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7. Risultati

7.1. Temi emersi

Storia famigliare

Sei partecipanti su sei hanno condiviso delle informazioni riguardanti la storia famigliare, quali la presenza o meno dei genitori in Svizzera e gli spostamenti annuali fatti per visitare i propri cari. Di loro cinque partecipanti hanno affermato di avere la propria famiglia, in particolare i genitori, nel paese di origine (I1, I2, I3, I4, I6), mentre una sola ha riferito di essere legata al suo paese unicamente a causa della sua famiglia di origine che si trova “lì”. Cinque partecipanti affermano di ritornare nel loro paese di origine per visitare la loro famiglia (I1, I3, I4, I5, I6), una partecipante afferma di non poterlo fare per questioni relative ai permessi (I2). Solo due partecipanti hanno descritto di aver accolto i loro genitori in Svizzera qualche volta (I2, I6).

Aderenza terapeutica Cultura

Risoluzione dei problemi: in merito alla concezione basata sul risolvere le problematiche presenti durante il pre, peri, post-parto e la crescita del bambino, per cinque su sei delle partecipanti è culturalmente abitudinario ricercare aiuto dai genitori o da altri membri della famiglia (I1, I2, I3, I4, I6). Solo una partecipante non ha menzionato questo fatto (I5). In un’intervista viene inoltre esplicitata la presenza dei genitori e dei famigliari all’interno della stessa abitazione come abitudine nel proprio paese di origine (I1).

Palliazione del dolore durante il parto: soltanto tre partecipanti hanno riferito delle concezioni presenti nella propria cultura in merito alla palliazione del dolore e del ruolo materno (I1, I2, I5). Nei paesi di quest’ultime l’attenuazione del dolore attraverso la l’epidurale non è abituale (I1, I5) mentre in una viene esplicitato la mancanza di intervento per la gestione di quest’ultimo (I2). In un’altra l’utilizzo di analgesici durante il parto non è concepito positivamente dai curanti, che rinnegano il ruolo di madre alla donna (I1). Alimentazione e usanze: sei delle partecipanti hanno descritto le usanze della propria cultura riguardanti la crescita del bimbo (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Si può notare una concezione culturale di alimentazione basata sul latte durante i primi mesi, per poi passare allo svezzamento graduale (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Una differenza è possibile osservarla all’interno della prima intervista (I1) riguardo all’ideazione di non dare il latte dopo i pasti e alla mancata assunzione di carne di manzo durante l’inizio dello svezzamento. Nella quarta intervista (I4) una differenza è osservabile nell’assunzione di mandorle e noci a partire dai sei mesi e di tisane fin dalla nascita del bambino. Nella quinta intervista (I5) in caso di povertà vengono forniti al bambino alimenti che si trovano nelle abitazioni e non idonei per un neonato. In merito allo svezzamento, nella sesta intervista (I6) emerge

come esso si inizi con la frutta. In tre delle partecipanti viene esplicitato l’usanza culturale di dare il seno al bambino quando piange per riuscire a calmarlo (I1, I3, I4).

Ruolo di una donna nella gestione della casa e dei bambini: quattro persone hanno descritto la concezione del ruolo della donna nel paese di origine (I1, I2, I3, I4). Tutte descrivono la concezione culturale del ruolo della donna come consacrato alla casa e alla cura dei bambini (I1, I2, I3, I4) in due interviste la questione non viene citata (I5, I6). Genitorialità e normalità: quattro delle partecipanti hanno citato informazioni in merito alla genitorialità e normalità concepita dalla propria cultura (I1, I2, I4, I5). I temi emersi riguardano la giovane età delle spose (I1, I2), la giovane età delle madri (I1, I4, I5), la famiglia numerosa (I1), la mancanza di responsabilità da parte dei genitori (I5), la conoscenza della crescita e della gestione maggiore da parte della donna rispetto all’uomo (I2, I4).

