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6c Tecniche Didattiche Innovative

TEAM BASED LEARNING

Il Team Based Learning (TBL) è un approccio didattico anch’esso appartenente al nutrito gruppo delle metodologie basate sull’apprendimento attivo, ideato, progettato e sperimen- tato da L. K. Michaelsen, docente di Management presso la Central Missouri State Univer- sity154. L’approccio è mutuato dalla flipped classroom e l’organizzazione generale può pre-

vedere sia fasi individuali che in piccoli gruppi. Il TBL, in quanto approccio puramente me- todologico, si può applicare a quasi tutte le discipline, anche con classi molto numerose. Il focus principale del metodo è quello di sviluppare la capacità di lavorare in team, organiz- zando attività in aula con piccoli gruppi, in tal caso attingendo dal metodo del cooperative learning. Comunicazione, problem solving, capacità di mediazione e relazione sono le soft skills maggiormente sviluppate, mentre lo studio autonomo pregresso dei contenuti teorici sviluppa la capacità di auto-apprendimento.

L’applicazione del TBL si può riassumere in tre fasi principali:

1. lo studente apprende autonomamente gli argomenti che verranno trattati in aula; 2. in aula il docente verifica quanto gli studenti hanno appreso nella fase 1 attraverso un test individuale a risposta multipla. Successivamente lo stesso test viene nuovamente somministrato agli studenti divisi in piccoli gruppi (da 4 a 7 componenti) (team readiness assurance test). Il gruppo deve raggiungere l’accordo sulla risposta da dare;

3. i gruppi devono dare soluzione a più quesiti che hanno ad oggetto dei casi, i quali, per essere risolti, richiedono l’applicazione dei concetti appresi e verificati nelle fasi 1 e 2. Per ogni quesito il docente ha predisposto più soluzioni. Al termine del confronto tra i vari componenti del gruppo, ciascun team contemporaneamente rivela la soluzione individuata al resto della classe e il docente non deve indicare subito quella corretta, al fine di incenti- vare un confronto tra i team.

154 L. Michaelsen, M. Sweet,D. Parmalee -Team-Based Learning: Small Group Learning’s Next Big Step. New Directions

92 E’ prevedibile inoltre una fase finale di valutazione peer to peer inerente il lavoro e gli stru- menti operativi adottati dai compagni di team.

Fig.6I fonte: The Essential Elements of Team-Based Learning. Adapted from Chapter 1 of Michaelsen, L., Sweet, M. & Parmalee, D. - 2009

Nella modalità più ortodossa, Michaelsen ha stabilito anche le scansioni temporali delle fasi, che tuttavia rimangono flessibili, soprattutto in funzione del livello scolastico degli stu- denti e degli argomenti da trattare.

Nel corso dell’a.a.2017/18 l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha parteci- pato a un progetto finanziato dal MIUR denominato “Progettare la didattica per compe- tenze – Competency based learning and teaching”, al fine di rafforzare l’offerta di metodi formativi avanzati e altamente professionalizzanti, nell’ottica di sviluppare solide prospet- tive occupazionali per i laureati, con l’obiettivo specifico di sviluppare le competenze tra- sversali. La scelta di una metodologia idonea è ricaduta sul TBL, declinato secondo 6 steps:

Step 1 – Prima della lezione: assegnazione di compiti di apprendimento individuale da parte del docente.

Step 2 – In classe: compilazione di un test individuale. Lo studente compila un test a risposte chiuse, con domande relative alle nozioni apprese con lo studio autonomo. Al test viene attribuito un voto.

Step 3 – In classe: compilazione del test in team. Lo stesso test compilato individualmente, viene assegnato ai team. Subito dopo il test di gruppo, viene fornito un feedback dal do- cente, che mostra immediatamente la correttezza delle risposte date. Anche le risposte al test effettuato in team contribuiscono al voto finale.

Step 4 – In classe: processo d’appello scritto. Qualora i team non dovessero condividere le risposte ritenute corrette dal docente, hanno la possibilità di ricorrere in appello, attraverso la compilazione di una scheda predefinita, in cui gli studenti indicano l’argomento sul quale hanno dei dubbi, citando fonti basate su evidenze in supporto alle proprie argomentazioni.

