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STATO FITOSANITARIO DELL’APPARATO EPIGEO

APPARATO IPOGEO

3.3 STATO FITOSANITARIO DELL’APPARATO EPIGEO

3.3 STATO FITOSANITARIO DELL’APPARATO EPIGEO

Le piante sono esposte alle condizioni ambientali ed agli effetti degli organismi presenti, e microorganismi in particolare, che in alcuni casi possono comportarsi da agenti di malattia.

Si definisce malattia la conseguenza all'intervento di un agente esterno, definito organismo

patogeno (funghi, protozoi, batteri, micoplasmi, virus), il quale è causa di alterazioni delle

normali funzioni, che possono portare al deperimento o alla morte di parte o dell’intera pianta. La malattia va distinta da altre avversità o cause di alterazione o di danno alla pianta, che possono essere provocate invece da altri organismi, quali artropodi (insetti, acari, ecc.), nematodi, ecc., o da fattori ambientali sfavorevoli (fisiopatie) .

I vegetali reagiscono normalmente alla presenza delle avversità parassitarie (malattie e agenti di danno) e alle condizioni ambientali sfavorevoli attraverso modificazioni, le quali possono comparire sulla chioma, sul tronco e sulle radici, e costituiscono le manifestazioni esteriori dell’alterazione e sono definite sintomi.

Lavaggio del campione di radici con acqua fredda.

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Le più comuni modificazioni si possono verificare attraverso:

- cambiamenti di colore della chioma;

- disseccamenti di foglie, rami o branche;

- morte di foglie o di porzioni di rami o branche;

- comparsa di malformazioni;

- deviazione dallo sviluppo normale ;

- necrosi corticali (cancri);

- necrosi di tessuti e di organi;

- presenza di essudati;

- variazioni della consistenza e della struttura di foglie, germogli, rami, branche, fusto, radici;

- variazioni della consistenza meccanica dei tessuti legnosi.

3.3.1 Cambiamenti di colore della chioma

Il cambiamento di colore è la caratteristica più evidente e compare più rapidamente tra tutti i sintomi che si verificano sulla chioma delle piante.

Tale modificazione è sostanzialmente aspecifica, si verifica in quasi tutte le alterazioni ed è paragonabile alla febbre per gli animali a sangue caldo.

Inoltre il cambiamento di colore delle foglie è fisiologico in autunno per conifere e latifoglie decidue, e in primavera per la perdita periodica dei pigmenti fotosintetizzanti nelle sempreverdi. Dal punto di vista sintomatologico la denominazione ricorrente è quella di clorosi, e viene definita come la perdita del colore verde per mancanza o per distruzione della clorofilla. La decolorazione può assumere varie forme, e venire più specificatamente indicata con i termini di albinismo,

eziolamento, giallume, mosaico, screziatura, secondo le particolari caratteristiche.

I cambiamenti di colore possono coinvolgere anche le porzioni non fotosintetizzanti del lembo fogliare; è il caso di sintomi quali l’argentatura, la piombatura, e gli arrossamenti.

3.3.2 Disseccamenti di foglie, rami o branche

Si definisce disseccamento il rapido irreversibile avvizzimento e di vaste zone del fogliame, dei germogli, che può interessare anche interi rami o branche o l’intera pianta. È causato dalla disidratazione completa di un organo, con necrosi dei tessuti. In casi gravi può estendersi a parti legnose, provocandone la morte. Il sintomo anche in questo caso ha un carattere fondamentalmente aspecifico e può avere origine locale o sistemica. Nel primo caso è legato alla necrosi corticale di rami o di branche; nel secondo caso è dovuto a fenomeni di trasporto idrico originatisi nell’apparato ipogeo o epigeo. Non ha quindi un carattere diagnostico specifico ma è utile per individuare il sito primario dell’alterazione che permetterà nella maggioranza dei casi di riconoscere l’agente causale della malattia.

Tipici sintomi che si possono inquadrare in questo raggruppamento sono, l’apoplessia,

l’allessatura, l’appassimento (che può essere però reversibile), l’avvizzimento, la filloptosi

37 3.3.3 Comparsa di malformazioni

Si definisce malformazione qualsiasi accrescimento di organi in forma anomala rispetto alle caratteristiche tipiche della specie; disfunzioni nella divisione o nella distensione cellulare possono dare origine a deformazioni degli organi, alla formazione di masse ipertrofiche o iperplastiche, anche con neoformazione di organi di varia forma o colore nelle parti ipogee od epigee della pianta. Malformazioni caratteristiche sono la bollosità, l’ipertrofia, il nanismo, il gigantismo, la

lenticellosi, la rosetta, lo scopazzo, la fasciazione, il tubercolo, il tumore, le galle.

