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STRESS BIOTICI, ED ALTRE PATOLOGIE DELLO ZAFFERANO

I problemi più gravi cui sono soggetti i bulbi sono generalmente i funghi Fusarium oxysporum f.sp. gladioli, Rhizoctonia croccorum e Rhizoctonia violacea Tul, nonché l’acaro Rhizoglyphus. La produzione dello zafferano è influenzato da parecchi agenti biotici. Il marciume dei bulbi è la malattia più seria dello zafferano, causata da funghi che crescono nel terreno, cioè Rhizoctonia sp., Fusarium Solani sp., Phoma Crocophila, Macrophomina phaseolina e una specie di Basidomycotina (Dhar, 1990; Thakur, 1997). I bulbi infetti sviluppano macchie di colore rosso, marrone, nero e bianco. L’infezione causata dalla Macrophomina phaseolina è stato segnalato da Carta et al. (1982) per la prima volta in Italia. In India, Thakur et. al., (1992) hanno segnalato il marciume dei bulbi di zafferano causata dalla Macrophomina phaseolina con sintomi sul 30-40% di bulbi. La malattia è stata notata durante la semina. L'insorgenza di Fusarium oxysporum f. sp. Gladioli sullo zafferano in Italia è stata segnalata da Cappelli (1994). In Italia, Francesconi (1974) ha citato il marciume dei bulbi di zafferano causata da Penicillium cyclopium nel periodo compreso tra luglio e agosto con condizioni ambientali caldo umide. I bulbi danneggiati erano più sensibili alle malattie. I

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sintomi primari di decomposizione compaiono durante la fase di fioritura causando l’ingiallirsi e l’appassire delle gemme dovuto alla marcescenza della parte basale del fusto ed allo sviluppo di macchie bianche e rotonde sul bulbo (Hassan, et. al., 2003). Un aspetto polveroso nero si crea sotto lo strato esterno del bulbo.

Shah e Srivastava (1984) sono riusciti a controllare con successo il marciume dei bulbi di zafferano causata dal Fusarium oxysporum f. sp. Gladioli con captafol 80%, carbendazim o benomile ciascuno a 0,2%, tenendo a bagno i bulbi per 20 minuti prima della semina. Chlorpyriphos o forate 10 G o quinalphos 5 G, kg/ettaro, 25-30 kg/ettaro al momento della semina aiutano efficacemente a controllare l'attacco delle larve di coleotteri (Mondal, et. al., 2002).

Secondo Benschop (1993), le principali malattine fungine che possono colpire il genere Crocus durante l’immagazzinamento sono Penicillium, verrucosum var. Corymbeferum, Uromyces croci Pass e Fusarium sp. Nello specifico facendo qualche esempio possiamo dire cheil maggior danno è attribuibile al fungo Rhizoctonia violacea o Sclerotinium crocorum. Questo fungo, nella prima fase, si manifesta con l’apparire sul bulbo-tubero di un sottile micelio bluastro, il quale rapidamente si diffonde da un bulbo-tubero all’altro, formando a poco a poco piccole verruche carnose di color violaceo. Questa patologia è conosciuta dagli agricoltori con il nome di “mal vinato”. Il bulbo-tubero colpito da questa infezione, se estratto dal terreno, si presenta raggrinzito e marcescente ed emana un forte odore di muffa.

La malattia ha carattere epidemico e si diffonde con estrema rapidità, specialmente se il terreno è umido. Attualmente non si conoscono dei trattamenti diretti per combattere efficacemente tale malattia; l’unico sistema di difesa è quello di impedirne la diffusione circoscrivendo la zona infetta. Nei casi più gravi, nei quali non è stata repentinamente circoscritta l’infezione, ogni mezzo di lotta risulta inutile e pertanto non rimane altro che destinare il terreno, per almeno 10- 12 anni, ad altre colture resistenti all’attacco di questo fungo.

Un’altra grave malattia, conosciuta come “carie” o “fumaggine”, è dovuta all’azione dei funghi Phoma crocophila (Mont) Sac. e Perisporium cromophilum (Mont). L’infezione si manifesta con placche irregolari di color nero opaco, riscontrabili in prossimità delle radici al di sotto delle tuniche che rivestono i

bulbo-tuberi. Sotto queste placche, il parenchima amilifero si necrotizza gradualmente, trasformandosi in una massa secca, brunastra e quasi polverulenta. La parte ipogea della pianta colpita presenta una vegetazione stentata caratterizzata dalle foglie che non si aprono. Tale malattia è più temuta nei terreni argillosi ed umidi, dove si manifesta più frequentemente. Un fattore predisponente è la cattiva conservazione dei bulbo-tuberi, specie se questa avviene in luoghi umidi, male aerati, o in cumuli eccessivi. Anche per questa malattia è importante la lotta preventiva. Queste due micosi non hanno mai rappresentato un serio pericolo in Italia, dove invece da una quindicina di anni è stata riscontrata un’altra pericolosissima micosi messa in evidenza dal Francesconi nel 1973, causata dal Penicillium cyclopium.

Tale micosi determina un marciume violaceo-nerastro nel bulbo-tubero e si manifesta di massima quando i bulbo-tuberi sono lesionati o indeboliti per altre cause (insetti) e soprattutto quando la stagione decorre calda e umida. La malattia si previene immergendo i bulbo-tuberi, prima della semina, in soluzioni acquose di sostanze mercuro-organiche o fitalmidiche. Sempre nell’Aquilano, è apparsa da alcuni anni una gravissima infezione, segnalata da Tammaro, che determina un abnorme sviluppo delle foglie e delle guaine (anche fino a 50 cm). La pianta si mostra sfilata e bianca per le guaine che non lasciano uscire né le foglie né il fiore regolarmente conformato. Nel bulbo-tubero si ha deliquescenza delle cellule, che gradualmente si svuotano del materiale amilaceo. L’agente che causa questa malattia sembra essere un Fusarium Sp., il quale probabilmente produce ormoni gibberellici a cui si deve l’abnorme crescita delle foglie e guaine.

Lo zafferano è infestato da tipi differenti di virus: virus a mosaico del fagiolo giallo (BYMV), virus di crepitio del tabacco e virus del mosaico dell’arabis (In http 2007). Kaneshige et al. (1991) hanno segnalato BYMV sulle foglie di zafferano in Giappone. Miglino et al. (2005) hanno segnalato il virus a mosaico del Narcissus (NMV) infettare le cultivar nei Paesi Bassi.

In Castilla-La Mancha (Spagna) la disinfezione dei bulbi si esegue con diverse modalità come misura di profilassi o a seguito dell’insorgenza di alcuni sintomi. I bulbi vengono immersi in una soluzione disinfettante o si effettua l’essiccazione degli stessi con aerazione forzata; in tal modo, gli eventuali agenti patogeni non trovino condizioni favorevoli per proliferare.

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In Grecia, spesso poco prima della messa a dimora, si effettua la disinfezione dei bulbi con dei fungicidi, quali il Brassicol o il solfato di rame. Per quanto concerne la profilassi fitosanitaria della coltura in Sardegna, il solo intervento praticato si limita a un trattamento del materiale di propagazione con prodotti a base di rame. Più precisamente, la difesa dei patogeni si basa sulla prevenzione della loro diffusione mediante la selezione del materiale da impiantare e l’estirpazione e distruzione delle piante colpite da malattie nel corso del ciclo di coltura.