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JB XII.14 del 2 aprile

TABELLE STATISTICHE

Tabella 1

Valdostani frequentati il Tiro a Segno

sul totale dei nominativi registrati in 1° categoria del Distretto Militare di Ivrea (1875-1887)

Anno di leva Numero dei Valdostani registrati Totale dei registrati Percentuale dei Valdostani sui registrati Numero dei Valdostani frequentatori del TSN Totale dei frequentatori del TSN Percentuale dei Valdostani frequentanti il TSN 1875 219 966 22,67% 30 77 38,96% 1876 346 1179 29,34% 39 96 40,62% 1877 263 1140 23,07% 32 118 27,11% 1878 308 1211 25,43% 20 69 28,98% 1879 261 1162 22,46% 31 101 30,69% 1880 402 1353 29,71% 47 140 33,57% 1881 382 1177 32,45% 45 133 33,83% 1882 237 920 25,76% 35 88 39,75% 1883 296 1203 24,60% 40 164 24,39% 1884 284 1116 25,44% 23 111 20,72% 1885 324 1041 31,12% 41 145 28,27% 1886 282 881 32,00% 34 96 35,41% 1887 294 1015 28,96% 27 80 33,75% TOTALI 3898 14364 27,15% 444 1418 31,31%

Tabella 2

Percentuali di Canavesani e Valdostani frequentanti il Tiro a Segno sul totale degli abili diviso per provenienza

Anno di leva Numero dei Canavesani frequentanti il TSN Totale dei Canavesani registrati Percentuale dei frequentanti il TSN sul totale dei Canavesani Numero dei Valdostani frequentatori del TSN Totale dei Valdostani registrati Percentuale dei frequentanti il TSN sul totale dei Valdostani registrati 1875 47 747 6,21% 30 219 13,69 % 1876 57 833 6,84% 39 346 11,27% 1877 59 887 6,65% 32 263 12,16% 1878 50 903 5,53% 20 308 6,49% 1879 70 901 7,76% 31 261 11,87% 1880 93 951 9,77% 47 402 11,69% 1881 88 795 11,06% 45 382 11,78% 1882 47 683 6,88% 35 237 14,76% 1883 124 907 13,67% 40 296 13,51% 1884 88 832 10,57% 23 284 8,09% 1885 105 717 14,64% 41 324 12,65% 1886 62 599 10,35% 34 282 12,05% 1887 54 721 7,48% 27 294 9,18% TOTALI 944 10466 9,01% 444 3898 11,39%

Tabella 3

Valdostani frequentanti il Tiro a Segno

sul totale degli arruolati depurato dal numero degli emigrati

Anno di leva Numero dei Valdostani frequentatori del TSN Totale dei Valdostani arruolati Percentuale dei frequentanti il TSN sul totale dei Valdostani arruolati Emigrati dopo il servizio di leva Totale dei valdostani presenti in patria dopo la leva Percentuale dei frequentanti il TSN sul totale depurato 1875 30 139 21,58% 62 77 38,96% 1876 39 243 16,04% 95 148 26,35% 1877 32 154 20,77% 49 105 30,47% 1878 20 165 12,12% 93 72 27,77% 1879 31 162 19,13% 72 90 34,44% 1880 47 237 19,83% 134 103 45,63% 1881 45 218 20,64% 109 109 41,28% 1882 35 149 23,48% 83 66 53,03% 1883 40 160 25,00% 110 50 80% 1884 23 135 17,03% 72 63 36,5% 1885 41 136 30,14% 94 42 97,61% 1886 34 128 26,56% 63 65 52,30% 1887 27 149 18,12% 74 75 36% TOTALI 444 2175 20,41% 1110 1065 41,69%