Possono essere dovute ad infezioni virali, batteriche, fungine, o causate da insetti, acari, nematodi, ecc. Particolare importanza possono avere in certe situazioni le malformazioni indotte da diserbanti ormonici, che con la loro azione provocano la totale modificazione della zona generatrice del lembo fogliare e di altre parti, le quali possono divenire irriconoscibili.

Malformazioni particolari sono quelle che si verificano a seguito dello svuotamento interno di branche o fusti causato dalla carie. Branche o fusto svuotati internamente dalla carie, possono assumere una conformazione di tipo tondeggiante o a botticella, come tentativo della pianta di sopperire ad una carenza strutturale. Tale aspetto contrasta con il normale sviluppo dell’organo colpito, orientando così la ricerca sulla causa della malformazione. È il caso tipico del marciume

basale o della carie causata da funghi del genere Heterobasidion.

3.3.4 Necrosi di tessuti e di organi

Si riferisce alla comparsa di aree necrosate più o meno ampie conseguenti alla morte più o meno rapida delle cellule. Essa si può verificare su un complesso di cellule (localizzata) o su un intero organo (generalizzata).

Può essere provocata da svariatissime cause, come conseguenza di attacchi di funghi, batteri, virus, insetti, acari, nematodi, ecc. La necrosi può essere definita in vario modo in relazione:

- al sito in cui si localizza: germogli, midollo, gemme , nervature, corteccia, ecc.

- ai tessuti colpiti: collenchimatica, parenchimatica, vascolare, floematica.

- agli agenti patogeni che la provocano: batteri, funghi, insetti, o cause abiotiche come irraggiamento intenso, estremi termici (scottature), etc.

3.3.5 Necrosi corticale

Particolare rilevanza possono assumere le necrosi degli organi legnosi più esterni, quali la corteccia, il cambio e le prime porzioni dello xilema, che si manifestano con depressioni, disseccamento del tessuto, fessurazioni, distacco parziale del ritidoma, che normalmente prendono il nome di cancro. Il cancro può essere definito in vario modo, in relazione:

- all’entità del tentativo di cicatrizzazione e alla perdita di tessuto corticale: in “cancro aperto” o “cancro chiuso “;

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- all’organo colpito: cancro dell’innesto, dello stelo, corticale, rameale, radicale;

- alla pianta colpita: cancro del castagno, cancro del cipresso, cancro del larice, cancro del platano, ecc.;

- all’agente causale: fungino, batterico, ecc.

- al suo aspetto: cancro carbonioso, cancro nero, cancro colorato, cancro a bersaglio, cancro resinoso.

3.3.6 Presenza di essudati e incrostazioni

Le piante emettono degli essudati liquidi contenenti sostanze più o meno dense che normalmente si rapprendono quando giungono in contatto con l’aria. Tali emissioni sono caratteristiche di grandi gruppi di specie vegetali. Le conifere infatti emettono resina, le drupacee gomma, le fagacee derivati del tannino. Tali flussi sgorgano all’esterno attraverso soluzioni di continuità e derivano dalla lisi delle cellule parenchimatiche, provocata da cause biotiche quali funghi, batteri, artropodi, ecc., oppure abiotiche (in genere stress idrici o termici).

Essi possono comparire in molte parti della pianta e indicano la presenza di alterazioni in alcuni casi anche molto gravi, provocate ad esempio da tracheomicosi, cancri, marciumi radicali, o altri parassiti particolarmente aggressivi.

Anche la melata può essere considerata un essudato, anche se particolare; si tratta di una sostanza zuccherina prodotta da insetti (di solito Rincoti), oppure fisiologica per alcune specie vegetali, ed emesse in circostanze particolari, come eccessi di calore. Sulla melata si possono poi sviluppare altri organismi fungini che si accrescono saprofitariamente e provocano la comparsa di masse miceliari di aspetto fuligginoso (da cui il nome generico di “fumaggini”), che incrostano le foglie e le superfici degli organi aerei.

3.3.7 Variazioni della consistenza e della struttura di tessuti e organi

Una variazione (di solito diminuzione) della consistenza dei tessuti vegetali o di interi organi, che provoca il rammollimento degli stessi è chiamata in termini generali marciume. Il marciume è conseguente ad un’alterazione dei tessuti, le cui cause possono essere malattie comuni dovute in genere a funghi o a batteri. Eccone alcune, tra le più diffuse.

Marciume molle: è la perdita di consistenza di un tessuto che diviene molle ed umido; può

interessare frutti, foglie, fusti, radici.

Mummificazione: modificazione di un frutto che disidratandosi assume minori dimensioni e una

consistenza di tipo legnoso.

Carie: è il “decadimento” dei tessuti legnosi, tipicamente compatti, che si trasformano in

elementi fragili, friabili e inconsistenti.

Allessatura: è una particolare variazione della consistenza dei tessuti fogliari o dei germogli