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una tendenza attuale

dell'arte e della

critica che riguarda

l'impatto di internet

sull'arte e sulla

cultura.

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svantaggio però, molte comunicazioni delle imprese non riescono sempre ad ottenere copertura radiotelevisiva e pubblicazione, perché talvolta gli addetti non le ritengono abbastanza interessanti o di interesse generale. Inoltre le aziende spesso non riescono a controllare il contenuto e i tempi della comunicazione, in quanto spesso i testi vengono modificati per adeguarli alle esigenze editoriali, fino, a volte, a cancellare dal testo parti di fondamentale importanza. Un’altra caratteristica della publicity è che non si presta molto alla ripetizione del messaggio, le notizie invecchiano in fretta e difficilmente i media tornano ad occuparsi di notizie datate.

L'ARCHITETTURA POST-INTERNET La comparsa del web, oltre che

cambiare il modo di comunicare, influisce profondamente anche su altri aspetti, primo fra tutti quello artistico. E’ intorno agli anni Novanta, infatti, che si inizia a diffondere in campo artistico un nuovo termine, la “Net Art” o “Internet Art”. Il termine viene utilizzato per descrivere un processo di creazione artistica che utilizza un computer o qualche altro mezzo informatico, per scaricare immagini che vengono poi esposte online, o anche per costruire programmi che creano l’opera d’arte stessa. La Net Art, in altre parole utilizza internet come strumento per promuovere l’arte, senza che gli artisti siano ostacolati da vincoli politici, sociali o culturali. Per questo motivo molto spesso la Net Art è stata considerata un tipo di arte sovversiva, che trascende i confini geografici e culturali e si schiera contro il nepotismo, il materialismo e la conformità estetica.

La Net Art costituisce una sottocategoria della così detta New Media Art, che

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si riferisce ad ogni tipo di arte creata attraverso l’utilizzo delle tecnologie fornite dai nuovi media ed include la digital art, la computer graphics, la computer animation, la virtual art, l’interactive art, i video games, la computer robotics, il 3D printing, ecc.

Spesso confusa con la New Media Art è un nuovo tipo di arte, definita intorno al 2008 come Arte Post-Internet (in inglese Post-Internet Art) dall’artista Marisa Olson, una dei principali esponenti di tale fenomeno. Il termine Post-Internet Art fa riferimento ad una nuova tendenza dell'arte e della critica che riguarda l'impatto che la nascita di Internet ha sull'arte e sulla cultura.

Come scrive Artie Vierkant, la Post-Internet Art serve anche come distinzione semantica tra due modalità storico-artistiche con cui è più spesso associata: la New Media Art e il Concettualismo:

La New Media è qui denunciata come una modalità troppo strettamente incentrata sul funzionamento specifico delle nuove tecnologie, piuttosto che un'esplorazione sincera dei cambiamenti culturali in cui tale tecnologia svolge un ruolo solo marginale. Può pertanto essere considerata troppo dipendente dalla specifica materialità dei suoi mezzi di comunicazione.

Il Concettualismo (in teoria se non in pratica) presuppone una scarsa attenzione al substrato fisico a favore delle modalità di diffusione dell'opera d'arte come idea, immagine, contesto o istruzione.

L'arte Post-Internet invece esiste da qualche parte tra questi due poli. Gli oggetti e le immagini Post- Internet sono sviluppati in funzione della loro particolare materialità e della loro grande varietà di metodi di

presentazione, e diffusione.4 In altre parole uno degli aspetti che distingue la Post-Internet Art dalla Net Art della fine degli anni Novanta e inizio 2000 è la sua abilità di spaziare da format online a format offline. Al contrario della Net Art, che si riferisce ad un tipo di arte che utilizza Internet come suo medium e non può essere sperimentata in nessun altro modo, la Post-Internet Art passa dallo schermo del computer alle gallerie d’arte.

Così come per l’arte, il termine Post Internet identifica una distinzione comune anche ad altri campi, come scrive Artie Vierkant:

Qualsiasi produzione culturale che sia stata influenzata da un'ideologia di rete rientra nella categoria del Post- Internet.5

L’architettura è sicuramente una di queste. Escludendo l’aspetto formale, l’introduzione inizialmente del digitale e poi di internet cambia radicalmente il modo di rappresentazione dell’architettura e dunque la sua comunicazione e la sua percezione. La computer graphics, le rappresentazioni 3D, i programmi di renderizzazione, per non parlare dal punto di vista tecnico di tutti i software di calcolo strutturale, o quelli di simulazione del comportamento della struttura in caso di fenomeni naturali, ecc. La stessa architettura parametrica è resa possibile dallo sviluppo di nuove tecnologie informatiche.

