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Studente TH, primavera 2014

TESTI NARRATIVI

32. Studente TH, primavera 2014

Vedevo con diffidenza al’albero dove ho sentito l’urlo. Camminavo più vicino, lentamente, quando Roger è fermato. Lui ha rifiutato di continuare. Ho legato il suo guinzaglio alla panchina vicino al marciapiedi e ho deciso di cercare per la fonte del’urlo.

Ecco. Sotto l’albero c’erano due donne, un’anziana e una ragazza. La ragazza piangeva, con forza e rumore, con, a volte, un’urlo di tristezza. L’anziana era seduta in una sedia, che sembrava di essere un parte della nebbia.

Strano. Ho pensato. È come le fiabe. Era come le favole che la madre mi aveva letto da bambina. Ma c’era diversa, perchè la ragazza era histerica. La ragazza ha lasciato un grido triste, “Domani! Perchè domani! Sono troppo giovane!” Continuava di piangere. Ho camminato più vicino. Mentre io stavo avvicinando, gli occhi del’anziana ha fissato alla mia faccia, con intensità terribile. Senza un sguardo alla ragazza, l’anziana è scattata, “Basta. Ho detto la tua fortuna. Piangere non cambia niente.”

Con un singhiozzo la ragazza ha corso via, nella sinistra nebbia. “Vieni qui bella,” ha detto l’anziana con un sorriso falso. “Ti dirò il tuo futuro.”

Ero in conflitto. La mente diceva di correre, di fuggire, di andare via velocemente. Ma mi sono sentito nel cuore, il desiderio di sapere. Ho seduto nel’altra sedia che è appersa dalla nebbia. Era viscido e freddo come putrefazione. Il sorriso del’anziana ha cambiato, non era un sorriso di felicità, era furbo. “Che vuoi, bella? Il futuro o il fato.” Ha fatto una rida cattiva.

Ho convacato il mio corraggio. “Dimme le due, entrambi. Voglio sapere.”

“Il futuro, tu sarai un corpo, dimenticato, sotto la terra, senza l’aire, l’acqua e la vita. Che bel fato!” Lei stava schiamazzando mentre parlava.

“Capisco che tutti moriranno, ma dimme della mia vita, strega!” Ho esclamato.

“Non so niente.” Ha risposta la strega. “Niente della vita. Solo so... il giorno della tua morte.” Ho ricordato che la ragazza aveva detto “Domani!” Ero terrorizato, e paralizzato con curiosità. Ho aspettato un minuto e ha detto, “Dimme. Voglio sapere.”

“Pensi tu che sia una cosa buona di sapere la lunghezza della vita?”

“Se fossi tu, non farei la domanda.” “Dimme strega!”

Dopo una pausa, lei mi ha dato un sguardo fisso. “Tu morirai in cinque anni.”

Sono andata via dopo questo. Ho corso dalla panchina, ho slegato Roger, e noi abbiamo andato a casa.

L’idea che avevo avuto solamente cinque anni di vivere ha cambiato tutta della mia vita. Ho cominciato di fare cose strane, pericolose, senza paura delle conseguenze. Non avevo fatto niente rischioso prima, dopo la predizione ho fatto le droghe. Andavo ai club, ero disperato di avere una vita piena. La mia salute diventava terribile, e per anni avevo dipendenza di alcohol e anche cocaine.

Il problema era che io ero sicuro che la strega ha predetto il mio futuro con precisione. Avevo letto nelle notizie, della ragazza giovane che è saltata fuori un grattacielo. Lei era la ragazza del parco. Per questo, mia vita era appena di paura. Ho viaggiato, perchè non volevo di morire senza saggienza del mondo. Ho mangiato tutti i tipi di cibi, non perchè ero interessato nel gusto, ma invece, perchè pensavo che loro avrebbe arricchiuto il tempo che rimasto.

