II. LA DISABILITÀ VISIVA
II.4. Il turista non vedente, le necessità, gli ausili “personali” e “non personali”
Molte sono le persone che vogliono o devono viaggiare, che sia per piacere, tempo libero o Fig. 23: esempio di mappa tattile conforme alla normativa, a Roma,
Agenzia BNL
Fonte: http://www.lvesystem.com/linee-guida Fig. 22: esempio di utilizzo del Sistema LVE Fonte:https://plus.google.com/110652261224294217968
per lavoro. Un buon livello di accessibilità è ciò che serve per permettere a tutti di soddisfare questo bisogno e, oltre a favorire lʼinclusione di un disabile, è un fattore positivo per la destinazione. Visto il numero piuttosto considerevole di persone con problemi alla vista, che quindi viaggiano accompagnati e creano un movimento di persone abbastanza importante, lascia un poʼ stupiti la mancanza di studi in questo campo.
Dal punto di vista turistico, si sa, è importante porre attenzione ad una serie di condizioni particolari per riuscire ad organizzare un programma di viaggio adeguato alle esigenze del potenziale turista e per evitare tutte quelle barriere architettoniche o sensoriali alle quali esso si può trovare davanti. Queste esigenze particolari possono essere di carattere generale quindi legate proprio allʼidentità di turista e cliente (ad esempio il diritto ad ottenere un servizio di qualità) o più specifiche, direttamente collegate alle proprie necessità di accessibilità, comfort e sicurezza (Laura e Petrangeli, 2003).
Quando una persona viaggia, si programma di “vedere” qualcosa: ma come si possono interpretare i sightseeing senza il senso che, addirittura, ne compone la parola, ossia la vista (sight)? Cʼè un modo di visitare, ad esempio Roma senza vedere il Colosseo? O Parigi senza vedere la Torre Eiffel? Come già ampiamente descritto, quando viene a mancare la vista, gli altri sensi assumono una grande importanza nel raggiungere lʼobiettivo di “emozionare”, in quanto questa condizione di disabilità non porta più a considerare i non vedenti solo come utenti, ma diventano fruitori soggettivamente coinvolti. Inoltre chi non può vedere, immagina! Immagina moltissimo grazie anche allʼaiuto delle altre persone, le quali descrivono ciò che si trova davanti, chiaramente nel modo più dettagliato possibile. Anzi, secondo alcune testimonianze tratte dalla rivista Los Angeles Times, in un articolo dal titolo The blind tell
what they “see” in their travels, di Jeffrey R. Scott, a volte le persone vedenti si perdono gran
parte dellʼesperienza del viaggio perché dipendono solamente dai loro occhi lasciando da parte altri stimoli provenienti dallʼambiente (http://articles.latimes.com/1986-11-02/travel/tr- 15297_1_blind-travelers). Certo è che, oltre allʼimmaginazione, essi hanno bisogno di essere aiutati e di trovare al loro arrivo in una destinazione un ambiente accessibile, quindi le strutture ricettive, i fornitori di servizi, etc devono prestare attenzione a ciò che offrono e a come lo fanno.
In realtà le principali necessità di un non vedente che viaggia, sono più o meno le stesse che può avere durante la vita di tutti i giorni, quando si reca in un ambiente nuovo:
• avere informazioni chiare, aggiornate, disponibili e reperibili facilmente;
• avere delle spiegazioni chiare e dettagliate dellʼambiente per identificare percorsi ed eventuali ostacoli, in modo da poterli aggirare;
• poter contare sulla presenza di dispositivi tecnologici e non che permettano di orientarsi facilmente e in sicurezza; avere accesso agli ausili tecnici per lʼorientamento personale come il bastone bianco o il cane oltre che potersi muovere in autonomia; • avere la certezza di poter sempre contare su personale preparato a ricevere un turista
con particolari difficoltà;
• poter disporre di servizi di trasporto e strutture turistiche adeguate;
• poter contare su standard di accessibilità armonizzati a livello europeo e internazionale, per non ritrovarsi ogni volta davanti a segnali diversi;
• avere contatto diretto con gli altri, che deve essere ovviamente basato su un continuo scambio di informazioni vocali;
• avere la possibilità di toccare gli oggetti o le persone in modo da poterli identificare adeguatamente;
• poter contare su unʼilluminazione speciale, contrasti, punti di riferimento per raggiungere il maggior livello di indipendenza;
• ricevere una particolare attenzione in caso di emergenza (Laura e Petrangeli, 2003). Il servizio offerto ad un non vedente, deve essere mirato e rilevante in qualsiasi fase del viaggio: lʼorganizzazione, il viaggio in sé, i servizi offerti (mi è stato confermato che proprio questa è la fase più difficile per un disabile visivo), fino al ritorno a casa. Secondo i partecipanti ad uno studio riportato nel libro Accessibile Tourism: concept and issues, spesso si parla di accessibilità di una destinazione solo in termini economici mentre, cosa più importante, affinché un non vedente sia veramente reso partecipe di questa esperienza, vanno valutati soprattutto gli atteggiamenti nei suoi confronti, che devono essere sempre attenti e premurosi (Poria, Reichel, Brandt, 2011). Quindi per aiutare un disabile sensoriale, non vanno rimossi solamente gli ostacoli fisici, ma va “disposto” lʼambiente circostante in un modo che sia facilmente comprensibile, grazie ad espedienti pratici e al personale. Nel caso di strutture ricettive (comprendenti ascensori, percorsi, spazi comuni, stanze), musei, aree verdi, aeroporti e altre situazioni o luoghi che potrebbero essere frequentati da disabili visivi, è necessario64:
• una disposizione semplice e logica dellʼambiente:
◦ Descrivere le stanze e gli arredi interni in modo dettagliato: necessario informare il non vedente sulla disposizione di mobili o oggetti i quali non vanno mai spostati durante la sua permanenza, perché egli ne ha memorizzato la disposizione; non 64 Molte delle informazioni riportare in questo paragrafo sono state prese dal testo “Qualità nellʼ accoglienza di clienti con bisogni speciali”, realizzato dal CO.IN su incarico del Dipartimento del Turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri nellʼ ambito del progetto “Italia per Tutti”, 1998.
lasciare in giro elementi che possano essere di intralcio e ricordarsi di chiudere sempre le finestre o gli sportelli dellʼarmadio;
◦ predisporre una mappa tattile che riproduca la planimetria generale della struttura e, per quanto riguarda i servizi ad esempio di ristorazione, riprodurre il menù in braille o in macrocaratteri;
◦ predisporre elementi che definiscano lʼinizio e la fine di:
▪ scale o rampe, con la presenza di corrimano da entrambi i lati; ▪ cambi di direzione,
▪ porte dʼ ingresso,
▪ ascensori, i quali devono essere ben illuminati, avere pulsanti con numerazione in rilievo e in braille e predisporre annunci sonori;
◦ assicurare la descrizione dei luoghi e la segnalazione di pericoli; ◦ usare colori contrastanti e una buona illuminazione antiriflesso;
◦ disporre di sistemi audio e tattili ben definiti, riconoscibili attraverso una variazione del materiale o della superficie;
◦ realizzare percorsi con una colorazione e composizione diversa rispetto allʼambiente circostante ed uniti ad un corrimano;
◦ nelle aree verdi, negli spazi espositivi e nei musei: fornire informazioni attraverso la scrittura in braille o attraverso mappe tattili, indicando la localizzazione degli elementi più importanti come parcheggi, ingressi, attrezzature e servizi; privilegiare la percezione dei sensi residui;
◦ In aereoporto, stazioni o altri luoghi pubblici: predisporre a terra e mappe tattili, segnalazioni acustiche (utili per sapere dellʼarrivo di un mezzo o il cambiamento di un orario o del gate), possibilità di essere accompagnati dal personale, informazioni sulle vie di uscita in caso di pericolo, presenza di veicoli speciali per il ritiro dei bagagli;
• personale adatto allʼaccoglienza di un utente con problemi alla vista: il personale
deve essere in grado di far prendere conoscenza al cliente della stanza, degli spazi comuni e dei servizi offerti da una struttura. Per evitare ai non vedenti situazioni di disagio o di stress ed aiutarli a sentirsi a proprio agio in contesti nuovi è importante rivolgersi sempre direttamente a loro (non ad un eventuale accompagnatore) e farsi capire attraverso le parole, dato che non possono leggere le espressioni del viso. Indicare gli eventuali ostacoli o dove si possono sedere facendogli toccare lo
schienale, dare informazioni di orientamento il più dettagliate possibile, avvisare sempre quando ci si allontana o riavvicina, descrivere la posizione di oggetti, come finestre, porte o altri arredi usando riferimenti spaziali in relazione alla loro posizione e definire sempre la funzione dello spazio in cui ci si trova. Se richiedono aiuto è buona prassi offrirgli il braccio e procedere insieme;
• facile accesso alle informazioni: devono avere accesso ad un elevato numero di
informazioni indicanti lʼaccessibilità della destinazione, dei servizi che vengono offerti in loco, cosa si può trovare e cosa no, etc. in modo da crearsi una prima mappa mentale del luogo che andranno a visitare e da arrivare più preparati su quello che vi troveranno. In aiuto a ciò ci deve essere la segnaletica, utile sia per lʼorientamento che per la comunicazione delle informazioni. Proprio un incremento di queste ultime può portare allʼeliminazione di situazioni di disagio o di conflitto comunicativo (barriere sensoriali o percettive) (Rolli, 2010);
• assenza di barriere architettoniche/sensoriali: per quanto riguarda queste ultime la
legge predispone che vengano utilizzati determinati espedienti nel creare qualcosa di nuovo o nel modificare qualcosa che già esiste, a beneficio di non vedenti. Ci si riferisce in particolare a segnali tattili sulla pavimentazione, mappe a rilievo e segnalatori acustici ai semafori per i non vedenti; mentre per ipovedenti, provvedere ad un forte contrasto di colori tra il piano di calpestio e i segnali tattili, segnaletica accessibile per tipo e grandezza dei caratteri, illuminazione adeguata degli ambienti, e così via (Nardone, 2015).
