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3. VALORIZZAZIONE DEL PFU PER APPLICAZIONI NEL CAMPO

4.1. Storia e generalità dei campi in erba sintetica

Gli impianti sportivi in erba artificiale sono la nuova rivoluzione del calcio. Una rivoluzione partita dalla Lega Nazionale Dilettanti, che dal 13 Giugno 2001 ricevette dall'allora commissario Figc Gianni Petrucci l ok per far giocare su questa nuova superficie i campionati della LND e del Settore Giovanile e Scolastico. Quell anno erano tre i campi omologati. Nel 2002 sono diventati 35, nel 2003 90 e via via sono sempre andati aumentando. Una delle concause di questa apertura è stata, nel 1999, la partecipazione alle Universiadi della nostra nazionale universitaria a Palma di Majorca, in Spagna. Un primo ostacolo da superare fu quello di andare oltre quanto prescrivevano le norme e cioè là dove veniva espressamente indicato che il terreno doveva essere di erba naturale. Partì quindi la formale richiesta all allora commissario straordinario della Figc Petrucci, che diede la sua approvazione. Avuto l ok, la Lega fece da collegamento verso le società e fu così che partirono i campi pilota di Manfredonia (Puglia), San Miniato (Toscana), Pretola e San Marco (Umbria) a cui seguirono Capo d Orlando (Sicilia), Canzo (Lombardia), Loseto (Puglia), Lavagna (Liguria) e Bolzano (Alto Adige).

Stessa strada è stata poi percorsa dalla Lega di Serie C che nell'aprile 2004 ha fatto formale richiesta al Consiglio Federale, ottenendo anche in questo caso parere favorevole.

Dalla stagione 2002/2003 così, la Lega Nazionale Dilettanti ha colto al volo la novità: per coordinare il settore, è stata costituita dal 2001 la Commissione Impianti Sportivi in Erba Artificiale (C.I.S.E.A.), l'unico ente in Italia deputato all'omologazione degli impianti in erba artificiale ed al rilascio del "Certificato di abilitazione allo svolgimento dell'attività agonistica ed amatoriale". Questo mercato è caratterizzato da indici di crescita molto alti sia in Italia che in

______________________________________________________________________________ Spagna, Germania, Francia e Inghilterra.

A Vienna, il 10 novembre 2004, l'Esecutivo Uefa ha approvato i campi sintetici dopo una propria sperimentazione durata circa 2 anni in diverse città e stadi europei: Almelo (Olanda) Mosca (Russia), Dunfermline (Scozia), Örebro (Svezia) e Salisburgo (Austria). È stata una decisione che ha seguito quella pronunciata a febbraio 2004 dall'International Board, che aveva di fatto dato il via libera alle competizioni su queste nuove superfici. Già dalle scorse edizioni delle coppe europee (Champion's League ma anche Uefa Cup e Intertoto) c'era dunque la possibilità, per chi volesse, di giocare sui nuovi campi artificiali. Anche le qualificazioni al Mondiale 2006 e all'Europeo 2008 hanno avuto l'opportunità di servirsi del "sintetico", eccezion fatta per le fasi finali 2008 e 2012. Il Consiglio Federale si è poi adeguato il 15 marzo 2005, autorizzando per la stagione attualmente in corso l'utilizzo di campi in erba sintetica purché vengano rispettate le norme e i requisiti tecnici contenuti nel Regolamento internazionale .

Dal 13 febbraio 2006 è entrato in vigore il nuovo regolamento per i campi in erba artificiale elaborato dalla Lega Nazionale Dilettanti (l unico ente in Italia che omologa i campi sintetici per l attività agonistica).

Le principali modifiche rispetto al passato riguardano soprattutto le gomme da intaso da potersi utilizzare in rispetto dell impatto ambientale e della salute di chi opera nel settore e degli atleti che utilizzano i campi da calcio in erba artificiale. Il Regolamento entra in vigore con norme sempre più restrittive in fatto di eco-compatibilità, e sull intaso la scelta è chiara: l utilizzo di prodotti atossici per l intaso, infatti, è il cavallo di battaglia della LND.

La decisione della LND è stata di accettare tutte le gomme vergini (ovvero progettate e fabbricate per essere utilizzate quale intaso nei campi da calcio in erba artificiale) come pure le gomme di pneumatico post uso, purché superino la normativa tossicologica con le restrizioni della LND (vedi normativa DIN 18035-7) e siano nobilitate con opportune verniciature e ciascun granulo sia avvolto e protetto da un film di poliuretano e/o termoplastico, come pure per mezzo di un compound di termoplastico (in cui il polverino o granulo di pneumatico post uso e/o SBR proveniente da altri utilizzi non costituisca più del 30% del peso totale del compound preparato) fuso ad alta temperatura ed estruso in granuli.

Riassumendo: o si usano gomme vergini, cioè create per questo utilizzo e dunque atossiche; oppure si utilizzano gomme di pneumatico riciclate, a patto che siano nobilitate e comunque avvolte in una capsula che eviti l eventuale dispersione sul terreno di residui tossici. Da questo consegue che il semplice granulato da PFU non è più accettato per l utilizzo quale intaso sui campi da calcio in erba artificiale.