Mi sono allontanato dalla mia famiglia. Le droghe mi ha affetato, e i miei fratelli non volevano una persona con dipendenza di avere contatto con i loro figli. Quando ho chiamato miei genitori, loro non hanno risposto. Non ho avuto un lavoro e i soldi che ho avuto, era perso alle droghe, viagge e altre cose costose. Ho deciso di riformare quando ho chiamato mia mama e lei mi ha detto di non telefonarle più.

Mi sono reso conto che le persone che preoccupano di tempo, di solito perdono tempo. Loro perdono tempo con l’esotico e ignorano le cose semplice e belle, come famiglia, la vita normale, amici, salute. Due giorni prima del giorno di morte, ho imparato questo. Aveva fatto un vero cazzo della mia vita. Ho fatto un messaggio di telefono per i miei genitori, i miei fratelli, gli amici, ma nessuno mi ha chiamato.

Oggi è il giorno della mia morte. Aspetto.

33. Studentessa SD, primavera 2015

Però non ho ascoltato al mio cane, ed adesso devo vivere con la memoria della quella notte. Era una notte lunga e fredda, e non ci erano niente stelle nel cielo. Prima l’urlo, un suono profondo che mi ha raffreddato al osso, c’era una luce, brillante ma fredda. Questa luce mi ha accecato, e cadevo alla terra mentre ho sentito il mio cane è scappato via. Mi sembrava che il tempo sia fermato, che un secolo abbia passato.

In realtà, solo alcuni momenti hanno passato. Poi si è affievolita la luce e ho potuto vedere la creatura che aveva urlato. Non ho potuto credere i miei occhi. Non ho mai visto qualcosa – qualcuna – come questa creatura: non era né un animale né umano, né mostro né bestia: era un alieno, una creatura che ha venuto da un altro pianeta. Ha avuto le gambe di un orso, con il corpo di un umano, e la coda i un leone. Non era un omino verde come vedi sulla televisione – era grande e polso, con una voce forte.

L’alieno urlava. Non ho potuto decidere se l’alieno ha urlato perché era ferito o arrabbiato. La mia vista è diventata annebbiata a causa della luce brillante e l’urlo mi ha paralizzato. Ho avuto troppo paura di muovere.

Quando l’alino mi ha notato lì, si è fermato di urlare. Di nuovo la notte ha diventato piano, e ho pensato che forse sognassi. Poi con i passi lenti e debole, ha camminato verso di me. Ho provato di

andare via, ma ero lenta e ho scoperto che la mia gamba era diventata bloccato su un radice. Non ho potuto scappare via quindi ho chiamato a Roger, ma Roger aveva fuggito e non ha potuto sentirmi. Ero in difficoltà.

Quando l’alieno mi è arrivato, si è fermato e fissava a me. Sono certa che pensava quanto strano ero, come un umano senza le gambe di un orso. Poi ha parlato. La sua lingua era come il suo urlo – forte e terribile, ma ho saputo che parlava e non urlava perché la sua faccia era tranquilla. Questa lingua mi ha fatto paura e ho voluto correre di nuovo.

Mi sono chiesta perché quest alieno era qui sulla Terra, e che cosa ha voluto da me. Non ho potuto capirlo, ed avevo troppo paura di parlare.

C’era un’altra luce luminosa e poi ho realizzato che non sono più stata alla foresta. Non ci erano niente alberi. Invece della natura mi sembrava che sia stata in un edifico adibito a uffici. Il mio ambiante era tutti bianchi, ed il pavimento era puliti come un ospedale. Non ci erano le finestre quindi non ho potuto distinguere che era il tempo del giorno. Però non ho avuto paura. Quest’era una situazione assurda, ed ero scossa. Poi ho perso i sensi e mi sono addormentata.

Mi sono svegliata quando ho sentito l’urlo un’altra volta. Quest urlo era come il primo, rumoroso ed orribile. Ero da sola in una camera ma non ho avuto paura – l’alieno non mi ha ferito. Ma preoccupavo perché non ero sicura dove sono stata. Non ho saputo dove ero o che ora era, o anche che giorno era. Però non avevo paura e ho deciso di fuggire.

