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CAPITOLO 5 CONDIVISIONI E RELAZIONI (Parte II)

5.2. Oper-attori in movimento:il viaggio

5.4.1 Un movimento (in)stabile

Le osservazioni riportate fin qui, ci portano ad affrontare un’altra delle questioni che investono attualmente la figura degli operatori e hanno a che vedere con la loro (in)sicurezza lavorativa. Ciò che trapela dal confronto tra colleghi e dall’esperienza condivisa è anche un costante senso di instabilità dato dal cambiamento delle forme contrattuali. E’ una dimensione che chiama in causa gli operatori nel loro vivere quotidianamente il lavoro, i soggetti coinvolti nel suo mantenimento e la fisionomia del progetto stesso.

Negli anni, infatti, si è assistito a diversi cambiamenti riguardanti la definizione del tipo di partecipazione degli operatori. La natura del progetto non consente una programmazione e un’attribuzione di ore a lungo termine perché vari fattori incidono sullo svolgimento delle attività: la conferma da parte delle scuole, l’impegno delle comunali nel mantenere continuità, i vari cambiamenti nella visione del progetto e l’allocazione delle risorse. Il tutto è caratterizzato da forti elementi di incertezza.

Coordinatrice 2: (…) perché se improvvisamente una comunale (…) non partecipa più (c’è stato il caso di una comunale che è entrata in conflitto e la risposta è stata togliere le “proprie” scuole dal progetto scuola (…) ed erano tantissime) o se una scuola decide di non chiamarti più (…) tu invece hai contrattualizzato una posizione con delle persone invece. Si è dovuto inserire un progetto molto flessibile (…) all’interno di un imbuto strettissimo (…).474

Si descrive inoltre una difficoltà dell’associazione, in quanto organizzazione di volontariato, a individuare strumenti validi: risulta difficile definire una tipologia di collaborazione che risponda alle esigenze di professionalità e stabilità che il tipo di lavoro richiede e allo stesso tempo si coniughi al carattere flessibile del progetto.

Dirigente: “In relazione alla stagionalità dell’attività e alla flessibilità che deve avere, non abbiamo avuto purtroppo strumenti legislativi in senso di diritto del lavoro che ci permettano di dare continuità mediante la proposta di un’attività a tempo indeterminato e così via. Abbiamo tentato con il tempo determinato, ma ci sono problematiche a livello di retribuzione soprattutto relative alla possibilità di far svolgere in maniera uniforme e adeguata l’orario lavorativo (…) questo ci ha posto di fronte a dei saldi attivi e passivi da dover controllare e gestire di non semplice attuazione (…)e quindi ci ha costretto un ritorno sui nostri passi: non avendo possibilità di dare incarichi a progetto (…) lavoriamo con liberi professionisti, a cui

474 Intervista realizzata in data 28/05/2016. La persona in questione ha coordinato per prima il progetto a livello

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cerchiamo di garantire un monte ore adeguato e una retribuzione anche, che fa venir meno un vincolo burocratico che poteva essere utile, fa perdere agli operatori alcuni diritti per quel che riguarda il diritto del lavoro e altri aspetti ma in questo momento la legge (…) non ci da strumenti diversi su cui operare e quindi abbiamo dovuto andare in quella direzione…se un domani…”475

Mancanza di strumenti, difficoltà e questioni organizzative: tutto questo va a ledere le possibilità di valorizzazione e protezione del lavoro, incidendo sulle tipologie di contratto e conseguentemente sulle modalità con cui si intessono relazioni tra le varie parti chiamate in causa.

Operatore 3: Più che di evoluzione poi parlerei di involuzione. Un po’ sul rapporto di lavoro oggettivo, quindi i contratti e le condizioni di lavoro (…) io credo che si sia deteriorato il rapporto perché non esiste una legislazione favorevole per riconoscere questo tipo di lavoro.476

Nonostante la consapevolezza delle difficoltà che l’associazione deve affrontare, questi cambiamenti contrattuali si ripercuotono inevitabilmente sull’operatore, sul suo percepire l’organizzazione e il lavoro stesso. Si può dire che tali movimenti instabili abbiano anche contribuito a generare il notevole turn over che ha caratterizzato questo lavoro negli ultimi anni.477 Nonostante la capacità di accogliere componenti nuovi e condividere significati, questo ha sempre inciso sulla solidità della squadra.

Si registra, inoltre, la difficoltà di visualizzare un referente per affrontare i vari nodi relativi alle modalità di collaborazione e assunzione. Negli anni c’è stato un passaggio di competenze tra le varie strutture e livelli di Avis, che, racconta un operatore, ha influito negativamente sulla qualità della collaborazione.

Operatore 1: Prima eravamo sotto il provinciale. Lavoravamo con contratto a prestazione occasionale, poi con il regionale siamo diventati con contratto a progetto (…). Praticamente a livello di coordinamento sono cambiati i soggetti con i quali noi operatori dovevamo confrontarci al momento dell’inizio della collaborazione.478

Risulta sempre più difficile il confronto con l’associazione perché non è chiaro quale sia il soggetto con cui potersi confrontare. Trapela una difficoltà generale di relazione e condivisione tra operatori,

475 Responsabile a livello regionale e nazionale, intervista effettuata in data 476

Operatore 3, intervista effettuata in data 19/12/2016

477 Non si vuole attribuire solo cause organizzative a questo turn over, ma probabilmente queste hanno inciso sulla

motivazione personale nel continuare ad impegnare spazio e tempo in questo tipo di lavoro. Questo elemento viene evidenziato dagli stessi operatori e alcuni responsabili, consapevoli che “si dovrebbe poter garantire stabilità”. Questa mancata stabilità ha portato alcuni operatori a scegliere di lasciare il progetto.

referenti e dirigenti che pare configurare uno di quei dilemmi inerenti alla questione dell’integrazione tra soggetti.479

Operatore 1: Stiamo parlando di persone volontarie, che di lavoro fanno altro, che a livello dirigenziale forse sono abituati a fare tutt’altro e spesso arrivano situazioni che non capiscono. Altre volte invece si tratta proprio di problematiche dirigenziali che durano da tanti anni, dove ognuno spinge per il proprio interesse. Poi ci sono le comunali, che gestiscono autonomamente le proprie risorse possono decidere o meno di aderire al progetto richiedendo gli interventi e di eventi. Un conto è la comunale che decide che tipo di intervento fare e un conto è il tipo di approccio che si vuole tenere nella divulgazione. Ci sono comunali che preferiscono incontri con il medico.480

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