Aiuto e sensibilità dei curanti e del sistema sanitario pre-peri-post parto: sei partecipanti su sei hanno descritto dei contenuti riguardanti l’aiuto e la sensibilità da parte dei curanti nel settore sanitario (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Una partecipante descrive la poca attenzione da parte dei curanti (I1), mentre un’altra in aggiunta descrive la fluttuazione dell’attenzione data in base alla mancia e la mancanza d’igiene e di preparazione alle cure (I5). Il tema rincorrente riguarda la necessita di spostarsi fuori casa per avere delle cure e dei controlli (I1, I2, I3. I4, I5, I6), con un’assenza delle levatrici o infermiere che arrivano a casa regolarmente dopo il parto (I1, I2, I3, I5, I6). Due riferisce la presenza di una dottoressa o di un pediatra dopo il parto al domicilio per un massimo di tre visite (I1, I3). In seguito, due partecipanti riportano il mancato accompagnamento di persone affette da disturbi psicologici e il riconoscimento delle problematiche stesse (I4, I6). Una partecipante descrive, infine, la mancanza di considerazione rispetto all’opinione dei genitori (I 6). Religione: cinque partecipanti hanno menzionato l’importanza della religione nella loro vita, in particolare una partecipante ha descritto il battesimo come un momento molto importante per poter superare il trauma della propria bambina morta (I6), mentre un’altra ha descritto l’importanza di Dio per superare una situazione difficile (I4).

Significato di salute e malattia

Alcune partecipanti hanno menzionato il significato che pongono al bambino sano esprimendo alcune caratteristiche quali la similitudine del significato presente nel nostro paese (I1), la corporatura in termini di peso del neonato pari ad almeno quattro chili (I1), la normalità del pianto del neonato (I2), la salute indipendente da fattori terapeutici quali l’assunzione di pastiglie o la mancanza di linfonodi (I3) e la prematurità del neonato (I6). Inoltre ci sono anche aspetti quali il numero ridotto di visite all’ospedale (I3), la normalità della perdita in caso di gravidanze gemellari (I4), la presenza in stanza del neonato con la madre subito dopo il parto (I6) ed infine la normalità di una deflessione dell’umore a seguito di una perdita (I6).

Quotidiano

Attività casalinghe: tutte e sei le partecipanti descrivono il loro quotidiano come in maggior parte correlato alle faccende domestiche e alla cura del proprio bambino (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Una partecipante comunica di essersi licenziata per potersi occupare a tempo pieno della sua bambina (I6), un'altra riferisce di occuparsi parzialmente dei figli in quanto saltuariamente si reca al lavoro (I5) ed infine una terza riferisce di occuparsi professionalmente dei figli di altri svolgendo la mansione di mamma diurna (I4).

Aiuto da parte del marito: quattro mamme su sei hanno descritto il ruolo occupato dal proprio marito, descrivendo un aiuto da parte di quest’ultimo riguardo alla gestione del bambino (I2, I4, I5, I6) ed alcune faccende domestiche (I6).

Maternità e genitorialità

Esperienze precedenti di genitorialità: tutte le partecipanti hanno descritto il loro vissuto riguardo alle precedenti esperienze di genitorialità. Due partecipanti hanno potuto destreggiarsi nel mondo del babysitting (I1, I4), una delle quali ha lavorato per alcuni anni in un asilo (I4). Altre tre partecipanti avevano già avuto figli precedentemente (I1, I3, I5) ed infine tre partecipanti si sono descritte come senza esperienza anteriore correlata al ruolo genitoriale prima del primo figlio (I2, I4, I6).

Esperienza personale di madre durante la gravidanza: cinque partecipanti su sei hanno descritto le proprie esperienze durante la gravidanza (I2, I3, I4, I5, I6). Due partecipanti hanno descritto la loro gravidanza come stressante (I3, I5), di cui una la descrive anche come “tossica” (I5). Due partecipanti hanno descritto delle gravidanze problematiche con perdite di sangue (I6), infezioni contratte (I5) e problematiche ginecologiche (I6), mentre altre partecipanti hanno avuto molteplici aborti (I3, I4) o delle perdite di figli a pochi giorni dalla nascita (I6). Una partecipante ha descritto la sua gravidanza in maniera positiva e gestita grazie all’aiuto della levatrice e dei famigliari in merito a problematiche relative ai dolori e al massaggio della pancia (I2). Infine la prima intervistata non si esprime in merito ad eventuali vissuti durante la gravidanza (I1).

