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Tempi verbali nella conclusione tesi

Fatti al tempo presente: L’azienda X al momento non ha una visione e una missione predefinita.

Inoltre, l’azienda non usa regolarmente i social media per promuovere la vendita dei propri prodotti.

Ricerche al tempo passato prossimo: La ricerca ha preso in esame il tipo di visione e missione dell’azienda X […] I risultati hanno mostrato che l’azienda X … […] I ricercatori hanno anche analizzato …

La lunghezza consigliata per la conclusione della tesi si aggira tra le 200 e le 400 parole. Presta attenzione a questi consigli:

• La tua ricerca mira a valutare un’ipotesi, invece che rispondere a domande ben precise? Indica se tale ipotesi sia stata supportata o meno.

• Non fornire informazioni nuove nella conclusione. Qualsiasi nuova informazione va indicata nei capitoli precedenti.

• Nella conclusione non fornire esempi, dovresti averli già inseriti precedentemente. Se ad esempio concludi affermando che la crisi finanziaria ha influenzato negativamente le entrate delle

banche, non dovresti inserire l’esempio della “banca XYZ che ha avuto il 20% di entrate in meno nel 2009 rispetto al 2007”.

3.15.2 Interpretazione dei risultati

In questa sezione dimostra la validità del tuo studio, discutendone i risultati e indicando se ha rispettato o meno le tue aspettative. È importante che questo passaggio venga svolto in modo chiaro e dettagliato. Le aspettative possono scaturire da studi approfonditi sull’argomento o da considerazioni personali. In ogni caso, è necessario tirare le redini degli argomenti spiegati nei primi capitoli (introduzione, motivazione, quadro teorico e domande o ipotesi).

Le vostre scoperte hanno portato a nuovi o differenti punti di vista su un argomento già conosciuto? Qui potete elaborare tutte le possibilità: cosa si è dimostrato, di preciso, nella vostra tesi? Cercate di spiegare questi passaggi da un punto di vista oggettivo.

3.15.3 Limitazioni del tuo studio

Nella conclusione tesi è importante presentare anche le limitazioni della tua ricerca. Descrivete quali osservazioni basate sui risultati possono essere fatte, sempre tenendo un tono consultivo.

Se possono essere fatte alcune considerazioni a margine della ricerca o vi siete imbattuti in alcune limitazioni durante la stesura, possono aiutare il lettore a comprendere meglio i risultati ottenuti. Menzionatele nella conclusione tesi, ma spiegate come questi fattori possono essere migliorati in successivi studi. Fate attenzione a non denigrare l’intero progetto di ricerca; non dovete fornire una lista degli errori commessi.

3.15.4 Raccomandazioni per studi futuri

La conclusione della tesi termina spesso con dei suggerimenti e raccomandazioni per possibili studi futuri. Come possono altri ricercatori sfruttare e utilizzare il vostro studio? Non cadete mai in qualcosa di generalizzato, come ad esempio “vi sono ancora molte ricerche da effettuare nel campo”. Non fornire una lista di ciò che gli altri dovrebbero cercare per completare il tuo studio; esprimi piuttosto dei suggerimenti per possibili studi futuri, separati ma in risposta al tuo.

3.15.5 Checklist conclusione tesi

È stata fornita una risposta a tutte le domande della ricerca.

È stata data una risposta alla domanda/tema centrale del problema.

Le ipotesi sono state confermate o rifiutate.

È stato usato il tempo verbale corretto.

Non sono state date interpretazioni personali.

Non sono state inserite nuove informazioni.

Non sono stati utilizzati esempi.

Non sono state inserite informazioni estranee all’argomento.

Non è stato fatto un copia/incolla di vari passaggi precedenti.

Non è stata usata la prima persona.*

La validità della ricerca è dimostrata.

Vengono discusse nuove idee.

Vengono discussi i limiti della ricerca.

È indicato se le aspettative erano giustificate.

Vengono discusse le possibili cause e conseguenze dei risultati.

Si suggeriscono possibili spunti per studi successivi.

Le proprie interpretazioni vengono incluse nella discussione.

