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Come per il narcotraffico, anche la questione del coinvolgimento di Al-Qaeda nel traffico di preziosi (soprattutto tanzanite, diamanti e oro) ha sollevato opinioni divergenti tra gli studiosi; secondo alcuni130 le prove raccolte dagli inquirenti (testimonianze di detenuti ex

membri dell’organizzazione, rapporti redatti da enti non governativi, da organi delle Nazioni Unite e dai servizi segreti nazionali) dimostrano che Al-Qaeda non ha mai utilizzato questo mercato illegale per finanziarsi, sebbene sia plausibile che alcuni suoi membri ne siano entrati in contatto. Diversamente, altri131 sostengono il coinvolgimento dell’organizzazione nel

commercio di preziosi di cui sarebbe venuta a conoscenza durante il conflitto afgano-

127 UNODC, 2008 World Drug Report. Le autorità colombiane stimarono che nel 2007 il 35% della cocaina

prodotta in America Latina transitava per i Paesi dell’Africa occidentale per essere poi immessa nel mercato illegale europeo.

128 Il termine narco-terrorismo venne “coniato” dal Presidente peruviano Belaunde Terry nel 1983 per

identificare il legame tra gruppi terroristi, il traffico di droga e la criminalità organizzata.

129 WYLER L., COOK N., Illegal drug trade in Africa: trends and U.S. policy, p. 6. L’atto d’accusa mosso nei confronti

dei tre africani indagati sottolinea il fatto che tale commercio era finalizzato a procurare un beneficio economico ad Al-Qaeda, oltre al fatto che rappresenta la prima volta che affiliati di Bin Laden vengono perseguiti con l’accusa di narco-terrorismo. Come evidenziano gli autori, comunque, l’importanza dell’arresto risiede nella prova che una collaborazione tra organizzazioni terroristiche e trafficanti di droga nella regione è possibile.

130 ROTH J., GREENBURG D., WILLE S., Monograph on terrorist financing. Report to the Commission. 131 FARAH D., reporter investigativo del quotidiano statunitense Washington Post.

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sovietico132 e che avrebbe poi sviluppato autonomamente sfruttando il “conflitto di diamanti”

che da anni imperversa in Africa occidentale. La strategia di utilizzo di questo mercato risiede

in primis nella debolezza della normativa internazionale sul monitoraggio di questa attività

illecita, quindi più difficile da rintracciare rispetto ai movimenti di denaro liquido; inoltre, le gemme preziose hanno il vantaggio di essere facilmente estraibili dalle miniere e trasportabili all’estero, e di avere un valore di mercato elevato133.

L’organizzazione umanitaria non-profit Global Witness ha stilato un rapporto134 molto

dettagliato sul coinvolgimento di Al-Qaeda nel traffico di preziosi suddividendolo in tre periodi: dal 1993 al 2001 l’organizzazione avrebbe utilizzato diamanti e oro per finanziare le operazioni terroristiche delle sue cellule; dopo l’11 settembre 2001 invece avrebbe scelto di riciclare denaro convertendolo in gemme preziose; infine, gli ultimi anni hanno visto un intensificarsi dell’attività di riciclaggio del denaro proveniente da attività illegali e criminali della rete qaedista. Negli anni ‘90 erano il Kenya e la Tanzania i Paesi africani dai quali si ritiene che Bin Laden si rifornisse di preziosi, nello specifico la tanzanite, un minerale di colore blu molto simile al diamante, i diamanti veri e propri e i rubini (erano almeno due le società imprenditoriali di copertura da lui utilizzate per raccogliere finanziamenti, ovvero Asma, Ltd. e Tanzanite King). Convinta sostenitrice della tesi secondo cui Al-Qaeda avrebbe sfruttato il traffico illegale di oro e pietre preziose per finanziare le sue operazioni e per riciclare denaro, Global Witness ha inserito nel suo rapporto una delle prove che lo confermerebbero, ovvero il diario personale di Wadih El-Hage (scoperto dagli agenti FBI nel 1997 in Kenya), collaboratore molto intimo di Bin Laden e mediatore nel traffico di oro e gemme preziose; il taccuino riportava molti appunti inerenti le entrate e le uscite nella compra-vendita di preziosi, appunti sul loro valore di mercato, oltre a viaggi d’affari in Europa e Nord America (prima della scoperta del legame tra terrorismo e commercio di preziosi, l’80% della tanzanite estratta era destinato agli Stati Uniti). Di fondamentale importanza nella strategia di Al-Qaeda è stata l’autonomia con cui hanno agito le sue cellule keniota e

132 Rapporto di Global Witness, For a few dollar more. How Al-Qaeda moved into the diamond trade, p.14. Il testo

riporta che l’Afghanistan aveva grandi riserve minerarie di lapislazzuli ed altre pietre preziose commerciate per finanziare il conflitto.

