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7 7 PROTOTIPAZIONE

7.1 Tavolo

di giri al minuto della testa della fresa, è possibile avviare la macchina a controllo numerico che in questo caso impiega circa un’ora e mezza per realizzare il piano in legno, mentre le occorrono dieci minuti circa per ricavare le forme deside-rate dal telo in linoleum [Figure 56 e 57].

Conclusi i passaggi della macchina, è possibile notare come le forme realizzate siano molto grezze: per questo motivo la fase successiva è quella della rifinitura in cui si andranno a ri-linoleum al banchetto di lavoro della macchina e

assicurare che non si formino dei rigonfiamenti ricoprendo la parte posteriore del materiale con del nastro biadesivo [Figura 55].

Figura 55: Applicazione biadesivo

Figura 56: Taglio con fresa a CNC del legno Una volta ancorato, è doveroso scegliere un

punto sul piano di lavoro che corrisponda al punto di origine degli assi del file affinché il software possa leggere le coordinate corrette.

Una volta stabilito il punto, indossati i corretti DPI, azionati gli aspiratori e regolato il numero

muovere i segni dell’azione della fresa attraverso la carteggiatura con carta abrasiva via via crescente da grana 80 a grana 600. Per raggiun-gere ogni punto più facilmente è utile realizzare una serie di dime con legno di scarto sulle quali incollare la carta abrasiva a grana 180. Questa dimensione, tra le tre utilizzate (80, 180 e 600), è quella ideale poiché, essendo intermedia, non asporta troppo materiale e non ha un’azione superficiale come invece avrebbe la grana 600 [Figura 58].

Terminata questa fase è bene mascherare i difetti lasciati dalla macchina CNC quali ad esempio piccoli fori o spaccature del legno generate dall’azione della fresatrice contro il senso della venatura del legno di betulla. Per coprire questi difetti è possibile impiegare dello stucco per legno che, lasciato essiccare per 12 ore, assume la colorazione e la consistenza del legno. A questo punto è doveroso carteg-giare nuovamente le superfici in maniera da livellare le eccedenze di stucco presenti sul Figura 57: Taglio con fresa a CNC del linoleum Figura 58: Piano in linoleum su piano in legno

della completa asciugatura (12-24 ore) è nuo-vamente necessario carteggiare le increspature generate dall’impregnante con carta abrasiva a grana fine per poter ottenere una superficie più brillante e liscia. Una volta asciugato l’impre-gnante bisogna stendere almeno tre mani di ver-nice per finitura, alternando, tra una mano e l’altra, una veloce e leggera passata con carta a-brasiva 600. È giunta l’ora di inserire i bussolotti nelle apposite sedi e fissare il telo di linoleum precedentemente carteggiato. Di seguito un’im-magine di piano e mensole ottenute [Figura 60].

piano. Inoltre, per smussare i bordi più efficace-mente è da preferirsi l’utilizzo di una fresatrice a banchetto che permette di eseguire una curvatura uguale e uniforme sia sul tavolino che sulle mensole. La fase che permette al legno di conservarsi correttamente nel tempo e di

“tirare fuori” la sua vena è quella della stesura dell’impregnante per legno a base acquosa:

esso agisce penetrando in profondità all’in-terno delle fibre del legno ed essendo traspa-rente, ne esalta il tono naturale proteggendolo al contempo dall’umidità [Figura 59]. A seguito

Figura 59: Stesura dell’impregnante Figura 60: Piano e mensole complete

E il primo e fatto! ,

differenti raggi. Una volta effettuate delle prove su alcuni scarti, è poi possibile piegare a metà le pin leg del tavolo. Dopodichè si procede con il loro taglio per uniformare l’altezza delle tre componenti. In seguito, si inizia la realizzazione della piattina metallica che sarà impiegata come supporto per l’avvitamento delle pin leg al piano in legno del tavolo: per prima cosa devono essere tagliati dei segmenti di 15 cm a partire da un profilato metallico di spessore 3 mm in modo da saldarne due perpendico-larmente tra loro per realizzare una “V”. A questo punto, ottenuta la piattina, è necessario effettuare i quattro fori da 5 e 11,5 mm tramite l’impiego del trapano a colonna e saldare con due punti, o tramite un cordolo, la componente così ottenuta con le due estremità di ciascuna pin leg: per far ciò è buona norma utilizzare una serie di cagne, dime e supporti che mantengano nella posizione voluta le due parti da saldare. La saldatura, in questo caso, avviene inserendo la gamba del tavolo all’interno dei due buchi e fissandola in modo tale da inclinarla di quindici gradi, come da progetto. Questa angolazione è stata stabilita in precedenza per rendere più I componenti da realizzare successivamente

