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TRATTAMENTI MEDIA D.S Steli Recisi 13,00 2,

Nel documento La pigmentazione nel fiore di Lilium (pagine 42-58)

PARTE SPERIMENTALE

TRATTAMENTI MEDIA D.S Steli Recisi 13,00 2,

Steli su Pianta 12,64 2,74

3.2 - Dimensioni dei bocci fiorali

- Azienda Campetti

Analizzando i risultati ottenuti (fig.23), si può notare come si sia verificato un aumento della lunghezza dei primi tre bocci fiorali degli steli trattati in tutte e 4 le cultivar rispetto ai testimoni non trattati. Questo aumento è evidente nel 1º, nel 2º e nel 3º boccio fiorale, anche se nella media di tutte le cultivar questo effetto non è risultato sempre statisticamente significativo.

Analizzando l’effetto dei trattamenti sulle singole cultivar, nella cv L1 sul 1º boccio fiorale la tesi A e il Mix hanno determinato un incremento significativo della lunghezza (fig.24)

In L2 la tesi A ha determinato un aumento significativo della lunghezza in tutti e 3 bocci fiorali, il Mix sul 1º e sul 3º, mentre tutti i trattamenti hanno determinato un aumento significativo della lunghezza del 3º boccio fiorale (fig.25).

In L3 la tesi A ha incrementato significativamente le dimensioni del 1º e 2º boccio fiorale, la tesi B soltanto del 1º , il Mix del 3º, mentre la tesi E di tutti e tre bocci fiorali.(fig.26)

In L4 le tesi A e B hanno incrementato significativamente le dimensioni del 1º boccio fiorale, mentre le tesi B, E e Mix del 3º boccio fiorale (fig.27).

Fig.23. Lunghezza dei primi 3 bocci fiorali nella media delle 4 cultivar

Fig.25. Lunghezza dei bocci fiorali in L2 (Tresor)

Fig.26. Lunghezza dei bocci fiorali in L3 (Menorca)

3.3 - Miglioramento del colore dei tepali con somministrazione di prodotti

Al fine di migliorare la colorazione dei tepali in periodo di coltivazione piuttosto sfavorevole sono stati effettuati diversi trattamenti nelle due aziende. Sulla base dei dati noti in letterature sono stati impiegate dieverse sostanze, che su diverse piante hanno portato ad un miglioramento della colorazione.una utilizzando dei prodotti che sono noti influenzare la colorazione (mettere bibliografia).

I trattamenti sono stati diversi per le due aziende e vengono quindi separati i risultati ottenuti.

- Azienda Campetti

I trattamenti effettuati (A-B-E-ABE) hanno permesso di evidenziare un miglioramento del colore dei tepali, visibile già ad occhio nudo, principalmente nelle cultivars L1 (fucsia) e L4 (bianco/rosa). Nella cultivar L2 (arancio) invece non c’e’ stato un miglioramento del colore visivamente apprezzabile, mentre nella varietà L3 (crema) l’unico trattamento che ha evidenziato dei miglioramenti percepibili, per quanto riguarda l’accentuazione della colorazione dei tepali, è stato quello fatto con la kinetina.

Cultivar Fangio (L1):

Fig. 28. cultivar Fangio (tesi A vs test) Fig. 29. cultivar Fangio (tesi B vs test)

Fig. 32 particolare petali cultivar Fangio Fig 33 particolare petali cultivar Fangio (tesi B vs test) (tesi E vs test)

Fig 34. particolare petali cultivar Fangio (tesi ABE vs test)

Cultivar Cavalese (L4):

Fig 37. cultivar Cavalese (tesi E vs test) Fig 38 cultivar Cavalese (tesi ABE vs test)

Fig 39. panoramica di tutti i trattamenti messi a confronto con il testimone

Fig 40. particolare petali cultivar Cavalese Fig 41. particolare petali cultivar Cavalese (tesi A vs test) (tesi E vs test)

Cultivar Menarca (L4):

Fig.42 cultivar Menorca (tesi B vs test)

- CRA-ISF

Anche i risultati ottenuti al CRA-ISF hanno confermato che ad occhio nudo si possono apprezzare delle variazioni di colore. In particolare, una evidente accentuazione del colore si è avuta nelle cultivars L4 (Cavalese) e L3 (Menorca) con i trattamenti a base di kinetina o ed anche con il Bion (non utilizzato dal Campetti).

Cultivar Cavalese (L4):

Fig 43. cultivar Cavalese (tesi D vs test) Fig 44 cultivar Cavalese (tesi B vs test)

Cultivar Menorca:

3.4 - Analisi dei dati ottenuti dallo spettrocolorimetro

- Azienda Campetti

Lo spettrocolorimetro rappresenta una nuova metodologia per la valutazione del colore in floricoltura, ed è stata messa a punto con questa tesi Infatti mediante questo strumento è stato possibile verificare quale parametro di colore fosse influenzato da trattamenti specifici, cioè L*,a* e b* e l’indice ∆E , questi parametri esprimono rispettivamente: la luminosità, l’andamento dal verde al rosso, l’andamento dal giallo al blu e infine ∆E* = (radq(∆L*2 + ∆a*2 + ∆b*2

)).