Nell’era Post Internet, come scrive Artie Vierkant il focus centrale diventa la rappresentazione tramite immagini, costruite per essere condivise e diffuse6, e ciò comporta un notevole incremento del numero di immagini che si iniziano a diffondere, già in aumento dall’introduzione della stampa e della

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fotografia. Questo fenomeno, essendo le immagini strettamente legate alla comunicazione architettonica, influisce direttamente anche sull’architettura stessa e sulla sua percezione e diventa in fretta argomento di discussione dei critici. Come si può leggere nel saggio di Davide T. Ferrando, Gifs on the Wing in questa situazione la domanda che sorge spontanea è “come il gigantesco flusso di immagini digitali che c’è al giorno d’oggi influenza l’architettura?”7

Ciò che si legge all’interno del saggio è che la grande quantità di immagini è diventata un nuovo valore aggiunto nella cultura contemporanea, ma al tempo stesso è stata affiancata da una riduzione della qualità, condizione necessaria affinché l’immagine viaggi velocemente e circoli più rapidamente sui canali di distribuzione di massa. Secondo infatti

quanto scrive Byung-Chul Han ne La società della trasparenza, in una "società positiva" il valore della comunicazione "si misura unicamente dalla quantità e dalla velocità dello scambio di informazioni", inoltre "la massa di comunicazione ne incrementa anche il valore economico"8. La proliferazione di immagini trasforma il modo di comunicare, si passa da una comunicazione principalmente scritta, ad una per la maggior parte visiva, tanto che questo nuovo modo di comunicare viene definito da Sartori come un nuovo stadio evolutivo dell’uomo, dall’Homo Sapiens all’Homo Videns.9 Le parole iniziano ad essere utilizzate sempre meno, e questo fenomeno si evidenzia ancora di più con la nascita dei social networks, nei quali le immagini costituiscono il canale di comunicazione principale e vengono affiancate semplicemente da parole

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chiave, che le descrivono, chiamati tag (o hashtag).

Questo nuovo tipo di comunicazione visiva influisce in modo determinante sulla pratica della critica architettonica. Essendo infatti considerata un genere letterario, che necessita dunque di determinati formati, differenti da quelli offerti dal web, poco si rapporta, inizialmente, con il nuovo linguaggio. Si inizia ad assistere dunque ad un periodo in cui si registra una netta riduzione degli interventi da parte dei critici, che spesso, come scrive Davide T. Ferrando in un suo saggio intitolato Architecture Criticism in the Age of Social Networks, si limitano a comportarsi come osservatori del mercato architettonico e promotori dei suoi prodotti di alta gamma:

Sotto il destabilizzante effetto del

relativismo postmoderno, il conflitto ideologico è stato sostituito da una pragmatica partnership, che porta giustamente ad una perdita di fiducia nella critica stessa.10

Questo fenomeno si può riscontrare ancora meglio nelle riviste di architettura online. Con la comparsa dei nuovi media e di un nuovo modello comunicativo, infatti, si inizia anche ad osservare la comparsa di nuovi modelli editoriali, come ad esempio blog, archivi, riviste online, piattaforme digitali, ecc. Due esempi di questi nuovi format editoriali sono i due siti web Archdaily e Divisare11. Si tratta di piattaforme online di architettura che pubblicano concorsi, progetti, interviste e news provenienti da tutto il mondo, unicamente inerenti al campo architettonico. All’interno di questi format

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i progetti vengono inviati alla direzione che gestisce la piattaforma, che a sua volta li pubblica sul sito, senza alterazioni di alcun genere: ciò che viene condiviso online sono le immagini e la descrizione del progetto spesso scritta dagli stessi architetti; non c’è l’intercessione di un critico di architettura. Ciò che si inizia a notare, dunque, è che, come scrive Ferrando:

Non appena la produzione della descrizione del progetto viene sottratta ai critici e data indifferentemente a giornalisti, fotografi o addirittura agli stessi progettisti, il testo scritto perde la sua tradizionale rilevanza come strumento per la comunicazione dell’architettura, e viene rapidamente sostituito da un più spettacolare e facilmente consumabile reportage fotografico.12

Il portale online Divisare consente finanche agli utenti di creare, all’interno del suo dominio, una propria pagina personale che funziona come un vero e proprio sito internet, indipendente e personalizzabile, all’interno della quale possono essere caricati i propri lavori, senza alcun tipo di supervisione o controllo.

Con l'introduzione di internet, si assiste, inoltre, all'introduzione di nuove strategie nella comunicazione dell'architettura. Il mondo online, infatti, focalizzato sulla velocità e sull'abbondanza di informazioni scambiate, rende necessari metodi narrativi che abbiano un alto potenziale di coinvolgimento emotivo dello spettatore. Uno di questi è lo strumento dello story telling. Si tratta di una tecnica propria del campo della comunicazione di marketing, che, possedendo un alto grado di coinvolgimento emotivo, costituisce