CAPITOLO VIII. UNA SCELTA PERSONALE: L’ATEISMO
3. Una difesa dell’ateismo
Secondo Robert Dale Owen, suo padre fu un deista, dato il suo credo in un ‘Potere’ che ha creato l’uomo e che ‘nel nostro linguaggio normalmente chiamiamo Dio’. Tutte le religioni, incluso il
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The Procceedings of the Hartford Bible Convention, New York , Partridge & Brittan, 1854. From the collection of
the Yale University Divinity School Library, cit.
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Shakespeare W., Otello, Edizione Garzanti, 2006. III, iii, 363: “L’occupazione di Otello è finita!”.
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La Rose usa qui la similitudine tra il gesto degli studenti di teologia del Trinity College, che dopo aver provocato i disordini abbandonano l’aula della conferenza spegnendo le lampade a gas, e la luce della conoscenza.
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Cristianesimo, per Robert Owen erano altrettante ‘follie geografiche’. Alcuni oweniti lo seguivano su queste idee, altri no; ma tutti deploravano la sua mancanza di tatto nei suoi attacchi alla religione organizzata. Il concetto di religione naturale costituiva un elemento caratteristico dell’Illuminismo scozzese, che come abbiamo visto influenzò la dottrina di Owen, ma non contraddiceva necessariamente la religione cristiana rivelata. L’effetto generale degli scritti di David Hume e dei suoi seguaci fu lo scetticismo. Ma ai fini pratici fece poca differenza se un owenita era un deista o un libero pensatore o un membro di qualche setta razionalista protestante: il fondamento della fede di Owen fu l’applicazione del concetto di legge naturale alla religione.463 La scelta atea della Rose è quindi molto personale, e lo abbiamo visto fin dai suoi primi anni a Berlino e sarà coerente con questa idea anche a costo di discriminazioni contro le quali riuscirà a farsi spazio anche all’interno di un ambiente in maggioranza cristiano e protestante. Il discorso che la Rose tenne alla Hartford Convention il 4 giugno del 1853, anticipa i temi sulla difesa dell’ateismo del 1861. Secondo la Cady Stanton: “Durante gli anni che vanno dal 1855 al 1860, Mrs. Rose girò con Miss Anthony tutto lo Stato di New York, parlando ad un vasto pubblico, in cinquanta contee diverse. Il risultato delle loro comuni fatiche è stata l’approvazione di una legge che consente alle donne sposate il diritto sui loro salari e la tutela dei loro figli. Per mezzo secolo, come conferenziera, la sua voce eloquente fu ascoltata in entrambi i continenti, avendo preso parte attiva a tutti i grandi movimenti progressisti del nostro tempo, ed essendosi associata con le classi più influenti di riformatori, sia in Europa che in America. In tutti quegli anni pieni di avvenimenti, la signora Rose ha combattuto una duplice lotta, non solo per i diritti politici delle donne, ma per i loro diritti religiosi come individui, che hanno il loro modo di pensare e di credere”.464 Questa libertà di pensiero e di religione, include nel caso della Rose, anche i diritti dei non credenti. Infatti la Rose in uno dei rari pamphlet della Rose, Una difesa dell’ateismo, che riporta una sua conferenza, che la Rose volle pubblicare, data alla Mercantile Hall il 10 aprile 1861. In questa conferenza ribadisce il suo ateismo, contro le voci che la volevano deista, e sviluppa questo argomento in base alle, allora, recentissime teorie dell’evoluzionismo465. La Rose parte nella sua indagine su Dio con toni pacati e comprensivi che riecheggiano i termini oweniti di verità ed errore, ma anche con la consapevolezza di camminare su un campo minato, su un tema che urta il sentimento del singolo ma anche quello collettivo; infatti dichiara: “Amici miei: - Nell'intraprendere l'indagine sull'esistenza di Dio, sono perfettamente cosciente delle difficoltà a cui andrò incontro. Sono ben consapevole che questo problema produce nella maggior parte delle menti un sentimento di timore reverenziale, come se si procedesse su un terreno proibito, troppo santo e troppo sacro per essere affrontato dai comuni mortali. Questa discussione fa inorridire tutti, e ciò si deve al pregiudizio, così profondamente radicato negli animi dall’educazione, ma anche rafforzato dal sentimento collettivo, tanto che poche persone sono disposte ad affrontare un dibattito equo ed imparziale – sapendo fin troppo bene che qualsiasi persona, sufficientemente coraggiosa da intraprendere tale compito, riceve un marchio infamante e di biasimo, a meno che, la previa conoscenza delle sue opinioni non sia una garanzia che le sue conclusioni saranno concordi e in armonia con la pubblica opinione. Ma credendo, come io credo, che soltanto la Verità sia benefica, e che l’Errore, qualunque origine o nome abbia, sia pernicioso per l’uomo, ritengo che non vi sia nessun argomento troppo santo, nessun soggetto troppo sacro, che l’uomo non possa seriamente trattare ... Né questo è il solo ostacolo lungo il cammino di questa ricerca. Ci si domanda: da dove dobbiamo iniziare? Ci è stato detto che “con la ricerca nessuno può scoprire Dio”, e finora è stato così, dal momento che nessuno è stato in grado di provare la sua esistenza. Il più strenuo dei credenti deve
463 Harrison J. F. C., cit., p. 86 464
Proceedings of the Twenty-Fifth Annual Convention of the National American Woman Suffrage Association, held in Washington, D.C., January 16, 17, 18, 19, 1893, Edited by Harriet Taylor Upton, Press Committee for 1892, Sormont & Jackson, Printers, 1893,cit., pp. 22-23.