Non proporre suggerimenti per studi futuri se troppo vaghi.

* L’uso della prima persona viene considerato incorretto in alcuni campi di studio, ma è accettato in altri Verifica se l’uso della prima persona è ritenuto appropriato dal tuo corso di studi e dai relatori. Spesso si consiglia di riservarlo esclusivamente alla Prefazione. Vuoi saperne di più sull’argomento?

3.16 SUGGERIMENTI / PIANO CONSULTIVO

Le raccomandazioni per futuri studi o ricerche vengono quasi sempre discussi nella precedente sezione della discussione della tesi triennale o magistrale. Tuttavia, agli studenti che effettuano tirocini finali presso un’azienda o ente è richiesto un piano consultivo. In questa sezione, gli studenti esprimono suggerimenti o piani d’azione all’azienda o ente in risposta alla conclusione delle ricerche effettuate.

3.17 POSTFAZIONE / VALUTAZIONI / RIFLESSIONI

Come la prefazione, la postfazione è spesso usata per i ringraziamenti, per questo spesso risulta inutile se è già presente una prefazione. Ma questa sezione può essere dedicata anche a delle riflessioni personali. Quando si scrive la tesi insieme a un’altra persona, si può usare la postfazione per indicare come si è svolta la collaborazione e cosa si è imparato da essa.

3.18 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Si elencano tutte le fonti usate nell’elenco bibliografico (o bibliografia). Uno dei più diffusi è lo stile APA. (cfr cap. 2)

Con l’avvento di internet e la digitalizzazione delle risorse è sempre più comune ricorrere alle fonti online per costruire relazioni ed elaborati. Questa dinamica è riscontrabile anche durante la redazione della tesi di laurea: oltre ai documenti e ai libri di testo che costituiranno la bibliografia, le risorse web sono una miniera di informazioni preziosa a cui attingere. Vediamo ora come costruire una sitografia tesi e una bibliografia perfette per il vostro elaborato, sfruttando appieno tutte le potenzialità di questi mezzi.

3.18.1 Bibliografia e sitografia: una definizione

La scrittura di una bibliografia e di una sitografia tesi può, a primo impatto, risultare complesso.

Senza queste fonti sarebbe impossibile costruire una tesi di laurea completa e attendibile dal punto di vista accademico. Prima di parlarne nel dettaglio, però, vediamo che cosa si intende per bibliografia e sitografia:

• La bibliografia è la raccolta delle fonti cartacee consultate per la stesura della tesi. Possiamo includere libri, documenti, articoli e riviste;

• La sitografia è la raccolta delle fonti online menzionate nella tesi, dunque siti web e, in generale, tutti gli elementi digitali reperibili in rete.

La scelta delle fonti è una delle fasi più delicate nella redazione di una tesi. Prima della stesura del testo, infatti, dovrai ricercare le informazioni da trattare nel tuo elaborato, avendo cura di scegliere fonti attendibili e coerenti con il tuo lavoro. Dopo aver chiesto la tesi, la prima cosa da fare per avere una bibliografia e sitografia tesi di laurea di base è confrontarsi con il relatore.

In un secondo momento, potete recarvi in biblioteca o consultare i cataloghi OPAC online, per vedere quali documenti hanno che trattano l’argomento di tuo interesse.

Il web è un alleato potentissimo per ricercare informazioni per la tesi: in molti siti web sono presenti interi database di articoli accademici, articoli di giornale e documenti, fondamentali per la stesura del lavoro. Per contestualizzare tutte queste informazioni, vediamo ora come è strutturata una tesi di laurea e in che modo inserire bibliografia e sitografia tesi nell’ elaborato.

3.18.2 Come scrivere la sitografia

Parlando di sitografia e significato, abbiamo detto che questa fa riferimento all’insieme delle fonti online che avete citato all’interno del vostro lavoro di ricerca.

Per menzionarle, potete utilizzare un apposito spazio nella parte finale della tesi, dedicata alla raccolta delle fonti.

Non esistono norme ufficiali e univoche per la stesura della sitografia, ma ecco qualche regola di base per citare correttamente le tue fonti digitali.

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