I dati permettono di rilevare che i Valdostani frequentavano le Società del tiro a segno in percentuali superiori agli altri appartenenti al medesimo Distretto militare. Infatti, pur rappresentando negli anni considerati meno un terzo dei giovani sottoposti a visita di leva per

l’idoneità alla 1° categoria, i Valdostani risultano partecipare alle esercitazioni di tiro in percentuali superiori al 30% sul totale dei congedati frequentanti il TSN in Valle e nel Canavese, in sette anni sui tredici. Inoltre l’apparente eccezione delle classi di leva 1883, 1884 e 1885 corrisponde agli anni con un forte tasso emigratorio70 per la popolazione della Valle d'Aosta e, insieme, a quelli dello sforzo bellico conseguente alla guerra di Libia71, quando i richiamati aumentarono di numero per le esigenze del conflitto.

Inoltre, se si scompongono da tale numero i riformati72 e tutti coloro che, dopo il servizio militare, risultarono emigrati o inidonei al servizio o, ancora, quelli rimasti sotto le armi perché avevano scelto la professione militare, la percentuale di quanti erano iscritti al TSN in rapporto al numero dei residenti assume proporzioni ancora più rilevanti. In ben sei anni sui tredici presi in considerazione, infatti, il numero di congedati presenti in Valle d’Aosta e frequentanti il tiro, suddiviso per classi di leva, era superiore al 40% del totale, con un picco del 97,61% (pari a 41 richiamabili su 42 presenti in quel momento) nel 1912. In termini complessivi, aveva frequentato almeno per un anno la società del tiro a segno una percentuale del 41,69% dei valdostani maschi, che avevano prestato servizio militare negli ultimi vent'anni dell'Ottocento e nel primo decennio del Novecento e non erano successivamente emigrati.

L'attività del sodalizio comprendeva, oltre alle dieci esercitazioni di tiro primaverile73, obbligatorie per ottenere l'idoneità, anche l'organizzazione di gare a livello mandamentale74 o circondariale (aperte, cioè, a tutti gli iscritti delle società valdostane)75, la partecipazione a gare provinciali, ad Ivrea e Torino76, interprovinciali o nazionali, come quella di Roma, e, ancora, sfilate pubbliche77 e marce col fucile in spalla78. Quest'ultimo tipo di attività, affine all'escursionismo

70 Il 1883 e il 1885 rappresentano il secondo e quinto anno di leva col maggior numero di emigrati dopo il congedo nei tredici anni presi in considerazione. Il fenomeno era stato denunciato nel 1903 da François Farinet, che nel suo «Jacques Bonhomme» (a.VI n.37 dell’11 settembre 1903) presentò l’analisi delle statistiche di leva della classe 1883 nei mandamenti valdostani. Su 1072 giovani chiamati, solo 209 furono abili di 1° categoria e ben 158 furono dichiarati renitenti perché all’estero.

71 I nati nel 1883 svolsero servizio di leva a partire dal 1903, furono congedati non prima del 1905 e sottoposti a richiamo a partire dal 1910-1.

72 La percentuale annua dei riformati presenti nei registri della 1° categoria oscilla tra il 20% e il 46%.

73 Alle quali si aggiungevano due di prova, per coloro che non avevano ancora prestato il servizio militare (Ulzega-Teja, cit., p. 102). Le esercitazioni si svolgevano accoppiate (dieci equivalevano a cinque giornate di presenza in poligono).

74 14 giugno 1908 (Archivio TSN Aosta)

75 Le fonti ricordano, in particolare, la Gara straordinaria di tiro, deliberata il 12 aprile 1907 e aperta ai soci di tutte le Società della Valle d’Aosta, sotto l’alto patronato del re.

76 Per Ivrea, le notizie relative in Bovo-Quaccia, cit., p. 165.

77 Ad esempio, i soci del TSN di Aosta non si ritrovavano mai al poligono, ma si riunivano presso la sede della Società, ubicata originariamente, presso il palazzo comunale, poi, fino al 1890, nel palazzo Raymondaz di piazzetta San Grato (AHR, Fonds Ville, Cartons séparés n.18 Società mandamentale del tiro a segno nazionale) e, successivamente, di nuovo in un locale del palazzo comunale e poi si dirigevano insieme a Saumont, attraversando quindi in corteo le strade del capoluogo.

