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Gli strumenti della Rsi

1.5 Attuali filoni di ricerca

2.1.2 Gli strumenti della Rsi

Diversi sono gli strumenti contenuti nella cassetta della Rsi.

Alcuni esempi sono il bilancio sociale e tutti gli strumenti di rendicontazione (codici etici, norme della famiglia delle ISO e la SA 8000). Alcuni sono più noti alle aziende altri sono più tralasciati, ma è certo comunque che sono tutti importantissimi per la loro applicazione. Tra i più noti:

Linee guida, standard e certificazioni socio-ambientali tra cui:

•SA 8000 (Social Accountability 8000): identifica uno standard internazionale di certificazione redatto dal CEPAA (Council of Economical Priorities Accreditation Agency) e volto a certificare alcuni aspetti della gestione aziendale attinenti alla responsabilità sociale d’impresa;

•OHSAS 18001 (Occupational Health and Safety Assessment Series): identifica uno standard internazionale per un sistema di gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori;

•ISO 14000: identifica una serie di standard internazionali relativi alla gestione ambientale delle organizzazioni;

•ISO 26000: identifica gli standard internazionali in materia di responsabilità sociale d’impresa;

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•Ecolabel (etichetta ecologica): identifica un sistema di etichettatura volontario per prodotti al consumo. Il prodotto etichettato «ecolabel» è progettato per limitare al minimo il proprio impatto ambientale in tutto il suo ciclo di vita (dalla produzione allo smaltimento) in un’ottica di sostenibilità.

Codice etico

È un documento che definisce i princìpi e le modalità di condotta che ispirano le scelte aziendali a cui tutti gli stakeholder devono conformarsi, inoltre rappresenta l’altra faccia del Bilancio Sociale. Infatti dalla missione aziendale si possono diramare due attività concomitanti, una più generale rivolta al controllo delle politiche d’impresa (il Bilancio Sociale), l’altra ai comportamenti individuali (il Codice Etico).

E’ un mezzo efficace a disposizione delle imprese per prevenire comportamenti irresponsabili o illeciti da parte di chi opera in nome e per conto dell’azienda, perché introduce una definizione chiara ed esplicita delle responsabilità etiche e sociali dei propri dirigenti, quadri, dipendenti e spesso anche fornitori verso i diversi gruppi di stakeholder32.

Bilancio sociale

È un’iniziativa volontaria, obbligatoria33 dal 2017, per le imprese di grosse dimensioni che si

affianca al bilancio d’esercizio previsto dal codice civile; ne integra gli aspetti economici, con informazioni sugli aspetti economici e sociali.

32 Fonte: http://www.bilanciosociale.it/codiceetico.html Il Codice Etico è divenuto uno strumento per lo stakeholder manager, un mezzo che garantisce la gestione equa ed efficace delle transazioni e delle relazioni umane, che sostiene la reputazione dell’impresa, in modo da creare fiducia verso l’esterno. In particolare negli USA la redazione dei Codici Etici ha avuto una diffusione straordinaria, tanto che circa l’85% delle principali imprese del Paese ha adottato tale strumento. L’impulso è stato dato a partire dal 1991 quando il Governo degli Stati Uniti ha emanato delle norme specifiche (Federal Sentencing Commission Guidelines for Organizations) in materia di azioni criminali da parte delle imprese. L’aver realizzato un Codice Etico consente di provare la buona fede dell’azienda, nei casi di contestazione, ottenendo sconti sulle sanzioni. In Italia tali Codici sono ancora con una diffusione limitata. Alcuni esempi ci vengono forniti dal Codice di Comit, Coop Adriatica (grande distribuzione), ENI, FIAT e di Glaxo Welcome (farmaceutica).