sono le pin leg del tavolo. La prima operazione da effettuare è il taglio a 135 cm del tondino metallico (di diametro 10 mm) tramite una segatrice a nastro. Dopodichè è necessario l’impiego di un utensile, costruito artigianal-mente dal team dell’impresa sociale Izmade, che permetta la piegatura di tondini e tubi metallici. Questo macchinario presenta come base un profilato a sezione rettangolare sul quale è saldato un altro profilato a “L” che serve a guidare e a stabilizzare tondini e tubi. Essi devono essere infilati all’interno di questa guida e bloccati tramite una manovella a vite in base alla lunghezza a cui si vogliono piegare. All’altra estremità è saldato un cilindro metallico cavo che funge da dima per realizzare e direzio-nare la piegatura del tubo. Questo cilindro è in realtà un perno in cui è inserito un tondino complementare fissato ad una lunga asta metallica da utilizzarsi come leva per effettuare la piegatura. Il movimento da compiere è simile a quello effettuato da un rematore, infatti tirando l’asta verso di sé è possibile, in base alla forza applicata, effettuare curvature a

direttamente alla superficie in metallo e non alle impurità che potrebbero alterare negati-vamente il risultato finale. Una volta pulite è quindi il momento di stendere quattro o più mani di vernice spray in modo da ottenere un colore più saturo e una finitura più precisa e solida; dopodichè è necessario far asciugare ciascun componente per almeno dieci ore.

A questo punto si procede con l’assemblaggio dei componenti che avviene come descritto nella figura 61. Per farlo si utilizzano delle viti da legno da 4 mm iniziando l’assemblaggio dalle mensole fissate ai supporti presenti sulle pin leg del tavolo, valutando accuratamente la distanza relativa, in modo tale da consentire un fissaggio stabile e duraturo. Infine, è necessario avvitare le gambe al supporto tramite l’ausilio di due rondelle per parte in modo tale da evitare di forare erroneamente il piano il linoleum con delle viti troppo lunghe: le pin leg devono quindi essere poste il più esternamente possibile per rendere visibili e più facilmente fruibili le due mensole. Di seguito le immagini del tavolo completo [Figura 62].

stabile il tavolo ed evitare problematiche di intralcio e/o possibile caduta dei fruitori.

Dopodichè, il passaggio successivo è quello della realizzazione di un foro, nella zona estrema della pin leg più a contatto con il pavimento, in modo tale da permettere l’inserimento di alcuni gommini per proteggere da graffi e altri segni, sia l’arredo che la pavimentazione sulla quale sarà posto il tavolo.

Infine, sono necessarie le staffe per le mensole che sono realizzate con dei tondini metallici di risulta piegati con lo stesso metodo delle pin leg. Questi supporti devono avere dimensioni differenti in base alla mensola da portare: infatti, per quella più grande, che deve essere avvitata a due gambe, è bene realizzarne quattro più piccoli, mentre per quella più piccola, sostenuta da una sola gamba, sarà necessario realizzarne due di dimensioni maggiori.

Saldati questi supporti alle pin leg del tavolo, è ora giunto il momento di verniciare il tutto con delle bombolette spray color grigio tofu. Prima di questa fase però è bene sgrassare e pulire, con del solvente (nitro), ogni componente metallica in modo da far aderire il colore

Figura 61: Esploso del tavolino Figura 62: Tavolo completo

In questo caso esso consiste nel piegare entrambe le estremità delle gambe prima in una direzione e poi nell’altra, procedendo parallela-mente in modo tale da effettuare la piegatura, alla stessa altezza, in tutte le pin leg.

L’ultimo passaggio da effettuare prima della conclusione di questi elementi è quello del raddrizzamento delle loro estremità terminali:

esse infatti, come dai disegni tecnici presentati precedentemente, devono essere inserite nella parte laterale interna della struttura a “C” della seduta, per poi essere fissate tramite quattro viti. Per raddrizzare i terminali è sufficiente inserirli in una morsa da banco e successiva-mente, con la forza manuale, orientarli nella direzione corretta.

Una volta piegate le pin leg è possibile effettuare i fori per le viti e per l’inserimento dei gommini attraverso l’ausilio di un trapano a colonna con punta da 4,5 mm.

La struttura metallica a “C” è realizzata attraverso una calandratrice manuale appo-sitamente studiata per piegare profilati e tondini metallici. Una volta inserito il tubolare (lungo I primi componenti della seduta da realizzare

sono le pin leg che presentano una forma ad

“S” nella parte superiore: ciò rende più difficol-tosa la loro realizzazione rispetto a quelle del tavolo. Infatti, dopo il taglio a 90 cm e la piegatura a metà del tondino metallico, per generare questa “S” bisogna utilizzare una dima a tre cilindri allineati che è possibile avvitare direttamente sul piano di lavoro.

A seguito di una serie di misurazioni, è utile riportare sulle pin leg dei segni con un pennarello ad alcool che permettano di avere una certa precisione durante la piegatura delle stesse. Questi riferimenti sono molto utili per definire in maniera approssimativa i punti di piega del metallo, che comunque, nelle prime prove, potrebbero risultare non troppo precisi a causa dell’allungamento del materiale, dei raggi di curvatura generati dalla collocazione sulla dima e dell’inesperienza.

Dopo un serie di prove su alcuni tondini di risulta e una volta presa dimestichezza con questa tecnica, è possibile trovare il settaggio più consono alla realizzazione delle pin leg a

“S”.

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