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2.2 Apprendimento motorio e prestazione motoria

2.2.2 Lo sviluppo delle capacit` a motorie

Le capacit`a motorie, come descritto nella sezione 2.1.3, sono classificate in

diverse tipologie e come tali necessitano un approccio formativo differenzia- to. E’ opportuno, in ogni caso, procedere all’allenamento di dette capacit`a

nella fascia di et`a compresa tra i 7 e i 13 anni, soprattutto se finalizzate ad attivit`a sportive. Le capacit`a coordinative, come mostrato in figura 2.4,

Figura 2.4: Segmentazione delle abilit`a coordinative

coordinative, a differenza delle altre forme di sollecitazione motoria, non possono essere migliorate o allenate con metodi unilaterali, ma vanno mi-

gliorate in modo complesso. Gli esercizi proposti devono essere caratterizzati da continue variazioni e combinazioni di differenti metodi di allenamento,

al fine di raggiungere un’adeguata destrezza. Inoltre, qualora si tenda ad allenare gli aspetti di precisione, questo non deve avvenire in condizioni

di affaticamento, altrimenti i livelli di incidenza degli allenamenti proposti potrebbero diminuire sensibilmente. Gli esercizi pi`u adeguati allo sviluppo

delle capacit`a coordinative sono:

• esercizi con variazione dinamica del movimento;

• esercizi con variazioni delle condizioni esterne ( campi di dimensioni

variabili e differenti dagli standard);

• esercizi con variazioni delle informazioni;

• esercizi con esecuzioni speculari dei movimenti da entrambi i lati del

corpo

Quelle appena elencati vengono poi definiti, in dettaglio, nell’esecuzione de- dicata a specifiche discipline sportive, in cui gli esercizi sono realizzati anche

Figura 2.5: Parametri del carico di lavoro

Le capacit`a condizionali, invece, presentano caratteristiche specifiche ben differenti tra loro, per cui `e consigliato un’allenamento dedicato ad ogni sin-

gola capacit`a. In generale, comunque, tutte e tre le capacit`a condividono la necessit`a di migliorare la produzione e la gestione dell’energia necessaria

all’esecuzione del task motorio assegnato. Pertanto, sebbene da ottenere con esercizi specifici, la condizione che accomuna le tre capacit`a `e quella che

il miglioramento della prestazione potr`a avvenire solo con il progredire del- l’allenamento e attraverso un’opportuna gestione del carico di allenamento,

come mostrato in figura 2.512. Soprattutto in contesti didattici, l’ “attrezzo suolo” e la forza di gravit`a, se debitamente abbinati ad esercizi funzionali al-

le caratteristiche anatomiche dei soggetti, sono due ausili pi`u che sufficienti per allenare la forza muscolare, ed in particolar la forza veloce. Gli eser-

cizi proposti, normalmente definiti esercizi a carico naturale, vengono fondamentalmente eseguiti con due modalit`a:

• per serie e ripetizioni;

• a circuito

12A. Di Mario, La forza e la velocit`a-rapidit`a, in G. Brunetti (cur.), Allenare l’atleta,

Il lavoro a circuito, in particolare, oltre che stimolare le fibre muscolari, pu`o essere funzionale anche al miglioramento degli apparati cardio-circolatori e

respiratori. E’ utile ricordare, comunque, che soprattutto per gli esercizi pi`u complessi, il possesso di un adeguato sviluppo delle capacit`a coordinative

`e condizione essenziale per la buona riuscita dell’allenamento della forza. Lo sviluppo della forza pu`o essere valutato, anche in ambito scolastico, con

specifici test, come: test di Abalakov, test Jump and reach, salto in lungo da fermo, lancio dorsale della palla zavorrata e spinta in avanti della palla za-

vorrata. La velocit`a, cos`ı come la forza, `e regolata dagli stessi meccanismi di controllo e regolazione ma necessit`a, in maniera pi`u significativa, di uno svi-

luppo completo delle abilit`a coordinative. Come la forza, quindi, il carico di allenamento dovr`a essere calibrato in funzione dei parametri rappresentati in

figura 2.5. Specifici test per valutare la velocit`a sono: sprint in linea su diffe- renti distanze, sprint a navetta, corsa lanciata e corsa su distanze superiori.

La resistenza, come testimoniato dai diversi contributi presenti in letteratura

13, `e stata oggetto di diverse definizioni e classificazioni. Se per le definizioni

le linee di pensiero di dividono tra quelli che considerano la resistenza come l’importanza di resistere alla fatica e quelli che la collegano alla capacit`a di

far durare a lungo l’impegno specifico, le diverse classificazioni proposte tro- vano una sintesi abbastanza condivisa nella suddivisione della resistenza in:

Breve durata - RBD, Media Durata - RMD e Lunga Durata - RLD. Conditio sine qua non, comunque, delle attivit`a di resistenza `e quella di possedere un

buon rifornimento energetico da gestire in funzione delle diverse tipologie di prestazioni da realizzare. In ambito scolastico la RLD `e quella che, pi`u delle

altre, viene allenata, in quanto possiede le seguenti affinit`a con gli obiettivi formativi dell’attivit`a motoria nella scuola:

• `e idonea alle caratteristiche di sviluppo organico dei ragazzi;

• `e funzionale alla prevensione dei fenomeni di sovrappeso e obesit`a;

13

• pu`o tranquillamente essere svolta in ambienti outdoor, favorendo, cos`ı,

il rapporto con l’ambiente degli studenti;

• non richiede ausili particolari.

La resistenza pu`o essere allenata con due differenti metodi: allenamento con-

tinuo e allenamento intervallato. La RLD `e allenata, preferibilmente, con il metodo di allenamento continuo e con andatura uniforme, svolto su lunghe

o lunghissime distanze, con un’intensit`a relativamente bassa: in questo mo- do `e possibile, anche, migliorare l’efficienza del sistema cardio-respiratorio

e circolatorio, con conseguente riduzione del peso corporeo. Solo per gli allievi pi`u promettenti, o quelli che scelgono discipline sportive come il mez-

zo fondo o il fondo, si associano a questi allenamenti anche esercizi non aerobici, come il fartlek o le andature in crescendo. La valutazione delle

“performance” `e realizzata attraverso la comparazione dei tempi di percor- renza registrati per mezzo di un cronometro e un’apposita scheda e, in casi

sporadici, anche attraverso la misurazione manuale della frequenza cardiaca. Indipendentemente dalla tipologia di capacit`a da allenare, quindi, esistono

diverse metodiche di allenamento e differenti test per la valutazione dello sviluppo prestazionale. E’ indubbio per`o, come molti dei testi proposti,

sebbene eseguiti correntemente a scuola, siano soggetti a errori legati alla mancanza di strumenti oggettivi per l’acquisizione dei dati d’interesse. Ad

esempio, per ci`o che riguarda i test sulla forza, l’utilizzo di accelerometri triassiali accoppiati a sistemi di video-analisi, sebbene non invasivi, rende-

rebbe molto pi`u reali le informazioni acquisite. Stesso discorso pu`o essere effettuato per la valutazione delle prestazioni sulla RLD, dove l’utilizzo di

semplici calorimetri potrebbe fornire molti pi`u elementi per valutare l’effetto di queste attivit`a motorie sugli allievi e sul loro sviluppo organico. In sin-

tesi, quindi, nell’epoca della digitalizzazione, un ’approccio tecnologico pu`o sensibilmente migliorare anche la valutazione motoria in ambito scolastico.