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Strategia per la parità tra uomini e donne (2010 – 2015)

3. Strategie e risoluzioni in ambito europeo

3.2 Strategia per la parità tra uomini e donne (2010 – 2015)

Per far fronte a questa situazione e risolvere i problemi principali sopra elencati (capitale umano male investito o inutilizzato, segregazione orizzontale e verticale, squilibri salariali e conciliazione vita lavorativa e familiare), nel 2010, anno della commemorazione del 15° anniversario della IV Conferenza mondiale dell’ONU sulle donne svoltasi a Pechino, la Commissione Europea ha adottato la “Strategia per la

parità tra uomini e donne (2010-2015)”332 in cui vengono proposte azioni chiave per

stimolare il cambiamento a livello nazionale e sollecitare la collaborazione tra le varie

330

Ibidem

331

COMMISSIONE EUROPEA, SEC(2009) 1706 Relazione della Commissione al Consiglio, al parlamento

Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni. Parità tra uomini e donne -2010. Bruxelles. (18.12.2009)

332

COMMISSIONE EUROPEA SEC(2010) 1079 SEC(2010) 1080 Comunicazione della Commissione al

Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni Strategia Per La Parità Tra Donne E Uomini 2010-2015, Bruxelles, (21.09.2010)

istituzioni ed enti europei.

La “Strategia per la parità tra uomini e donne (2010-2015)” offre proposte per la risoluzione di problematiche che riguardano 5 settori prioritari, di cui analizzerò solo quelli attinenti alla mia ricerca sul capitale umano e le discriminazioni salariali.

- Pari indipendenza economica

L’indipendenza economica è una condizione necessaria per raggiungere la parità di genere e un maggior potere decisionale da parte delle donne. La possibilità di avere un’occupazione, permette di accumulare capitale necessario sufficiente per poter essere indipendenti ed eventualmente aprire attività in proprio, senza dover dipendere dal proprio partner o dai familiari. La partecipazione delle donne nel mondo del lavoro è fondamentale anche per lo sviluppo dell’economia all’interno di un paese, infatti dal 2000 al 2009 le donne hanno occupato 9,8 dei 12,5 milioni di nuovi posti di lavoro contribuendo alla crescita economica dell’UE.333

La quantità di imprenditrici però, è solo del 33%,334 una percentuale poco soddisfacente e questo soprattutto a causa delle barriere riscontrate al momento in cui le donne devono reperire capitale per lo start-up aziendale e per gli svantaggi riscontrati in caso di

maternità, così secondo la “Strategia per la parità tra uomini e donne (2010-2015)”, le donne spesso non ritengono l’imprenditoria come una possibilità di carriera che può essere presa in considerazione.

Le azioni chiave proposte dalla strategia sono innanzitutto promuovere l’imprenditoria e il lavoro autonomo delle donne, valutare le disparità esistenti nel diritto al congedo per motivi familiari, sostenere la parità di genere tramite programmi di finanziamento e l’impegno degli Stati membri di riferire sui risultati ottenuti per quanto concerne l’attuazione di progetti per le strutture di assistenza all’infanzia.

- Pari retribuzione per lo stesso lavoro e lavoro di pari valore

Nonostante il principio della pari retribuzione sia sancito nei trattati dell’Unione

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COMMISSIONE EUROPEA SEC(2010) 1079 SEC(2010) 1080 Comunicazione della Commissione al

Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni Strategia Per La Parità Tra Donne E Uomini 2010-2015, Bruxelles, (21.09.2010)

334 COMMISSIONE EUROPEA Inchiesta sulla Forza Lavoro (2008)

Consultabile online:

http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/situation_in_europe/c10927_i t.htm (10/01/2013)

Europea (Direttiva 75/117/CEE335 del Trattato di Roma, Art.119 Trattato di

Maastricht336), il divario retributivo tra i sessi continua a persistere: nel 2010, secondo la

Relazione della Commissione al Consiglio, al parlamento Europeo, al comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni. Parità tra uomini e donne”

ammontava al 17,8% nell’Unione Europea, 25,5% in Austria, 23,2% in Germania.337 Come abbiamo visto nel capitolo precedente, la causa principale della differenza retributiva è riconducibile al problema della segregazione, dato che uomini e donne tendono ancora ad occupare settori diversi creando lavori tipicamente femminili in genere valutati meno rispetto a quelli maschili. Inoltre, anche per quanto riguarda le differenze salariali, si ripresenta la causa della difficile conciliazione tra vita familiare e lavorativa per le donne che spesso accettano contratti atipici o a tempo parziale, con forti ripercussioni sul reddito, la carriera professionale o eventuali promozioni.

Le azioni positive che la commissione propone a questo proposito, sono: aumentare la trasparenza delle retribuzioni e dei contratti, incoraggiare le donne nella scelta di professioni non tradizionali e innovativi (tecnologia, informatica, settori “verdi” ecc) e sostenere iniziative per la parità salariale come attestati o premi.338

- Parità nel processo decisionale

Oltre a ridurre la segregazione orizzontale, è necessario mettere in atto strategie e progetti anche per eliminare la segregazione verticale e quell’effetto “glass ceiling” che impedisce alle donne di sfruttare le proprie competenze e il proprio capitale umano per il raggiungimento di posizioni apicali. Il concetto di “gender mainstreaming” non è ancora stato assorbito e fatto proprio all’interno dell’Unione Europea, infatti in ambito economico, la percentuale di donne a livelli decisionali rimane inferiore rispetto a quella degli uomini con una presenza femminile del 10% all’interno dei consigli di

335 DIRETTIVA 75/117/CEE del Consiglio, del 10 febbraio 1975, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri relative all'applicazione del principio della parità delle retribuzioni tra i lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile. Pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. L 045 del 19/02/1975.

Consultabile online: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31975L0117:IT:HTML

(13/08/2012)

336

TRATTATO SULL'UNIONE EUROPEA (92/C 191/01) pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale n. C 191 del 29 luglio 1992.

Consultabile online: http://www.iss.it/binary/ssps/cont/trattato_maastricht_92.pdf (13/08/2012)

337

COMMISSIONE EUROPEA, SEC(2009) 1706 Relazione della Commissione al Consiglio, al parlamento

Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni. Parità tra uomini e donne -2010. Bruxelles. (18.12.2009)

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COMMISSIONE EUROPEA SEC(2010) 1079 SEC(2010) 1080 Comunicazione della Commissione al

Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni Strategia Per La Parità Tra Donne E Uomini 2010-2015, Bruxelles, (21.09.2010)

amministrazione delle maggiori società europee quotate in borsa e il 3% di dirigenti d’azienda.339

Anche nei settori definiti “tipicamente femminili”, come ad esempio l’istruzione, solo il 19% dei docenti universitari sono donne e in base alle indagini della Commissione Europea, lo squilibrio tra uomini e donne aumenta in campo scientifico e della ricerca, con conseguenze negative per la competitività europea e lo sfruttamento del potenziale innovativo.

Le azioni chiave proposte dalla strategia hanno come obiettivo il raggiungimento del 25% delle donne in posizioni direttive nella ricerca entro il 2015, iniziative mirate per il

miglioramento della parità tra i generi nei processi decisionali e monitorare i progressi dei vari stati membri in questa direzione. 340