78 In base agli annunci pubblicati sui settimanali locali, il calendario di una società di tiro a segno comportava, tra aprile e giugno, le sessioni regolari di tiro; nell'estate le gare a livello locale o regionale; in autunno le sessioni straordinarie per quanti non avevano potuto partecipare a quelle primaverili.

diffuso all'epoca dal Club Alpino Italiano e da altre simili organizzazioni, assume connotazioni chiaramente militari nel momento in cui i partecipanti non soltanto si muovevano con il proprio equipaggiamento militare79, ma effettuavano esercitazioni di tiro nelle località raggiunte durante l'escursione80. Non mancavano, infine, la partecipazione alle festività nazionali o a particolari cerimonie81, nonché iniziative puramente ludiche, come l’organizzazione di balli e feste in maschera82, espressione, certo, della sociabilità borghese dei piccoli centri urbani del Circondario, ma anche modello di comportamento per gli altri ceti sociali83. A tal proposito, è utile ricordare come lo studio dei fogli matricolari consenta anche di abbozzare l’analisi delle categorie sociali che frequentavano il TSN. Mentre ad Ivrea e nel Canavese sono maggiormente presenti esponenti della borghesia e artigiani84, in Valle contadini ed agricoltori sono i più numerosi frequentatori del TSN, con una percentuale del 58,78%, pari a 261 su 444 congedati iscritti al tiro85.

Il dato non stupisce, in quanto la maggior parte della popolazione valligiana era composta proprio da queste categorie di lavoratori86, ma consente un’ulteriore riflessione, relativa alle motivazioni che inducevano un giovane congedato ad avvicinarsi al Tiro a Segno. Tali motivazioni non appaiono sempre basate sul patriottismo o su un sentimento nazionale diffuso e condiviso, quanto sull’opportunità, offerta dall’articolo 8 della legge, di evitare il richiamo dopo il servizio di leva. L’evidente crescita nella frequenza del TSN da parte di chi era sottoposto a richiamo, in

79 I tiri erano effettuati con armi da guerra.

80 Sono attestate una gara mandamentale a Met, località a oltre 2000 metri nel comune di Aosta, raggiunta con una marcia iniziata alle 3 del mattino, l’11 giugno 1905 (JB a.VIII n.22); una "promenade militaire" da Verrès a Brusson (17 km circa), in occasione della gara mandamentale lì svolta, l'8 agosto 1909 (Va a.I n.36 del 6 agosto precedente), e un’altra “promenade” da Aosta a Chaligne (un dislivello di circa 2000 metri), conclusosi con “une fonction hors programme: c’est le tir de concours individuel de la Société Mandementale d’Aoste” (VA a.II n.26 del 1° luglio 1910). Sul processo di militarizzazione vissuto dal TSN a partire dal 1888, si veda l'analisi di Giuntini, cit. p. 88.

81 L’archivio del TSN di Aosta conserva una lettera circolare, datata 4 febbraio 1896, nella quale si pregava “caldamente” i soci di partecipare alle cerimonie funebri celebrate nella cattedrale in suffragio dei caduti all’Amba Alagi, deliberate dal Consiglio comunale su richiesta del comandante della guarnigione (in proposito, anche AHR, D.C. vol.51 p. 35). Il medesimo archivio contiene anche un invito rivolto al Presidente della Società, affinché partecipasse all’inaugurazione della strada per il colle del Gran San Bernardo, nel 1905.

82 Ad esempio, in occasione del carnevale del 1911, la società di Aosta organizzò un ballo in maschera con lo scopo di raccogliere fondi per sostenere le spese della propria delegazione al concorso di Roma del giugno successivo (VA III.3 del 20 gennaio 1911).