133 FBI, Allegations of Al-Qaeda trafficking in conflict diamonds. Il testo riporta il sospetto secondo cui Al-Qaeda

avrebbe accumulato fondi per un valore di milioni di dollari dalla vendita illegale di diamanti dai ribelli del RUF in Sierra Leone negli anni compresi tra il 1999 ed il 2001; questa attività sarebbe stata intrapresa per finanziare le operazioni terroristiche e per occultare i fondi, anticipando così la controffensiva statunitense del dopo 11 settembre 2001 quando congelò i conti dei sospetti terroristi. (Fonte: INTELWIRE.com).

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tanzaniana nel traffico di preziosi; infatti, ciò ha permesso l’impenetrabilità dall’esterno e la non tracciabilità delle fonti. Gli attacchi terroristici contro le ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania del 1998 e il conseguente accresciuto interesse degli Stati Uniti nei suoi confronti, costrinsero lo sceicco saudita a orientarsi verso altre fonti, ovvero l’Africa occidentale.

Il collegamento tra Al-Qaeda ed il contrabbando di diamanti in Africa occidentale, nello specifico in Sierra Leone e Liberia, entrambi Stati caratterizzati da sistemi politici molto instabili e da economie basate sul mercato nero, era un individuo di origine libanese, Aziz Nassour, titolare di una compagnia chiamata ASA Diam135 che si riteneva avesse rapporti

sospetti anche con diversi Paesi legati al terrorismo, quali Iraq, Iran, Pakistan e Afghanistan. Indagini condotte dagli investigatori hanno dimostrato anche il ruolo assunto negli anni 2000 dal Fronte Rivoluzionario Unito136 nel rifornimento dei preziosi ad Al-Qaeda in cambio di

armi, assicurandole inoltre protezione nelle operazioni sul campo; nell’arco di pochi mesi, tra il 2000 ed il 2001, Nassour avrebbe acquistato per conto di Al-Qaeda diamanti per un valore di $300,000.

Anche l’oro è stato al centro dell’interesse di Al-Qaeda, sia come fonte di finanziamento (attraverso il contrabbando di oro) sia come copertura per il riciclaggio (attraverso l’acquisto di oro con fondi illeciti); diversamente da altri beni, l’oro ha la caratteristica di essere facilmente fuso e depositato in conti bancari senza destare sospetti. Questo metallo veniva quindi utilizzato anche dai narcotrafficanti afgani nelle loro transazioni137; veniva poi

trasferito nei “paradisi fiscali” di Dubai, Iran e Hong Kong, dove l’oro veniva fuso e convertito in gioielli oppure depositato in istituti bancari.

135 I tabulati telefonici della compagnia di Nassour riportano numerose telefonate verso la Liberia (l’indirizzo

corrispondente alle telefonate era l’Hotel Boulevard nella capitale Monrovia) e membri del RUF in Sierra Leone nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2001. (Fonte: Rapporto di Global Witness, For a few dollar more. How

Al-Qaeda moved into the diamond trade, p. 46).

136 Il Fronte Rivoluzionario Unito è il gruppo armato che dal 1991 al 2002 condusse una guerra civile per il

potere, poi fallita, in Sierra Leone.

137 Un uomo d’affari pakistano affermò che l’ISI era convinta del coinvolgimento di Al-Qaeda e del regime

talebano nel contrabbando di oro che veniva prelevato dalle banche afgane e depositato temporaneamente all’estero in Pakistan, da dove veniva infine contrabbandato verso l’Iran o Dubai (durante il periodo sudanese di Osama Bin Laden, una parte dell’oro proveniente dal narcotraffico afgano finiva negli istituto bancari del Sudan). (Fonte: Rapporto di Global Witness, For a few dollar more. How Al-Qaeda moved into the diamond trade, p. 15).

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Budget finanziario annuo (media 1999-2006) $20-50 milioni Tipologie di finanziamento

Narcotraffico 30-35%

Donazioni (governi, ricchi privati, gruppi religiosi) 20-30%

Zakat dai Paesi islamici 15-20%

Attività criminali varie 10-15%

Totale 75-100%

Tabella illustrativa dei flussi e delle tipologie di finanziamento di Al-Qaeda. (Fonte: SCHNEIDER F., CARUSO R.,

The (hidden) financial flows of terrorist and transnational crime organizations: a literature review and some preliminary empirical results, 2010).