Esperienza personale di madre: ritroviamo in questo sotto tema argomenti relativi a vissuti positivi, difficoltà incontrate, numeri di figli avuti, pianificazione della gravidanza e desiderio di maternità.

Vissuti positivi: quattro partecipanti su sei hanno rapportato dei vissuti positivi in merito all’esperienza di madre (I1, I2, I3, I6), descrivendo l‘assenza di problematiche (I1, I2, I3, I6) e la fortuna avuta in correlazione al fatto (I1, I2). Alcune intervistate descrivono la tranquillità del figlio (I3, I6). In altre interviste viene esplicitata la felicità di aver avuto un bambino (I2, I4), definendolo anche come un bel regalo (I6). Una partecipante riferisce di essere riuscita ad allattare fino ad un anno e mezzo, alludendo ad una percezione positiva dell’atto (I2). Infine una di loro non esprime nessun aspetto positivo (I5).

Difficoltà incontrate: cinque partecipanti su sei hanno riportato delle esperienze negative nella loro esperienza genitoriale (I2, I3, I4, I5, I6). Molte più esperienze negative sono state descritte rispetto alle esperienze positive (vedi Allegato 4: Analisi tematica, confronto con Vissuti positivi e Difficoltà riscontrate). Due mamme hanno descritto di aver avuto dei problemi a causa della solitudine e della lontananza dei famigliari (I2, I 6), due hanno raccontato di aver passato un periodo di depressione post partum o babyblues (I4, I5) ed una partecipante ha descritto dolori personali dopo il parto (I2). In merito ad altre problematiche una madre ha esplicitato la mancanza di prontezza nel gestire un secondo figlio (I5), un’altra esprime di aver presentato paure correlate alle esperienze negative precedenti nelle quali due figlie sono morte prematuramente (I6), una terza esprime paure relative al fare male al bambino (I4) ed infine una esplicita difficoltà nella gestione del quotidiano (I5). In un’intervista emerge la difficoltà nel sopportare il pianto del bambino, definito molto pesante (I2). Altre mamme hanno dichiarato problematiche relative a patologie (I3), disturbi intestinali, del sonno e linguistici del bambino (I5) o alla mancanza di conoscenze in merito allo svezzamento (I6).

Numero figli avuti: tutte le mamme hanno descritto il numero di figli avuti. Cinque di esse avevano già avuto un figlio prima del piccolo attuale (I1, I3, I4, I5, I6), mentre una riferisce

di essere alla prima esperienza (I2). Un’intervistata, a causa della morte prematura delle prime due figlie, si confronta con la prima volta in cui cresce un bambino (I6).

Desiderio di avere un figlio: sei partecipanti hanno descritto il loro vissuto riguardo al desiderio di avere il figlio. Tre mamme non hanno pianificato la nascita del proprio figlio (I1, I5, I6). In generale tutte le mamme sono contente di aver avuto il proprio figlio, una riferisce di averne sempre voluti avere (I4), una lo considera un dono di Dio (I3) ed un’altra un bel regalo desiderato (I6). Una mamma ne vorrebbe altri (I2), una al momento non ne vorrebbe ma riferisce che la decisione potrebbe cambiare in futuro (I6).

