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Le tipologie dei fluss

Nel documento Per una filosofia dei flussi (pagine 81-86)

I FLUSSI GLOBAL

2. Le tipologie dei fluss

L’attuale economia globale è uno degli ambiti nei quali è possibile notare più chiaramente le ultime profonde trasformazioni. La sua complessità, infatti, dipende da alcune fondamentali “disgiunture” che si sono create tra economia, cultura e politica. Queste disgiunture hanno accentuato notevolmente le distanze che intercorrono fra i singoli ambiti. Sono venuti a formarsi dei veri e propri spazi vuoti, nei quali si verificano spesso contrasti e conflitti di ogni sorta. Per Appadurai, queste disgiunture rappresentano la possibilità di realizzare uno strumento utile all’osservazione delle relazioni che intercorrono fra le cinque dimensioni dei flussi culturali globali che l’autore stesso identifica. Queste cinque dimensioni vengono definite come etnorami, mediorami, tecnorami, finanziorami ed infine ideorami.

La coniazione di questa particolare terminologia, attraverso l’utilizzo del suffisso -orami, ha l’intento di sottolineare il carattere fluido ed irregolare di questi panorami. Per panorami, Appadurai intende una sorta di vasta

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conformazione dal carattere fluido, capace di influenzare i più disparati ambiti internazionali.

I termini proposti da Appadurai, tutti accomunati dalla presenza dello stesso suffisso, indicano essenzialmente che non si tratta di una serie di relazioni che siano oggettivamente date e che riescano a rimanere le stesse ad oltranza, pur nelle grandi trasformazioni del mondo. Esse, invece, sono - potremmo dire - dei costrutti concettuali, che tendono a spostare la prospettiva d’analisi. Tali flussi subiscono poi le influenze delle contingenze storiche, linguistiche e politiche nei diversi ambiti nei quali si manifestano, siano essi gli Stati nazionali oppure le comunità diasporiche, così come gli enti di commercio multinazionale e tutti i raggruppamenti politici presenti nel mondo. Si tratta quindi di costrutti soggetti ai cambiamenti. Da questo punto di vista, l’attore sociale, ossia l’individuo, è l’ultimo luogo di questa nuova prospettiva, dettata dai panorami. Gli individui infatti si trovano coinvolti in dinamiche ben più grandi rispetto alle loro capacità individuali. Insomma, le dinamiche scaturite dai flussi tendono piuttosto al raggruppamento e alla realizzazione di formazioni più ampie che non, invece, a concentrarsi sui singoli individui.

Per comprendere meglio il meccanico di questo costrutto, Appadurai utilizza metaforicamente una fortunata formula di Benedict Anderson. Il termine panorama si riferisce all’immagine dei mondi immaginari. È un’espressione che si rifà alla molteplicità dei mondi, che vengono di volta in volta realizzati dall’immaginazione. Tali mondi sono composti da un raggruppamento di persone storicamente e contestualmente definito, il quale incontra poi, in maniera assai frequente, il grande traffico di immagini presente nel mondo. Una qualità essenziale del mondo odierno è appunto il fatto che gli individui vivono in questi panorami, e cioè in dei mondi realizzati dalla costante produzione di immagini, che derivano dall’incontro tra i diversi raggruppamenti di persone in movimento nel mondo.

Quando Appadurai parla di etnorami si rifà prima di tutto alla mutevolezza del panorama che intende descrive. Con questo termine

vengono indicati i gruppi di persone che si trovano in costante movimento, come turisti, immigrati, lavoratori e tanti altri gruppi di persone che, per un motivo o per un altro, devono spostarsi anche più volte durante l’arco della propria vita lavorativa. Questi gruppi di persone rappresentano un tratto essenziale della fluidità del mondo intero. Nonostante il carattere spiccatamente mutevole di questo movimento, questi sono capaci di esercitare una grande influenza sull’andamento politico dei governi, sia che si tratti degli aspetti più propriamente interni della vita dello Stato, così come nel modo con il quale gli Stati stessi si relazionano agli altri Stati nazionali. La capacità di esercitare questo tipo di influenza politica è inaudita. Si tratta, infatti, della prima volta nella storia umana che i gruppi di persone costrette allo spostamento costituiscano una categoria a sé con un tale livello di influenza.

Per via del fatto che gli individui coinvolti si ritrovano in costante movimento, l’aspetto immaginativo rappresenta per loro un elemento di grande importanza. Non a caso, poco fa, si parlava della forza che hanno assunto le interazioni cultuali su scala internazionale. In tal senso, gli Stati nazionali hanno preso, sempre con più interesse, a focalizzarsi su questo fenomeno. Nonostante i numerosi cambiamenti avvenuti in ambito tecnologico e produttivo che generalmente distolgono facilmente l’attenzione statale, gli Stati nazionali non hanno mai diminuito il loro livello di interesse su questo aspetto, che rimane centrale in tutte le politiche che in questi vengono formulate.

Quando invece Appadurai utilizza il temine tecnorama, si riferisce all’attuale configurazione della tecnologia, anch’essa fluida. Sia che si riferisca all’ambito più propriamente meccanico o all’informatica, tale configurazione viene caratterizzata dal fatto che i suoi movimenti sono diventati molto rapidi e capaci di attraversare ogni tipo di confine spaziale, anche quelli che un tempo sembravano insormontabili. I movimenti che avvengono all’interno di questo panorama, inoltre, come Appadurai stesso nota, si distribuiscono in maniera iniqua sul territorio globale. A causare la

differenza nello sviluppo tecnologico nell’aree globali vi è essenzialmente un motivo relazionale. Tale differenza non è causata da un cattivo controllo politico o da una logica di business. Il motivo relazionale che Appadurai ritrova si caratterizza dalla caoticità che vi è nel rapporto tra i flussi di capitali e la distribuzione della forza lavoro nei diversi mercati del mondo. Le numerose variabili che soggiacciono in questa relazione determinano poi una distribuzione della tecnologia assolutamente caotica.