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riconoscere che è solo una questione di fede, in quanto non sa nulla su questo argomento. Dove, dunque,cercheremo la sua esistenza? Entriamo nel mondo materiale; chiediamo alle Scienze se possono svelare il mistero”.466 Nella trattazione che segue la Rose si rende interprete di quella cultura che, nella tradizione del razionalismo illuminista del XVIII secolo e in quella dell’evoluzionismo del secolo XIX, tende a considerare la religione come fenomeno proprio di uno stadio ancora non evoluto della storia dell’umanità, “come momento che doveva essere superato attraverso l’affermazione di una razionalità che rifiutava le ‘superstizioni’ derivanti dalla fede e che denunciava, con Voltaire e poi con Marx, la religione come strumento ideologico del dominio. Le analisi della religione sviluppate nelle diverse teorie sociologiche di Comte, Marx, Spencer e Durkheim rimangono sostanzialmente all’interno di questa prospettiva di tipo razionalistico-evolutivo. L’età del positivismo, benché anch’essa caratterizzata da un certo tipo di trionfalismo della ragione, è assai sensibile ai limiti del modello di razionalità cui si erano ispirati gli enciclopedisti francesi. E’ in questo periodo, infatti, che l’accento si sposta dalla ragione filosofica alla scienza empirica, che pure aveva rappresentato uno dei riferimenti costanti del secolo XVIII. Prima della Rivoluzione francese, la fede nelle possibilità della ragione, in ordine a una riforma radicale dei costumi e della società e a una pedagogia in grado di trasformare gli individui, attraverso il controllo delle passioni, appare illimitata. La ragione infatti, viene concepita come un principio assoluto presente nello spirito umano cui faceva riscontro, da un lato, la razionalità dell’ordine naturale, messa in evidenza dalle leggi universali di Newton, e, dall’altro, la razionalità delle leggi economiche, fondate sul libero gioco degli interessi e sullo scambio di mercato. Prendendo a modello le possibilità aperte dallo sviluppo delle scienze fisiche e biologiche, si riteneva di poter esercitare sui processi sociali e sulle pulsioni individuali un controllo analogo a quello che stava affermandosi sulle forze naturali.467 La Rose quindi porta, a dimostrazione della sua tesi, tutto ciò che il progresso della scienza mette a disposizione dell’indagine umana: “… La Geologia parla della struttura della Terra, della formazione dei diversi strati, del carbone, del granito, di tutto il regno minerale. Essa rivela i resti e le tracce di animali estinti da lungo tempo, ma non ci dà alcun indizio in base al quale si può dimostrare l’esistenza di un Dio. La Storia naturale ci offre una conoscenza del regno animale nel suo insieme; dei differenti organismi, delle strutture e delle caratteristiche delle diverse specie. La Fisiologia insegna la natura dell’uomo, le leggi che sovrintendono il suo essere, le funzioni degli organi vitali, le condizioni dalle quali dipendono la salute e la vita. La Frenologia468 tratta delle leggi della mente, delle diverse parti del cervello, dei diversi organi, dei diversi comportamenti, delle modalità per svilupparne alcuni e reprimerne altri per arrivare ad una condizione equilibrata e sana. Ma in tutto il sistema animale – nonostante il cervello sia considerato come un “microcosmo” in cui può essere rintracciata una somiglianza o un rapporto con tutto ciò che esiste in natura – non si riesce a trovare neanche un punto che indichi l’esistenza di un Dio. La matematica stabilisce i fondamenti di tutte le scienze esatte. Insegna l’arte di combinare i numeri, di calcolare e misurare le distanze, di come risolvere problemi, per ponderare le montagne, per scandagliare le profondità degli oceani; ma non fornisce indicazioni su come verificare l’esistenza di un Dio. Entrate nel grande laboratorio della Natura: la Chimica. Essa vi parlerà dei diversi elementi, delle loro combinazioni e dei loro usi, dei gas in continua trasformazione e combinazione in proporzioni diverse…” 469 Le idee della
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Rose E. L., A Defence of Atheism, being A Lecture delivered in Mercantile Hall, Boston, April 10, 1861, Published by J. P. Mendum, Investigator Office, 1881, pp. 3-4
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Cfr::Crespi F., Manuale di sociologia della cultura, Laterza, 2006, p.110.