Concezione di maternità: tutte le partecipanti hanno descritto la loro concezione del significato di diventare mamma. Per una partecipante la maternità è descritta in modo positivo (I1). Una seconda intervistata riferisce di essere pronta già in precedenza a diventare mamma (I2). Una terza partecipante connota la maternità come un dono di Dio (I3). La quarta intervistata la descrive come il vero amore, insostituibile e imperdibile (I4). La quinta intervistata pone importanza all’atto di allattare e concepisce scorretto smettere prematuramente (I5). L’ultima dona alla maternità caratteristiche proprie quali l’allattamento, l’igiene del bambino, la cura del bambino e l’affetto donato, comprendendo anche l’aspetto empatico della mamma nei confronti del bambino (I6).

Conoscenza della patologia e della crescita e gestione corretta del bimbo

Gestione dell’alimentazione, del sonno e della crescita del bambino: cinque partecipanti su sei hanno mostrato di avere una certa conoscenza in merito alla gestione della crescita del bambino (I1, I2, I4, I5, I6). Una non cita l’argomento ma riferisce di ricordarsi come fare grazie all’esperienza del figlio precedente (I5). I temi emersi sono correlati a test d’intolleranze/allergie (I1), alla quantità latte somministrato e all’allattamento (I1, I2, I4), al sonno (I5), al linguaggio (I5), allo sviluppo motorio (I1) e allo svezzamento (I6). Conoscenza patologie e problematiche in generale: cinque partecipanti hanno mostrato una certa conoscenza in merito a diverse problematiche legate ad esempio alla gravidanza, a patologie o disturbi dei bambini e a patologie generali (I2, I3, I4, I5, I6). Nel dettaglio i temi riguardano le gravidanze gemellari (I4), la maturazione degli organi dei neonati (I6), la depressione post partum (I4, I5), la mastite (I5), le patologie anatomiche tiroidee (I6), l’anemia (I2), il distacco placentare (I5), i ritardi nello sviluppo linguistico (I5), le patologie intestinali (I6), il raffreddore (I6) e l’incompetenza del collo dell’utero con rispettiva cura relativa al cerchiaggio (I6)

Health literacy: cinque partecipanti hanno mostrato un livello medio-scarso di alfabetizzazione sanitaria (I1, I2, I3, I4, I5). Una di esse ha mostrato una conoscenza lievemente maggiore dovuta ai vissuti antecedenti e alla professione in ambito sanitario (I6). Alcune di loro esprimono o mostrano la difficoltà linguistica riscontrata soprattutto all’arrivo in questo paese (I2, I3, I4, I5, I6).

Suggerimenti e trattamento

Suggerimenti seguiti: tutte e sei le partecipanti hanno descritto la loro attitudine nel seguire consigli dati dai diversi sanitari. I consigli seguiti riguardano diversi temi, il più seguito riguarda l’allattamento (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Vi sono inoltre l’alimentazione e le allergie (I1, I2, I3, I4, I6), la gestione del sonno del bambino (I1, I4, I5), l’igiene del bambino (I2, I6), le cure di problematiche del bambino quali l’ittero (I3), il raffreddore (I6) e i problemi linguistici (I5). Vi sono anche suggerimenti relativi alla cura di problematiche post partum ginecologiche quali la gestione della ferita (I2) e la mastite (I5). Infine sono stati elargiti anche consigli sulla gestione delle emozioni (I2) e sull’adesione al consultorio

(I1, I6). I curanti che hanno dato i consigli sono soprattutto le levatrici (I1, I2, I4, I5, I6), le infermiere (I1, I3, I5, I6), i dottori /pediatri (I2, I3, I5).

Aderenza dei consigli forniti dai curanti in Svizzera e motivazioni: all’interno del sotto capitolo sono indagati la presente aderenza o la non aderenza con correlate motivazioni. Aderenza presente: rispetto alle non aderenze, gli accenni riguardante l’aderenza presente sono maggiori (vedi Allegato 4: Analisi tematica confronto coni Aderenza presente e Non aderenza). Diverse motivazioni sono citate, ad esempio la mancanza di conoscenza riguardo il funzionamento di una corretta gestione del bambino (I1, I3, I6), la buona relazione medico-paziente (I1, I2, I5), l’adattamento della comunicazione in funzione della comprensione della persona (I2, I4), l’utilità percepita dei consigli (I1, I4, I5, I6), i risultati positivi ottenuti nell’aderenza al suggerimento (I1, I5), i risultati negativi ottenuti dalla non aderenza (I4), la comodità (I1), la fiducia (I6, I2), similitudine con le credenze (I1, I6), l’esecuzione di educazione terapeutica (I4), il riconoscimento del ruolo di curante come superiore (I3).