33Fonte: http://www.certiquality.it/news/Bilancio-di-Sostenibilita-obbligatorio-in-Italia-da-fine-2016/ A seguito del recepimento da parte dell'Italia della Direttiva 2014/95/UE dal 6 dicembre 2016, sarà obbligatorio il Bilancio di Sostenibilità per le imprese di interesse pubblico. In particolare l’obbligo riguarda la “comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni”. La Direttiva 95/2014, che modifica la direttiva 2013/34/UE, prevede che le imprese che costituiscono enti di interesse pubblico e che occupano più di 500 dipendenti, siano obbligate a rendicontare una serie di informazioni “non finanziarie” sulle proprie iniziative di sostenibilità in tema ambientale, sociale, di politiche di genere e diversità, di rispetto dei diritti umani e di lotta contro la corruzione. A titolo esemplificativo sono interessate dalla Direttiva le Società Per Azioni quotate, le banche, le assicurazioni, le società di gestione dei mercati regolamentati, gli istituti di moneta elettronica, e tutte quelle imprese che ogni singolo Stato membro, nel recepimento della direttiva, riterrà di includere nella categoria per via della loro precipua attività, delle loro dimensioni o del numero di dipendenti. Lo schema di decreto prevede sanzioni

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È in pratica un documento di rendicontazione sociale, con il quale l’impresa comunica periodicamente agli stakeholder scelte, azioni e risultati della sua attività.

Ovviamente, redigere un bilancio sociale, non significa automaticamente essere socialmente responsabile; esso, infatti, deve rispondere a criteri di veridicità, correttezza e affidabilità delle informazioni che fornisce, possibilmente suffragate da dati oggettivi.

CSR manager

Una figura emergente e molto ricercata dalle aziende è quella del Csr Manager.

È una professione innovativa che gestisce le problematiche sociali e ambientali connesse al lavoro delle imprese e intese come parte integranti delle loro strategie e dei loro piani industriali.

L'attività principale del CSR manager consiste nella rendicontazione, ma può anche essere il consulente di chi gestisce gli acquisti e le risorse umane».

E dalla ricerca Gfk-Sodalitas emerge anche un identikit del CSR manager: il 56,8% dei CSR manager italiani è infatti composto da donne, in età compresa tra i 40 e i 50 anni, con un’elevata formazione in economia ed esperienza di lunga data nella stessa azienda.

La loro retribuzione media annuale si assesta sui circa 79 mila euro ed è ormai paragonabile a quella di qualsiasi altro dirigente.

Marketing sociale

Detto anche «cause related marketing», nasce spesso da una partnership tra un’impresa e un’organizzazione non profit. Riguarda tutte quelle iniziative che hanno lo scopo di promuovere un’immagine, un prodotto o un servizio di carattere sociale o ambientale, integrando tale obiettivo nel più ampio progetto imprenditoriale.

amministrative pecuniarie nel caso in cui non venga redatta la dichiarazione, e sanzioni pecuniarie nel caso in cui essa contenga dichiarazioni false o incomplete. I principali ambiti che le aziende dovranno rendicontare saranno: 1)il modello aziendale di gestione ed organizzazione delle attività dell'impresa; 2)le politiche praticate dall’impresa, comprese quelle di dovuta diligenza, i risultati conseguiti tramite di esse ed i relativi indicatori fondamentali di prestazione di carattere non finanziario; 3)i principali rischi che derivano dalle attività dell’impresa, dai suoi prodotti, servizi, rapporti commerciali, incluse, le catene di fornitura e subappalto; 4)l’utilizzo di risorse energetiche, distinguendo fra quelle prodotte da fonti rinnovabili e non rinnovabili, e l’impiego di risorse idriche; 5)le emissioni di gas ad effetto serra e le emissioni inquinanti in atmosfera; 6)l’impatto attuale e prevedibile sull’ambiente nonché, ove opportuno, sulla salute e la sicurezza, associato ai fattori di rischio; 7)aspetti sociali e attinenti alla gestione del personale, le azioni poste in essere per garantire la parità di genere, le misure volte ad attuare le convenzioni di organizzazioni internazionali e sovranazionali in materia, e le modalità con cui è realizzato il dialogo con le parti sociali; 8)rispetto dei diritti umani, le misure adottate per prevenirne le violazioni; 9)lotta contro la corruzione.

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