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SUPERFICI AZIENDALI IN UE, ITALIA, VENETO

VENETO AGRICOLTURA, DIFENDERE UNA PAC CHE PUNTI AI GIOVANI

SUPERFICI AZIENDALI IN UE, ITALIA, VENETO

Nell’Unione Europea la Superficie Agricola, dati Eurostat 2016, è di 173,3 milioni di ettari, utilizzata da 10,5 milioni di aziende agricole. Quasi il 60% da soli tre stati: Romania (33%), Polonia e Italia. Da noi le aziende agricole sono circa 1 milione e 145 mila, in calo del -31,8% nel decennio 2007-2016. La diminuzione delle aziende è una caratteristica strutturale comune a tutti gli Stati Membri: nell’Unione Europea è al -24,2%, in Veneto del -48%.

L’agricoltura europea può essere definita una “agricoltura frammentata”: circa i due terzi delle aziende sono piccole (65%), non superando i 5 ettari di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Ma, negli ultimi dieci anni, queste diminuiscono costantemente (-29), mentre aumentano di quasi il 4% quelle con SAU superiore ai 50 ettari, ora il 7% del totale. Il modello agricolo italiano si scontra con quello di altri grandi paesi europei come Francia, Germania, Gran Bretagna, dove prevalgono le aziende di grandi dimensioni.

Inoltre, sempre a livello europeo, quelle con più di 50 ettari, pur essendo solo il 7% del totale, concentrano oltre

il 68% della superficie complessiva. Quelle inferiori a 5 ettari, quasi il 65% del totale, occupano solo il 6% della superficie agricola.

L’Italia, con una SAU media aziendale di 10,6 ettari, in crescita del 31,5% nel decennio, presenta comunque un valore inferiore a quello medio dell’Unione Europea, pari a 16,7 ettari/azienda. Valore che in Veneto ha avuto un incremento importante, passando da 5,7 a 10,9 ettari/azienda.

OCCUPAZIONE

Nel 2017 nell’Unione Europea gli occupati agricoli erano circa 9 , 5 m i l i o n i , i n c a l o d e l 1 7 , 7 % r i s p e t t o a l 2 0 0 8 , caratteristica strutturale dell’ultimo decennio per quasi tutti gli stati. Fanno eccezione l’Italia, che ha avuto un incremento del 2%; e il Veneto, con una crescita del 18%.

Prevale quindi l’occupazione maschile: la “quota rosa” in agricoltura in Europa è in media del 33,7%. In Italia è al 26,2%, nel Veneto al 20,7%. Considerando la posizione professionale, in media, nell’UE-28, la quota di occupati indipendenti è del 61,4%, mentre i dipendenti rappresentano il 38,6% degli occupati agricoli. Nel Veneto gli indipendenti sono il 67,2% a fronte del 32,8% di occupati dipendenti;

mentre in Italia, al contrario, gli indipendenti sono il 43,7%, 56,3% i dipendenti. La dinamica occupazionale negli ultimi dieci anni, evidenzia in quasi tutti i paesi un calo della quota di occupati indipendenti a favore di una crescita dell’incidenza degli occupati dipendenti. L’Italia, come la Francia, ha avuto una perdita meno rilevante (-6,9%), mentre la Regione Veneto mostra un aumento del +15,8% nel 2017 rispetto al 2008. Per gli occupati dipendenti si registra un aumento medio del +7% in Europa; che crescono anche in Italia, ma del 14,4%. Meglio ha fatto il Veneto, con un ottimo +23,9%.

Anche per gli occupati indipendenti la propensione a fare impresa rimane prevalentemente una questione maschile. In media, nell’UE-28, i maschi rappresentano il 71,7% degli occupati indipendenti; in Italia la quota maschile è del

77,5%; in Veneto del 78,8%.