Non aderenza: tre persone hanno citato delle motivazioni per cui non hanno seguito i consigli (I1, I3, I4). Tali motivazioni sono relativa alla preferenza dei consigli della madre (I1), il ricordo delle esperienze precedenti (I3), la percezione di inutilità di un accompagnamento (I3), l’assenza della levatrice dovuta alla malattia (I3), la mancata fiducia nel trattamento (I4).

Aderenza a lungo termine e trasmissione: tre partecipanti su sei hanno descritto il desiderio di continuare ad aderire al programma (I1, I5, I6) e la volontà di trasmettere l’informazione appresa (I1, I4). Una mamma intervistata riferisce di non aver più chiesto l’intervento del consultorio in quanto dopo due anni di adesione non ha più avuto problematiche (I2). Una altra riferisce la volontà di rimanere aggiornati (I1) e la soddisfazione percepita nel continuare a frequentare il servizio (I1).

Attualità

Attualità e prospettive future: sono emerse diverse preoccupazioni riguardanti il futuro, esse riguardano la crescita adeguata (I4), il sonno (I5) e gli interventi pro-gravidanza (I6). In un’intervista la madre riferisce la consapevolezza che vi saranno sempre paure relative alla crescita del bambino (I6).

Tematiche di nuova insorgenza

Diversi temi che esulano dalle linee guida iniziali sono emersi durante le interviste, essi verranno ripresi qui di seguito.

Motivo della scelta migratoria: differenti motivi emergono a seconda delle partecipanti, essi possono riguardare motivazioni di carattere professionale (I1, I3), il ricongiungimento famigliare (I5, I6) e problematiche correlati a guerra e pericoli (I2, I4).

Storia sociopolitica del paese di origine: due persone su sei hanno descritto negativamente la situazione sociopolitica del proprio paese (I4, I5), descrivendolo come sempre in guerra, con pericoli, con obblighi e mancanza di diritti e di autodeterminazione (I4), oppure povero, senza aiuti finanziari o sanitari e con molta criminalità (I5).

Trauma: quattro persone hanno descritto un forte impatto di alcune esperienze negative vissute (I2, I4, I5, I6). Una forte motivazione al malessere è il sentimento di solitudine che ha colpito le partecipanti al momento dell’arrivo in un altro paese senza la propria famiglia (I2, I4, I6). Una partecipante riferisce la percezione di isolamento sociale dovuto alla mancanza della conoscenza linguistica (I4). Emergono inoltre motivazioni correlate a lutti

(I4, I 6), a sofferenza dopo la fuga da un paese in guerra (I4), a traumi durante la gravidanza o il parto, dovuti ad un evento che ha causato il pericolo di morte (I5).

Esperienza nel luogo di accoglienza:

Tempo di permanenza in Svizzera: tutte le partecipanti sono in Svizzera da tanti anni, alcune intervistate sono qui da otto anni (I2, I4, I5), altre da sette (I3, I6) ed un’ultima da undici anni (I1).

