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TRADITIONAL STANDARDISED APPROACH (TSA)

IL RISCHIO OPERATIVO

2.2 METODOLOGIE DI CALCOLO DEL RISCHIO OPERATIVO

2.2.2 TRADITIONAL STANDARDISED APPROACH (TSA)

L’approccio standardizzato prevede che il requisito patrimoniale complessivo sia individuato sulla base della media delle ultime tre osservazioni del contributo TSA registrato alla chiusura dell’esercizio. Tale contributo è misurato, per ciascun anno, come somma dei margini di intermediazione delle linee di business (business lines) ponderati per uno specifico coefficiente regolamentare stabilito dal Comitato di Basilea, quindi quest’ultimo considera l’intermediario articolato in differenti linee di business e, a fronte dei

43 diversi ambiti operativi, stabilisce una capacità di contribuzione degli stessi, e quindi stabilisce che ci sia un margine di intermediazione “parziale” da riferire ad ogni linea di business. Si può riscontrare, in questa metodologia, la volontà da parte dell’Autorità di Vigilanza di attribuire a certe operazioni determinati ambiti operativi.

Coefficienti regolamentari delle linee di attività 42

Linea di business Coefficiente regolamentare

Servizi finanziari per l’impresa (Corporate

finance)

18 %

Negoziazione e vendita

(Trading and sales) 18 % Servizi bancari al dettaglio

(Retail banking) 12 % Servizi bancari a carattere

commerciale (Commercial

banking)

15 %

Servizi di pagamento e regolamento (Payment and

settlement)

18 %

Gestioni fiduciarie (Agency

services) 15 %

Gestioni patrimoniali (Asset

management) 12 %

Intermediazione al dettaglio

(Retail brokerage) 12 %

Qualora l’indicatore rilevante ponderato di una linea di business risulti negativo, esso va incluso nel calcolo del contributo TSA. Qualora il contributo TSA per un anno risulti negativo, il risultato deve essere posto pari a zero e partecipa al calcolo della media triennale.

Il coefficiente regolamentare varia da un minimo del 12% ad un massimo del 18% in base alla linea di business di riferimento. Quindi una banca che adotta questa metodologia potrebbe ottenere una riduzione o un aggravio del requisito patrimoniale a seconda delle attività che essa svolge in misura prevalente.

42Vedi Banca d’Italia, “Nuove disposizione di vigilanza prudenziale per le banche”, Circolare n.263 del 27 dicembre

44

Metodo Standardizzato e metodi Avanzati - schema di raccordo tra linee di business e attività aziendali43

43

Vedi Banca d’Italia, “Nuove disposizione di vigilanza prudenziale per le banche”, Circolare n.263 del 27 dicembre 2006, Titolo II, Capitolo 5.

Linee di business Elenco delle attività

Corporate finance

Fusioni, Acquisizioni, Attività di collocamento (OPA, OPV, collocamenti privati – c.d. blocchi, emissioni obbligazionarie). Investment Banking in azioni e capitale di debito (IPO, privatizzazioni, syndications, piazzamenti privati secondari, sottoscrizioni, etc.). Valutazioni d’azienda. Cartolarizzazioni per conto terzi. Gestione straordinaria di finanza d’impresa. Aumenti di capitale (solo come lead manager). Servizi di consulenza e ricerca (struttura di capitale, strategia industriale, undertakings, ristrutturazione, etc.). Consulenza d’investimento come business specifico.

Trading and sales

Negoziazione in conto proprio del portafoglio di trading. Gestione della tesoreria e funding in conto proprio (Asset & Liability Management, etc.). Cartolarizzazioni in conto proprio. Ricezione, trasmissione ed esecuzione di ordini verso clienti corporate e professionali (1). Attività di consulenza, assunzione a fermo, collocamento di strumenti finanziari e prodotti assicurativi (bancassurance, fondi, GPM, GPF, azioni, obbligazioni, derivati, etc) verso clienti corporate e professionali.

Retail banking

Prestiti e Depositi. Garanzie e impegni finanziari. Credito al consumo per clienti retail. Leasing e Factoring. Altri tipi di transazioni con controparti retail non allocati in altre linee di

business. Servizi ancillari ad attività retail come servizi di incasso e pagamento

(collocamento di carte di debito e di credito, trasferimento fondi ed altri pagamenti per conto di clienti, cambio valuta, etc.) e custodia ed amministrazione titoli.

Commercial banking

Prestiti e Depositi. Garanzie e impegni finanziari. Leasing e Factoring. Finanziamenti all’esportazione e al commercio. Altri tipi di transazioni con controparti corporate non allocati in altre linee di business. Servizi ancillari ad attività corporate come servizi di incasso e pagamento (trasferimento fondi ed altri pagamenti per conto di clienti, cambio valuta, etc.) e custodia ed amministrazione titoli. Reddito netto (ad esempio cedole e dividendi) su portafogli non di trading.

Payment and settlement

Servizi e sistemi di pagamento, regolamento e compensazione (EBA, BIREL, TARGET, CLS, SWIFT, MASTERCARD, VISA, AMEX, etc.). Emissione e gestione di strumenti di pagamento e trasferimento fondi come business specifico. Banca corrispondente.

Agency services

Banca depositaria. Custodia e servizi correlati (gestione contante e garanzie reali, depositi presso terzi, etc.) come business specifico. Servizi di esattoria. Servizi di tesoreria Enti. Banca Fiduciaria.

Asset management

Gestione Portafogli ed altre forme di gestione del risparmio (fondi comuni di investimento, fondi di pensione, GPM, GPF, hedge fund, etc.). Si intende solo la produzione e non la distribuzione di prodotti di risparmio gestito; fa eccezione l’attività di collocamento a clienti professionali effettuata da società dedicate.

Retail brokerage

Ricezione, trasmissione ed esecuzione di ordini verso clienti retail. Attività di consulenza, assunzione a fermo, collocamento di strumenti finanziari e prodotti assicurativi (bancassurance, fondi, GPM, GPF, azioni, obbligazioni, derivati, etc.) verso clienti retail.

Corporate Items (solo banche AMA)

Attività che riguardano la banca nella sua interezza, quali dichiarazione annuale delle tasse, azioni o responsabilità degli esponenti aziendali, ecc.

45 Osservando entrambe le tabelle, si può notare come il Comitato di Basilea ipotizzi una perfetta correlazione tra le differenti tipologie di eventi di perdita, quindi assume che le perdite operative delle differenti linee di business avvengano tutte contestualmente, per questo motivo si richiede alle banche una dotazione patrimoniale in grado di coprire il totale delle perdite derivante da eventi di natura diversa.

Questa metodologia di calcolo verrà scelta da quegli intermediari la cui attività è maggiormente concentrata nelle linee di business con il coefficiente più basso in modo tale da accantonare meno capitale.

Anche questa metodologia, nonostante sia evidente l’evoluzione rispetto all’approccio base, presenta alcuni limiti:

 Come per il Basic Indicator Approach, il margine d’intermediazione non rappresenta la grandezza adeguata per la misurazione del rischio operativo (per i motivi sopra detti);

 Sommare i contributi TSA delle singole linee di business senza introdurre un fattore di diversificazione44 comporterà un aggravio del requisito patrimoniale per gli intermediari;

 L’uguaglianza dei coefficienti regolamentari per tutti gli intermediari è un aspetto negativo poiché non si considereranno le specificità delle singole imprese che potranno non esser ben rappresentate da questi coefficienti.