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Studi sulla costruzione di un indice dei prezzi per il mercato dell’arte del

Capitolo 3. Investimenti in arte contemporanea dei paesi del BRIC

3.3 Un indice per il mercato dell’arte dei paesi del BRIC

3.3.5 Studi sulla costruzione di un indice dei prezzi per il mercato dell’arte del

Nonostante il mercato dell’arte brasiliana non sia stato incluso nelle precedenti ricerche, esso rappresenta uno dei mercati più vivaci, anche se difficile da catturare. Dopo essere riuscita ad imporre la propria presenza nel mercato, in un momento in cui la richiesta per l’arte asiatica è quasi soverchiante, l’arte brasiliana contemporanea sta sperimentando un rinnovato interesse anche da parte degli investitori.

Quella dell’arte brasiliana è una settore che non ha ancora trovato una sua autonomia: storicamente le opere d’arte di artisti brasiliani sono confluite nelle sempreverdi aste

Latin American di Christie’s e Sotheby’s, oppure inserite nelle aste di arte

contemporanea internazionale; solo recentemente abbiamo visto l’arte contemporanea brasiliana comparire in aste tematiche BRIC di Phillips de Pury.

Il settore Latin American ha registrato un calo durante la crisi del 2007/08; si tratta di aste che si caratterizzano per la presenza di opere di altissima qualità e di artisti affermati, spesso non più viventi e con una domanda stabile; proprio per questi motivi, il calo del fatturato sembra essere minore rispetto a quello registrato dagli altri mercati emergenti (ArtTactic, 2011).

Il 2011 è stato l’anno in cui un’artista contemporanea brasiliana, Beatriz Milhazes, ha superato il tetto del milione di dollari in un’aggiudicazione d’asta. ArtTactic (2011) riporta una crescita del mercato dell’arte brasiliana del 38% dal 2008 al 2009, anni disastrosi per alcuni settori dell’arte e per l’economia globale, e del 37% dal 2009 al 2010, passando da un indotto annuale di 600.000 dollari, a ben 2,3 milioni di dollari in un solo anno.

Quello dell’arte brasiliana è un mercato particolare, a causa della presenza di pochi artisti di punta, ma trainanti, che hanno rappresentato il 68 % del totale delle vendite delle aste di Latin American di Christie’s, con il 100% di lotti venduti (ArtTactic 2011). L’attività di nuovi buyers e consignors, incoraggiati dalle performance positive del settore, dovrà essere accompagnata dall’ingresso nel mercato di nuovi artisti, per assicurare una costanza alla crescita del mercato.

L’ingresso di nuovi compratori dopo la crisi, la mobilità di artisti e la presenza di gallerie brasiliane in fiere internazionali, le retrospettive di artisti brasiliani in importanti istituzioni culturali internazionali, hanno fornito lo slancio allo sviluppo del mercato.

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Gli indici di ArtTactic sono costruiti considerando i prezzi delle opere di artisti brasiliani proposte nelle maggiori case d’asta e mostrano un andamento diverso da quelli degli altri mercati emergenti. Le vendite di arte latino-americana hanno perso infatti solo il 39% nel 2009, anno in cui invece India e Cina hanno perso rispettivamente il 65% e 73% (ArtTactic, 2011). Inoltre il mercato Latin American ha recuperato velocemente nel 2010, raggiungendo un totale di vendite di 67,7 milioni di dollari, recuperando così oltre la metà della perdita registrata nel 2009. Il mercato dipende ancora fortemente da una base di compratori locali.

La presenza dell’arte contemporanea brasiliana ha dato la maggiore spinta al mercato dopo le perdite del 2009, registrando una crescita del 79%, e risultati da record nello stesso anno, seguito da altri successi nell’anno successivo.

