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TERZA ETÀ 7

Nel documento Rotta BalcanicaAppello di Caritas (pagine 49-49)

SABATO 13 FEBBRAIO 2021

ANZIANI E SOCIALITÀ

L

a terza età può essere trascorsa nel mi-gliore dei modi; ‘acciacchi permetten-do’, raggiunta la meritata età pensionistica, sono molte le persone che amano rimanere comunque attive e le solite panchine nei giardini o i bar non sono spazi particolar-mente coinvolgenti. Da diversi anni sono sorti, un po’ in tutta Italia, i ‘centri diurni’ per anziani, circoli sociali che hanno conosciuto soprattutto negli anni Settanta, l’impulso della loro nascita, come luoghi di socializzazione e di incontro. Anche il nostro territorio vanta la presenza di diversi centri spesso gestiti da comitati di persone che li frequentano, con tanto di statuto, elezioni dei responsabili, tesorieri, segretari etc... Col passare del tempo hanno rag-giunto una notevole diffusione e riescono a coprire l’intero territorio italiano.

In questi vivaci contesti è finalmente possibile coltivare le passioni di sempre oppure cimentarsi in nuove esperienze; i circoli ricreativi per anziani hanno un ca-rattere prettamente sociale, operano senza fini di lucro e hanno anche il compito di favorire, arricchire e sviluppare le rela-zioni interpersonali tra gli anziani. Tante le attività promosse: incontri con esperti che si occupano soprattutto di temi legati all’età più avanzata, ma anche le tombolate domenicali, gite, visite a musei, pomeriggi a teatro, o più semplicemente giocare a carte in compagnia, e organizzare ‘feste’ per dan-zare, e celebrare, con qualche attenzione in più, momenti come le tradizionali ricor-renze o qualche compleanno speciale. Non mancano proposte per il benessere fisico come corsi di ginnastica dolce o di primo soccorso. E ancora i tornei di, bocce, scac-chi, corsi di cucito, pittura, bricolage, cene collettive, insomma spazio alle proposte e alle esigenze del gruppo!

Grazie alla varietà delle loro iniziative, i centri di aggregazione per anziani favo-riscono il benessere psicofisico e aiutano a contrastare i problemi di solitudine e isolamento che spesso si manifestano a questa età. Frequentando queste strutture regolarmente, è più facile conoscere meglio i coetanei che condividono simili ‘ricor-di’, per lo meno legati a un’età giovanile trascorsa in uno stesso periodo, e creare una rete di contatti e di amicizie solidali tra chiacchiere, partite a carte o gite.

In genere questi spazi sono localizzati prettamente nell’ambito di strutture messe a disposizione dai Comuni e possono iscri-versi di norma, tutti i cittadini che hanno superato i 55 anni di età, i pensionati e gli invalidi anche se di età inferiore.

Per aprire una struttura pubblica o convenzionata, è necessario presentare la domanda presso l’Ufficio dei Servizi Sociali del comune di residenza, al quale consegue l’iscrizione presso la graduatoria, in attesa del posto. Per le strutture private è suffi-ciente prendere contatto con l’ente che la possiede.

Questi centri, generalmente, sono attivi almeno 5 giorni a settimana (dal lunedì al

venerdì), dalle 8 del mattino alle 17.30. A seconda dei comuni, specialmente in quelli più popolosi, possono essere attivi 6 giorni o anche 7 su 7, dalle 7.30 alle 20.

Diversa invece è la situazione in cui sono onlus e associazioni di volontariato rivolte in modo specifico alla terza età che si occupano della gestione dei centri diur-ni. L’obiettivo di tali organizzazioni è la promozione dell’invecchiamento attivo tra i cittadini anziani, attraverso progetti che mirano a favorire il benessere psicofisico, la formazione continua e il divertimento nel tempo libero. Tutte le attività organizzate sono pensate appositamente per le esigen-ze e i desideri degli anziani. Tra le tante, incontri dedicati agli esercizi per allenare la memoria o corsi di informatica. Tali asso-ciazioni si occupano anche di migliorare lo stato di salute organizzando sport in grup-po, un ottimo modo per restare socialmente attivi e, allo stesso tempo, mantenersi in forma in compagnia.

Per la partecipazione si paga di solito una quota associativa annuale.

Essendo frequentate da persone anzia-ne questi centri sono stati tra i primi a

dover chiudere i battenti al momento della diffusione della pandemia e molti di loro stentano a riaprire. Eppure avere un luogo di incontro è fondamentale per il benesse-re dell’anziano, soprattutto delle persone rimaste sole per lontananza dai parenti o loro mancanza.

