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La tensione alla bellezza come elemento distintivo della personalità e dell’opera di Luigi Giussan

Nel documento La domanda educativa in Luigi Giussani (pagine 30-34)

L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui. (Dostoevskij)

“Don Giussani era cresciuto in una casa – come disse lui stesso – povera di pane, ma ricca di musica, e così dall’inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza e non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita, e così ha

trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia”78.

Queste le parole dell’allora cardinale Ratzinger nell’omelia pronunciata in occasione dei funerali di don Luigi Giussani: parole che esprimono senza possibilità di equivoco la cifra umana che il sacerdote di Desio ha incarnato nella sua esperienza terrena, lasciandosi toccare intimamente dalla Bellezza, lasciandosi ferire dall’Avvenimento che lo ha spalancato alla gioia della visione, al senso del Mistero, da cui attingere la pienezza, la felicità, la passione dell’impegno quotidiano. “L’affermazione del cardinale Ratzinger –

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F. Bechis, Quella voce roca che risvegliava gli uomini, in “Il Tempo” , 23 febbraio 2005. 77

L. Giussani, Il rischio educativo, cit., p. 162. 78

J. Ratzinger, Omelia pronunciata in occasione dei funerali di don Luigi Giussani, 24 febbraio 2005, Milano, in R. Farina, Don Giussani. Vita di un amico, cit., pp. 185-186.

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sottolinea Stefano Zecchi – racchiude l’essenziale, la forma che ha conferito unità all’azione, ai pensieri, agli scritti, ciò che proprio non si sarebbe potuto omettere o dimenticare, pena il fraintendimento del significato complessivo

della storia di quest’uomo”79.

Di fronte ad una bellezza illusoria e ingannevole che seduce il cuore dell’uomo fino allo stordimento, che lo imprigiona in una diffusa omologazione che afferma volontà di potere, di possesso, di sopraffazione sull’altro, Giussani rilancia l’idea di una bellezza autentica in grado di colpire e di scuotere l’uomo introducendolo alla pienezza della realtà.

La musica, il canto, la letteratura, la poesia rappresentano per Giussani la modalità affascinante e meravigliosa con cui il genio artistico sa esprimere il desiderio di verità e di bellezza che lo anima; le opere d’arte sono state la sua grande passione, hanno disegnato la strada attraverso cui il suo cuore è stato introdotto al desiderio di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro, verso l’Oltre da sé. Fin da piccolo, da quando suo padre lo avviò all’ascolto della musica classica, apprese ad apprezzare autori come Chopin, Mozart, Beethoven, Schubert, identificando nelle loro opere le tracce di quella Bellezza infinita cui tende il cuore di ogni uomo.

Così Massimo Camisasca ricorda l’amore di Giussani per l’arte nella sua interezza: “Ha visto sempre il verso e la melodia come parte della vita, espressioni di essa e guida ad una sua lettura. Non erano cosa diversa dalle montagne, di cui pure era stupito ammiratore, dal mare, dai fiori, da tutto ciò, insomma, che può colpire, rallegrare, riempire di sé, rimandare all’esistenza

con maggiore chiarezza e lena”80. La bellezza, da quella che si manifesta nel

mondo e nella natura a quella che si esprime attraverso le creazioni, ha rappresentato per Giussani la circostanza per cui aprire e allargare gli orizzonti della coscienza umana, di rimandarla oltre se stessa, verso il Mistero ultimo, verso Dio. “Egli stesso racconta di quel mattino di primavera con il cielo sereno e un’unica stella che ancora brillava, mentre si recava, insieme con la sua mamma, alla messa. Mentre il piccolo Luigi fissava la stella nel cielo, la

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S. Zecchi, L’amore per la bellezza in don Giussani, cit., p. 11. 80

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madre esclamò: ‘Com’è bello il mondo e com’è grande Dio!’ Fu l’inizio di un

giorno che non si è ancora concluso”81.

La proposta educativa di Giussani è stata corroborata e si è nutrita delle grandi opere di poeti e letterati, italiani e stranieri, valorizzando quanto di vero e di umano è presente anche in posizioni non cristiane: Pavese, Kafka, Evtushenko, Péguy, Eliot, Rebora, Dostoevskij, Montale, ma soprattutto Leopardi, che egli sentiva intimamente vicino per aver narrato e documentato in modo sublime il valore universale della natura umana colta nella sua dimensione più profonda, il desiderio di bellezza, di verità, di giustizia, di felicità. Julian Carron così descrive il profondo amore di don Giussani per il poeta di Recanati: “Leopardi è stato il grande amico di don Giussani. La Bellezza con la ‘B’ maiuscola che si nascondeva dietro il volto della donna amata, nell’inno Alla sua donna, era per don Giussani un’inconsapevole profezia dell’incarnazione di Cristo. Egli, infatti, amava associare i versi di Leopardi al Prologo del Vangelo di Giovanni, ‘e il Verbo si è fatto carne e abita in mezzo a noi’, e commentava che l’eterno senno della bellezza non sdegnò di rivestirsi di carne umana, non sdegnò di portare gli affanni di funerea vita, visse tra gli uomini, e spiegava che per questo era la figura di Cristo che il

genio di Leopardi intuiva senza rendersene conto”82.

La Bellezza in Giussani è operosa, è un’energia che agisce e compie. L’intuizione della bellezza è sempre un’apertura che spalanca ad un altro mondo, è una provocazione ad andare oltre, è un “tendere verso”, che inoltra la persona in un cammino di ricerca e di avventura della conoscenza. La bellezza colpisce, ferisce, scuote dal torpore che spesso si insinua nel cuore, mobilitando l’uomo a vivere intensamente il dono unico dell’esistenza nella ricerca del senso e della felicità.

Il tema del bello è stato nella vita e nell’azione educativa dell’Autore un elemento distintivo che ha orientato da un lato lo sviluppo della sua riflessione teorica, sempre alimentata dai grandi autori che egli avvicinava con profondo vigore e intensità, dall’altro l’impegno educativo vissuto in prima persona tra i

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Cfr. R. Farina, Don Giussani. Vita di un amico, cit., p. 37. 82

J. Carron, Lo splendore del vero, in C. Risé (a cura di), Don Giussani e la ricerca della bellezza, cit., p. 32.

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banchi scolastici, animato da una profonda passione per l’uomo e per il suo destino. La ricerca dell’esperienza del bello, del bello autentico è stata per don Giussani parte integrante della ricerca del senso e della felicità, nella convinzione che la tensione alla bellezza, con la sua attrattiva, aiutasse a penetrare il significato della realtà, conducendo la persona ad un paragone serrato con il vissuto quotidiano, illuminato e trasfigurato dalla bellezza stessa.

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CAPITOLO II

La prospettiva teorica: un’esplorazione delle categorie di

Nel documento La domanda educativa in Luigi Giussani (pagine 30-34)