Fino ad adesso ho narrato la mia inverosimile storia di natale per sommi capi e per inverosimili versi mi sono spinto aldilà di ciò che sono con la ideale compagnia Sofia. Musa delle mie storie senza senso che sono sbocciate nello scrivere nell’ andare in giro per la città sotto l’ombrello sotto il cielo . Dentro la città un inferno un paradiso ove ci sono tanti diavoli come ci sono tanti angeli che giocano a flipper. Si , mi sono perso in tante storie ed in tanti misteri in rime ermetiche chete figlie della bellezza, figlie di questi tempi che hanno fatto felici i vagabondi del dramma che hanno fatto felice Rimbaud e Charles Baudelaire, Pippo Baudo , hanno fatto felice Carducci seduto sotti i suoi cipressi , con la matita sopra le piccole orecchie , come se fosse un salumiere . Pascoli lo visto parlare con alcuni pastorelli , usciti fuori dalla fantasia come se fossero pupazzi di neve e sulla scia di questi miti sentimenti , la dolcezza ci ha trasportati nell’inverosimile , verso il pio monte della misericordia . Entro, dentro una chiesa e rimango per diverso tempo a fissare il crocifisso . Scorgo nel sangue che scorre , tutte le storie della gente di questo mondo, una croce pendula nel vuoto , nel tempo che ha segnato ognuno dentro se stesso , nella grazia della rinascita interiore . Il sangue scorre , una porta si chiude una porta s’apre in altri mondi . Tanta giovinezza fuggita , troppo in fretta , verso altri miti , verso altri intendimenti , attraverso altri
linguaggi , fiori cresciuti nell’immagine di se stessi , nell’essere sacro come il corpo della verità, segnata ed intravista, attraverso il buco della serratura.
Questa è la mia storia di natale. Una buffa storia non bella lo so , una storia assurda, nata in un giorno qualsiasi del mio viaggio terreno . Tetra ingarbugliata, figlia della mia lussuria e della mia vanità. Scritta in fretta, quasi che rasenta l’incredibile. Eppure eccomi continuo a scrivere, crescere ,nascere , m’ inoltro verso una nuova vita , ove immagino di vivere una felicità in quel piccolo presepe , con Ciccio bacco, a braccetto , Con la signora che vende la scarola, il suonatore di flauto , che mi saltella intorno e continua a dirmi di essere allegro . Lo so è inverosimile , ma è l’assurdità dell’arte a spingermi oltre quello che sento e provo, , una logica fantastica fatta di varie sequenze che non mi riporteranno mai più indietro in quella mia metrica astratta che mi ha reso un uomo, un personaggio figlio di molti personaggi , un seguace di Gesù. Ed io continuo ad andare a sognare , a credere che tutto un giorno sarà possibile. Mi bagno dell’acqua del mare , vado ramingo nei vicoli neri che s’intrecciano per dedali sconosciuti, ripidi , solitari come le scie nel cielo , come le lacrime dell’angelo benedetto. Storie che si uniscono nel mio andare verso una speranza , nell’eco di mille voci echeggianti nell’aria dolce del mattino. E penso, tutto passerà presto, come la mia vita e le mille vite che io ho provato a raccontare , strada facendo.
Si questo il mio assurdo racconto , il mio libero canto è andare, ritornare con la mia borsa pieni di libri , libero nell’andare e ritornare fin dove non c’è più una libertà che mi possa liberare dalla schiavitù di capire ed intendere le cose mi circondano. Tutto è questo chiamalo amore , questo scorre ed essere senza nome. Forse non sarò mai un grande scrittore , forse nessuno saprà mai chi sono stato , ma prima di essere stato il signor nessuno sono stato un uomo che ha patito le tante passioni della poesia . E ad un passo nel mio silenzio mi ritrovo in quel preciso momento nei miei canti , con il mio cuore che batte forte nel vento dei miei versi. Canzoni afferrate strada facendo . Ed i pastori si muovono con me in questa scena naturale che è questa c i t t à , s o s p e s a s u l m a r e d e l l a m i a immaginazione.
Giovanotto come stai ? E come devo stare
Ma sei vivo ?
Ma , spero di si ?
Io sono qui che pesco Cosa peschi ?
Sogni
E sono buoni fatti al forno ? Si sciolgono in bocca ?
Cosa da pazzi
E me ne sono accorto già da molto tempo. Come ti chiami Biagio ?
No, mi chiamo Enea
E vedi d’andartene a fare una passeggiata da qualche altra parte
Perché ti do fastidio ?
Dalle con questi sogni, ma tu quanti soldi hai in tasca ?
Ora , lo vengo a dire a te Beh che c’è di male ?
Che c’è di male a me mi fa male la gola Domani vai dall’otorino
Sono affari miei
Se non disturbo , mi siedo qui vicino a te. Ma, allora sei proprio uno scassa ombrelli Io mi chiamo Enea , voglio esserti amico Ricominciamo di nuovo da capo
Ho capito ti chiami Enea è sei uno bravo guaglione
Certamente , chi te la detto ? Ho tanti amici alla questura
Ma voi li conoscete bene i poliziotti ?
Come no, una poliziotta me la sono sposata ci faccio l’amore ogni notte
E racconta come è assai bella ?
Ragazzo ma tu sei un impertinente te lo detto mi fai scappare i sogni
I sogni quanto valgono, sono come i soldi , si spendono.
Gia , ma a te , queste informazioni chi te la date ?
Ho camminato tanto in questa storia insieme alla mia amica Sofia.
Non ho capito niente , ma mi accontento