Capitolo 2. Il non profit
1. Una definizione di organizzazioni non profit
Quando si discute di organizzazioni non profit ci si rende spesso conto che è facile imbattersi in un vasto e diversificato panorama di studi che trascende indiscutibilmente dalla sola Scienza Politica e Sociologia Politica e dove può essere estremamente facile perdersi per la molteplicità delle tematiche racchiuse.
Il primo interrogativo generale che ci si potrebbe porre, infatti, è cosa si intende per non
profit. Bisogna, infatti, dire che il termine non profit non rappresenta l’unico con il quale si
fa riferimento ad una particolare categoria di soggetti (e, altresì, a un intero settore). In generale, gli studiosi - anche italiani - di non profit sono consapevoli del fatto che per identificare queste organizzazioni si utilizzano a volte anche termini come terzo settore,
privato sociale, economia civile, economia sociale, imprenditoria sociale (Ranci, 1999).
Non volendo dilungarmi in un estenuante dibattito nominalista su ciascuno di essi, la compresenza di più termini si spiega, sostanzialmente, in questo senso: si tratta di un settore ampio e ramificato, dove operano soggetti anche diversi tra loro, i quali sono dotati di strutture interne differenti e instaurano ognuno specifici rapporti con le istituzioni di governo.
Per andare oltre la questione terminologica, prediligo quando possibile (nel pieno rispetto comunque delle altrui terminologie), al pari di altri studiosi ed esperti del settore - si veda solo, ad esempio, Barbetta (2016)14 - l’utilizzo del termine organizzazioni non
profit15. Faccio ciò, in fondo, per due semplici ragioni: la prima è che si tratta di un settore, quello non profit, dove fanno spesso scuola altri paesi, a partire dai paesi anglosassoni; in tal senso, si deve dare atto che essi sono dotati di una maggiore cultura in questo senso (si badi bene, comunque, che con ciò non si vuole affatto denigrare il non profit di altri paesi, a partire dal nostro non profit italiano). La seconda ragione è che l’utilizzo del termine organizzazioni non profit consente immediatamente di riferirsi a soggetti dotati di una
visione socio-economica alternativa. Quest’ultimo aspetto, in particolare, può
ulteriormente chiarirsi anche grazie ai maggiori contributi che la letteratura scientifica ha fornito sull’argomento.
Salamon e Ahneier (1996, 6-7), tra i massimi studiosi di non profit a livello internazionale, ritengono che siano cinque le caratteristiche fondamentali degli enti non
profit: l’organizzazione; la natura privata; la non distribuzione di utili; l’autogoverno;
il lavoro volontario. A tal proposito, vorrei soffermarmi un momento su ognuna di queste caratteristiche, le quali meritano un breve approfondimento.
Gli enti non profit si caratterizzano, innanzitutto, per avere una organizzazione. Essi necessitano di un qualche connotato istituzionale e di una certa struttura organizzativa interna. Tutto ciò si esprime, soprattutto in termini giuridici, attraverso un atto che attesti una costituzione: tale procedura è comunque variabile da paese a paese, in virtù del fatto che non tutti prevedono una costituzione formale delle non profit.
L’assetto dell’organizzazione è fondamentale per collegarsi al fatto che l’ONP nasce al fine di perseguire generalmente una mission di utilità sociale e ad impatto, quasi sempre, universalistico. In estrema sintesi, le ONP nascono, infatti, storicamente per risolvere i problemi derivanti dal disagio e dall’esclusione sociale che vivono individui, minoranze, o in più generale comunità in senso ampio. In questo senso, il loro ruolo si esplica fondamentalmente sulla messa in campo di servizi atti alla promozione e all’innalzamento generale dei livelli di welfare.
Le organizzazioni non profit hanno solitamente natura privata. Esse sono non governativi16 poiché queste sono strutturalmente separate e indipendenti dagli enti pubblici di governo. Ciò non vuol dire, tuttavia, che essi non possano ricevere supporto governativo o che taluni funzionari di governo non possano far parte dei loro board.
15 Qualora venga riportato un sinonimo - ad esempio, terzo settore ecc. – esso rappresenta il pensiero di altri
autori o, diversamente, lo si ritrova per iscritto in atti giuridici.
16 Da non confondere le ONP con le ONG (Organizzazioni Non Governative): se le ONG sono infatti ONP,
le ONP racchiudono in sé una costellazione di soggetti non profit diversi, di cui le ONG rappresentano solo una parte. Per una rassegna delle forme giuridiche di ONP, tra cui anche le ONG, si veda più avanti.
Le organizzazioni non profit si basano, ancora, sulla non distribuzione di utili. Questa, a mio avviso, è tra le caratteristiche distintive più importanti. Tuttavia, non è escluso che le organizzazioni non profit – da questo punto di vista al pari delle comuni imprese – possano accumulare in qualche modo profitti, ma una netta differenza con quest’ultime è che tali profitti devono essere necessariamente reinvestiti nella mission di base dell’organizzazione, e non diversamente distribuiti ai membri della stessa, siano essi al vertice o alla base. In altri termini, le organizzazioni non profit sono enti di natura privata che non nascono espressamente per generare profitti – sia direttamente che indirettamente – e che non sono essenzialmente guidate da scopi e finalità imprenditoriali bensì da motivazioni di pubblica utilità.
Le organizzazioni non profit sono dotate di organi di autogoverno. Esse devono, infatti, essere in grado di autogovernarsi e poter avere il controllo di tutte le attività messe in campo attraverso una serie di procedure di governance interna: tali procedure si ritrovano, allora, nello statuto e/o nei vari documenti elaborati, attuati e garantiti dai vari organi delle organizzazioni. Fortemente connesso alla caratteristica dell’autogoverno - di matrice essenzialmente interna - le organizzazioni devono possedere, parimenti, un significato grado di autonomia nei confronti dell’esterno.
Infine, l’ultima caratteristica è che le organizzazioni non profit sono caratterizzate dal lavoro volontario. Per essere realmente considerate non profit, le organizzazioni devono sposare la causa del volontariato in modo significativo (ibidem, 7). Quando si parla di volontariato si intende, essenzialmente, dedicare liberamente parte del proprio tempo a una qualche attività o servizio di pubblica utilità presso una qualunque organizzazione senza ricevere in cambio alcun contributo economico bensì godendo, invece, del contributo
umano fornito a una data causa. Si deve ricordare, comunque, che il lavoro volontario non
investe la totalità dei membri operanti all’interno delle ONP: è presente infatti normalmente, come in qualunque altro ente pubblico o impresa, personale a contratto, dipendente o di collaborazione.
In sintesi, sulla base delle caratteristiche più importanti presentate dagli autori sopra citati, si potrebbe “assemblare” la seguente definizione di organizzazione non profit: si tratta di un ente/organizzazione, il più delle volte di natura privata, avente una mission di utilità sociale, la quale si basa sulla non distribuzione di profitti e su una quota rilevante (ma non esclusiva) di lavoro volontario al proprio interno.