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3. UN ESAME COMPLESSIVO DELLE PERSONE PRESE IN CARICO

Nel documento VaSi COmuNiCaNti (pagine 68-71)

I dati presentati nel report fanno riferimento a 2.677 persone sostenute da Caritas Grecia nel corso del biennio 2014-2015. Come detto in precedenza, non si tratta del totale complessivo delle persone sostenute dalla Caritas in Grecia, ma di coloro per i quali è disponibile una scheda approfondita dal punto di vista demo-grafico e socio-assistenziale.

Le persone considerate sono soprattutto giovani-adulte, di età media pari a 37,9 anni. Ci troviamo di fronte ad una certa predominanza del genere maschile (55,2%). Tale situazione appare diversa nei due sotto-universi distinti per cittadinanza: tra i greci prevalgono nettamente le donne (60,4%), mentre tra gli stranieri, seppure in misura minore, prevalgono i maschi (58,4%).

Si conferma quanto già rilevato in passato in Italia, secondo il quale la sovra-rappresentanza femminile nella povertà delle popolazioni autoctone è dovuta al ruolo che le donne rivestono all’interno delle famiglie di appartenenza: le donne raramente esplicitano bisogni personali, ma si fanno portavoce di situazioni di disagio che coinvolgono anche altri membri del nucleo. Tra gli stranieri è invece forte la condizione di “migrante non accompagnato” e quindi l’incidenza del sesso maschile è più elevata di quanto si registra nella popolazione normale.

Ad una prima analisi complessiva si evidenzia che la maggioranza degli utenti della Caritas in Grecia è costituita da persone di cittadinanza non greca: l’81,6% (2.160 presenze) è infatti rappresentato da stranieri, mentre i greci rappresentano il 16,2% (429 utenti).

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Tab.1 - Cittadinanza degli utenti di Caritas Grecia - Anni 2014-2015 (v.a. e %) v.a. % Cittadinanza greca 429 16,2 Cittadinanza straniera 2.160 81,6 Altro 59 2,2 Totale 2.648 100,0 Dati mancanti: 29

Tab. 2 - Condizione professionale degli utenti di Caritas Grecia - Anni 2014-2015 (%)

Greci Stranieri Totale Disoccupato in cerca di prima/nuova occupazione 68,3 53,6 55,3 Fuori dal mercato del lavoro 21,9 11,3 13,2

occupato 7,4 2,8 3,6

Casalinga 7,1 8,5 8,5

Pensionato/a 10,1 0,7 2,2

Inabile parziale o totale al lavoro 4,2 1,8 2,2

Studente 0,5 0,3 0,3

Altro 2,5 32,3 27,8

Totale 100,0(407) (1.951)100,0 (2.414)100,0

Dati mancanti: 263

Colpisce la ridotta presenza di greci che chiedono aiuto alla Caritas, e questo in un paese colpito dalla più grande crisi politica ed economica della sua storia recente. A tale riguardo dobbiamo ricordare che, da un lato, la crisi economica della Grecia si è verificata in coincidenza della grande emergenza umanitaria scatenata dai recenti conflitti del bacino medio-orientale. La forte presenza di stranieri è dovuta quindi a tale situazione, an-cora in corso, che ha fatto defluire verso il territorio ellenico un gran numero di richiedenti asilo e rifugiati. Allo stesso tempo, la crisi economica ha colpito con particolare virulenza gli immigrati, anche lungo-residenti, che hanno visto peggiorare drammaticamente la loro condizione economica e si trovano “intrappolati” in un paese che non ha più nulla di concreto da offrire. Infine, non va dimenticato che in Grecia i cattolici rappresentano il 3% del totale della popolazione. Si tratta quindi di una esigua minoranza, all’interno di un paese di fede cristia-no ortodossa, cristia-non sempre propenso ad interagire e chiedere aiuto a istituzioni e organizzazioni assistenziali di altra ispirazione religiosa.

Esaminando con attenzione le principali provenienze nazionali degli stranieri assistiti da Caritas Grecia si evidenzia infatti una forte presenza di persone provenienti da fronti di guerra, ma anche di cosiddetti “mi-granti economici”: al primo posto vi sono le persone di cittadinanza afgana (34,3%), seguite dai siriani (19,7%). Consistente anche la rappresentanza degli albanesi (9,9%) e dei nigeriani (6,9%). Al di sotto di questa soglia le restanti nazionalità si disperdono su valori di incidenza molto meno significativi. Anche a causa della si-tuazione di tensione geopolitica di tale zona, il Medio oriente costituisce l’area geografica che maggiormente contribuisce alla costruzione dell’universo di riferimento (59,7% di tutti gli stranieri). Includendo anche i paesi del Maghreb, anche l’Africa rappresenta comunque un’area territoriale significativa (20,5% del totale).

Dal punto di vista della regolarità amministrativa sul territorio greco, se si sommano le persone che sono risultate in possesso di un titolo legale di soggiorno sul territorio greco a quelle che hanno dichiarato di essere “in attesa” del permesso di soggiorno, ed escludendo dal conteggio tutti casi mancanti, si giunge ad un totale del 27,6% di stranieri che si trovano in posizione di regolarità amministrativa. Il rovescio della medaglia è co-stituito da un gruppo molto numeroso di stranieri privi del permesso di soggiorno (62,3%) e che coincidono in alcuni casi con rifugiati o richiedenti asilo.