83 Il medesimo comportamento è riscontrabile nelle altre associazioni di carattere militare e solidaristico. In proposito, G. Isola, Un luogo…, cit., p. 505.

84 Bovo-Quaccia, cit., pp. 472-6, riporta l’elenco dei soci della prima Società eporediese (1851) e fornisce ulteriori indicazioni sull’origine sociale degli iscritti nei successivi sodalizi.

85 Le attività registrate al momento della visita comprendevano, per numero di addetti: contadini e casari, per un totale di 263 persone, impiegati nel ramo costruzioni (muratore, manovale, lattoniere) 33, trasporti (carrettiere, mulattiere, conducente, vetturale, cocchiere) 29, artigiani (sellaio, carrozziere, sarto, ramaio, stagnino, fabbro, calzolaio, zoccolaio) 23, professioni intellettuali (studenti, insegnanti, segretari, scrivano, stampatore) 23, legno (falegname + ebanista) 18, alimentazione (macellaio, prestinaio, pasticcere, confettiere) 13, servizi turismo (albergatore e cuoco, portatore alpino) 5, commercio e servizi (negozianti e barbiere) 4, lavoratori industria (operaio, trafilatore, lavoratori metalli) 3.

86 Per un’analisi commentata sull’attività lavorativa della popolazione valdostana all’inizio del Novecento: Luigi Giunta-Piero Lucat Modernizzazione economica, movimento della popolazione e classi sociali in Valle d’Aosta durante

il fascismo (1922-1943), in «Questioni di storia della Valle d’Aosta contemporanea», Quaderno n.1 (1983), pp. 3-35; Pierpaolo Careggio L’inchiesta agraria sulle condizioni della classe agricola 1878-1885 Un’immagine della Valle

concomitanza con la guerra di Libia, dimostra con chiarezza come l’obiettivo prioritario di molti congedanti che si avvicinavano ai tiri in età di richiamo – e che non rappresentavano, quindi, la totalità dei soci87 – era proprio quella di evitare il servizio militare, in base alla norma che prevedeva l’esenzione dal servizio per quanti potessero dimostrare di aver svolto i tiri regolamentari88. Tale opportunità era, d’altronde, propagandata dagli stessi fautori del TSN. Fogli quali «L’Echo du Val d’Aoste»89 o «L’Alpino»90, a fine Ottocento, e «Le Val d’Aoste», un decennio dopo, non esitano, infatti, a ricordare che la Società del Tiro a Segno è “un mezzo potente per la riduzione della ferma, per l’ammissione al volontariato, per l’esenzione al servizio militare”91.

Rimane, comunque, indubbio il forte orientamento filomonarchico della Società, che traspare dall’enfasi con la quale tanto i verbali associativi quanto i giornali del periodo, indipendentemente dalla loro posizione politica, colorano le notizie relative alle attività del TSN,

