• Non ci sono risultati.

Tratti di personalità

3. Correlati psicologici del tabagismo

3.2. Tratti di personalità

Alcuni tratti di personalità sembrano costituire fattori di rischio o di protezione verso comportamenti nocivi per la salute quali il tabagismo. Ad esempio, la letteratura psicologica ha ampiamente evidenziato come la percezione di rischio verso comportamenti non salutari sia associata, in modalità e misure differenti, ai cinque grandi tratti di personalità (e.g., Chauvin, Hermand, & Mullet, 2007; Nicholson, Soane, Fenton-O’Creevy, & Willman, 2005). Nella teoria dei cinque tratti, o Big Five (Goldberg, 1981, 1992; John, 1990; McCrae & Costa, 1987, 1994, 2003), i fattori che maggiormente hanno mostrato un legame con il tabagismo sono coscienziosità e nevroticismo. La coscienziosità è un tratto che racchiude caratteristiche quali la prudenza, l’autodisciplina, l’organizzazione personale, la predisposizione e la dedizione verso il perseguimento di obiettivi a lungo termine, il conformismo e il perfezionismo. Gli studi sui Big Five hanno spesso mostrato come la coscienziosità funga da fattore protettivo verso comportamenti non salutari (Bogg & Roberts, 2004, 2013; Friedman, 2000; Roberts & Bogg, 2004; Takahashi, Edmonds, Jackson, & Roberts, 2013). Sul versante opposto si trova il nevroticismo, tratto opposto alla stabilità emotiva che rappresenta la tendenza a sperimentare emozioni negative. Il nevroticismo è associato a caratteristiche quali ansia, preoccupazione, minor capacità di resistere alla frustrazione, problemi di

Capitolo 1

21

autocontrollo, difficoltà a rimandare le gratificazioni e, dunque, viene considerato un fattore di rischio per lo sviluppo e il mantenimento di comportamenti non salutari (Korotkov, 2008; Lahey, 2009; Williams, O’Brien, & Colder, 2004). Nella letteratura sul tabagismo sono presenti studi che hanno mostrato che un più alto livello di nevroticismo e/o un più basso livello di coscienziosità sono associati ad una maggiore probabilità di iniziare a fumare (Kubička, Matějček, Dytrych, & Roth, 2001; Welch & Poulton, 2009) e come queste caratteristiche siano più tipiche dei fumatori rispetto ai non fumatori e agli ex fumatori (Kahler et al., 2009; Terracciano & Costa, 2004; Vollrath & Torgersen, 2002). Una meta-analisi basata su nove studi ha confermato questi risultati, evidenziando come livelli più alti di nevroticismo e più bassi di coscienziosità fossero positivamente associati al comportamento di fumo (Malouff, Thorsteinsson, & Schutte, 2006). Il tratto nevrotico ha mostrato questo stesso effetto anche in una seconda meta-analisi condotta su 25 studi (Munafò, Zetteler, & Clark, 2007). In linea con queste evidenze, un recente studio longitudinale durato 10 anni e condotto su più di 2000 adulti ha evidenziato che un elevato nevroticismo è associato con la progressione della dipendenza e che la coscienziosità funge da fattore protettivo rallentandola (Zvolensky, Taha, Bono, & Goodwin, 2015). Gli autori, infatti, hanno osservato che per gli individui con alto nevroticismo e bassa coscienziosità era più probabile il passaggio da fumatore occasionale ad abituale e che questi tratti erano associati all’aumento della quantità di sigarette fumate giornalmente e con la persistenza del comportamento di fumo nel tempo. In alcuni degli studi fin qui citati sono emersi anche legami tra il fumo e gli altri tratti Big Five, ossia estroversione, amicalità e apertura mentale, ma gli effetti riconducibili a queste dimensioni sono stati osservati sporadicamente e i risultati dei diversi studi non sono molto consistenti tra loro.