I centri sociali per la terza età e i circoli per anziani stanno quindi vivendo un momento non facile: se da un lato sono indispensabile per l’incontro e la socialità dei ‘non più giovani’, dall’altro sono anche luoghi da gestire con tutte le attenzioni del caso, per garantire ambienti sanificati, distanziamento e piena sicurezza. Una ‘par-tita’ non facile da affrontare.

Da più parti si percepisce la mancanza della riapertura: se non è possibile fare un discorso generalizzato (speso questi luoghi sono gestiti da Rsa, o dai Servizi Sociali dei Comuni) è condivisa da tutti la necessità di una loro riapertura, così come per i giovani e le scuole, anche i centri ricreativi per le persone in là con gli anni rispondono a necessità importati se non fondamentali per la loro vita serena.

Le relazioni sociali sono una risorsa fondamentale durante la terza età e il principale antidoto contro la solitudine o la monotonia. Trovare persone con cui condividere hobby, interessi ed esigenze comuni oppure lanciarsi in nuove esperien-ze arricchisce la quotidianità e permette di trascorrere in serenità e allegria gli anni della pensione perché, specialmente nella terza età, intessere relazioni può aiutare a restituire pienezza alla vita: approfittate dunque di questo tempo libero per man-tenere vivi i contatti con i vostri amici di sempre e fare nuove conoscenze.

Una riapertura e rilancio di questi spazi dovrebbe rientrare tra le priorità per recu-perare alla socialità fasce di età fortemente colpite, anche emotivamente, dal Covid.

A

nche chi vive la terza età vuole vestire in maniera elegante, ma spesso l’esigenza di praticità e comodità prende il so-pravvento. Alcuni ‘acciacchi’, rendono a volte difficile indossa-re e spogliaindossa-re l’abbigliamento tradizionale ed è giusto indossa-rendeindossa-re la propria vita la più comoda possibile. Ecco nascere soluzioni ideali per chi voglia fare incontrare eleganza e comodità.

Ad esempio, per le signore i reggiseni che si allacciano davanti sono una pratica soluzione mentre, per tutti, magari per chi ha le articolazioni indolenzite – per varie ragioni –, maglioni aperti sui lati, camicie da notte con apertura a portafoglio, t-shirt con cerniere laterali, accappatoi studiati per evitare il rischio di raf-freddamento sono tutte idee per rendere anche l’abbigliamento ‘ideale’ per la terza età, senza, per questo dovere rinunciare all’e-leganza. Sono ormai diverse le ditte che sanno fare incontrare en-trambe le esigenze perché le persone anziane, che magari devono convivere con aspetti che limitano la funzionalità di tutti gli arti, indossano gli stessi abiti degli altri, hanno solo bisogno di atten-zioni specifiche sulla modalità di realizzaatten-zioni e sui materiali.

Del resto, la capacità di vestirsi o svestirsi da soli è una delle prime azioni che divengono sempre più difficolto-se invecchiando, con la conseguente perdita di autostima. Con accorgi-menti di modellatura e allacciatura e tessuti par-ticolari, si può restituire la possibilità di vestire in modo gradevole, comodo e autonomo!

Tessuti che tengono conto della regolazione della temperatu-ra corporea, capi che tengono la forma per seguire le eventuali evoluzioni ponderali, allacciature facilitate, fogge particolari, uso discreto di ganci e velcro, cerniere collocate in punti strategici. L’abbigliamento può avere un ruolo importante nel semplificare la vita all’anziano e a chi lo assiste, ma in generale a chiunque, anche temporaneamente impedito per un incidente, ha difficoltà a vestirsi.

Per questo esistono in commercio modelli d’abbigliamento che hanno riservato particolare attenzione alle allacciature, alla manutenzione, al lavaggio, scegliendo tessuti traspiranti, elastici, indeformabili.

E che dire delle calzature? Sicuramente, una scarpa per un an-ziano deve essere comoda e morbida, per garantirgli un livello di comfort massimo ed evitare che gli causi dolori ai piedi. Esistono tanti modelli di scarpe specifici per le esigenze degli anziane: ad esempio la suola in gomma morbida garantisce un comfort mas-simo e permettere di evitare che la persona inizi a sentire dolori alle caviglie oppure alle ginocchia. Scarpe, sandali, pantofole... esistono gamme intere studiate e create per i piedi delle perso-ne non più giovani, ma che vogliono manteperso-nere appieno la loro mobilità: le calzature studiate per gli anziani vanno incontro a queste esigenze.

Se gli anni sono tanti tanti... non per questo bisogna rinunciare a un abbigliamento bello, ma lasciamo vincere la comodità, a una certa età!

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Nel documento Rotta BalcanicaAppello di Caritas (pagine 49-49)

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