87 In base all’art. 4 della legge 2 luglio 1882 n.883, in ogni capoluogo di provincia o di mandamento era possibile la costituzione di una società solo in presenza di cento tiratori iscritti e tale regola doveva essere adottata anche dalle società comunali, se volevano ricevere facilitazioni e sovvenzioni (art. 17). Occorre, pertanto, supporre che, alla vigilia della prima guerra mondiale, almeno 800 persone risultassero iscritte alle diverse società esistenti in Valle (a Courmayeur erano 157, secondo una lettera del sottoprefetto del 10 marzo 1912, custodita in Sottoprefettura s.I cat.16 cl.2). Si tratta di una cifra corrispondente ad un iscritto ogni 100 residenti (il censimento del 1911 registrò 80860 residenti), ma essa diventa molto più rilevante se al totale degli abitanti si sottraggono quelle che categorie che, per obbligo di legge o per consuetudine, non si iscrivevano al TSN. Infatti, la norma autorizzava le iscrizioni soltanto dei maggiori di anni 16 e, all’epoca, la fascia di popolazione tra i 12 e i 15 anni era la più numerosa in Valle; le donne non comparivano nelle liste dei soci e rappresentavano la metà della popolazione (unica eccezione fu l’iscrizione dell’olimpionica Vittorina Vivenza, negli anni della dittatura); sacerdoti e seminaristi, all’epoca numerosissimi, non risultavano iscritti in nessuna Società. È così possibile affermare che almeno un Valdostano su 45 fosse iscritto al TSN: in realtà il numero complessivo degli iscritti (e la relativa percentuale sulla popolazione) doveva essere superiore, se nel 1898 il solo TSN di Aosta contava 259 iscritti (ALP a.IX n.9 del 4 marzo 1898). Tale numero appare forse esagerato a motivo delle imminenti elezioni per il rinnovo della Presidenza della Società, dato che nei due anni precedenti gli iscritti erano stati rispettivamente 171 e 179 e il picco massimo di iscrizioni si contò nel 1901, quando i soci furono 225 (solo 9 di essi ottennero l’esenzione dal richiamo): occorre però notare che il numero di iscritti, pur con qualche oscillazione, si mantenne costante per tutto il periodo, tanto che ancora nel 1916, al culmine dei richiami e delle revisioni per le esigenze belliche, i soci iscritti e paganti ad Aosta risultavano 190, mentre a Châtillon erano presenti alle esercitazioni non meno di 70 persone ogni anno, cifre che inducono a pensare che in tutta la Valle oltre un migliaio di persone partecipasse alle attività delle diverse società e che il rapporto iscritti/residenti maschi si aggirasse, quindi, intorno a 1:28, cifra più che sufficiente per assicurare l’influenza diretta sulle elezioni, tanto amministrative quanto politiche, soprattutto prima dell’approvazione del suffragio universale maschile (fonti: archivio del TSN di Aosta; ACPY, faldone 80, fascicolo 1135 e, per i dati statistici, Angelo Quarello La popolazione di Aosta attraverso i censimenti 1801-1951, Tipografia Valdostana, Aosta 1993).

88 Un’altra spia di un certo timore nei confronti del richiamo durante e dopo la guerra di Libia è fornita da un articolo in DO a.I n.29 del 17 luglio 1914, nel quale si forniscono ampie spiegazioni sul fatto che il Rappel de la classe 1891 serve solo a sostituire in Patria i soldati impegnati in Libia e non a preparare aliquote di truppe da inviare oltremare.

89 ECH a.XVII n.30 del 27 luglio 1888, articolo dedicato alle Nouvelles militaires, che riferisce del richiamo di trecento soldati e chiosa “A ce propos nous croyons bien de noter que, dans notre mandement, 23 jeunes gens appartenant à ces deux classes ont été exemptés du service pour avoir accompli leurs leçons de tir régulières”.

90 Si veda, ad es., un passaggio nell’articolo Chiamata sotto le armi in ALP a.I n.32 dell’8 agosto 1890; “Il periodo di istruzione durerà 45 giorni, che saranno ridotti a 20 per i militari che giustificheranno di aver frequentato il tiro a segno”. Analoghe indicazioni in ALP a.III n.28 dell’8 luglio 1892.

91 Così ALP a.III n.28 dell’8 luglio 1892. Un giudizio simile era già apparso nel medesimo giornale, a.I n.49 del 5 dicembre 1890 (articolo relativo a L’ordinamento territoriale dell’Esercito) e a.III n.2 dell’8 gennaio 1892. In proposito, si veda anche la lettera del dottor Piero Pachié del 13 marzo 1910, in Sottoprefettura serie I cat. 16 cl. 2. La norma che consentiva l'esenzione dai richiami o l'ammissione al volontariato di un anno era stata formulata la prima volta nella legge quadro sul tiro a segno n. 883 del 2 luglio 1882 (Giuntini, cit. p.85).