La mia fuga non era facile. Cercavo una porta, quindi ho camminato silenziosamente e con attenzione intorno al edifico. Finalmente quando ho trovato una porta, l’ho aperto e mi ho trovato nella camera dell’alieno. L’alieno scriveva su un computer, ma quando sono entrata nella stanza mi ha guardato. Non si abbiamo potuto parlare quindi abbiamo rimasto in silenzio per alcuni momenti.

Poi ha parlato l’alieno. Il suo computer ha un traduttore, ed ora ho potuto capirlo. Mi ha detto che era dal Plutone, quel pianeta fredda, lontano dalla terra. Spiegava questo quando mi ha scusato: lui non ha voluto sequestrarmi, ma ha voluto prendere il mio cane Roger perché non ci sono niente cani sul Plutone.

Dopo lui ha spigato tutto, mi ha mostrato la porta al dietro della sua camera.

Ero senza parole e non ho potuto parlare. Un’alieno dal Plutone! Era incredibile e volevo parlare con qualcuno di questa cosa, ma ho saputo che nessuno mi abbia creduto.

La porta ha aperto, e sono uscita l’edifico. Ero stata nell’ufficio tutta la notte perché quando uscivo una luce mi ha accecato – questo tempo non era la luce dell’alieno, ma era il sole. Il Roger era lì, e ho saputo che lui mi aspettava tutta la notte.

Quest evento era una esperienza strana. Quando ho sentito il primo urlo non ho saputo che avevo incontrato un alieno! Ma ora ho saputo e la mia vita era cambiato. Volevo condividere quella notizia ma non ho potuto: prima questa notte ero ignorante, come il resto della terra, ma adesso so la verità degli extraterrestri.

34. Studentessa RO, primavera 2015

Come ogni mattina mi sono alzata, sembrava un giorno normale: la colazione, la doccia, una lunga giornata di lavoro all’ospedale….finalmente alle diciasette ero libera e sono potuta ritornare a casa mia. Ho preso il treno dall’ospedale e ho respirato un sospiro di sollievo quando sono arrivata al rientro a casa. Dopo una cena rilassante dove ho mangiato il risotto con le verdure fresche che

avevo preparato il giorno primo, era finalmente l’ora per la mia attività preferita al giorno: la passeggiata serale con il mio adorato Siberian Husky, Roger.

Come tutte le altre sere io e Roger siamo usciti verso le 9.30, abbiamo percorso la strada di casa nostra e siamo arrivati vicino al vicolo che sbuca nel parco. C’era freddo, era buio e c’era anche un po’ di nebbia. Entrando nel vicolo ho intravisto, dietro al gruppo di castagni che si trova al limitare del parco, qualcosa muoversi in lontananza e un rumore molto strano, inquietante, sembrava un verso di animale o un urlo terrorizzato. Mi sono avvicinata, Roger tirava per allontanarsi, era come se non volesse che io mi avvcinassi.

Roger ed io abbiamo camminato lentamente verso il rumore strano con la paura di non sapere quello che era davanti. Ho girato la cantonata con il guinzaglio di Roger stretto in mano, ma mi sono rilassata quando il rumore strano che avevo sentito era di un telefonino che suonava ripetutamente. Quello che ho visto deve essere stato una persone – ma dov’é andata questa persone? É perché questa persone ha lasciato il telefonino qui? Non sapevo quello da fare – dovrei rispondere, o dovrei lasciarlo suonare? Non c’era nessuno nel vicolo ma Roger ed io. Perché non? Ho deciso di rispondere. “Pronto?” ho detto estiante. La voce che è emersa dal telefonino era rumorosa e ha parlato rapidamente con gli istruzioni specifiche: “Vai a Prato della Valle alle ventidue e mezzo. Ci sarà una sorpresa magnifica per tutte le persone fortunate che sentono questo messaggio. Ti spicciati!” Ho girato a Roger con uno sguardo discutibile, ma lui solo è sorriso e ha dimenato la sua coda. Che cosa avrei fatto a casa? Niente, forse avrei guardato la tivu, sarei andata a letto presto...solo le cose noiose. Allora ho deciso di ascoltare la voce misteriosa dal telefonino, e Roger ed io abbiamo cominciato a camminare verso Prato della Valle con i cuori eccitati e avventurosi. Ma questa telefonata non era l’unica telefonata che ho ricevuto quella sera.

