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Capitolo 1: Expo 2015 Chiave del rilancio italiano

1.3. Un nuovo concept masterplan

Dal momento che la sostenibilità ambientale sarà uno dei fili conduttori che caratterizzeranno l’esposizione milanese, tutte le infrastrutture presenti all’evento dovranno rispettare la tematica “sostenibile”: i padiglioni avranno infatti una struttura particolare che darà vita a modelli totalmente innovativi rispetto a quelli delle precedenti manifestazioni. I progettisti del cosiddetto concept masterplan hanno espresso l’opinione secondo cui le costruzioni all’interno dello spazio espositivo non dovranno più essere centrate sul modello del passato, imperniato cioè su grandi architetture di difficile utilizzo, ma su un nuovo concetto che richiami la tematica sostenibile anche per quanto riguarda le costruzioni. Si cercherà di ideare strutture che potranno poi essere riutilizzate una volta conclusasi l’esposizione: non si mirerà ad erigere infrastrutture con un’unica finalità, ma un vero e proprio contesto urbano dove ambiente ed edifici si possano fondere in modo armonico ed equilibrato, si andrà così a creare una specie di relazione stretta tra padiglioni e scenografia naturale. Con l’Expo si cercherà di creare una Milano diversa, una smart city con un nuovo impianto di infrastrutture a basso impatto ambientale che dovranno essere sfruttate anche nel post-Expo. Il vero intento infatti

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sarà quello di riuscire a riutilizzare tutte le strutture interne allo spazio espositivo, evitando così sprechi inutili di denaro pubblico ed abbandono di infrastrutture perfettamente funzionanti ed ecosostenibili. Uno degli elementi fondamentali e costantemente presenti nel masterplan sarà l’acqua, intesa come bene da preservare e fonte di vita che deve essere resa accessibile a tutti in quantità sufficienti: una risorsa oggi preziosa alla quale Expo 2015 ha voluto dare un peso importante realizzando il progetto delle vie d’acqua. Il piano completo porterà il nome di “Via

d’Acqua-Parco Expo” e ruoterà attorno a tre obiettivi principali:

- Far rinascere quello che è il legame storico da sempre esistente tra la città di Milano e l’acqua,

- Dare più valore ai parchi situati nella zona ovest di Milano;

- Attribuire un ruolo importante alle aree agricole ed alle cascine dell’area milanese rispecchiando il tema di Expo 2015 “Nutrire il

Pianeta, Energia per la Vita”.

In linea con i temi di nutrizione e alimentazione, il progetto delle vie d’acqua intende valorizzare le culture della tradizione costruendo tipologie di agricoltura che mirino non solo alla ricostruzione del paesaggio rurale, ma anche alla salvaguardia delle cascine dell’area, come esposto negli obiettivi, e alla conservazione della biodiversità. Nel dicembre 2013 il comune di Milano ha voluto così riassumere la rilevanza di questo progetto innovativo: “Alla realizzazione del nuovo canale della Via d’Acqua, che collegherà il Canale Villoresi con il Naviglio Grande passando per il Sito Expo e alle azioni di riqualificazione del reticolo idrico esistente si affiancano interventi di riqualificazione del territorio e della città, di ricucitura di antichi percorsi interrotti dalla edificazione di

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nuovi quartieri e nuove infrastrutture, di promozione e salvaguardia del territorio rurale e del sistema dei parchi e di potenziamento dei circuiti di fruizione”10. Come si può notare, lo scopo principale da raggiungere tramite la costruzione del masterplan è quello di creare concrete vie per formare centri innovativi e sostenibili che mirino a tutelare l’ambiente circostante e che riconoscano ad esso un valore oggi da molti ignorato. Attraverso il nuovo concept masterplan di Expo 2015 nascerà una nuova tipologia di monumentalità, costituita non più da edifici imponenti mai più utilizzabili e costretti ad essere smantellati, ma da strutture leggere e sostenibili che cerchino di creare, per quanto possibile, una fusione con l’ambiente circostante. L’idea rivoluzionaria di adottare una nuova politica di progetto è stata suggerita dall’ultimo Expo 2010 di Shanghai, dove si poteva già intravedere questa innovazione a livello strutturale, che tendeva appunto a superare quella delle precedenti esposizioni. Questa volontà di cambiamento non è soltanto dettata dalla nuova tendenza a seguire i valori della sostenibilità ambientale, ma è soprattutto frutto della crisi economica che si è venuta a creare negli ultimi anni in quasi tutti i paesi del mondo. Si tratta di un comportamento derivante da una riflessione profonda, da un desiderio di vero cambiamento, da una volontà decisa a migliorare la situazione sociale e ambientale a livello globale, e proprio per questo si ritiene che Expo 2015 sarà un evento fondamentale per dimostrare quale contributo in questo senso l’Italia sarà capace di fornire. Gli stessi padiglioni saranno distribuiti all’interno dello spazio espositivo secondo criteri precisi; tra i più significativi troviamo:

- Condizioni geoclimatiche (verranno create serre capaci di riprodurre il vero clima del territorio a cui il padiglione è dedicato);

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- Problematiche affrontate (verranno raggruppate le strutture rispettando i temi affrontati da Expo 2015).

Inoltre, come già sottolineato, il ruolo che ricoprirà l’acqua sarà di vitale importanza poiché i canali che si andranno a creare non avranno solo una funzione ecologica, ma aiuteranno anche a rinfrescare l’ambiente interno dell’esposizione durante i mesi estivi. Infine ogni padiglione, coltivando i prodotti tipici della propria terra, contribuirà a costruire una propria “bio-zona”, simbolo rappresentativo del proprio paese. Si creerà quindi un immenso spazio dove ogni struttura ecosostenibile, leggera e riciclabile, si potrà definire come una sorta di piccola regione indipendente che riproduce fedelmente il proprio clima, la propria agricoltura e le autentiche tematiche dibattute all’interno di ciascuna specifica nazione. Questo vasto piano costruttivo sarà accompagnato da una circolazione di visitatori organizzata secondo un flusso semplice ma ordinato dove sarà possibile gestire l’arrivo di clienti a qualsiasi ora del giorno senza alcuna interruzione.

