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Storia della decifrazione delle legende

Nel documento Le monete bilingui di Maḥmūd di Ghazna (pagine 53-56)

DELLE MONETE BILINGUI DI MAḤMŪD DI GHAZNA E LA QUESTIONE DELLA TRADUZIONE

1. Storia della decifrazione delle legende

La serie monetaria fatta coniare da Maḥmūd di Ghazna tra il 1027 e il 1028 (ILL. 6A-6C) è costituita da dirham in argento di forma rotonda, con un peso che oscilla tra i 2.7 e i 3.23 grammi e un diametro di circa 20 millimetri165: «the type in size, shape and device including the weight, very much corresponds to the Ghazni issues of the Sultan»166. La peculiarità di queste monete risiede nel fatto che la legenda del diritto, in arabo-cufico, è stata tradotta in lingua sanscrita e iscritta in alfabeto

śāradā sul rovescio167.

Tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, la decifrazione delle legende in sanscrito procede di pari passo con la scoperta e lo studio di nuove monete, e viene affinata grazie al contributo di diversi studiosi.

1.1. Edward Thomas

Edward Thomas (31 Dicembre 1813 - 10 Febbraio 1886), «one of the most distinguished numismatists of the nineteenth century»168, è uno dei primi ufficiali inglesi ad interessarsi alle monete coniate da autorità islamiche nel subcontinente indiano. Dopo aver lavorato in India per diversi anni - prima come giudice presso Sagar, e poi come funzionario, al servizio dell'East India Company Bengal Service e dell'Indian Civil Service - a partire dal 1872 si ritira in Inghilterra, per dedicarsi alla

165

Per le informazioni tecniche, si rimanda a J. Deyell, Living without Silver, cit., p.73, e alle schede delle monete GZ2-GZ5 del catalogo a cura di S. Goron, J.P. Goenka, The coins of the Indian sultanates: covering the area of present-day India, Pakistan, and Bangladesh, Munshiram Manoharlal, New Delhi, 2001. Si tenga presente che non esistono studi relativi ai contesti archeologici di provenienza di queste monete. Per la maggior parte, sembra infatti che siano state acquisite da collezioni e musei quando già erano state trovate e messe sul mercato, e non tramite scavi archeologici ufficiali e documentati. Non è stato di conseguenza possbile stabilire volume e cronologia di circolazione.

166

A.K. Bhattacharyya, Hindu Elements in Early Muslim Coinage in India, cit., p. 113. 167

Per via di questa traduzione dall'arabo al sanscrito, si può considerare la faccia su cui compaiono le legende in arabo come quella primaria, o "di partenza", e quindi indicarla come il diritto della moneta.

168

ricerca, e alla promozione degli studi orientali. Oltre ad essere membro di diverse associazioni culturali del settore (tra cui le Asiatic Societies of Bengal, London and Paris), e a ricoprire per venticinque anni la carica di Tesoriere della Royal Numismatic Society, è molto attivo come collezionista, tant'è che nel 1850 oltre 1900 delle monete da lui raccolte confluiscono nelle collezioni del British Museum. Si distingue infine come editore e autore di opere relative all'archeologia e alla numismatica indo-iraniche: scrive una serie di articoli - pubblicati per lo più nel "Numismatic Chronicle" e nell'"Indian Antiquary" - e compila i primi libri-cataloghi dedicati alle monete coniate dai sovrani di Ghazna e dai Sultani di Delhi.

Thomas è il primo studioso a occuparsi dei dirham bilingui di Maḥmūd di Ghazna e della decifrazione delle loro legende. Le sue considerazioni vengono raccolte in due contributi complementari, pubblicati rispettivamente nel 1847 e nel 1860: On the

Coins of the Kings of Ghazní e Supplementary Contributions to the Series of the Coins of the Kings of Ghazní. Nel 1871 riprende l'argomento in alcune pagine del libro Chronicles of the Pathan Kings of Delhi.

Nel 1847 Thomas ha a disposizione un solo pezzo su cui lavorare, l'unico per il momento a lui noto. Come racconta nel suo secondo contributo, tra il 1847 e il 1860

European collectors have succeeded in rescuing from the local crucibles no less than three additional specimens of this mintage, which determine conclusively that the issue constituted an ordinary serial coinage of a given locality, as opposed to the alternative supposition, suggested by the solitary piece heretofore known, of an occasional or commemorative purpose being indicated in their exceptional type.169.

