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Tipologia degli episodi lavorativi

Nel documento LA PARTECIPAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO (pagine 28-31)

In questo sottoparagrafo prenderemo in esame l’intera esperienza lavorativa dei componenti il campione umbro, episodio per episodio, per arrivare a delineare una tipologia degli episodi di lavoro dipendente che distingue, sulla base del grado di sicurezza e protezione occupazionale, tre tipi di lavoro.

La tipologia è presentata nella tabella 17, che riporta i valori per l’Umbria e per l’Italia nel complesso. Come si vede, il grado di accuratezza nella rilevazione delle informazioni è decisamente elevato, tanto che per la quasi totalità degli episodi in esame è stato possibile rilevare tutte le caratteristiche (tipo di lavoro, durata, tipo di contratto, orario, garanzie sociali) utili a riclassificarli secondo lo schema esposto.

Osserviamo, innanzitutto, come oltre la metà degli episodi lavorativi riportati dagli intervistati, si sia risolta in occupazioni ‘garantite’ (Tipo 1): lavori a tempo pieno, con contratti a tempo indeterminato, garantiti dal punto di vista contribu-tivo e della sicurezza sociale. Tale quota è leggermente inferiore in Regione ri-spetto alla media nazionale, ma vedremo come ciò si spieghi con la maggiore presenza, anche all’interno delle condizioni proprie dell’economia locale, di si-tuazioni produttive ed occupazionali di tipo stagionale ed a termine, non per que-sto meno lecite.

Vediamo infatti come le occasioni di impiego che, per brevità, abbiamo definito

‘parzialmente garantite’ (cioè contratti a termine, contratti di formazione e lavoro, lavori stagionali: Tipo 2) in Regione abbiano coinvolto il 18,3% delle esperienze lavo-rative dei rispondenti, contro una media nazionale che si ferma al 12,5%. Abbiamo

(valori percentuali)

Umbria Italia

TIPO 1: lavoro garantito: tempo pieno, indeterminato 52,8 54,3

TIPO 2: lavoro parzialmente garantito: C.F.L., lavori a termine 18,3 12,5

TIPO 3: lavoro non garantito 13,1 14,2

TIPO 4: autonomi 13,7 17,7

Episodi non classificabili 2,1 1,4

Totale episodi 2.759 19.893

Tab. 17 - Tipologia degli episodi lavorativi in Umbria nel 2002 e in Italia nel 1999

71 già ricordato come le specificità economico-produttive locali (turismo, agricoltura, stagionalità) diano conto di questa quota.

Gli episodi di lavoro ‘non garantito’ (Tipo 3), cioè lavoro comunemente definito

‘nero’ in quanto irregolare dal punto di vista assicurativo, previdenziale e normativo, sono solo un punto percentuale in meno del dato nazionale (13,1% contro 14,2%).

Passando quindi ad analizzare la distribuzione degli episodi lavorativi in base alle caratteristiche degli intervistati (Tab. 18) osserviamo come, mentre non si notano grosse differenze rispetto alla zona di residenza, per quanto concerne la distribuzione degli episodi di lavoro imprenditoriale, nelle città appare invece decisamente sovrarappresentato il lavoro ‘regolare’ di Tipo 1, cioè il lavoro dipendente ‘classico’.

TIPO 1

Tab. 18 - Tipologia degli episodi lavorativi secondo la zona di residenza, il genere, l’età, il titolo di studio, l’occupazione e il settore in Umbria nel 2002

72

Nei due capoluoghi e nei centri rurali si ritrovano maggiormente le occasioni di lavo-ro a termine e/o stagionale, mentre nei centri di medie dimensioni prevalgono le occasioni di lavoro irregolare o nero.

Per quanto attiene al genere, gli uomini sono maggiormente rappresentati fra gli episodi di lavoro continuato e garantito (Tipo 1), così come anche nelle condizioni autonome. Per le donne prevalgono le condizioni precarie siano essi episodi lavorativi a termine o parzialmente garantiti che nel lavoro nero e non garantito.

Per quanto riguarda l’età dei soggetti, i giovani risultano maggiormente concentra-ti negli impieghi di concentra-tipo ‘parzialmente garanconcentra-tito’ (probabilmente in ragione della diffu-sione dei contratti di formazione e lavoro, specificamente rivolti a questo tipo di popolazione lavorativa), mentre per tutte le restanti fasce di età il lavoro ‘regolare’

rappresenta la tipologia d’impiego più diffusa.

Solo nel caso dei soggetti più anziani troviamo una quota rilevante (28,1%) di

TIPO 1

Tab. 19 - Tipologia degli episodi lavorativi secondo la zona di residenza, il genere, l’età, il titolo di studio, l’occupazione e il settore in Italia nel 1999

73 episodi di lavoro irregolare e nero, mentre va ancora sottolineato come gli episodi di lavoro autonomo coinvolgano soprattutto persone ultracinquantenni.

Dunque, la distribuzione delle esperienze occupazionali in regione sembra ripartir-si fra contratti a termine e maggiormente precari per i giovani, rapporti di lavoro regolare per le fasce d’età ‘centrali’ ed un mix di episodi di lavoro regolare, lavoro in proprio e lavoro irregolare per i più anziani.

Rispetto al titolo di studio degli intervistati troviamo invece una più netta riparti-zione degli episodi lavorativi, per cui i lavori irregolari e gli episodi di lavoro in pro-prio sono maggiormente presenti nelle carriere di coloro che hanno un basso titolo di studio o comunque una limitata qualificazione formale, mentre i lavori più garantiti si accompagnano al possesso di un titolo di studio più elevato.

Il dato per cui i laureati registrano una maggior quota di episodi di lavoro “parzial-mente garantito” si spiega col fatto che molti fra i laureati sono giovani appena usciti dal circuito formativo e che per essi quindi valgono i termini per l’applicazione dei contratti di formazione lavoro.

Alcune osservazioni di maggiore interesse possono essere ricavate dall’esame di-stribuzioni delle esperienze di lavoro in base all’attuale collocazione occupazionale degli intervistati. Vediamo come la maggioranza degli imprenditori ed una quota rile-vante (30%) dei lavoratori autonomi provenga da precedenti esperienze di lavoro dipendente ‘regolare’.

Infine, per quanto attiene alla distribuzione degli episodi lavorativi per settori pro-duttivi, l’agricoltura emerge come il settore in cui sono prevalenti gli episodi di lavoro irregolare, seguito dal lavoro imprenditoriale e dalle condizioni occupazionali garanti-te; l’industria ed i settori manifatturieri riuniscono, al pari dei servizi pubblici, preva-lentemente episodi di lavoro regolare e garantito. Il terziario privato appare più ‘di-sperso’ fra le diverse tipologie di rapporti d’impiego, sebbene forte sia l’incidenza dei lavori precari parzialmente garanti che totalmente non garantiti.

Questi andamenti non si discostano in maniera sostanziale da quelle che sono le distribuzioni nazionali (Tab. 19), fatto salvo il maggior numero di rapporti stagionali ed a termine fra i giovani, i laureati, e gli occupati nella pubblica amministrazione.

Nel documento LA PARTECIPAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO (pagine 28-31)

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