Per quanto riguarda invece gli ausili, definiti come tutti gli strumenti e le tecnologie che sono utili a migliorare lʼautonomia nel movimento e nella comunicazione, che si tratti della vita quotidiana o di un viaggio, si definiscono:
• ausili “personali” per lʼorientamento e la mobilità: i più utilizzati sono i sistemi GPS
o il cellulare, il bastone bianco e il cane guida:
◦ questʼultimo diventa gli occhi del non vedente e, addestrato a dovere, lo guida attraverso le diverse situazioni. Per legge i cani guida devono essere ammessi nelle stanze e nelle aree comuni delle strutture:
▪ Legge 37/1974: garantisce ovunque lʼingresso gratuito al cane che accompagna un disabile visivo, anche in luoghi dove normalmente non sono ammessi (trasporti pubblici, chiese, scuole, etc);
▪ legge 67/2006: prevede una multa da 500 a 2500 euro per chi allontana il cane guida, oltre a permettere al padrone di fare una denuncia per discriminazione a persona disabile;
▪ ordinanza 3 marzo del 2009: il cane è esonerato dallʼobbligo della museruola e non può essere allontanato dalla persona accompagnata (http://www.disabili.com/mobilità-auto/articoli-mobilita-a-auto/in-cane-guida- io-entro-ovunque-per-legge);
◦ il bastone è lʼaltro importante strumento utilizzato per la deambulazione. Esistono quattro tipologie diverse di un bastone per non vedente, che variano per particolarità e prezzo, ma tutti devono presentare almeno alcune caratteristiche: deve essere sufficentemente alto, proporzionato in base alla statura e al passo del non vedente; il più possibile rigido per evitare fastidiosi movimenti tra un segmento e lʼaltro dello stesso; deve essere molto leggero per non affaticare la mano che lo regge e, infine, avere una buona punta. Infatti la parte più bassa del bastone è la più importante: il materiale deve essere molto robusto e soprattutto rumoroso (http://www.uiciliguria.it/bastonebianco.php);
◦ lo smartphone: è uno degli strumenti più utilizzato da un non vedente per la propria sicurezza ed autonomia dato lʼampio sviluppo delle tecnologie negli ultimi anni:
▪ le sintesi vocali e i sistemi “Text to Speech” permettono tranquillamente la gestione del telefono (rubrica, messaggistica, chiamate) grazie ad una voce elettronica che traduce simultaneamente tutto quello che appare sul display; ▪ app per smartphone che inviano la posizione esatta e attraverso un sistema di
“visione artificiale” identificano e descrivono un oggetto fotografato; ▪ app che permettono lʼingradimento delle lettere sul display per ipovedenti; ▪ software e strumenti di lettura che permettono di godere di un libro ed essendo
sempre più piccoli, possono essere portati dal non vedente quando viaggia (http://www.uicpiemonte.it/per-vedere-oltre/manuale-per-vedere-oltre).
• ausili “non personali”: sono, ad esempio le insegne parlanti ad infrarossi o alle
fermate della metro o negli ascensori, le quali hanno lo scopo di unire allʼinsegna visiva un congegno che sia in grado di comunicare il messaggio. Si pongono in questa categoria anche stampanti braille, o lavagne a tracciamento fortemente luminoso che permettono ad ipovedenti di seguire lezioni o conferenze senza nessun altro aiuto.
Infine rientrano in questa categoria anche gli elementi di wayfinding, descritti nel paragrafo precedente.
Fig. 24: il bastone bianco e rosso, importante ausilio Fonte: Per vedere olre-Manuale, 2010
Fig. 25:non vedente con il bastone bianco. Oltre ad essere un importante ausilio per la mobilità personale, aiuta anche a segnalare agli altri la disabilità
Fonte: http://www.superando.it/2015/02/09/siamo-ipovedenti-siamo-tanti-facciamoci-conoscere/
Fig. 26: non vedente per strada con il cane-guida, altro esempio di ausilio pesonale Fonte: Per vedere olre-Manuale, 2010