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Quando l’edificio oggetto del sopralluogo presenta muratura non a vista compilare la tabella 3, spuntando l’opzione coerentemente con quanto compilato nella corrispondente Sezione 3 della Scheda AeDES.

SCHEDA AeDES

ALLEGATO MATERICO-DIAGNOSTICO

N.B.

Quando sull’edificio e nella Scheda AeDES sono presenti entrambe le tipologie di muratura, non a vista e a vista (a tessitura irregolare e di cattiva qualità o a tessitura regolare e di buona qualità) compilare entrambe le tabelle, Tabella 3 e Tabella 1 o Tabella 2.

188 ESEMPIO

SCHEDA AeDES

ALLEGATO MATERICO-DIAGNOSTICO

La prima parte della Tabella 3 è dedicata alla descrizione degli intonaci che coprono la muratura. Gli intonaci sono classificati per tipologia come tradizionale e non tradizionale. Per l’intonaco tradizionale può essere rilevato se composto da uno o più livelli stratigrafici. Se rilevabile, è prevista la registrazione dello spessore. Si propone di seguito una tabella esemplificativa delle opzioni previste.

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Elemento Descrizione Fotografia

Intonaco tradizionale

Strato di finitura composto in genere da malta di grassello di calce e aggregato sabbioso, di granulometria variabile in funzione della stratificazione (se presente).

Stratificazione di un intonaco

tradizionale

Un intonaco eseguito a regola d’arte è composto da tre strati a partire dalla superficie del paramento murario: 1. RINZAFFO: strato di preparazione composto da malta di calce e aggregato grossolano (talvolta ghiaioso). Spesso prima dell’applicazione dello strato successivo la superficie veniva

martellata per favorirne l’adesione. 2. ARRICCIO: strato intermedio composto da malta di calce e aggregato grossolano e fine. 3. INTONACHINO (o VELO): strato più sottile di finitura superficiale composto da malta di calce e aggregato fine. Il colore può essere reso in pasta nell’intonachino o applicato in velatura o scialbo, costituendo di fatto un quarto sottilissimo strato.

Intonaco non tradizionale

Strato di finitura composto da malta a legante cementizi e sabbia. Applicato a mano o a spruzzo. In genere non viene realizzato per strati ben definiti. Presenta coloriture composte da vernici di produzione industriale di colore molto saturo, opache e coprenti.

TASSELLO

190 Per i soli intonaci tradizionali ognuno compaiono associati due numeri per le note a fine tabella. In nota occorre specificare le caratteristiche materiche dell’intonaco, se composto da più strati, per ognuno degli strati rilevati va fornita una descrizione.

ESEMPIO

191 N.B.

Nel contesto della stessa parete coesistere intonaco tradizionale e non tradizionale. Si può quindi spuntare nella tabella ogni tipologia di intonaco rilevato.

ESEMPIO: Intonaco non tradizionale steso al di sopra dell’intonaco proprio della fabbrica, di tipo tradizionale.

ALLEGATO MATERICO-DIAGNOSTICO

Per quanto concerne la registrazione del degrado nella tabella sono previste due forme di degrado, pregresso o determinato - o aggravato - dall’azione del sisma: distacco o fessurazione/lesione. In presenza di distacco va specificato in nota a fine tabella se esso è avvenuto con o senza caduta di materiale, possibilmente s’identifica anche lo strato interessato dalla caduta. Si propone di seguito una tabella esemplificativa per il riconoscimento delle tipologie di degrado.

192

Degrado Descrizione Fotografia

Distacco Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato: prelude in genere alla caduta degli stessi (NORMAL 1/88).

Nel caso in cui la caduta dello strato distaccato sia già avvenuta è opportuno

denominare il degrado come distacco con caduta,

specificando gli strati

coinvolti (se esistenti), dal più superficiale intonachino, sino all’arriccio o al rinzaffo (perdita totale del rivestimento).

N.B. Il distacco senza caduta è visibile solo in caso di

fenomeni di spanciamento, che non necessariamente si verificano. L’intonaco

distaccato si sonda bussando la superficie.

Fessurazione Lesione

Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo

spostamento reciproco delle parti (NORMAL 1/88).