Negli anni successivi, Thomas si concentra sull'interpretazione delle legende in sanscrito, particolarmente ostiche da decifrare. Non solo le epigrafi marginali dei vari pezzi raccolti sono praticamente illeggibili, ma, più in generale:

The Kufic dies for these coins must have been entrusted to a first class artist, for they are uniformly excellently fasdhioned and correctly marked in the details; whereas the legends on the Hindi face of the coinage vary considerably in their execution, and the ortography and the forms of the characters themselves are crude

169

E. Thomas, Supplementary Contributions to the Series of the Coins of the Kings of Ghazní, in "Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain and Ireland", Vol. 17, 1860, p. 157.

and uncertain in the extreme.170.

Lo studioso propone fin dal 1847 una lettura della legenda centrale in sanscrito, di cui però non si mostra troppo convinto: la sua ipotetica traslitterazione delle parole, è accompagnata infatti da un'analisi delle singole lettere, in cui passa in rassegna le molteplici interpretazioni possibili.

Solo nel 1860 è in grado di adottare «senza esitazioni» una nuova e convincente lettura del campo171, che in effetti verrà accolta come quella definitiva. Inoltre, nel 1871 - grazie al confronto tra diversi esemplari e l'integrazione delle parti di volta in volta comprensibili - l'autore distingue le legende marginali in sanscrito in due varianti172. La sua lettura sarà ripresa e rivista dagli studiosi successivi, in particolare A. Cunningham (Coins of Medieval India) e K.N. Dikshit (A note on the bilingual

Coins of Sultan Mahmud of Ghazni).

1.2. La lettura definitiva delle legende

Nel 1943, V.S. Agrawala esamina alcuni pezzi appartenenti alla serie. Non solo rivede la lettura delle legendemarginali, ma discute anche la corrispondenza tra termini arabi e termini sanscriti scelti per la traduzione, «with the result that the Sanskrit version of the Arabic legend can now be understood with greater perspicacity.»173. Infine, bisogna ricordare il contributo di A.K. Bhattacharyya, che si può considerare una sorta di punto di arrivo della storia degli studi di queste legende174.

Le legende centrali consistono nella šahāda e nell'affermazione della regalità di Maḥmūd. In arabo: "lā ilāh illā allāh Muḥammad rasūl Allāh - Niẓām al-Dīn Abū-al-

Qasim / Yamīn al-Dawla wa-Amīn Maḥmūd al-Milla - al-Qādir Billāh". In sanscrito:

"avyaktam-eka - Muhammada avatāra - nṛpati Mahamuda". Le legende marginali riportano l'indicazione del luogo e della data di emissione delle monete; in arabo: "bi-

smi-llāh ḍuriba hāḏā al-dirham bi-Maḥmūdpur - sana ṯamānī ˁašra wa-arbaˁ miˀa" per

le monete coniate nel 418, oppure "bi-smi-llāh ḍuriba hāḏā al-dirham bi-Maḥmūdpur -

170

E. Thomas, The Chronicles of the Pathan Kings of Delhi, Trübner & Co., London, 1871, p. 49.

171

Cfr. E. Thomas, Supplementary Contributions to the Series of the Coins of the Kings of Ghazní, cit., p. 157.

172

Cfr. E. Thomas, The Chronicles of the Pathan Kings of Delhi, cit., p. 48. 173

V.S. Agrawala, The Sanskrit Legend on the Bilingual Ṭankas of Mahmūd Ghaznī, in "JNSI", Vol. 5, 1943, p. 155.

174

Cfr. A.K. Bhattacharyya, Bilingual Coins of Mahmud of Ghazni, in "JNSI", Vol. 26, 1964, passim.

sana tisˁa ˁašr wa-arbaˁ miˀa" per le monete coniate nel 419. In sanscrito, a seconda

della variante: "avyaktīya nāme ayam ṭankam hato Mahamūdapura samvatī 418", oppure "ayam ṭankam Mahamūdapura ghaṭita Tājikīyena samvatī 418 / 419"175.

2. Bilinguismo, traduzione e appropriazione linguistico-culturale in ambito

Nel documento Le monete bilingui di Maḥmūd di Ghazna (pagine 53-56)