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3.4 Fotogrammetria digitale terrestre

3.4.2 Tecniche e metodologie di presa – La Rocca

Le foto devono essere scattate utilizzando le impostazioni automatiche della fotocamera, possibilmente senza modificare l’apertura dell’obiettivo o dell’oculare, e senza cambiare lo zoom, lasciando sempre il valore minimo di distanza, cioè lo zoom più basso.

Gli scatti devono essere fatti utilizzando un cavalletto, in modo da avere un’altezza fissa e in modo che le immagini siano il meno mosse possibili,

Fig 3.17 Serie di scatti della Rocca di Reggiolo, lato Est e Nord, per la successifa elaborazione fotogrammetrica.

si scattano poi le foto all’oggetto interessato restando paralleli ad esso, muovendosi di un passo alla volta, cercando di scattare quasi sempre la stessa foto, (sovrapposizione del 70% fra una foto e l’altra) e così facendo si copre tutta l’estensione dell’oggetto interessato, fotografando sempre strisce ad una diversa quota dell’edificio, dal suolo fino alla cima.

Nel caso specifico si è programmato di raccogliere circa 500 foto per ogni sessione di rilievo, impiegando circa 3 ore per questa mole di lavoro, ripetendo il tutto per 6/7 volte, in modo da coprire adeguatamente sia l’area interna che quella esterna della Rocca.

Particolare accorgimento va posto alle foto della parte superiore dell’edificio, dove può comparire il cielo, e dove l’inclinazione di scatto e di presa dell’immagine è elevata, in quanto potrebbe rendere, a livello di elaborazione successiva, di difficile riconoscimento il confine tra struttura e ambiente circostante.

Ostacoli intermedi come, alberi, persone, macchine, possono interferire con le operazioni di scatto dell’immagine andando a “sporcare” la nuvola di punti, quindi occorre fare scatti il più puliti possibile oppure si possono eliminare questi disturbi dopo, anche se ciò richiede molto lavoro.

Superfici riflettenti, vetri e acqua possono creare ulteriore disturbo all’allineamento delle immagini, le foto devono essere prese ad alta risoluzione, facendo in modo che la prima scattata combaci quasi con l’ultima, in modo da creare uno schema quasi lineare della sequenza di scatto, chiudendo una sorta di cerchio che circondi l’oggetto da rilevare.

Nel caso di studio in esame, la Rocca di Reggiolo, particolari problemi si sono riscontrati con la presenza della recinzione di cantiere che essendo semitrasparente è stata in molti punti confusa con la superficie delle’edificio, “fondendola” con il materiale delle pareti, oppure negli spigoli

si sono creati dei bordi inesistenti dovuti alla notevole somiglianza della tessitura in mattoni, di oggetti posti su piani differenti ma apparentemente complanari nel singolo scatto.

Altri problemi si sono riscontrati con la presenza di piante molto vicine alla struttura, che sono state riconosciute durante l’allineamento delle foto come punti appartenenti alla struttura, e dalla presenza del cielo in molte foto che ha creato molto disturbo sulla sommità delle mura e delle torri.

Nel caso di studio in particolare essendo le mura esterne chiuse a formare un quadrato, con solo due aperture verso l’esterno, è stato relativamente facile chiudere la nuvola di punti, che quindi racchiude il guscio della struttura, più foto si prendono, più la nuvola di punti può essere fitta e più dettagli si possono raccogliere.

Conviene scattare le immagini in momenti in cui le ombre, del sole o di altre fonti luminose, cambiano relativamente poco nel tempo, perché i colori diversi, dovuti alla diversa esposizione alla luce, possono arrecare non pochi problemi all’allineamento, e mentre si scattano le foto il tempo scorre e la luce può cambiare molto, e conviene sempre seguire percorsi a terra senza soluzione di continuità, in modo da avere un ordine preciso di scatto.

Giornate nuvolose sarebbero ottimali per i rilievi fotogrammetrici, nessuna ombra propria o portata ma solo luce diffusa nell’ambiente, anche se la pioggia può disturbare la riflessione degli oggetti, inficiando il lavoro di allineamento delle immagini da parte del software.

Nel caso di studio in esame, le scansioni fotogrammetriche sono state fatte sempre in giornate quasi del tutto serene, con ottima illuminazione, con il problema delle ombre portate e dirette che cambiavano rapidamente,

le difficoltà maggiori si sono riscontrate nel trovare punti in comune per poter allineare le foto fatte dell’interno della Rocca con le foto fatte dell’esterno, perché da dentro non si vede il fuori e viceversa, gli unici punti di collegamento sono le due porte, una sul lato nord e una sul lato sud, che però sono piccole e decisamente al buio, rendendo di difficile collegamento i due nuclei e le due nuvole di punti.

La torre che si erge dalle mura di almeno il doppio della loro altezza, è un altro possibile punto di collegamento, in quanto è visibile sia da fuori che da dentro le mura, anche se nella zona interna, essendo molto vicina alle mura stesse, le foto scattate ad essa risultando molto inclinate, riducendo il livello di dettaglio delle immagini, e riducendo anche la densità dei punti nella nuvola stessa.

La presenza della recinzione tutto attorno all’edificio ad una distanza variabile tra i 4 e i 15 m da esso, ha reso molto difficile la raccolta delle immagini, in quanto non era possibile passare sopra alla recinzione, e dall’interno spesso ci si trovava troppo addossati all’edificio, questo ha reso necessario una raccolta di immagini più massiccia e dettagliata, in modo da avere un copertura quasi totale dell’involucro, sia interno che esterno.

È opportuno utilizzare sempre la stessa macchina fotografica per scattare le fotografie, in modo da avere meno problemi durante l’allineamento, anche se il software permette di registrare il settaggio delle lenti di ogni singolo apparecchio fotografico in modo da compensare le differenze tra una macchina e l’altra nel caso che se ne utilizzi più di una.

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