L’utilizzo dello spettrocolorimetro ha permesso di evidenziare anche differenze di colore minime, non percepibili ad occhio nudo, e di confermare i risultati già visibili nelle foto precedenti.

Tendenzialmente, tutti i trattamenti hanno determinato un aumento dell’intensità del colore dei tepali nelle cv L1 (tab.7) ed L4 (tab.8), come era stato percepito anche ad occhio nudo, in seguito a variazioni dei valori di L*, a* e b*.

Nella cv L1 (tab.7), in particolare, L* tende a diminuire in seguito ai trattamenti, con una percezione più scura dell’immagine, a* rimane uguale, mentre b* tende ad aumentare in seguito ai trattamenti, andando dalle tonalità blu verso il giallo. Considerando l’indice ∆E del 1° fiore, del 2° fiore, del 3° fiore e della media dei primi tre fiori, si vede che nel 1º fiore ∆E varia da 3,10 (tratt.E) a 5,01 (tratt.A), nel 2º fiore varia da 2,48 (tratt.E) a 4,25 (tratt.B), nel 3º fiore varia da 3,51 (tratt.A) a 4,25 (tratt.B) mentre nella media dei primi 3 fiori il ∆E varia da 2,81(tratt.E) a 3,92 (tratt.B). Nella cv L4 (tab.8), il ∆E medio dei tre fiori è risultato compreso tra 2,64 (tratt.E) e 3,12 (tratt.B). Tuttavia queste variazioni di colore sono risultate dovute a diverse variazioni dei tre parametri a seconda del trattamento effettuato. Infatti, nel trattamento B il valore di L* è risultato più elevato, avvicinandosi al valore del testimone (55,79 contro 55,97), mentre il valore di b* è risultato di gran lunga il più basso in assoluto (3,21) rispetto sia al testimone (5,70) che agli altri trattamenti (6,00 e 5,46). Gli altri due trattamenti (A ed E), invece, si diversificano dal testimone solo per un aumento del valore di A (rispettivamente 30,19 e 30,04 rispetto a 28,08 del controllo).

Relativamente alle altre due cultivars, L2 (tab.9) e L3 (tab.10), Lo strumento ha permesso di confermare, come si era già visto ad occhio nudo, che i trattamenti hanno determinato variazioni di colore molto lievi e non percepibili ad occhio nudo.

Tab 7. Valori medi di L*, a*, b* e di E* (Trattamento vs Testimone) per differenti trattamenti sulla cv Fangio relativamente ai primi tre fiori per stelo (i valori che non presentano lettere uguali sono significativamente diversi per P≤0,05 – Test SNK)

TRATTAMENTO L* a* b* E* (1° fiore)E* (2° fiore)E* (3° fiore) E* (media) A 39,06 bc 31,98 a 6,55 a 5,01 3,24 3,51 3,54 B 38,76 c 32,01 a 6,85 a 3,51 4,26 4,25 3,92 E 39,85 b 32,37 a 6,58 a 3,10 2,48 3,71 2,81 ABE 39,18 bc 32,05 a 6,44 a 3,33 3,45 3,87 3,38 TEST 42,39 a 32,26 a 5,40 b - - - -

Tab 8. Valori medi di L*, a*, b* e di E* (Trattamento vs Testimone) per differenti trattamenti sulla cv Cavalese relativamente ai primi tre fiori per stelo (i valori che non presentano lettere uguali sono significativamente diversi per P≤0,05 – Test SNK)

TRATTAMENTO L* a* b* E* (media) A 53,81 b 30,19 a 6,00 a 3,04 B 55,79 a 29,96 a 3,21 b 3,12 E 54,22 b 30,04 a 5,46 a 2,64 TEST 55,97 a 28,08 b 5,70 a -

Tab 9. Valori medi di L*, a*, b* e di E* (Trattamento vs Testimone) per differenti trattamenti sulla cv Tresor relativamente ai primi tre fiori per stelo (i valori che non presentano lettere uguali sono significativamente diversi per P≤0,05 – Test SNK)

TRATTAMENTO L* a* b* E* (media) A 55,87 a 42,35 a 48,68 a 1,99 B 56,01 a 43,26 a 49,86 a 0,94 ABE 55,86 a 42,87 a 49,10 a 1,54 TEST 56,71 a 42,93 a 50,39 a -

Tab. 10. Valori medi di L*, a*, b* e di E* (Trattamento vs Testimone) per differenti trattamenti sulla cv Menorca relativamente ai primi tre fiori per stelo (i valori che non presentano lettere uguali sono significativamente diversi per P≤0,05 – Test SNK)

TRATTAMENTO L* a* b* E* (media) A 68,64 a 18,25 a 36,92 a 1,02 B 69,25 a 19,16 a 38,18 a 1,08 E 68,42 a 19,66 a 38,61 a 1,22 TEST 68,34 a 18,91 a 37,65 a - 4

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

La qualità della pianta di Lilium è spesso influenzata dalla stagione di coltivazione. E’ risaputo che durante la stagione autunno-invernale, quando fattori come la radiazione solare e la temperatura sono sfavorevoli, le caratteristiche morfologiche del Lilium siano peggiori rispetto alle coltivazioni primaverili ed estive. La pianta spesso presenta una maggiore percentuale di aborti fiorali, un precoce appassimento e un’attenuazione dell’intensità del colore dei fiori, fattori imputabili ad una ridotta fotosintesi e ad una conseguente minor disponibilità di zuccheri.