Con il telefonino strano in una delle mie mani e il guinzaglio di Roger nell’altro, ho camminato per le strade illuminavano solo dai lampioni che sfavillavano. Quando noi siamo arrivati a Prato della Valle, avevo già pensato delle cose che avrebbero potuto succedere. Forse ci sarebbe una celebrazione, ma per quello? Quando noi siamo emersi dalle piccole strade, abbiamo visto la grande radura di Prato della Valle. Questa notte nebbiosa, abbiamo potuto vedere quasi niente delle statue famose, solo il contorno delle luci dei lampioni che circondano la radura. In questo momento ho avuto paura – perché avevo pensato che questo sia stato una buon’idea? Ero lì...da solo...al buio...alle ventidue e mezzo di notte. Che stupida!

Ma durante questi pensieri dubbi, il telefonino ha cominciato a sonare. “Pronto?” ho detto ancora. E la stessa voce mi ha risposto, eccitatamente e rapidamnte: “Ti vedete! Buon lavoro, tu sei arrivata alla tua destinazione prossima. Allora ascolta bene: cammina al centro di Prato della Valle. Avvincina al banco sotto il lampione a sinistra e sotto questo banco tu troverai una lettera speciale per tu. Leggi la lettera per la tua sorpresa.” Silenzio, e la voce è scomparsa. Per un motivo che non ho capito, mi sono fidata la voce. Stranamente, la voce sembrava familiare a me, ma non sapevo perché. Allora ho ascoltato la voce ancora e Roger ed io abbiamo camminato verso il centro. Abbiamo trovato il banco sotto il lampione, e ho sentito per la lettera. “Ecco!” ho sussurrato quando il mio mano ha raggiunto qualcosa di carta. Eccitata e ansiosa, ho tirato velocemente la busta bianca per rivelare una scheda che era il mio colore preferito: azzurra e brillante. Sul fronte era solo la parola “Sorpresa!” L’ho aperto e ho cominciato a leggerlo. “Felicitazioni! Tu sei invitata al compleanno di Maria nel venti di febbraio alle ventidue e mezzo a Prato della Valle.” Che cosa? Maria? Questo è il mio nome…e oggi è il venti di febbraio...sono a Prato della Valle...e dopo ho guardato il mio orologio, ho realizzato che era alle ventidue e mezzo. Prima che ho potuto pensare

più, ho sentito alcune persone che hanno gridato “SORPRESA MARIA!” Mi sono girata e ho visto i miei amici camminavano verso me, con i sorrisi grandi e i bracci pronti per abbracciarmi. “Che cosa fate?!” ho gridato in una confusione mentre loro mi hanno abbracciato. Loro sorridevano, e la mia migliore amica, Sofia, mi ha spiegato che questo era la feste per il mio compleanno. Il mio compleanno! Quella settimana, ero cosi occupata che avevo dimenticato che il mio compleanno era quel weekend! “E la voce al telefonino, anche era tu?” Si si certo, loro mi hanno spiegato. Sapevo che era familiare! Noi abbiamo camminato al appartamento di Sofia dove noi abbiamo bevuto il vino e abbiamo mangiato una torta cioccolata – la mia preferita. Tutta la passeggiata a casa di Sofia noi abbiamo riso della notte strana e ho pensato della fortuna di avere gli amici cosi buoni e divertenti. Anche a Roger è piacuta la torta.