Come si era già detto all’inizio di questo lavoro, le categorie tradizionali, come per esempio gli indicatori con i quali viene analizzata l’economia globale, sono utilizzati tutt’oggi nello studio di questi fenomeni senza che tengano presente di questi aspetti. Gli indicatori tradizionali vengono utilizzati anche dai più grandi istituti internazionali, come la Banca Mondiale. Si tratta di indicatori limitanti per molti aspetti. Per esempio, come può divenire possibile il confronto dei salari giapponesi con quelli statunitensi, o dei costi immobiliari presenti a New York e a Tokyo, attraverso una logica che esclude quei fattori decisivi che, per gran parte, contribuiscono all’accrescimento o all’abbassamento del valore economico delle situazioni che abbiamo descritto? Come può divenire possibile questo confronto senza che si tenga conto del meccanismo dei flussi globali legati alla speculazione finanziaria e, allo stesso tempo, dei fenomeni che questi stessi flussi scaturiscono dallo spostamento massiccio di capitali per il mondo?

Con il fine di risponde a questi interrogativi, Appadurai propone l’introduzione di uno strumento di studio molto interessante. A tal proposito, infatti, sarebbe utile parlare di finanziorami, in quanto la disposizione del capitale globale costituisce un vero e proprio panorama, anch’esso fluido e sempre più rapido negli spostamenti. Questa è, per esempio, la ragione che rende complessa la lettura di questo fenomeno, più di quanto non lo sia con i panorami di cui si parlava in precedenza. Infatti, i mercati azionari, le borse nazionali e le speculazioni commerciali di ogni tipo, muovono moltissimo denaro ad una velocità straordinaria. Tali spostamenti hanno poi delle forti

conseguenze, che si esprimono in punti percentuali in ogni parte del mondo e in dinamiche temporali del tutto astruse dall’economia reale.

Vi sono inoltre ulteriori disgiunture che Appadurai definisce come mediorami e ideorami. Quest’ultimi sono panorami strettamene legati alle immagini. I mediorami, infatti, si riferiscono alla capacità dei media elettronici di produrre e diffondere informazioni. Nello specifico, ci si riferisce a tutti gli strumenti mediatici, quali i quotidiani, le riviste e le stazioni televisive. Ciò che caratterizza la loro configurazione odierna è il fatto che questi riescono a coinvolgere in maniera sempre più sensibile l’attenzione dell’opinione pubblica. Le immagini diffuse vengono poi declinate in maniera diversa. Queste infatti vengono pensate differentemente a seconda che si tratti di immagini utilizzate a fini informativi o semplicemente per scopi ludici. Ma non vi è solo questa differenza che le caratterizza. Oltre che per l’obiettivo per il quale esse vengono diffuse, si potrebbe dire che il loro significato tende a variare in base al target di pubblico al quale si riferiscono, sia esso locale, nazionale o internazionale. Anche gli interessi economici di coloro i quali gestiscono i media, o semplicemente di chi ne detiene la proprietà o parte di essa, possono influenzare sensibilmente il messaggio mediatico.

Quel che interessa primariamente approfondire di questo tipo di panorami è il fatto che i mediorami, in particolare modo quando vengono diffusi attraverso delle reti televisive, forniscono agli spettatori dei repertori di immagini molto vasti. Tali repertori sono costituiti da ogni tipo di narrazione e di etnorami. In essi vengono a mescolarsi l’aspetto più propriamente commerciale dell’attività mediatica con quello informativo. Facendo esperienza quotidiana di un repertorio vastissimo di immagini, per gli spettatori di tutto il mondo diviene difficile riconoscere il confine fra i panorami realistici e quelle legati alla finzione. In questo modo, infatti, tale confine diventa assai sfumato.

Gli ideorami, invece, sono delle concatenazioni di immagini. Queste concatenazioni differiscono dai mediorami per il fatto di avere

essenzialmente un carattere politico. Esse hanno a che fare con le ideologie politiche che reggono gli Stati nazionali, ma anche con le controideologie che si oppongono al potere statale. Gli ideorami sono composti da una serie di idee della cui fluidità risulta più difficile l’analisi. La loro lettura è infatti più complicata per via dei continui contrasti intellettuali ai quali queste idee sono soggette. Tali contrasti influiscono veementemente sulle diverse correnti di significato per ognuna delle immagini contenute in questo panorama.

In ultima istanza, l’utilizzo di queste terminologie permette ad Appadurai di porre delle basi teoriche per una migliore formulazione circa il funzionamento degli attuali flussi globali. I panorami che abbiamo descritto hanno luogo entro e attraverso le crescenti disgiunture che avvengono tra etnorami, tecnorami, finanziorami, mediorami ed ideorami. I panorami ai quali tali coniazioni si riferiscono, presuppongono che tutto ciò che è in movimento, si sposta attraverso dei confini oramai isomorfi. La velocità e l’intensità di ognuno dei flussi di cui abbiamo parlato sono diventati di tale rilevanza che i fenomeni che ne scaturiscono rendono le disgiunture qualcosa di essenziale per la costruzione di qualsiasi cultura politica.

Nel documento Per una filosofia dei flussi (pagine 81-86)