nonché dalla prassi di affidare ad un rappresentante della dinastia sabauda – meglio se del ramo di Aosta – la carica di Presidente onorario della Società92. Sempre dai giornali, è possibile ricavare ulteriori elementi che, uniti al materiale d’archivio, aiutano a comprendere la dialettica politica all’interno delle diverse Società, in particolare quella di Aosta, che ebbe sempre vita tormentata, non solo per i motivi logistici illustrati nel capitolo relativo al capoluogo regionale. In base alle informazioni oggi disponibili, le società di Donnas, Morgex e Villeneuve appaiono frequentate da numerosi soci e godere di una buona amministrazione, pur presentando talvolta difficoltà finanziarie93. Il tiro a segno di Aosta, invece, sebbene non mancasse di iscritti, fu continuamente attraversato da una forte dialettica tra i soci, dialettica che portò a numerosi commissariamenti94 e a polemiche, delle quali i giornali diedero ampio resoconto95.

Esemplare, in tal senso, la situazione palesata da un passaggio de «L’Alpino» del 3 settembre 1897, estratto da una relazione attribuita a “persone competenti estranee alla Società”:

Per dimostrare viemmeglio la serietà del suo presidente il quale, l’anno scorso, si faceva promotore di un banchetto fra i soci per festeggiare solennemente la festa del XX settembre, diremo solo che in quest’anno le esercitazioni di tiro saranno sospese nelle ore in cui vi saranno le funzioni religiose in chiesa e ciò con grave inconveniente per i tiratori.

La forte venatura antireligiosa del giudizio espresso consente di individuare, all'interno del TSN aostano, di una componente fedele all'ideologia risorgimentale e contraria al partito cattolico, che, al contrario, appare in quel momento egemone all'interno della società, tanto da imporre la sospensione delle attività in concomitanza con le funzioni religiose del santo patrono96. La

92 Ad esempio, il 14 giugno 1891 l’Assemblea generale dei soci elesse quale Presidente onorario Emanuele Filiberto duca d’Aosta (Guerraz, cit., p.55).

93 ALP a.II n.29 del 17 luglio 1891 riferisce di un sussidio della Deputazione provinciale ai TSN di Donnas e Morgex, “per sopperire alle deficienze dei bilanci”.

94 I verbali della Società, conservati presso il poligono comunale di Aosta, attestano commissariamenti negli anni 1897 e 1901, ma già nel 1890 il Sottoprefetto chiedeva – e non sarà l’unica volta! – l’intervento delle casse comunali per sanare il bilancio del sodalizio, in deficit fin dal 1886 ossia al termine del mandato Farinet (AHR, D.C. vol. 45 p.344 e 488-9). Ancora, nel 1891 l’elezione del nuovo direttivo fu tormentata dalla ripetuta mancanza del numero legale dei soci in assemblea (ALP a.II n.16 del 17 e n.17 del 24 aprile) e nel 1893 il sindaco si lamentava per il ritardo con il quale l’assemblea dei soci era stata convocata, ritardo che si rifletteva sulla data di inizio delle esercitazioni regolamentari (ALP a.IV n.20 del 19 maggio 1893).