Infatti, nonostante gli artisti brasiliani siano solo una bassa percentuale del totale delle aste Latin American (solitamente meno del 10% in numero di lotti), continuano a rappresentare una porzione importante sul totale delle vendite: il volume è stato di 270.000 dollari del 2003, ed è salito fino a 5,3 milioni di dollari nel 2010, spingendo le case d’asta a inserire quantità sempre maggiori di artisti brasiliani nelle aste Latin

American. Al successo di questi pochi artisti brasiliani ha contribuito la promozione su

scala internazionale degli stessi, i quali vengono sempre più spesso proposti in aste prestigiose a New York o Londra, svincolati dall’etichetta di Latin American.

Figura 3.9: Indice dei prezzi per il mercato dell’arte moderna e contemporanea latino-americana.

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Figura 3.10: Indice dei prezzi per il mercato dell’arte moderna e contemporanea brasiliana proposta nelle aste di arte latino-americana.

Fonte: ArtTactic 2011

Figura 3.11: Indice dei prezzi di quattro artisti brasiliani contemporanei: Vik Muniz, Ernesto Neto, Adriana Varejao, Beatriz Milhares.

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Campos e Barbosa (2009) hanno analizzato le aste Latin American di Sotheby’s dal 1995 al 2002, passando in rassegna circa 1640 opere con i relativi dettagli individuati direttamente sui cataloghi d’asta.

Con questo approccio di analisi diretta dei cataloghi d’asta, che comprendono delle informazioni sulle opere solitamente non disponibili ex post, come note biografiche dell’artista, riferimenti bibliografici, la pubblicazione in cataloghi o letteratura specializzata, i due studiosi pensano di acquisire una visione dettagliata delle variabili che influenzano direttamente l’andamento dei prezzi.

Campos e Barbosa (2009) considerano la variabile reputazionale dell’artista come decisiva soprattutto in un mercato come quello dell’arte latino–americana, il cui accesso è consentito solo ad artisti con una reputazione già formata. In generale, poche sono le aste in cui la reputazione dell’artista non ha influenza sul prezzo; si tratta più frequentemente di aste di arti applicate o antiquities, oppure nel settore old master in caso di attribuzioni incerte.

Nello studio di Campos e Barbosa (2009) sono confrontati tre diversi indici con lo scopo di confrontare il rendimento del mercato dell’arte latino-americana.

La figura 3.12 mostra i tre indici: il primo è costruito da una semplice media dei prezzi d’asta, il secondo è una media della stima minima e massima prodotta dagli esperti di Sotheby’s e pubblicata nei cataloghi, mentre il terzo è un indice di regressione edonica. La tendenza dei primi due indici è simile, specialmente dopo il 1997. Entrambi mostrano l’apprezzamento dell’arte di questo settore tra 1995 e 2002. Il terzo indice mostra differenze sostanziali rispetto ai due precedenti; i rendimenti sembrano essere più alti di quelli evidenziati dagli altri due indici, identificando un picco nel 1997, a differenza degli altri due indici che individuano picchi sia nel 1997 che nel 2001. L’indice di regressione edonica di Campos e Barbosa (2009) è costruito attribuendo le variabili relative agli artisti, compresa la loro nazionalità, per tenere conto di cambiamenti economici e politici di ognuno dei paesi di origine e correggerli. Il rendimento calcolato nel lasso di tempo considerato dagli autori è del 5,23%, una performance meno brillante di altri asset nello stesso periodo a New York, ma gli autori stessi mettono in guardia dai risultati ottenuti a causa del breve periodo coperto dallo studio.

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Mentre il mercato dell’arte latino-americana sembra essere piuttosto stabile, è difficile fare previsioni sul segmento dell’arte brasiliana; i pochi dati sulle transazioni disponibili e l’assenza di una categoria autonoma non consentono di addentrarsi in proiezioni sul futuro delle sue performance. La strategia degli attori del mercato brasiliano di aprirsi verso i mercati internazionali sembra essere vincente e l’assenza di benchmark e l’immaturità del mercato potrebbero interessare una domanda speculativa con conseguenze sull’offerta di arte brasiliana.

Figura 3.12 Comparazione tra i tre indici del mercato dell’arte dell’America Latina.

Fonte: Campos, Barbosa (2009)

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