93 Il docente raccoglierà le schede, le valuterà e fornirà un feedback agli studenti per chiarire eventuali dubbi.

Step 5 – In classe: sessione di applicazione delle conoscenze. Agli studenti, suddivisi in team, viene proposto un caso-‐problema (uguale per tutti i team), accompagnato da quesiti a risposta chiusa o aperta. Le risposte devono essere consegnate dai diversi gruppi simul- taneamente. Laddove le risposte dovessero differire tra i diversi gruppi, ognuno di essi deve riportare agli altri le scelte effettuate e le motivazioni sottostanti.

Step 6 – In classe: valutazione tra pari. Ogni studente valuta, in forma anonima, ciascuno dei componenti del proprio team, relativamente a: livello di preparazione rispetto ai contenuti studiati autonomamente, contributo dato alle discussioni e alla risoluzione del problema, capacità di ascolto e rispetto delle idee altrui e flessibilità in caso di divergenze. Attraverso la valutazione dei pari, ogni studente riceve informazioni rispetto agli aspetti che sono stati apprezzati relativamente al contributo dato al lavoro in team e su ciò che può essere mi- gliorato. Il punteggio ottenuto dalla valutazione tra pari contribuisce alla valutazione finale.155

DEBATE

Il debate come metodo didattico ha una lunghissima storia. Lo si fa risalire al Liceo di Ari- stotele del 330 a.c. circa, per l’esercizio della dialettica. In seguito è ripreso nel medioevo come esercitazione universitaria, fino a diventare popolare nel XVII e XIX secolo in Gran Bretagna e Stati Uniti, ove assume un ruolo d acculturamento sociale i club creati apposita- mente, fino a creare , sul finire dell’800, apposite gare e campionati scolastici e universitari. Sulla fine del XX secolo ha ritrovato interesse come metodo didattico in tutta Europa e dal 2018 si svolgono in Italia le Olimpiadi Nazionali di Debate156 promosse dal MIUR.

Il Debate è un metodo didattico capace di favorire l’apprendimento in modo “autentico” e “situato”:

o autentico: gli studenti sono responsabili della costruzione dei concetti e dei ragionamenti impiegati nei loro discorsi;

o situato: lo studente apprende mediante la partecipazione attiva a uno specifico contesto.

E’ normalmente un confronto regolamentato tra squadre, su temi controversi, svolto me- diante lo scambio di argomenti e contro-argomenti di fronte a una giuria.

Il Debate promuove negli studenti le competenze di civiltà: il rispetto delle opinioni opposte alle proprie, e di coloro i quali esprimono queste opinioni, e l’appropriazione di tecniche che

155 http://www.infermierimo.unimore.it/site/home/didattica/metodologie-didattiche/articolo210040392.html 156 https://www.debateitalia.it/

94 conducono a pensare criticamente e a presentare in modo argomentato le proprie posi- zioni157.

STORYTELLING

Lo storytelling è una pratica didattica che si potrebbe definire antica e sicuramente consoli- data. Viene considerata efficace ai fini dell'apprendimento perché l’inserimento di una spie- gazione all’interno di una “storia” è più facile da capire e ricordare, perché si avvale delle stesse strategie che gli esseri umani usano per dare significato a quanto hanno intorno, e perché mantiene sullo stesso piano il linguaggio quotidiano e il linguaggio proprio discipli- nare. L'utilizzo didattico dello storytelling comprende una prima parte in cui si impara la grammatica delle narrative, e una seconda che prevede la creazione di storie come stru- mento per lo sviluppo di nuove competenze.

Al cambiare delle tecnologie sono cambiati i mezzi di comunicazione e di coinvolgimento e lo storytelling è stato virato in Digital Storytelling, tuttavia rimane inalterata l’enfasi emotiva e narrativa che presenta raccogliendo indubbio favore fra gli ascoltatori-discenti.

A questa pratica, recentemente riscoperta e formalizzata come metodologia didattica, è stato dedicato il Centro di ricerca “Metaphor and Narrative in Science Imaginative Approa- ches to Learning and Communication (MANIS)”, costituitosi presso il Dipartimento di Edu- cazione e Scienze Umane di UNIMORE nel dicembre 2016. Il Centro persegue la sua finalità attraverso attività che integrano le indagini teoriche con la produzione e la sperimentazione di concreti percorsi didattici o, più in generale, di iniziative di comunicazione scientifica, an- che in vista di una feconda sinergia tra cultura umanistica e cultura scientifica158.