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CAPITOLO 3 COMMENTO TRADUTTOLOGICO

3.4 STRATEGIE TRADUTTOLOGICHE

L’approccio alla traduzione specializzata è condizionato da numerosi fattori dei quali, senza dubbio, fanno parte la funzione referenziale del testo e il le ttore modello immaginato per il TA. Se da un lato il testo va modellato grazie all’utilizzo di tecniche stilistiche e scelte lessicali in funzione del destinatario, bisogna comunque tener sempre presente che si tratta di testi specialistici, e come tali richiedono una rigidità strutturale e formale. A proposito di questo, è importante notare che, in questo caso, non c’è un’esatta corrispondenza tra la rigidità utilizzata nel TP e quella richiesta per la stesura del TA. La rigidità e l’univocità dei testi specialistici vanno affrontate con un approccio alla traduzione ermeneutico, influenzato sia dalla funzione testuale e dai destinatari del testo, sia dalle comuni norme redazionali. Nell’approccio alla traduzione specializzata le variazioni possono riguardare la forma stilistica e la sintassi, ma non possono alterare il senso del testo TP. L’obiettivo principale di questo tipo di traduzione consiste nella riproduzione integrale delle informazioni del TP, anche a danno della “fedeltà” formale. Spesso è quindi preferibile il cosiddetto approccio alla traduzione “familiarizzante” o “localizzante” a quello “estraniante”. Nel primo caso il testo è visto come uno strumento per trasmettere delle informazioni e, pertanto, il contenuto del TP viene adattato secondo le esigenze della lingua e della cultura d’arrivo. L’approccio alla traduzione “estraniante” è, invece, preferibile per i testi letterari, dove il lettore si trova immerso e coinvolto pienamente nella cultura e nei calchi linguistici del testo, in cui spesso le differenze tra la lingua e la cultura di partenza sono mantenute anche nel testo di arrivo (TA) per conferire maggiore autenticità al testo. Questo secondo tipo di traduzione risulterebbe infatti confusionario e a tratti fuorviante se applicato a testi specialistici.61

Al momento della traduzione, è importante tener presente la questione della traducibilità e l’equivalenza fra il TA e il TP ovvero dell’esatta corrispondenza a cui tende l’attività traduttiva, secondo l’approccio universalista di Widdowson.62

Questo

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Ibid., pp. 84-85.

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fenomeno è concepibile per lingue simili, cioè, se la traduzione viene fatta dall’inglese all’italiano la possibilità di equivalenza è maggiore rispetto a lingue diverse come il cinese e l’italiano. Entra in gioco la teoria del relativismo whorfiana, secondo cui il linguaggio assume un ruolo importante nel creare la “visione del mondo” di ogni individuo: i parlanti sono, quindi, costantemente influenzati dalle lingue che parlano e non sono mai totalmente liberi di esprimersi con assoluta imparzialità. Il modo per liberarsi di questa parzialità di vedute sta nel poliglottismo: l’immagine dell’universo varia in base alla maggiore o minore somiglianza dei sistemi linguistici.63 Esistono delle misure di paragone tra due sistemi linguistici e secondo Lakoff è possibile rilevare una maggiore corrispondenza testuale in base al grado di: traducibilità, nel caso in cui la traduzione possa essere fatta da una lingua all’altra, frase per frase mantenendo inalterate le condizioni di verità; comprensione, nel caso in cui due sistemi possano essere capiti dallo stesso soggetto in relazione alla struttura preconcettuale delle sue esperienze e della sua capacità di concettualizzazione; uso, quando due sistemi linguistici usano gli stessi concetti allo stesso modo; framing, quando due sistemi inquadrano i concetti negli stessi frame concettuali; organizzazione, quando due sistemi usano gli stessi concetti e li organizzano nelle stesse strutture.64

Nel caso dei testi sopra trattati non sempre è stato possibile creare una corrispondenza esatta di tutti gli elementi del testo: come si è già accennato prima, l’obiettivo principale dei TA è stato quello di trasmettere il messaggio. La difficoltà incontrata nel perseguimento di questo obiettivo era rappresentata principalmente dalla distanza e dalla profonda diversità socio-culturale e linguistica dei sistemi in questione, ovvero l’universo culturale e linguistico cinese accostato a quello italiano. Come è stato detto prima, allo scopo di trasferire le informazioni dal TP al TA, sono state adottate delle soluzioni stilistiche e sintattiche che hanno a tratti alterato la forma del TP ma che ne hanno mantenuto inalterato il senso. Per usare l’espressione di Newmark, è stato utilizzato un approccio alla traduzione di tipo comunicativo, in cui l’unità di traduzione non è, a differenza dell’approccio semantico, costituita dalla singola parola, ma dalla frase o addirittura dal testo nella sua totalità.65 Nel TA sono facilmente individuabili i

63 G. Pallotti, “ Re latività linguistica e traduzione. L’inutile pole mica col re lativis mo”, 1998, inTRAlinea. Online Translation Journal, 1, (art icolo in linea) URL:< http://www.intra linea.org/archive/artic le/1620 >. (15 maggio

2013)

64 F. Scarpa, La traduzione specializzata, op. cit., p. 89. 65

Per approfondimenti sulla distinzione tra approccio traduttivo di tipo comunicativo e semantico operata da P. Newmark, si rimanda a F. Scarpa, La traduzione specializzata, op. cit., pp. 116-117.

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cosiddetti “universali” traduttivi postulati da Baker, ovvero delle tendenze traduttive più o meno insite nel processo di traduzione. Questi “universali” traduttivi si traducono nella presenza all’interno del TA delle quattro categorie astratte di: esplicitazione, disambiguazione o semplificazione, normalizzazione, appiattimento.66 Con il termine esplicitazione, secondo la definizione che ne dà Scarpa, si indicano tutte le relazioni che nel TP erano lasciate implicite e nel TA vengono esplicitate a livello lessicale e sintattico: ne sono un esempio i legami di coesione oppure le ripetizioni lessicali. La semplificazione rende il TA meno ridondante del TP, e può riguardare una semplificazione sintattica e testuale (ad esempio la semplificazione dei periodi del TP), oppure una semplificazione lessicale (ad esempio riducendo la varietà lessicale del TP, eliminando i chengyu). La normalizzazione, invece, è un processo che riordina le informazioni del TP e le adatta alle convenzioni testuali della lingua d’arrivo, utilizzando strutture sintattiche più comuni. Con il processo di appiattimento, infine, si fa riferimento alle tecniche utilizzate nel TA in merito ai cambiamenti operati a danno della varietà lessicale e complessità del TP. I prossimi paragrafi spiegheranno nel dettaglio come sono stati applicati questi processi nel corso della traduzione.

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