I numeri dicono che sono circa 20.000 i campi da calcio sparsi nel nostro territorio e 14-15 mila di questi sono omologati per l attività della Lega Dilettanti, dalla Serie D a tutto quell'insieme di leghe che sta alla base di quella piramide poi del calcio professionistico, spesso caratterizzare da terreni con manti erbosi decisamente rovinati. La questione poi della pericolosità di certi terreni (gelo, buche, eccetera) salta fuori ad ogni inverno, dato questo a cui concorrono probabilmente il ricorso a scarpini che invece del tradizionale tacchetto rotondo presentano sulla suola le cosiddette lamelle che se da una parte devono permettere al calciatore una presa sul terreno utile per poter rispondere alle esigenze di un calcio sempre più intenso e veloce, dall altra bloccano maggiormente la scarpa aumentando i rischi per caviglie e (ancor più) ginocchia.

I manti sportivi in erba artificiale sono giocabili in qualsiasi condizione grazie al tipo di fibra ed alle soluzioni costruttive adottate al fine di garantire identiche prestazioni indipendentemente dal periodo dell'anno durante il quale il campo viene utilizzato. Con un campo da gioco in erba artificiale non si vedranno più infatti rinvii ed annullamenti di gare ufficiali a causa delle avverse condizioni climatiche (pioggia, fango, neve ).

Un'altra differenza principale tra l'erba artificiale e l'erba naturale è che la prima può essere soggetta ad un uso più intensivo. Un campo in erba naturale può essere utilizzato mediamente 250 ore, massimo 300 l'anno, mentre un campo in erba artificiale è utilizzabile 7 giorni su 7.

Allo stesso modo viene inoltre garantita l'omogeneità della qualità del manto erboso su tutta la superficie del campo: non si vedranno più infatti zone del campo dove l'erba non riesce a ricrescere a causa dell'intensa attività di gioco (area di porta, centrocampo).

Per quanto riguarda le caratteristiche dei campi, se da un lato la tecnica calcistica è sempre più elevata e i giocatori sono chiamati sempre più a praticare un calcio tecnicamente perfetto, dall altra parte il supporto su cui questo gioco prende vita deve essere sempre più standardizzato, deve cioè mantenere le stesse caratteristiche a qualsiasi latitudine e longitudine del mondo. Ecco dunque perché la politica della FIFA, la Federazione internazionale, guarda anche alla diffusione di campi in erba sintetica e impone l adozione di un unico standard di riferimento. Il risultato deve essere unico, o quanto meno molto simile, in tutto il globo, così da evitare che le partite siano condizionate da determinate caratteristiche della superficie di gioco (l esempio più famoso in Italia è l erba del San Siro) o dalle conseguenze di eventi meteorologici (piogge abbondanti ecc.). Con il campo in erba sintetica e con il rispetto dello standard 2 Star della FIFA tutto questo non dovrebbe succedere più. Innanzitutto perché un campo in erba sintetica ha caratteristiche di permeabilità e di drenaggio tali da limitare al massimo condizioni di impraticabilità. E poi perché, appunto, con il materiale sintetico si possono realizzare campi sostanzialmente identici, sia come altezza dell erba che come substrato. Non che tutto ciò sia stato raggiunto con facilità. Va detto

______________________________________________________________________________ infatti che ora si è arrivati alla terza generazione in questi tipi di campo. La prima generazione è nata negli Stati Uniti, circa trent anni fa, ed era studiata appositamente per il football americano. In sostanza si trattava di poco più di una moquette, alta circa 15 millimetri. Poi si è scoperto il sintetico anche nel tennis, con erba sintetica alta circa 25 millimetri, più rada e intasata con la sabbia. Si trattava però di un campo non ancora del tutto adatto per il gioco del calcio a causa dell eccessiva compattezza del terreno, che avrebbe potuto causare problemi fisici ai giocatori. Ecco allora l arrivo della terza generazione. L erba è alta 50, 60 millimetri, più rada, e intasata con un misto di sabbia e granuli di gomma nella proporzione, rispettivamente, di 2/5 e 3/5. In questo modo, come dimostrano già alcuni campi realizzati in Italia (sono circa 140 i campi sintetici nel nostro Paese omologati dalla Lega nazionale dilettanti) si può giocare tranquillamente con i 12 tacchetti e senza alcun problema particolare.

Ad ulteriore conferma delle prestazioni ottenute da queste superfici, i massimi organismi competenti (FIFA; UEFA FIGC-LND) hanno inserito nelle specifiche di omologazione dei campi da gioco anche le prestazioni minime garantite dai campi in erba artificiale (valutate con le stesse metodologie e strumentazione impiegate per i campi convenzionali), in tutto e per tutto paragonabili se non addirittura migliori a quelle ottenibili da superfici convenzionali (Fig. 4.1). La sensazione di gioco su erba artificiale è perfetta: i campi sono progettati con caratteristiche tali da avvicinarsi ed in alcuni casi ad eguagliare quelle di un campo in erba naturale.

Fig. 4.1 - Sezione tipo di campo in erba sintetica

La pavimentazione del campo offre giocabilità assoluta, con notevoli vantaggi rispetto all'erba naturale che si traducono in: diminuzione dell'affaticamento e dei traumi muscolari; tempi prolungati di utilizzo; minori costi di manutenzione; maggiori prestazioni per uso sportivo. Approvata inizialmente dalla F.I.F.A. e dalla U.E.F.A., in Italia la Lega Nazionale Dilettanti ha elaborato un ottimo protocollo di qualità per l'omologabilità dei campi in erba di "terza generazione" per il calcio che, per ora, possono ospitare competizioni del Campionato di Lega Nazionale Dilettanti e del Settore Giovanile e Scolastico.

Legenda: 1: Supporto primario in polipropilene; 2: Secondo supporto in poliammide; 3: Riempimento in sabbia; 4: Granulato in gomma; 5: Monofilo legato