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Testimone A Fascicolo che rimane il più vicino a T1 – riconducibile agli anni 1892-1896.

Si dovrà inoltre pensare a un'appendice che tenga conto di tutti i frammenti più significativi. Si valuterà inoltre, a lavoro inoltrato, se far seguire un'altra appendice che dia conto dei manoscritti con versioni parecchio antecedenti a quelle predisposte per l'apparato, nonché dei copioni allestiti per la scena.

5.1 L'autografo A

Si tratta del manoscritto che riporta la redazione completa del dramma96, ed è conservato presso il Fondo Verga, della Biblioteca Regionale Universitaria di Catania sotto la collocazione UMS-Verga-028-001 (178.050, vecchia segnatura).

È il più vicino – insieme al manoscritto non autografo c – alla copia inviata all’Editore per la stampa – sebbene il testo non verrà pubblicato da Treves prima del giugno 1896, come testimoniato dal carteggio97.

L'intenzione di Verga di pubblicare insieme La Lupa e In portineria si può evincere da una lettera a Paolina datata 28 marzo 1892: «Quasi quasi penso anche di pubblicare La Lupa e In portineria secondo il consiglio di Torelli»98. In altre occasioni invece, Giuseppe Treves fa più volte richiesta a Verga del manoscritto di In portineria99, mentre in una missiva di Emilio Treves a Verga si parla esplicitamente di un volume dedicato al teatro verghiano (13 maggio 1896)100:

Va benissimo aggiungere la Cavall. rust., ma non a metterla in principio, ché darebbe aria di vecchio a tutto il libro. Bisogna far il contrario: cominciare dal nuovo, cioè:

La Lupa, In Portineria, Cav. Rust., Drammi di G. Verga come s'è fatto per il Martini di cui ti mando una copia come modello.

A tale missiva Verga risponderà a stretto giro. La risposta desta la nostra attenzione perché, oltre al solito rammarico per il fiasco del dramma, Verga accenna al deposito del copione dello stesso dramma presso la Prefettura al fine di preservarne la proprietà letteraria (15 maggio 1896)101:

Ti raccomando però di non dimenticare l'avvertenza che inibisce la rappresentazione senza espressa autorizzazione dell'autore (metti tu la formula di uso anche per l'accertamento della proprietà letteraria). A questo proposito, ti prego di far le pratiche opportune, e il deposito del copione e della

96 Cfr. SV, p. 155.

97 Cfr. la Lettera a Giacosa del 21 marzo 1885 e quella a Capuana del 17 gennaio 1885. 98 G. Verga, Lettere a Paolina, a cura di G. Raya, Roma, Fermenti, 1980, p. 176.

99 Lettere del 27/3/1896 e del 17/4/1896 in G. Raya, Verga e i Treves, Roma, Herder, 1986, p. 160. 100 Ibidem, p. 164.

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tassa relativa presso cotesta Prefettura, tanto per La Lupa quanto per la Portineria, onde garantirne la proprietà letteraria.

Ancora il 21 maggio dello stesso anno Verga scriveva a Treves richiedendo copia degli stamponi della Lupa e della Portineria, segno che l'uscita dell'edizione del teatro era prossima: «Ti prego di mandarmi subito una copia degli stamponi, tanto per La Lupa quanto per In portineria. Fammi sapere se devo restituire le bozze in 1a correzione che tenni presso me»102.

Il testo del manoscritto autografo A – con buona approssimazione quello di cui Verga accenna all'editore per la stampa – è scritto in inchiostro viola, mentre gli interventi correttori sono sempre in inchiostro viola per una prima fase, in inchiostro nero per una fase successiva. Delle carte è impiegato per lo più solo il recto, ad eccezione dei casi in cui gli interventi correttori hanno assunto proporzioni tali da necessitare maggiore spazio: verso delle carte 6, 21, 22, 23, come si vede dalla collazione.

A T1

c.6

Atto I, scena 3 […]

ASSUNTA.Una bella porcheria! Affittano a chicchessia,per pigliare quei quattro soldi, e poi vogliono la pelle della gente di servizio! GIUSEPPINA.E io? Con due ragazze che ho, e imparano la malizia?...

CARLINI (vivamente).Certo! Specie la sora

Gilda, veda!

GIUSEPPINA (accigliandosi).Perché? Cos’ha da

dire, lei?

CARLINI (mortificato).Io?... Niente. Scusi.

GIUSEPPINA.Perché le piace figurare colle sue

compagne?È naturale, alla sua età… CARLINI (ammutolito).Scusi tanto. Sarà benissimo. Lei è la mamma, ha da pensarci lei. (esce)

ASSUNTA.Il sor Carlini parla nel suo interesse. Perché le vuol bene, sora Giuseppina.Una bella ragazza come la Gilda… Sa bene… Bisogna aprire gli occhi…

GIUSEPPINA (sospirando).A chi lo dice, cara lei!

