definito a livello istitu-zionale e di un giudizio degli esperti, il Target è stato individuato attraverso il confronto con i tre Paesi europei più simili all’Italia (Francia, Germania, Spagna) prendendo il best performer tra questi Paesi nell’ultimo anno disponibile;

D. se l’indicatore non permette il confronto con i Paesi europei e non è disponibile una valuta-zione degli esperti, il Target è stato individuato nel best performer tra le Regioni italiane a sta-tuto ordinario;

Se nessuno dei criteri sopra esposti consente di definire il Target, si utilizza la metodologia Euro-stat nel valutare l’andamento degli indicatori senza un Target, che indica di utilizzare l’incre-mento dell’1% annuo rispetto all’anno base 2010 (ad esempio, Target 2030 +/-20% rispetto al 2010).

Questo lavoro, è basato sui dati più recenti dispo-nibili, e non sempre tiene conto delle evoluzioni del 2020 o dei primi mesi del 2021. Ciononostante, l’analisi permette di valutare la direzione dell’Ita-lia e dei suoi territori nel corso del tempo, utile anche al fine di supportare la definizione delle Strategie e delle Agende territoriali di sviluppo so-stenibile e di calibrare le politiche da intrapren-dere per il conseguimento dei rispettivi Target.

Questo studio rappresenta inoltre un utile stru-mento per monitorare e rendicontare l’impatto delle azioni e dei progetti finanziati anche dal Piano di ripresa e resilienza (PNRR), che ha le sue basi nella programmazione europea fonte principale dei Target quantitativi individuati in quest’analisi.

Nell’analisi attuale è stato attribuito lo stesso

Tar-2. Il posizionamento dell’Italia rispetto al conseguimento dei

Target quantitativi

porti i territori a contribuire in modo differenziato al raggiungimento del Target nazionale, anche al fine di ridurre le disuguaglianze presenti sul ter-ritorio nazionale.

L’esempio è la direttiva del Ministro dello Sviluppo economico del 2012 (Burden sharing), con la quale il Target nazionale al 2020, relativo alla produ-zione di energia da fonti rinnovabili, fu ripartito tra le Regioni e le Province autonome. Una tale definizione dovrebbe accompagnare l’aggiorna-mento che è in corso della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS).

Per valutare il raggiungimento dei Target quanti-tativi si è stata usata la metodologia dell’Ufficio statistico dell’Unione europea (EUROSTAT), che prevede la valutazione dell’intensità e della dire-zione verso cui l’indicatore si sta muovendo ri-spetto all’obiettivo prefissato utilizzando le

«frecce» come strumento di sintesi per descrivere le diverse realtà. Tale valutazione dipende dal rapporto tra il tasso di crescita effettivo e quello necessario per raggiungere il Target e si articola in quattro possibili valutazioni, con le relative frecce di colore diverso (verde o rosso) e diversa inclinazione:

1) progressi significativi, il Target verrà rag-giunto. Viene indicato con una freccia verde orientata verso l’alto;

2) progressi moderati, il Target non verrà rag-giunto, ma la direzione è quella giusta. Viene indicato con una freccia verde orientata dia-gonalmente verso l’alto;

4) allontanamento dal Target, si sta procedendo nella direzione sbagliata. Viene indicato con una freccia rossa orientata verso il basso.

Quando non è disponibile la serie storica dei dati necessaria per una valutazione con il sistema delle frecce, si utilizza il segno : .

Il tasso di crescita effettivo è calcolato sulla base dei dati relativi all’anno base e all’ultimo anno considerato, mentre quello teorico rappresenta quello richiesto per raggiungere il Target, sempre rispetto al livello dell’indicatore nell’anno base (figura 2.1). In questa sede sono fornite, ove pos-sibile, due scale temporali di analisi, una di lungo periodo (15-10 anni) e una di breve periodo (5-3 anni).

Con riferimento alla distanza dai 32 Target qutitativi individuati, l’Italia presenta i seguenti an-damenti (figura 2.2):

• positivo4 per sette Target, relativi alle coltiva-zioni biologiche (2.4), alla probabilità di morte per malattie non trasmissibili (3.4), ai morti in incidenti stradali (3.6), all’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (4.1), al consumo di energia (7.3), alla connessione In-ternet (9.c) e al tasso di riciclaggio dei rifiuti (12.5);

• negativo5 per tredici Target, relativi alla parità di genere negli occupati specializzati ICT (5.5), all’efficienza delle reti idriche ( 6.4), al tasso di occupazione ( 8.5), alla quota di NEET (8.6), alla quota del PIL dedicata alla R&S (9.5), alla disuguaglianza di reddito (10.4), all’offerta del

Theoretical target path

60 % of target path 95 % of target path

Figura 2.1 - Sintesi delle valutazioni rispetto ai Target quantitativi secondo la metodologia Eurostat

(16.7) e alla quota di reddito nazionale lordo destinata all’Aiuto pubblico allo sviluppo (17.2);

• Discordante6 tra una valutazione di breve e lungo periodo per otto Target, relativi al ri-schio di povertà o esclusione sociale (1.2), all’utilizzo di fertilizzanti in agricoltura (2.4), alla quota dei laureati (4.2), alla parità di ge-nere nel tasso di occupazione (5.5), all’energia rinnovabile (7.2), al trasporto di merci su fer-rovia (9.1), all’emissioni di gas serra (13.2) e al sovraffollamento degli istituti di pena (16.3).

