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4. Incessu Furial

3.2 I realia e le fonti iconografiche

3.2.2. Trono Lipp

Il trono proveniente dalla tomba Lippi 89/1972 risulta importante in questa indagine per le scene inerenti a cerimonie e rituali presenti nella sua decorazione269. Analizzando il corredo funebre di cui fa parte viene datato alla fine dell’ VIII e l’inizio del VII sec. a.C.270

.

Nel registro inferiore della spalliera compaiono un uomo e una donna di altissimo rango su due carri cerimoniali. Probabilmente il personaggio maschile trasportato è il proprietario stesso della tomba271. Queste figure sono accompagnate da due cortei, che trasportano con sé oggetti probabilmente utili allo svolgimento di un rituale, ben distinti tramite la presenza di un cervo e di una cerva. Il carro è stato identificato con un pilentum, un carro cioè a quattro ruote di utilizzo cerimoniale che in età arcaica era usato da sacerdotesse e

266 Il carattere sacrale e ludico di un medesimo oggetto non è singolare. S consideri ad esempio il rhombos

utilizzato nei misteri orfici, ma anche presente tra i giocattoli di Dioniso bambino (PETTAZZONI 1924, pp 19 e sgg.); Pettazzoni sottolinea lo scadimento del valore dell’oggetto inizialmente magico e poi semplicemente ludico.

267

Il rinvenimento di sonagli in sepolture di individui adulti potrebbe far pensare al mantenimento della condizione di adolescente, anche oltre la maturità fisica. Analogamente si consideri la condizione di “eterne bambine” delle vestali; si veda in particolare il corredo della vestale Cossinia in cui si trova una bambola, oggetto tipico dello status infantile ( MANCINI 1930, pp. 353-369).

268 Anth. Pal. VI, 280. 269

BOIARDI-VON ELES 2002;

270 VON ELES 2002a, pag 235.

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matrone per festività rituali272 e nella cui cassa potevano essere conservati gli oggetti segreti del culto273.

È importante sottolineare che entrambi i personaggi recano con sé gli strumenti del rito: potrebbe indicare una comune funzione fra i due personaggi, avvalorando quindi l’ipotesi di M. Torelli che mette in connessione con il ruolo svolto dal flamen e dalla flaminica dialis a Roma274.

I due cortei si stanno dirigendo verso un edificio particolare, delimitato da un recinto, che potrebbe corrispondere, per caratteristiche, ad un santuario di cui si ipotizza l’utilizzo da parte delle famiglie gentilizie in momenti diversi275

. All’interno di questo luogo si sta svolgendo una cerimonia, probabilmente un sacrificio276 celebrato da due donne vicino ad un gruppo di guerrieri armati di elmo, scudo molto grande e lancia. Le due figure femminili recano in mano degli oggetti particolari. Nella mano sinistra compare infatti uno strano strumento di forma trapezoidale dotato all’estremità più stretta di quattro “appendici” divergenti277

. Nell’altra mano invece reggono un oggetto con “immanicatura” bilobata interpretato come coltello278

. Secondo Patrizia von Eles le dimensioni smisurate degli scudi non li rendevano funzionali ma servivano a nascondere la scena cerimoniale che si stava svolgendo279.

Nel registro superiore si trovano altre figure femminili occupate a svolgere attività differenti tra cui quella su alti telai. Questi ultimi oltre ad essere di notevole dimensioni presentano una decorazione molto particolare caratterizzata dal motivo della barca solare a doppia protome di uccello, simbolo ben noto sia in ambiente villanoviano sia in tutto l’ambito sacro europeo dall’età del Bronzo280

. Anche i riempitivi stessi che occupano l’intera scena riconducono ancora una volta ai culti solari. Si tratta infatti di teorie di processioni di anatre o uccelli ed un gruppo di sette ruote traforate.281

272 BOIARDI-VON ELES 2002, pag. 260; GAGÉ 1963, pp. 155-156. 273 GAGÉ 1963, pp. 156.

274

TORELLI 1996 pag. 38 e 45.

275 BOIARDI-VON ELES 2002, pag. 262. 276 BOIARDI-VON ELES 2002, pag. 252. 277 BOIARDI-VON ELES 2002, pag. 252. 278 BOIARDI-VON ELES 2002, pag. 252. 279

VON ELES 2002a, pag 235.

280 VON ELES 2002a, pag 235. 281 BOIARDI-VON ELES 2002

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Importante sottolineare come le figure femminili sono le vere protagoniste dei vari registri della decorazione essendo rappresentate anche con dimensioni eccezionali: questo aspetto potrebbe quindi essere indice della rilevanza del ruolo tanto da giustificare l’identificazione in sacerdotesse o divinità. Rafforza poi questa ipotesi anche il fatto che le figure maschili presenti nel registro superiore sono relegate a svolgere lavori secondari. Per tutte queste motivazioni P. von Eles e A. Boiardi sostengono che si tratti della rappresentazione di una cerimonia o un culto legata a manifestazioni cosmiche celebrate da figure sacerdotali femminili282. Tra le attività svolte, oltre alla tessitura ( di cui si può ipotizzare una valenza sacra) vi è la macinatura dei cereali, notizia che spinge subito a pensare alle Vestali, che, come abbiamo visto nel secondo capitolo, avevano il compito di preparare la mola salsa avente una funzione predominante nei sacrifici. Patrizia von Eles ipotizza quindi che anche a Verucchio vi potessero essere ruoli femminili simili a quelli delle Vestali e in questo quadro rientra perfettamente l’interpretazione della scena centrale come di un sacrificio celebrato da donne in possesso di coltelli. Sappiamo infatti che le Vestali potevano compiere sacrifici cruenti usando la

secespita283.

Un recente contributo di S. Verger284pone alcuni dubbi, però sull’interpretazione delle due figure di P. von Eles come sacerdotesse. Secondo lo studioso, infatti, non si tratterebbe di personaggi femminili, a causa della diversa caratterizzazione della terminazione inferiore della treccia che determinerebbe quindi un’acconciatura diversa rispetto alle altre figure chiaramente femminili presenti sul trono (non mancano infatti casi di uomini con treccia). Rilevando la possibilità che si tratti di uomini, in realtà sia maschile ipotizza che si tratti quindi di una scena di lotta rituale tra due guerrieri, adducendo come dimostrazione di ciò, alcuni documenti archeologici di poco più recenti nei quali compaiono raffigurazioni di uomini intenti in un combattimento, una cerimonia religiosa285.

282 BOIARDI-VON ELES 2002, pag. 271. 283 BOIARDI-VON ELES 2002, pag. 271. 284 VERGER 2011, pp. 171-215.

285

VERGER 2011, pp 208-215: i confronti sono con alcune raffigurazioni sulle tombe del guerriero A e B provenienti da Sesto Calende; sulla tomba 15 di Casa Alfonsi, Este; il vaso del Sopron ed infine il fregio del Trono della grande tomba di Hochdorf. (Per bibliografia si rimanda all’estratto qui citato).

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A mio avviso tale ipotesi non è risolutiva dal momento che è evidente la somiglianza tra le figure di questa scena e quelle che compaiono al lavoro al telaio, presentando la stessa acconciatura. Partendo dal presupposto che, i personaggi colti nell’attività della tessitura debbano essere, senza dubbio, donne, questa somiglianza estende l’interpretazione a favore di un sesso femminile anche alle figure tanto dibattute.

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