Un’altra questione rilevante sulla quale si è molto discusso ruota attorno al problema del lascito di Expo 2015. Essendo l’esposizione caratterizzata da strutture riciclabili e riutilizzabili, si è cercato di giungere ad un accordo su cosa progettare nell’area dell’intera esposizione alla fine del grande evento. Questo ruolo decisionale è stato affidato alla società Arexpo Spa, la quale si è assunta l’incarico di pianificare dei possibili progetti che andassero ad occupare la zona che da maggio a ottobre sarà interamente dedicata all’Esposizione Universale. Tra le soluzioni proposte più quotate si possono trovare:

- La costruzione di una cittadella della Giustizia, dove si andrebbe a collocare il Tribunale europeo dei brevetti;

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- La progettazione del nuovo stadio dell’Inter; - Il collocamento di una sede staccata della Rai;

- La creazione di un centro dedicato al tema “Sustainable

development”;

- La disposizione di un’area interamente abilitata a concerti e spettacoli;

- La volontà di formare un nuovo parco urbano.

In seguito ad incontri e discussioni tra organizzatori dell’evento e la Arexpo, si è convenuto alla creazione di un Parco tematico. La loro proposta consiste nella volontà di creare una sorta di Science Center, ossia uno spazio ludico ma allo stesso tempo educativo dove vengano sì ripresi i temi di Expo 2015, ma accompagnati dal gioco in maniera tale che si venga a creare un’attrazione concreta non solo per adulti ma anche per ragazzi e bambini. Si vede riaffiorare ancora una volta la volontà di salvaguardare, attraverso l’informazione, le future generazioni. Verrà dato particolare rilievo a tematiche fondamentali quali la sostenibilità e la tutela ambientale, ma anche l’attenzione rivolta al binomio uomo-ambiente, creando una consapevolezza nei giovani già durante i primi anni di vita. Tuttavia, il rischio connesso con questo progetto ambizioso potrebbe concretizzarsi in uno sfruttamento elevato del territorio, che andrebbe poi a soffocare sia iniziative a più forte valore aggiunto che l’utilizzo dei padiglioni stessi. Per evitare questi pericoli sarebbe necessario pensare al post Expo già durante la costruzione delle strutture dell’esposizione vera e propria, ovvero guardare ai due momenti come un unico grande progetto costituito da due periodi strettamente legati tra loro. Solo così si potrà venire a creare un vero e proprio parco tematico post-Expo che richiami strutture e tematiche dell’esposizione

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milanese in chiave ludica ed accattivante per i visitatori di tutte le fasce d’età. È importante anche sottolineare l’importanza attribuita al valore ecologico che si è deciso di dare al Parco, in quanto tutta la struttura sarà alimentata da energia prodotta attraverso fonti rinnovabili quali le biomasse, il fotovoltaico o l’idroelettrico, solo per citarne alcune. Si otterrà perciò un complesso a impatto ambientale quasi zero, accompagnato da un attento rispetto a principi quali, ad esempio, il riciclaggio. L’intero parco tematico intende elevarsi alla pari degli altri parchi ludico-educativi presenti in tutta Europa come il “Cité de l’Espace”, Vulcania, Futuroscope (in Francia), l’“Eden Park” ( in Inghilterra) o il “Museo delle Scienze Principe Felipe” (in Spagna) e si propone inoltre come vero e proprio ingranaggio scientifico, turistico, culturale e tecnologico in grado di inserirsi nella rete sociale odierna. Lo stesso sindaco di Milano ha espresso la sua approvazione in relazione a questo possibile progetto da realizzare una volta conclusosi Expo 2015: “Il Parco tematico che nascerà sul sito di Expo Milano 2015, sarà una delle grandi eredità che l’Esposizione Universale lascerà alla città e al suo territorio. Un progetto, collegato ai temi di Expo “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”, che vogliamo costruire attraverso un percorso di partecipazione e consultazione della città e del suo territorio. Sarà un Parco tematico di cui potranno godere i cittadini: è quindi giusto che in un’area pubblica trovino spazio temi che interessano la città. Il Masterplan, che la società Arexpo sta mettendo a punto per il dopo Esposizione Universale, risulterà arricchito dalle idee e proposte che speriamo arrivino numerose anche dai giovani. Una volta chiusi i battenti dell’evento globale, il Parco dovrà essere un’eccellenza della Milano del futuro, della città metropolitana che nascerà nei prossimi anni, della Smart City che stiamo costruendo. La città intelligente e sostenibile, che vuole essere competitiva con le altre

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grandi capitali del mondo globalizzato”.11 Si può trovare poi una considerazione significativa a riguardo in “Verso Expo Milano 2015”: “Se da un lato la flessibilità dell’infrastruttura consente di ipotizzare vari possibili scenari di sviluppo, il concetto di un parco tematico sarà il dono irripetibile che l’Expo 2015 lascerà in eredità alle future generazioni di cittadini e lavoratori residenti nei quartieri adiacenti al sito e, più in generale, nel quadrante nord-occidentale di Milano, un’area in rapida trasformazione. Questa potrebbe diventare una sorta di green destination per tutte le nuove aree di sviluppo, rammentando alle future generazioni l’importanza della manifestazione del 2015 e contribuendo a migliorare la qualità della vita e l’equilibrio ecologico della città di Milano”.12