VINO

Le superfici e la produzione di uva da vino nell’Unione Europea, rispettivamente pari a 3 milioni di ettari e circa 21 milioni di tonnellate nel 2017, sono concentrate in tre paesi:

Spagna, Italia e Francia. Negli ultimi dieci anni c’è stata una generalizzata riduzione degli investimenti scesi del -12,3%; in Italia siamo al -10,9%, mentre nel Veneto, assistiamo ad un incremento degli ettari del +15,3%. Negli ultimi dieci anni in Europa sia le importazioni – pari a 13 miliardi di euro nel 2017, che le esportazioni – 20,9 miliardi, sono in aumento. Ma mentre le importazioni sono cresciute del 18,5%, le esportazioni volano a +48%. La Francia, primo paese esportatore con oltre 9 miliardi di euro è cresciuta meno della media comunitaria (+33,3%); meglio fanno Italia, +69,5%, 6 miliardi di euro nel 2017, e Spagna (circa 3 miliardi di euro, +60,3%). Ottimo il Veneto, al quarto posto nella virtuale classifica dei principali esportatori nella UE, dietro la Spagna. Per strategie dell’export, la Francia sembra aver liberato quote di mercato, subito occupate da spagnoli e italiani, per puntare su mercati emergenti extra-UE forse più remunerativi, quali Cina, Australia e Sud-Est asiatico. Il Veneto, regione leader, vanta un incremento delle esportazioni extra-UE del +126%, e del +111% con gli altri paesi europei.

MAIS

Negli ultimi dieci anni, nell’Unione Europea si è assistito ad una diminuzione delle superfici coltivate a mais, scese a 8,4 milioni di ettari nel 2017.

L’Italia, con circa 650 mila ettari investiti, di cui un quarto coltivati in Veneto, è il paese che ha registrato la riduzione maggiore, -38,3%, leggermente superiore a quella del Veneto, -37,1%.

Tuttavia, grazie a un netto miglioramento delle rese, la produzione totale è aumentata, attestandosi a circa 65,4 milioni di tonnellate di mais, un terzo in più rispetto al 2007.

Nel 2017, le importazioni di mais dell’Unione Europea sono aumentate del 36,1% rispetto al 2007; quasi un terzo della crescita è imputabile all’Italia, che ha raggiunto i 5,3 milioni di tonnellate nel 2017. Di queste, 1,4 milioni sono importate dal Veneto, raddoppiate rispetto al 2007, metà delle quali da extraUE.

Le esportazioni di mais sono state pari a circa 17,5 milioni di tonnellate: più del 90% verso altri paesi UE.

In sintesi l’UE a 28 dipende oggi dalle importazioni provenienti da paesi extra Ue: specie dall’Ucraina, per oltre il 50%, seguita a distanza dal Brasile.

La produzione di italiana infine copre poco più della metà del fabbisogno interno, come nel Veneto, dove il cosiddetto indice di autosufficienza ha seguìto un andamento analogo a quello nazionale.

BIOLOGICO

Nel 2017 il 24% dei quasi 280 mila operatori biologici europei, cresciuti del 55% in dieci anni, erano italiani, uno su 4; nel Veneto 2.516 dove, a partire dal 2010, il loro numero è più che raddoppiato.

Tuttavia la diffusione del biologico sembra essere ancora limitata. In Italia il 5,6% del totale delle aziende è biologica, dato comunque superiore alla media europea, pari al 2,8%; più sotto il Veneto, con solo il 2,5%.

La superficie biologica nella UE è sui 12 milioni di ettari:

in testa la Spagna con il 17%, seguita dall’Italia, con 1,8 milioni di ettari, il 15%. In Veneto ci sono poco meno di

20.000 ettari bio, solo l’1,1% del totale italiano, dove la propensione ad investire, pur superiore che nella UE, avviene su superfici di ridotte dimensioni.

Nell’Unione Europea, la maggior parte dei 12 milioni di ettari bio è costituita da prati e pascoli, colture foraggere e cereali, mentre tutte le altre colture detengono ciascuna una quota di superficie inferiore al 5% del totale.

L’Italia è lo Stato membro con il maggior numero di ettari investiti a cereali, ben 299 mila, il 16% del totale; il Veneto, ne ha solo 5.500, il 2%.

Per il vino l’Italia, con 103.500 ettari, concentra un terzo della superficie europea di vigneto biologico, dietro la Spagna, che raggiunge quota 34%. In Veneto gli ettari sono circa 4.500, un valore superiore a quello della maggior parte degli altri Stati membri europei.

PIEMONTE: RIUNIONE DELLA

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