Nelle prove effettuate presso l’azienda Campetti e presso il CRA-ISF di Pescia (PT), si è cercato di trovare le condizioni per ottenere fiori con colori brillanti e steli fiorali di buona qualità anche in epoca sfavorevole, mediante l’utilizzo di sostanze semplici e di facile reperimento da parte del floricoltore.

Per la misurazione dell’intensità del colore è stata adottata una tecnica nuova, cioè è stato impiegato uno spettrocolorimetro che ha garantito semplici ed immediate misure dei vari parametri del colore. Lo spettrocolorimetro trova impiego in altri settori industriali, dal settore alimentare a quello automobilistico (verniciature), ed è stato messo a punto in questa tesi per un nuovo utilizzo.

La sensibilità dell’apparecchio e la facilità di impiego hanno permesso di ottenere centinaia di dati in pochi minuti, permettendo di rilevare anche minime differenze di colore fra i controlli ed i trattati in quelle cultivars in cui questa differenza non era cosi’ evidente ad occhio nudo. Il suo facile trasporto, mediante una valigetta, può permettere le misure direttamente in campo senza distruzione di materiale vegetale. La tecnologia utilizzata, inoltre, grazie al fatto che il software dello strumento emette dati numerici, permette un confronto tra prove effettuate a distanza nel tempo e nello spazio,

cosa che invece non sarebbe possibile con altre tecniche (ad es. carte colorimetriche) o mediante il confronto di immagini fotografiche.

L’utilizzo di zuccheri (saccarosio o fruttosio + glucosio), di solfato potassico e di stimolatori di antociani (Bion e kinetina), generalmente applicati su prodotti orto-frutticoli, hanno garantito un miglioramento significativo della colorazioni dei fiori, soprattutto in quelli dalle tonalità fucsia (cv Fangio) e rosa (cv Cavalese).

Questi dati trovano conferma in prove effettuate da altri autori. Solfanelli et al. (2006) hanno infatti dimostrato che la somministrazione di zuccheri a piantine di Arabidopsis provoca un aumento della biosintesi di antociani, facendo diventare le foglioline rosse. In altre prove, invece, è stato dimostrato che la somministrazione per via fogliare di solfato potassico su prodotti ortofrutticoli migliora sensibilmente il colore della buccia in situazioni particolari in cui la radiazione solare risulta insufficiente (ad es. pomodoro o melanzana coltivati nel Nord-Italia) o in cui l’escursione termica giornaliera in estate non risulta elevata (ad es. mele a buccia rosa, tipo Pink Lady, coltivate nel Centro-Italia) (Pierandrei, comunicazione personale). Infine, prodotti come il Bion o la kinetina sono stati impiegati da altri autori al fine di migliorare alcune caratteristiche come, rispettivamente, la resistenza alle infezioni parassitarie (Muccinelli, 2004) e la longevità delle piante (Pinelli e Veraldi, 2004); questi prodotti, tuttavia, si sono rivelati in grado anche di incrementare la biosintesi di antocianine, come il Bion sull’uva (Iriti et al., 2004) o la kinetina su colture cellulari di

Campthoteca (Pasqua et al., 2005).

Queste sostanze, inoltre, nelle nostre prove, hanno determinato un miglioramento di altri importanti aspetti qualitativi dello stelo fiorale. Infatti, il rifornimento di sostanze energetiche mediante spruzzatura fogliare ha permesso una totale riduzione degli aborti fiorali nelle piante trattate, mentre i controlli hanno presentato una percentuale di aborti rilevante (tra il 5 ed il 12%). Un ulteriore aspetto migliorato dai trattamenti è stata la longevità degli steli, risultata tendenzialmente più alta nelle piante trattate rispetto ai testimoni non trattati. Infine, i trattamenti hanno anche determinato un aumento delle dimensioni dei bocci fiorali in tutte le cultivars testate.

In conclusione, la prova ha dimostrato che l’apporto di sostanze energetiche, di facile reperimento da parte del vivaista, alle piante di Lilium, in periodi in cui le condizioni climatiche sono sfavorevoli, consente di ovviare a diversi problemi che in inverno affliggono i coltivatori. Tutto ciò può consentire la produzione di fiori di ottima qualità per tutto l’arco dell’anno e un conseguente soddisfacimento del consumatore finale che può trovare in ogni stagione un buon prodotto.

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Nel documento La pigmentazione nel fiore di Lilium (pagine 42-58)

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