I dati sulla condizione professionale colpiscono invece per la presenza di situazioni e contesti professionali “normali”, non coincidenti con la tradizionale figura del disoccupato-povero: un quarto del campione è infatti costituito da persone che lavorano, da casalinghe, da pensionati. Questo tipo di presenza è forte soprattutto tra gli utenti di nazionalità greca, a conferma della trasversalità con cui la crisi economica ha colpito il tessuto sociale del paese.

Le persone sole rappresentano più di un quarto della platea complessiva (28,7%). In tutti gli altri casi, l’in-testatario della scheda anagrafica vive con un certo numero di persone, parenti o non parenti.

Le famiglie (o i nuclei di convivenza) composte da più di cinque componenti rappresentano, dopo le persone sole, il secondo tipo di nucleo più diffuso (24,3%). In totale, se sommiamo tutte le persone che in modo diretto o indiretto (in quanto componenti della famiglia) sono seguite dalla Caritas di Grecia, si giunge ad un totale di 9.212 individui, di varie fasce di età. Escludendo dal conteggio coloro che vivono in nuclei con più di 10 membri (presso o istituti o comunità di accoglienza), la numerosità media dei nuclei familiari risulta pari a 3,6 persone/ per nucleo.

Confrontando le informazioni precedenti con il dato relativo alla tipologia di convivenza familiare, si scopre che non ci troviamo di fronte a persone gravemente emarginate o senza dimora: la grande maggioranza degli utenti Caritas ha infatti un domicilio (69,9%). Le persone senza dimora o comunque prive di un domicilio sono comunque in numero significativo, raggiungendo quasi il valore di un quarto del totale, pari al 21,5% (in Italia, tale incidenza è più bassa, fermandosi al 16,6%).

Come era prevedibile, differenziando la situazione per cittadinanza emerge che la condizione di senza dimo-ra è molto più forte tdimo-ra gli stdimo-ranieri (24,0%) rispetto ai cittadini greci (6,3%). L’immagine mediatica del greco im-poverito dalla crisi economica e costretto ad una vita “sulla strada” non trova quindi riscontro nei dati dei luoghi di ascolto della Caritas greca e riguarda soprattutto i grandi centri urbani (Atene e Salonicco).

La situazione di convivenza più diffusa (ma non maggioritaria) è rappresentata dalla “famiglia tradizionale”, costituita da un nucleo di coniugi con figli (o altri familiari/parenti stretti) che rappresenta il 27,1% di tutti i nuclei familiari considerati. Seguono i nuclei nei quali vivono insieme persone legate da un vincolo familiare o parentale, ma senza la presenza della coppia coniugale (19,7%). Le persone sole sono soprattutto di naziona-lità greca (20,7% del rispettivo totale di utenti).

I dati relativi alla condizione professionale degli utenti Caritas individuano tre situazioni prevalenti, di diver-sa consistenza numerica:

a) da un lato vi è la presenza di una cospicua quota di soggetti che sono alla ricerca di nuova o prima occupa-zione, pari al 55,3% del totale (68,3% tra i cittadini greci e 53,6% tra gli stranieri);

b) c’è poi una serie di persone che non risultano collocabili nel mercato del lavoro: le casalinghe, gli inabili, i pensionati e gli studenti, che nel complesso vanno a costituire il 13,2% del totale. Tra i cittadini greci questi tipi di situazioni sono più frequenti (anche a causa della presenza di alcuni pensionati) e raggiungono nel loro complesso il 21,9% del totale. Tra gli stranieri invece la popolazione “fuori mercato” è in numero più contenuto (11,3%);

c) gli occupati risultano piuttosto rari: la loro incidenza è pari al 3,6% nel totale generale ed appare poco più alta nel caso dei cittadini greci (7,4%). Nelle rilevazioni condotte in Italia gli utenti Caritas occupati risulta-no molto più numerosi (13,3%). In Grecia risulta-non risulterebbe quindi così significativo, per lo merisulta-no all’interrisulta-no del mondo Caritas, il fenomeno dei “working poor”, ossia di quelle situazioni di “povertà nel lavoro” molto presenti in altri contesti locali e nazionali e che riguardano quelle persone che a causa di un reddito da la-voro inadeguato o precario non riescono a far fronte ai bisogni fondamentali, della persona o della famiglia. Una quota significativa di utenti, pari al 34,4%, è in possesso di un titolo di studio medio-superiore, oltre la soglia di rischio di povertà predefinita dagli indicatori europei9 (in Italia, tale quota è più bassa, pari al 22%). Il 65,6% degli utenti ha invece conseguito livelli di istruzione medio bassi. Da rilevare inoltre una fetta molto consistente e preoccupante di persone, pari al 25,9% del totale, che risulta analfabeta o completa-mente priva di titoli di studio. Tra i soli greci colpisce la cospicua presenza di utenti sotto il livello di istru-zione superiore (71,2%), un valore comunque più basso rispetto a quello registrato in Italia tra i soli utenti italiani (83,3%). Rispetto alla situazione italiana, tra gli utenti greci vi è invece un numero maggiore di lau-reati o di persone in possesso di un titolo di studio abilitante conseguito in ambito universitario: la quota di incidenza è infatti pari all’11,2% del totale (in Italia è pari ad uno scarso 2,1% del totale degli utenti italiani). Sembrerebbe quindi essere presente tra gli utenti greci un buon capitale formativo, che costituisce senza dubbio una valida base di ri-partenza per eventuali percorsi di promozione sociale, nel contesto post-crisi economica.

4. I PRINCIPALI BISOGNI DELLE PERSONE ASSISTITE

Nel documento VaSi COmuNiCaNti (pagine 68-71)