95 ALP a.III n.28 dell’8 luglio 1892, con polemica verso l’immobilità del Comune che non sosteneva il TSN.

96 Aosta celebra la festa patronale di san Grato il 7 settembre. Negli anni precedenti (la prima attestazione è del 1888), proprio in contemporanea alla ricorrenza si teneva una gara di tiro, con un’evidente finalità anticattolica: ad esempio, il 6-7 settembre 1891 si svolse una “gara mandamentale speciale” (Guerraz, cit., p.57 e AHR, D.C. vol. 46 p. 327), che il primo giorno vide la sfilata dei partecipanti per le vie della città, con la banda municipale e la filarmonica di Verrès in testa; lo svolgimento delle gare e una fiaccolata notturna, mentre l’indomani, nel pomeriggio, si svolse la premiazione e il banchetto finale, alla presenza del deputato Compans, del sottoprefetto e di altri rappresentanti le autorità civili del circondario. Se si considera che la festa patronale di Aosta comprendeva la processione per le vie della città, nella mattinata del 7, appare evidente il tentativo di imitare la funzione religiosa e “annegarla” nelle celebrazioni civili. Tale finalità è denunciata dal settimanale diocesano, (ad esempio il DA a.III n.19 del 6 maggio 1896 protesta perché gli orari delle esercitazioni corrispondono a quelli delle Messe) e traspare evidente nei riferimenti contenuti nel discorso di Compans – riportato integralmente da ALP a.II n.37 – che auspicava “più esercizio muscolare e meno indigestione di lingue morte” (il riferimento è, ovviamente, al Latino, lingua ufficiale della Chiesa cattolica) per una vera “educazione moderna”. La medesima finalità anticattolica può essere attribuita al congresso del CAI del 7 settembre 1894.

decisione non fu apprezzata da molti soci, che suscitarono una “specie di Rivoluzione protestante”97, in grado di interrompere lo svolgimento della gara e di richiamare l'attenzione dell'autorità militare, preposta al controllo di tiro. Nelle settimane successive, ulteriori elementi furono portati ad alimentare la polemica, non ultimo quello del rifiuto ad ammettere in chiesa la bandiera della società in occasione del funerale di un socio, celebrato nella chiesa di Sant'Orso ad Aosta. L'intera vicenda deve essere collocata all'interno dello duro scontro politico del momento, che vedeva in Valle l'ascesa del movimento cattolico e la progressiva perdita di consensi da parte del gruppo liberale, che esprimeva ad Aosta un deputato notoriamente massone, Carlo Compans de Brichanteau, vicepresidente onorario del locale TSN dal 189198, il quale non fu più confermato nelle successive elezioni del 1900. Nella vicenda del TSN, invece, il successo arrise al gruppo anticattolico, in quanto, terminato il periodo di commissariamento seguito alla disputa, durante il quale la Società fu diretta dal capitano Tamagno; risultò eletto Vincenzo Torrione, esponente di una famiglia di posizioni notoriamente anticlericali, socialistiche, massoniche e nazionaliste99. Il dato è interessante, poiché dimostra la persistenza di un determinato orientamento politico nella maggioranza dei soci. I contrasti fra i diversi gruppi all’interno del TSN di Aosta non deve, comunque, far dimenticare il ruolo politico svolto anche dalle altre Società esistenti in Valle. Le cronache del tempo attestano, infatti, la costante presenza dell’esponente cattolico François Farinet alle manifestazioni del TSN di Donnas, capoluogo della circoscrizione elettorale di cui fu rappresentante in Parlamento per quindici anni; ricordano la partecipazione del deputato Giorgio Rattone, esponente della Sinistra costituzionale e massone, alla passeggiata di Brusson, citata sopra, e confermano l’assidua partecipazione alle gare del TSN di Aosta da parte del deputato Compans. Si trattava di occasioni, insieme ufficiali e mondane, durante le quali i rappresentanti della Valle d’Aosta al Parlamento erano avvicinabili da galoppini e postulanti e potevano dimostrare la loro generosità e munificenza nei confronti degli elettori.

Da questa, come da altre vicende, emerge tutta l’importanza politica del TSN, quale espressione privilegiata della sociabilità dell’età liberale nella Valle d’Aosta della Belle Epoque: rispetto ad altre forme di associazione legate al mondo militare, il TSN non richiedeva requisiti di ingresso ai propri soci, come accadeva, ad esempio, per gli ex militari o, ancor più, per i reduci e i veterani, né pretendeva tasse di iscrizione onerose100. Nello stesso tempo, esso forniva un immediato vantaggio ai soci in età di richiamo e, infine, costituiva un luogo di incontro privilegiato per ceti e gruppi sociali diversi. L’analisi delle liste dei soci della Società di Aosta rivela, infatti,

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