Tra i tratti di personalità che, oltre ai Big Five, sono stati maggiormente associati al tabagismo ci sono l’impulsività e il sensation seeking. L’impulsività, tratto essenzialmente opposto all’autocontrollo, viene definita come quella tendenza ad attuare comportamenti in maniera istintiva, lasciando poco o nessuno spazio per la riflessione, e viene associata ad una certa insensibilità per le conseguenze dei propri comportamenti e alla difficoltà di posticipare ricompense. Queste caratteristiche sono spesso disfunzionali per l’individuo e implicano, appunto, uno scarso autocontrollo che può condurre a sviluppare dipendenze. L’impulsività, infatti, è fortemente associata al disturbo da uso di sostanze (Verdejo-García, Lawrence, & Clark, 2008). La relazione tra fumo ed impulsività

Capitolo 1

22

è molto profonda ed è stata osservata rispetto a diversi fenomeni relativi al tabagismo. Molti studi hanno messo in luce come il livello di impulsività sia più elevato nei fumatori di quanto lo sia nei non fumatori o in coloro che hanno smesso di fumare, e ciò è stato mostrato per gli adolescenti (e.g., Waldeck & Miller, 1997), per i giovani adulti (e.g., Mitchell, 1999) e per gli adulti in generale (e.g., Bickel, Odum, & Madden, 1999; Granö, Virtanen, Vahtera, Elovainio, & Kivimäki, 2004). Ricerche su interventi per la disassuefazione dal tabacco hanno evidenziato che i fumatori più impulsivi avevano meno probabilità di smettere di fumare dei fumatori meno impulsivi. In uno studio su adolescenti, ad esempio, Krishnan-Sarin et al. (2007) hanno trovato che coloro che ricominciavano a fumare dopo un periodo di astinenza erano caratterizzati da livelli più alti di impulsività. Risultati simili sono stati ottenuti anche su una popolazione adulta di fumatori con una storia di depressione (Doran, Spring, McChargue, Pergadia, & Richmond, 2004). Il meccanismo che conduce le persone impulsive a fumare potrebbe essere ricondotto al fenomeno del craving. Doran, Spring, e McChargue (2007), infatti, hanno dimostrato che l’impulsività prediva il craving generato a seguito della presentazione di stimoli relativi al fumo e che questo effetto, sebbene di entità inferiore, era osservabile addirittura per stimoli neutri che non avevano nulla a che fare col fumo. Sempre al fine di approfondire il legame impulsività-tabagismo, Doran, McChargue, & Cohen (2007) hanno mostrato che l’impulsività predice le aspettative positive e negative che riguardano il ruolo del fumo e questo meccanismo potrebbe essere di fondamentale importanza nelle fasi in cui si comincia a fumare: individui più impulsivi potrebbero essere portati a pensare che il fumo sia estremamente piacevole e li aiuti ad affrontare stati d’animo negativi, favorendo così lo sviluppo e la progressione della dipendenza. Il sensation seeking è il tratto di personalità relativo alla ricerca di esperienze e sensazioni che siano varie, nuove, complesse e intense (Zuckerman, 2009). Questo tratto è correlato all’impulsività e all’autocontrollo, ma la sua influenza sul comportamento di fumo sembra superiore: le persone con un livello elevato di sensation seeking tendono a sottostimare il rischio di comportamenti e attività relative a svariati ambiti di vita, anche senza averne mai avuto esperienza diretta (Zuckerman, 2007, 2014). Queste caratteristiche rendono il sensation seeking un tratto altamente associato all’uso di sostanze quali il tabacco: molti studi su adolescenti e giovani adulti hanno osservato che i fumatori hanno livelli più elevati di sensation seeking rispetto ai non fumatori (Carton, Jouvent, & Widlöcher, 1994; Kopstein & Crum, 2001; Roberti, 2004; Urban, 2010; Zuckerman, Ball, & Black, 1990). Inoltre, le evidenze empiriche mostrano che questo

Capitolo 1

23

tratto è positivamente associato anche alla progressione della dipendenza: sembrerebbe che fumatori con un sensation seeking più alto fumino un maggior numero di sigarette al giorno (Doran et al., 2011) e che abbiano un maggior bisogno di nicotina (Zuckerman et al., 1990). Inoltre, alcuni studi mostrano che il rapporto tra sensation seeking e fumo non sia solo diretto, ma sia anche mediato da alcune variabili quali le aspettative positive e negative nei confronti delle conseguenze del fumo (Urban, 2010), l’affettività negativa e la percezione di rischio (Doran et al., 2011).

Questi risultati evidenziano come alcune persone sia più predisposte di altre a sviluppare la dipendenza dal tabacco. Per quanto lo studio dei tratti di personalità possa fornire informazioni importanti sui fattori di rischio e di protezione del tabagismo, ciò che risulta ancora più importante è capire come aiutare le persone a smettere di fumare, ossia individuare i fattori che determinano il cambiamento di comportamento in direzione salutogenica.