Il termine Lesione non

compare nel Lessico NORMAL in quanto manifestazione di un dissesto strutturale. È inserito nella tabella 3 perché a seguito di un evento sismico è prudenziale valutare

l’origine strutturale di ogni lesione dell’intonaco, almeno in prima battuta.

193 La stima quantitativa dei degradi rilevati, riferita agli intonaci, si intende globale, ovvero riguardante tutte le porzioni ispezionate dell’edificio.

ESEMPIO

194 TABELLA 4_STRUTTURE IN LEGNO

Nel caso in cui l’edificio oggetto del sopralluogo presenti strutture orizzontali in legno compilare la tabella 4, spuntando l’opzione coerentemente con quanto compilato nella corrispondente Sezione 3 della Scheda AeDES.

SCHEDA AeDES

ALLEGATO MATERICO-DIAGNOSTICO

La Tabella 4 è dedicata all’individuazione di elementi degradati o mancanti delle strutture orizzontali in legno in relazione all’orditura principale o secondaria. Si propone di seguito una tabella esemplificativa delle opzioni previste.

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Orditura Descrizione Fotografia

Principale Insieme delle principali travi portanti della struttura orizzontale lignea. Secondaria

Insieme delle strutture lignee che poggiano sull’orditura principale, ovvero travicelli e tavolato.

Il degrado degli elementi lignei dipende fortemente dal contenuto di umidità nel materiale. L’umidità favorisce attacchi biodeteriogeni microbiologici o fungini che compromettono la resistenza delle strutture.

In particolare, le specie microbiche favoriscono fenomeni di marcescenza dei legni. Essendo spesso specie anaerobiche mettono particolarmente a rischio le zone non areate delle travi (testate immerse nella muratura, per poi colonizzare anche altre porzioni, seppure esposte all’aria.

Le specie fungine provocano fenomeni di cariatura e indebolimento strutturale delle travi. Molto ben riconoscibile è la carie bianca, dal colore della colonia infettiva.

Di non secondaria importanza sono gli attacchi ad opera di insetti xilofagi, quali tarli o termiti, che provocano veri e propri svuotamenti nel volume delle strutture.

Il degrado portato alle estreme conseguenze porta alla perdita totale degli elementi. In caso di azioni sismiche gli elementi già degradati in precedenza sono maggiormente soggetti a crolli, sfilamenti e/o spostamenti reciproci che compromettono la stabilità delle strutture orizzontali e talvolta dell’intero edificio.

196 In nota a fine tabella va specificata la tipologia di degrado rilevato.

Degrado Descrizione Fotografia

Attacchi biodeteriogeni

Fenomeni di marcescenza innescati dalla presenza di umidità nel materiale. Il materiale appare più scuro, le superfici sono umide.

Attacchi fungini Fenomeni di cariatura spesso contornati da aloni di colorazione chiara (esempio, carie bianca).

Attacchi xilofagi Fenomeni di svuotamento dovuti alla foratura e formazione di una rete di gallerie ad opera di insetti (tarli e termiti).

197 TABELLA 5_ELEMENTI NOTEVOLI

Dopo aver raccolto tutti i dati sulla costituzione materica degli edifici la tabella 5 è dedicata alla registrazione degli elementi caratterizzanti l’architettura dell’edificio. Nella tabella sono già predisposti gli elementi più comuni nell’edilizia storica ordinaria ma possono essere registrati tutti gli altri elementi non previsti che a giudizio del compilatore connotano la fabbrica. Si propone di seguito una tabella esemplificativa delle opzioni previste.

Elemento Descrizione Fotografia

Cantonale Soluzione d’angolo che assolve la funzione di collegamento e

ammorsatura tra muri convergenti. Può assumere forme molto semplici di ingranamento tra conci squadrati o più complesse e caratterizzanti l’edificio Cornici Elementi di inquadramento delle aperure, in pietra o in stucco, semplici o

elaborate con modanature ed elementi decorativi. Elementi marcapiano della facciata.

198 Portali Elementi di

inquadramento delle aperure al piano terra, in pietra o in stucco,

semplici o elaborate con modanature ed elementi decorativi.

N.B.

Nella compilazione della Tabella 5 occorre comunque porre attenzione ai materiali utilizzati per la realizzazione degli elementi architettonici e possibilmente fornire una descrizione delle tecniche di lavorazione se identificabili a vista.

199 ESEMPIO