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Tozzi e il mondo contadino

Nel documento La rappresentazione del mondo contadino (pagine 97-102)

Federigo Tozzi

4.2 Tozzi e il mondo contadino

Il mondo rurale che fa da sfondo alla vicenda si presenta come un ambiente duro ed impietoso in cui dilaga la crudeltà umana. I rapporti tra le persone sono infatti fondati sull'egoismo e non vi è traccia di solidarietà o benevolenza dal momento che ciascuno pensa soltanto al proprio interesse.

Giulia che mira al patrimonio di Giacomo e fa di tutto per ottenerlo; Luigia che dopo la morte del marito ha come unica preoccupazione quella di essere cacciata dalla proprietà; i lavoratori che rivendicano con aggressività gli stipendi arretrati e non si fidano del nuovo arrivato sono tutti esempi della rappresentazione dei contadini come individui attaccati al lato materiale della vita disposti a tutto pur di difendere quello che hanno o arricchirsi.

Nessuno esita a danneggiare l'altro se necessario come dimostrano le vicissitudini del protagonista che deve fare i conti con la diffidenza e l'ostilità di tutti. La campagna ai suoi occhi appare da subito come un luogo minaccioso in cui è impossibile trovare conforto o serenità. Egli è costretto però a misurarsi con la dimensione economica dell'esistenza sperimentando l'asprezza delle relazioni nell'ambito agricolo caratterizzato da insofferenze e rivendicazioni classiste173.

Il mancato inserimento e lo scontro di Remigio con questo territorio crudele sono i punti su cui Tozzi intende soffermarsi infatti nel romanzo non c'è la volontà di fornire un quadro naturalistico della provincia toscana. L'autore non

ricerca i meccanismi deterministici che regolano la realtà contadina né vuole denunciare una particolare situazione sociale in quanto l'attenzione è sempre rivolta all'interiorità dell'uomo. In primo piano vi sono la sensibilità dell'inetto ed il suo modo di approcciarsi alla vita. La ragione economica, presente nel testo con il tema dell'eredità e della gestione del podere, è soltanto uno dei tanti aspetti del rapporto complesso con il mondo proprio di un giovane fragile e smarrito174.

Il dato concreto viene usato per esplorare l'inconscio e quindi è chiara la differenza con la narrativa verghiana nonostante ne Il podere vi siano delle tematiche che rimandano ad essa. Un esempio può essere il motivo della roba con il padrone cinico che qui coincide con la figura del padre aprendo così la strada a dinamiche più profonde che esulano dal contesto rurale per addentrarsi nella psiche.

L'approccio alla realtà non si può dunque definire realistico perché non vi è l'intento di ricostruire un preciso ambiente come confermato anche dalle scelte stilistiche in linea con le tendenze espressioniste dei primi decenni del Novecento. I paesaggi vengono descritti per rendere i moti intimi dei personaggi e le dinamiche della quotidianità agricola aiutano a rappresentarne le vicende interiori che portano all'inettitudine. Nelle opere tozziane i fatti non esistono di per sé, ma assumono valore per ciò che suscitano nella mente e nell'animo dei protagonisti175.

174 Ibidem

175 L'indagine del profondo è più marcata in alcune opere come Con gli occhi chiusi e

L'eredità non voluta porta Remigio ad imbattersi nella durezza dell'esistenza che viene simboleggiata dalle sciagure naturali e dai problemi con i lavoratori a cui egli non sa reagire. L'incapacità nella gestione del podere dimostra la sua totale inadeguatezza a reggere le prove che la vita gli mette davanti e fa emergere i complessi mai risolti legati alla figura paterna.

Le paure e le ferite ancora aperte influiscono sulla sua personalità rendendolo insicuro e bloccando ogni possibilità di realizzazione. L'inetto infatti non ha la forza d'animo necessaria per fare ciò che vorrebbe e tende sempre a tirarsi indietro senza prendere una posizione netta176.

Questo tipo di atteggiamento è una costante nella poetica dell'autore e viene ben esemplificato nell'immagine degli occhi chiusi, titolo peraltro di uno dei suoi capolavori. L'uomo non apre lo sguardo sul mondo, ma rimane paralizzato nell'insicurezza e quando prova a misurarsi con l'alterità ne esce sconfitto. Egli è impotente di fronte alla crudeltà umana e prova un forte senso di colpa, che spesso sfocia in un bisogno di autopunizione perché non sa non affrontare le situazioni.

L'estraneità che accomuna le creature dei romanzi affonda le radici in una più generale visione del mondo basata sull'idea della fragilità dell'io e della sua sostanziale inconsistenza. Le conseguenze sono una forte instabilità emotiva in quanto gli stati d'animo oscillano continuamente ed una condizione di passività

cui vi è una maggiore compattezza narrativa ed il recupero di alcune forme tradizionali del realismo.

176 L'inettitudine è una debolezza, un'insicurezza psicologica che rende l'uomo incapace di vivere la vita a pieno. Si tratta di un motivo molto diffuso nella letteratura del primo Novecento.

per cui ogni iniziativa risulta quasi impossibile. Si tratta di un soggetto che ha perso la propria identità e sembra ricercarla in ciò che lo circonda senza successo177.

La sensazione di spaesamento si manifesta ne Il podere attraverso le relazioni con gli altri che l'inetto non è in grado di sostenere. Il mondo contadino dunque è al servizio dell'interiorità e serve per mettere in luce l'impossibilità di Remigio di trovare una strada alternativa a quella del padre che non sia distruttiva. Il paesaggio e la vita rurale perdono ogni bellezza o virtù diventando feroci e crudeli con quelli come lui che non sanno entrarvi in contatto.

La cattiveria è sicuramente l'elemento dominante nella raffigurazione della realtà campestre infatti chi appartiene ad essa è spregiudicato e si configura come un nemico del protagonista. L'avversità è talmente forte che uno178 di loro arriva ad ucciderlo ed il gesto violento diviene il simbolo di quelle che sono le uniche relazioni possibili fra gli uomini.

Il gusto per l'introspezione è un elemento che proietta la narrativa tozziana nel clima culturale del primo Novecento caratterizzato da una nuova modalità di rapportarsi all'esistenza. L'uomo moderno è privo di punti di riferimento e ritiene che il mondo non sia più spiegabile con schemi logici. Non vi è più la possibilità di conoscere l'universo che appare frantumato e sfugge ad ogni tipo di controllo. Le modalità di approccio del reale non sono più quelle scientifiche

177 R. LUPERINI, op. cit. , pp. 31-33

178 Si tratta di Berto, contadino descritto fin da subito come aggressivo e violento. Egli cova un rancore profondo nei confronti di Remigio che sfocia nel tragico gesto finale del romanzo.

della tradizione positivista ottocentesca e si privilegia la dimensione irrazionale.

Lo scrittore senese si colloca nel quadro della grande stagione espressionista europea perché nei suoi testi introduce importanti novità anche quando in alcuni casi, tra cui quello analizzato, sembra rimanere più vicino alle forme tradizionali.

Nel documento La rappresentazione del mondo contadino (pagine 97-102)