Esperienze di parto: la maggior parte delle partecipanti ha partorito in Svizzera (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Un partecipante ha avuto un figlio in precedenza nel paese di origine (I3). Confronto con la cultura di accoglienza e integrazione

Similitudini con paese di origine: cinque partecipanti hanno accennato a delle similitudini tra il loro paese di origine e quello di accoglienza (I1, I2, I3, I4, I6). Le similitudini riguardano l’alimentazione (I1, I2, I3), le medicine (I2), il parto (I2, I3, I4), l’aiuto della levatrice durante il parto (I4), il sonno (I4, I6) e la crescita corretta del bambino (I3). Differenze con paese di origine: tutte le partecipanti hanno riportato delle differenze tra il paese di accoglienza e il loro paese di origine che riguardano molteplici ambiti. Le differenze sembrano essere maggiori rispetto alle similitudini (vedi Allegato 4: Analisi tematica, confronto tra Similitudini paese di origine e Differenze con paese di origine). Esse riguardano ad esempio la mancanza di un servizio simil Consultorio o la presenza di levatrici al domicilio (I1, I2, I3, I4, I5, I6), l’alimentazione (I1, I3, I4), l’allattamento (I1), il sonno (I1), la concezione di maternità (I1, I4, I5, I6), l’aiuto famigliare come prima scelta per gestire le problematiche e il bambino (I1, I4), la concezione di matrimonio (I1, I2, I4), la mancata presa a carico psicologica (I4, I6), la mancanza di relazione di confidenza con il curante (I6) e la mancanza di sensibilità da parte di quest’ultimo (I2, I6), la mancanza di igiene negli ospedali (I5), l’assenza della palliazione del dolore durante il parto (I1, I5), il pessimo servizio sanitario presente (I3, I4), l’obbligo di eseguire vaccini (I6), la presenza di stipendi ridotti (I5) e la mancanza di aiuti finanziari adeguati (I5). Inoltre vi è la differenza linguistica (I1, I2, I3, I4, I5, I6), la mancanza di diritti e autodeterminazione per le donne (I4) ed un sistema scolastico inefficiente (I5).

Integrazione con paese di accoglienza: il tema principale che emerge è la differenza linguistica. Più partecipanti riferiscono di parlare la propria lingua di origine al domicilio con il figlio (I1, I2, I3, I4, I6). Alcune di queste famiglie insegnano comunque l’italiano ai figli per migliorare la loro integrazione (I1, I2, I4), due aiutandosi con l’uso dei cartoni animati (I2, I4). Un’intervistata ha in programma l’insegnamento della lingua italiana in futuro al figlio (I3) ed una, invece, non parla la propria lingua di origine (I5). Un altro tema indice d’integrazione riguarda l’alimentazione (I1, I2) e l’adattamento al luogo di accoglienza e alle sue abitudini (I1, I5, I6).

Rete sociale

Rete sociale: sei partecipanti su sei hanno fatto riferimento ad una rete sociale, composta in generale da amici, colleghi, parenti, paesani e dal marito (I1, I2, I3, I4, I5, I6)

Sostegni prossimali: tutte le partecipanti hanno fatto riferimento alla presenza di sostegni prossimali nel momento del bisogno, quali amiche (I2, I6), levatrici, infermiere (I1, I2, I5, I6), psicologo (I4), genitori (I2, I5, I6), marito (I2, I3, I4, I5, I6) e parenti acquisiti (I3). Il sostengo è presente soprattutto nei primi mesi dopo il parto e risulta essere di tipo informazionale, pratico ed emotivo.

Sostegni distali: un’intervistata riferisce di aver ottenuto aiuto da parte della propria mamma telefonicamente (I2).

Ruolo professionale e formazione

Formazioni scolastiche: 4 partecipanti su sei hanno usufruito di formazioni (I2, I4, I5, I6). Una di esse ha frequentato il pretirocinio di integrazione (I2) ed in seguito una scuola di aiuto sarta (I2). Un’altra ha partecipato ad un corso di italiano (I4), una ha frequentato la scuola di assistente di cura (I6) eseguendo anche una formazione con la Croce Rossa (I6). Un’intervistata non ha potuto concludere le scuole nel suo paese di origine (I5). Infine una partecipante non si è espressa in merito (I3).

Ruolo professionale: tutte le partecipanti hanno lavorato in passato, ma la maggior parte ha lasciato il lavoro per prendersi cura dei bimbi e della famiglia (I1, I2, I3, I6). Due partecipanti lavorano, di cui una al domicilio (I4) ed una, a percentuale ridotta, in un bar (I5). Alcune vorrebbero riprendere un’attività lavorativa (I2).