Non è possibile valutare l’andamento rispetto a quattro Target, relativi alle competenze numeri-che (4.1) ed alfabetinumeri-che degli studenti (4.1), allo stato ecologico dei corpi idrici superficiali (6.3) e alle aree terrestri protette (15.5) vista la man-canza dei dati in serie storica.

L’analisi degli indicatori sintetici per Goal del Rap-porto di ASviS del 20217 mostra che tra il 2010 e il 2020 l’Italia:

• migliora in sei Goal: 3. Salute; 5. Uguaglianza di genere; 7. Sistema energetico; 9. Innova-zione; 12. Economia circolare e 13. Lotta al cambiamento climatico;

• peggiora in cinque Goal: 1. Povertà; 6. Acqua;

8. Condizione economica e occupazionale; 15.

Ecosistema terrestre e 17. Cooperazione inter-nazionale;

• presenta una situazione invariata per i restanti sei Goal: 2. Alimentazione e agricoltura soste-nibile; 4. Educazione; 10. Disuguaglianze; 11.

Condizioni delle città; 14. Ecosistema marino;

16. Giustizia e istituzioni solide.

Guardando ai dati più recenti, tra il 2019 e il 2020 l’Italia:

• migliora in tre Goal (7, 13 e 16);

• peggiora in nove Goal (1, 3, 4, 5, 8, 10, 11, 15 e 17).

• presenta una situazione invariata per tre Goal (2, 6 e 9).

Per i Goal 12 e 14 si è ritenuto opportuno non cal-colare il 2020 in assenza di informazioni disponibili.

Alla luce dei risultati dell’analisi della distanza dai 32 Target quantitativi e dell’andamento degli

in-guirà gli Obiettivi dell’Agenda 2030 nei tempi con-cordati in sede Onu, con conseguenze gravi».

SDG

Target 1.2 - Entro il 2030 ridurre del 20% il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale rispetto al 2019 Target 2.4 - Entro il 2030 ridurre del 20% l’utilizzo di fertilizzanti distribuiti in agricoltura rispetto al 2020 Target 2.4 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 25% di SAU investita da coltivazioni biologiche

Target 3.4 - Entro il 2025 ridurre del 25% la probabilità di morire per le malattie non trasmissibili rispetto al 2013 Target 3.6 - Entro il 2030 dimezzare i morti per incidenti stradali rispetto al 2019

Target 4.1 - Entro il 2030 ridurre al di sotto della quota del 15% gli studenti che non raggiungono il livello sufficiente di competenza numerica (18-19 anni)

Target 4.1 - Entro il 2030 ridurre al di sotto della quota del 15% gli studenti che non raggiungono il livello sufficiente di competenza alfabetica (18-19 anni)

Target 4.1 - Entro il 2030 ridurre al di sotto della quota del 9%

l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (18-24 anni) Target 4.3 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 50% dei laureati (30-34 anni)

Target 5.5 - Entro il 2030 dimezzare il gap occupazionale di genere rispetto al 2020

Target 5.5 - Entro il 2030 raggiungere la parità di genere negli occupati specializzati ICT

Target 6.3 - Entro il 2027 garantire lo stato di qualità ecologica elevata o buona per tutti i corpi idrici superficiali Target 6.4 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 90%

dell’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile Target 7.2 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 40% di energia da fonti rinnovabili

Target 7.3 - Entro il 2030 ridurre del 14,4% i consumi finali lordi di energia rispetto al 2019

Target 8.5 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 78% del tasso di occupazione (20-64 anni)

Target 8.6 - Entro il 2030 ridurre la quota dei NEET al di sotto del 9% (15-29 anni)

Target 9.1 - Entro il 2050 raddoppiare la quota del traffico merci su ferrovia rispetto al 2019

Target 9.5 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 3% del PIL dedicato alla ricerca e sviluppo

Target 9.c - Entro il 2026 garantire a tutte le famiglie la copertura della rete Gigabit

Target 10.4 - Entro il 2030 ridurre l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile ai livelli osservati nel migliore dei Paesi europei Target 11.2 - Entro il 2030 aumentare del 26% i posti-km per abitante offerti dal trasporto pubblico rispetto al 2004 Target 11.6 - Entro il 2030 ridurre i superamenti del limite di PM10 al di sotto di 3 giorni l’anno

Target 12.5 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 60% del tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani

Target 13.2 - Entro il 2030 ridurre le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti del 55% rispetto al 1990

Target 14.4 - Entro il 2030 azzerare il sovrasfruttamento degli stock ittici

Target 14.5 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 30%

delle aree marine protette

Target 15.3 - Entro il 2050 azzerare l’aumento del consumo di suolo annuo

Target 15.5 - Entro il 2030 raggiungere la quota del 30%

delle aree terrestri protette

Target 16.3 - Entro il 2030 azzerare il sovraffollamento negli istituti di pena

VALORE ULTIMO ANNO DISPONIBILE 25,6% (2019)

2,6 quintali per ettaro (2020)

18,0 ktep per 10.000 abitanti (2020)

6,1 ultimo s80/s20 (2020) 4624 posti-km/abitante

(2019) 83 giorni (2019)

51,3 % (2019)

6,6 tonn di CO2 equiva-lente pro-capite (2020)

92,7 % (2018)

1,7% (2019)

8,7 ettari annui consumati per 100.000

abitanti (2020)

Pilastro europeo dei diritti sociali Strategia europea dal produttore al consumatore

Strategia europea dal

Strategia europea dal