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Foschini Paolo, I duemila bambini di Zaid

“Il Corriere della Sera”, 27 novembre 2018, p. 25

Zaid Sougi è nato in Giordania ed è uno dei pochi ad aver avuto la fortuna di studiare fino all’università. Ma una volta terminati gli studi è ritornato nei campi profughi del suo Paese e ha fondato The Orenda Tribe. Questa associazione ha l’obiettivo di istruire i bambini dei campi attraverso l’arte. I loro disegni vengono applicati su diversi prodotti e t-shirt e venduti in 23 Paesi e parte del profitto è investito per la loro formazione. Finora Zaid ha coinvolto in 20 progetti artistici 2.168 bambini di 7 diverse comunità tra Libano e Giordania. Un contribuito per questa impresa deriva dall’Entrepreneurs for Social Change con cui la Fondazione Crt e l’Agenzia Onu per lo Sviluppo Industriale selezionano ogni anno 24 giovani provenienti dai Paesi affacciati sul Mediterraneo per formarli e contribuire al miglioramento dei loro Paesi di origine. Zaid è uno di loro. Dal 2012 il programma, Entrepreneurs for Social Change, ha formato 85 imprenditori sociali under 35. Ai ragazzi selezionati viene offerto, dopo un periodo di training a Torino, un anno di formazione per aprire o ampliare un’attività nel proprio Paese. Questi ragazzi fungeranno poi da esempio nella propria patria.

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Caprara Giovanni, Giora, lo scienziato del dialogo

“Il Corriere della Sera”, 27 novembre 2018, p. 15

Il Centro europeo per la ricerca nucleare (Cern) è il più grande laboratorio di fisica delle particelle ed è considerato un terreno dove si può lavorare assieme e dove regna la tolleranza. Giora Mikenberg è uno scienziato che ha intrapreso un progetto di dialogo e di vita tramite la fisica. La sua impresa mira ad unire popoli divisi. Infatti Israele, dove Giora ha studiato, diventava Paese osservatore del Cern nel 1991 e il Centro decideva che la contribuzione versata poteva essere usata per far soggiornare studenti stranieri. Giora ne ha seguiti 6, palestinesi. Così è ora considerato come “lo scienziato del dialogo”. Giora ha girato il mondo e proprio per questo, insieme al Cern favorisce la collaborazione tra ingegneri pachistani e israeliani nell’esperimento Atlas. La scienza, afferma Mikenberg, ha un ruolo fondamentale nella conoscenza tra le genti.

Questa idea di dialogo è stata portata avanti anche da Luca Bauccio che ha creato il social network the Shukran , in arabo “grazie”, parola che sottolinea l’importanza della gratitudine, fondamentale nella cultura del dialogo. L’app permette di scambiare tradizioni e conoscenze della cultura araba tra musulmani e non. Il social network è particolarmente diffuso in Marocco, Algeria, Tunisia, Bangladesh e Pakistan. Anche la tecnologia, quindi, è fonte di conoscenza tra i popoli.

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Calculli Marina, Macaj Gjiovalin, Proteste in Albania

“Il manifesto”, 30 dicembre 2018, p. 5

Dopo la fine del regime comunista nel 1991, svariati sono stati i tentativi in Albania di reclamare uno spazio per la società civile. Solo pochi sono quelli che hanno lasciato una impronta e uno di questi è quello che è stato iniziato lo scorso 4 dicembre a Tirana, organizzato dagli studenti contro la riforma neoliberale dell’università, contro un appiattimento di mercificazione e standardizzazione dell’istruzione. Il premier Edi Rama ha cercato di porre fine alle rivolte sostituendo alcuni dei suoi ministri, trascurando però le richieste del movimento. È un movimento autoctono, senza alcun legame con l’èlite politica e con una organizzazione orizzontale. Il punto di forza di questi studenti è l’aver fatto dell’unità della propria agenda l’unità del movimento: dimezzamento delle tasse universitarie, 50% del voto degli studenti nel senato accademico e investimento del 5% del Pil nell’educazione. È tale programma a guidare il movimento. Il movimento, nonostante la sua apolicità, sta emancipando valori chiaramente di sinistra sia dal gioco della memoria della dittatura comunista, sia da quello del partito socialista attuale. Gli studenti, rifiutando di nominare un leader, hanno scansato qualsiasi tentativo di cooptazione da parte dell’èlite politica. Come mai prima, inoltre, questa protesta ha per protagoniste le donne. È una sfida diretta al maschilismo atavico della società albanese che sminuisce il ruolo della donna in società. Tale movimento, in poche settimane, ha già indicato alla società la bussola morale; è, inoltre, rappresentativo di una emancipazione dai modelli stranieri e dal doversi aspettarsi che il cambiamento venga dall’esterno dell’Albania, indicando che i valori e le priorità della società posso solo essere scoperti e definiti dai suoi membri.

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Ottaviani Marta, Erdogan dà battaglia a Google “Via il Kurdistan dalle mappe”

“La stampa”, 27 dicembre 2018, p. 12

La Turchia, già impegnata nella sua battaglia contro i curdi, la persegue anche sul web; ha infatti chiesto al famoso motore di ricerca di cancellare la mappa del

“Grande Kurdistan” fra quelle messe a disposizione per gli utenti. Tale richiesta è arrivata dopo un’interrogazione da parte di un deputato in parlamento.

Digitando “Grande Kurdistan” compariva, infatti, una mappa che include gran parte del Sud-est turco, oltre che parti della Siria, dell’Iraq e dell’Iran.

Naturalmente questo è stato troppo per Ankara e, dopo aver ricevuto l’approvazione da parte di quasi tutto il parlamento (curdi esclusi), ha provveduto alla cosa. Il colosso americano è stato prontamente contattato. Dal 26/12/2018 digitando “Grande Kurdistan” compariva la sola regione autonoma del Nord Iraq, provvedendo così alla richiesta del governo turco. Il motore di ricerca, in sua difesa, ammette che la mappa non è stata da loro creata, ma generata sa un utente tramite l’applicazione “My maps”, che naturalmente non ha addolcito la pillola per il popolo turco.

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