Locus of control: tutte e sei le partecipanti hanno descritto delle attitudini che utilizzano per risolvere le problematiche e che potrebbero aiutare ad individuare il locus of control personale (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Quattro partecipanti seguono alla lettera i consigli dati, in modo molto preciso (I1, I2, I5, I6), una dichiara di aver seguito i consigli del medico con il primo figlio avuto nel paese di origine (I3). Tre partecipanti affermano di fare solitamente a modo loro senza richiedere aiuto (I2, I3, I4). Tre dichiarano di chiedere prima al curante (I2, I4, I5), una di loro segue il consiglio solo se si trova in accordo con quanto suggerito (I2), mentre un’altra lo segue ma se non funziona avvisa i curanti prima di smettere (I1). Un’intervistata riferisce di essere consapevole che la situazione dipende anche da sé stessi (I5), mentre un’altra presenta credenze legate al destino di cui poi cambia la percezione (I4).

Rappresentazione del curante, delle associazioni e del sistema sanitario:

Rappresentazione dei curanti: tale sotto capitolo comprende molteplici motivazioni che influiscono sulla valutazione del curante.

Competenza: cinque partecipanti hanno fatto riferimento alla competenza per descrivere i curanti dei quali avevano seguito i consigli (I1, I2, I3, I5, I6). Emergono competenze formative (I2, I3, I5, I6), pratiche (I5, I6) e di accompagnamento (I1).

Affidabilità: quattro partecipanti hanno riferito di avere fiducia nel curante (I1, I2, I5, I6). Attitudine e sensibilità: cinque partecipanti hanno descritto l’attitudine dei curanti nel prendersi a carico dei pazienti (I2, I3, I4, I5, I6). Un’intervistata descrive i curanti come gentili (I2), una come rispettosi (I6) ed una terza pone importanza all’ospitalità (I3). Un riferimento importante è associato all’umanità dei curanti o al sentimento di umanità innescato in loro grazie a questi ultimi (I4, I6). Due intervistate confidano di aver gradito la sensibilità del curante nel preoccuparsi anche per il loro stato psicologico (I5, I6), una riferisce anche di aver apprezzato il sostegno e l’aiuto ricevuto durante il lutto (I6). Un’intervistata esprime l’apprezzamento del riconoscimento del legame di fiducia e il trattamento ricevuto come “pari” anche in contesti non ospedalieri (I6).

Empatia: una madre cita la condivisione di esperienze simili tra curante e paziente (I6). Disponibilità: tutte partecipanti hanno riferito l’importanza della disponibilità dei curanti e dei servizi nel momento del bisogno (I1, I2, I3, I4, I5, I6). Tale disponibilità si differenzia in quella di tempo (I1, I5), di accessibilità e reperibilità (I2, I4, I5, I6), di appoggio e di accompagnamento (I2, I5, I6), nel rispiegare le cose (I2) e nel reperire altri servizi (es. interpretariato) (I6) soprattutto in caso di problemi linguistici. Infine vi è la disponibilità di ascolto (I5).

Legame: una persona ha fatto riferimento al mantenimento dei contatti e alla creazione di un legame affettivo col personale curante al di fuori del contesto ospedaliero (I6). Affinità: due intervistate riferiscono l’affinità percepita con il personale curante (I5, I6) Diverse caratteristiche sono state trattate dalle partecipanti al fine di descrivere la rappresentazione che si fanno dei loro curanti. Le caratteristiche citate maggiormente sono state la disponibilità, l’attitudine e la sensibilità e la competenza.

Rappresentazione associazioni: tre intervistate riferiscono una percezione positiva nei confronti dei servizi reputati disponibili in caso di bisogno (I1, I2), disponibili ad arrivare al domicilio (I2) e di grande sostegno morale e pratico (I6).

Rappresentazione sistema sanitario: tutte le partecipanti hanno condiviso opinioni