Atto I, scena 3 […] ASSUNTA. Una bella porcheria!

GIUSEPPINA.

Dico bene! Con due ragazze che ci ho in casa!… (a Màlia, bruscamente) Cosa stai

ad ascoltare? MÀLIA

(mortificata).

Vado, mamma. (Rientra in portineria) ASSUNTA.

Una bella porcheria! Affittano a chicchessia per pigliare quei quattro soldi, e poi vogliono la pelle della gente di servizio!

GIUSEPPINA.

E io? Con due ragazze che ho, e imparano la malizia!

CARLINI.

Certo! Specie la sora Gilda! GIUSEPPINA.

Perché? Cos’ha da dire, lei? CARLINI

(mortificato).

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ASSUNTA.Con tanti sfaccendati che c’è

intorno!...

Io?... niente, scusi. GIUSEPPINA.

Perché le piace figurare colle sue compagne? È naturale, alla sua età…

CARLINI.

Scusi tanto; sarà benissimo. Lei è la mamma; ha da pensarci lei. (esce)

ASSUNTA.

Il sor Carlini parla nel suo interesse; perché le vuol bene, sora Giuseppina.

Una bella ragazza come la Gilda… Bisogna aprirle gli occhi.

CC.21,22,23 ATTO I, SCENA 10

MÀLIA E GILDA.

GILDA (IRRITATA A MÀLIA).AH!ERI LÌ AD ASCOLTARE!...

MÀLIA (SCOMPOSTA, BALBETTANDO).NO…TI GIURO…

GILDA.NON ME NE IMPORTA, SAI!

MÀLIA.OH,GILDA!... CHE T’HO FATTO?

GILDA.NON ME NE IMPORTA!VA VA PURE A DIRGLIELO AL SOR CARLINI!

MÀLIA.IO?...

GILDA (ECCITATA).SÌ!TI PARE CHE NON LO SAPPIA?

MÀLIA (ACCORATA).OH,GILDA!COME MI TRATTI MALE!

GILDA.VEDI, DIVENTO CATTIVA ANCHE!

LASCIATEMI ROMPERE IL COLLO, CH’È MEGLIO PER TUTTI QUANTI!

(ASCIUGANDOSI GLI OCCHI STIZZOSAMENTE)

MÀLIA (CHIUDENDOLE CON LE MANI LA BOCCA). AH!NON DIR COSÌ!

GILDA.LASCIAMI.SON STUFA.ORMAI NON NE POSSO PIÙ.

MÀLIA. CHETATI, FALLO PER LA MAMMA, CHE

ATTO I, SCENA 10 MÀLIA E GILDA. GILDA (IRRITATA A MÀLIA). AH!ERI LÌ AD ASCOLTARE!... MÀLIA. NO…TI GIURO… GILDA. NON ME NE IMPORTA, SAI! MÀLIA.

OH,GILDA!... CHE T’HO FATTO? GILDA.

NON ME NE IMPORTA!VA PURE A DIRGLIELO AL SOR CARLINI!

MÀLIA.

IO?... GILDA.

SÌ, TI PARE CHE NON LO SAPPIA?GUARDA SEI PALLIDA!

MÀLIA

(ACCORATA).

OH GILDA!... COME MI TRATTI MALE! GILDA.

VEDI, SONO CATTIVA ANCHE!(ASCIUGANDOSI

GLI OCCHI STIZZOSAMENTE)LASCIAMI

ROMPERE IL

34 HA TANTI DISPIACERI…FALLO PER NOI CHE [CI

SEI] TANTO MANCATA.

GILDA.[……], VEDI?

MÀLIA.MA PERCHÉ?COS'HAI?

GILDA.NULLA.NON TE LO POSSO DIRE.

MÀLIA.FALLO PER LUI… CHE TI VUOLE TANTO BENE…

GILDA.GRAZIE.BONTÀ SUA!

MÀLIA.DICE CHE GLIENE VOLEVI ANCHE TU, ALLORA.

GILDA.ALLORA, ERA ALLORA.

MÀLIA.O POVERETTO!COME FARÀ. GILDA.COME FARÀ?...

(PRENDENDOLE LA FRONTE FRA LE MANI, E

GUARDANDOLA FISO NEL VOLTO PALLIDO)

TU SEI UNA SANTA!PERDONAMI! MÀLIA (ABBRACCIANDOLA, COLLE LAGRIME

AGLI OCCHI).ANCH'IO SAI!...TI VOGLIO TANTO

BENE!...

GILDA.PERDONAMI!PERDONAMI…SONO STATA TANTO CATTIVA!...

MÀLIA ([…]).NO.NON DIRE COSÌ.

(CHINANDO IL VISO)

TI DIRÒ TUTTO ORA... COME FOSSI IN PUNTO DI