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La frenologia era una pseudoscienza del XIX secolo, secondo la quale ogni facoltà o istinto avrebbe la sua sede in una determinata parte del cervello, e sarebbe pertanto possibile dedurre le qualità della psiche e della personalità dell’individuo dalla conformazione del suo cranio. Il termine fu anche usato come sinonimo di psichiatria.
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Rose riflettono anche l’immagine della società ottocentesca, in piena trasformazione economica e sociale, con l’incremento della produttività industriale, lo sviluppo dei mercati, l’impresa coloniale ed il trionfo della borghesia; e per il pensiero filosofico e scientifico questa ascesa divenne pensabile grazie al concetto di “progresso”. Anche le contraddizioni generate da questo modello economico a livello sociale, secondo Ugo Fabietti, vennero considerate come semplici fenomeni patologici transitori cui avrebbe posto rimedio l’incremento generale della ricchezza promosso da quello stesso modello economico. A fornire questa immagine progressiva in cui si rappresentò la società capitalistico-industriale dell’Ottocento concorsero gli effetti dell’applicazione in campo produttivo delle scoperte scientifiche. La scienza appariva così come lo strumento in grado di assicurare all’umanità un destino di felicità e di progresso e la sociologia, stadio ultimo del sapere positivo, come quella branca della scienza per mezzo della quale diveniva possibile comprendere gli effetti di quel progresso della società… I concetti di “sopravvivenza” e di “selezione naturale” attivati in campo sociologico non facevano che legittimare il dominio della potenza inglese e dare una giustificazione “scientifica” del colonialismo. Sebbene Spencer possa essere considerato, a causa della enorme popolarità che le sue opere ebbero durante l’ultimo quarto dell’Ottocento, il grande ideologo dell’Inghilterra vittoriana, la concezione della società come organismo vivente rimase caratteristica della sua sociologia. Solo incidentalmente Darwin pensò che potesse esservi una qualche affinità tra la filosofia evolutiva di Spencer e la sua teoria dell’evoluzione. Infatti nel generale clima evoluzionista che si era venuto a creare in seguito alla pubblicazione dell’opera di Darwin, queste idee cominciarono ad essere elaborate indipendentemente e prima dell’uscita dell’Origine delle specie. E’ un fatto che Spencer e Darwin si conoscevano personalmente ma esiste una distanza che separa l’opera di Darwin dagli esiti reazionari di un certo spencerismo di fine Ottocento, primi Novecento, che in Inghilterra, in Germania, ma soprattutto in America, cercava di fornire una giustificazione ai disequilibri sociali. Questo “darwinismo sociale” altro non era in realtà che l’elaborazione, all’interno di una ideologia conservatrice, dei primi sintomi di crisi sociale e politica verso la quale il mondo e l’Europa in particolare stavano velocemente avviandosi. Una ideologia dunque molto diversa da quella che solo pochi decenni prima aveva visto nel progresso materiale la promessa di una ricchezza e di una felicità umane universali.470 La Rose vive quindi queste contraddizioni, amplificate dall’essere donna in una società che, come abbiamo visto, tende a considerare la donna in un ruolo fisso assegnatole dalla natura. Ma nelle sue idee comunque si ritrova l’ideale illuministico del progresso e la critica che della religione fa il libero pensiero. Nel cercare Dio, dice la Rose, l’uomo trova solo se stesso: “…potrete trovare soltanto l’Uomo, che ha stampato una indelebile impronta della sua mente su ogni pagina. Nel descrivere il suo Dio, egli ha delineato il suo stesso carattere: il ritratto che ne ha tracciato rappresenta, nei colori vividi e indelebili, l’epoca della sua esistenza, il periodo in cui vive. E’ stato un grande errore dire che Dio fece l’uomo a sua immagine. E’ l’Uomo, che in tutte le epoche, ha fatto il suo Dio a sua immagine; e noi troviamo che solo in conformità con la sua civilizzazione, la sua conoscenza, la sua esperienza, le sue inclinazioni, la sua raffinatezza, il suo senso del diritto, della giustizia, della libertà, dell’umanità, così ha fatto il suo Dio. Ma, se raffinato o grossolano, crudele e vendicatore o buono e generoso, implacabile tiranno o nobile ed amabile padre, era ancora l’emanazione della sua mente, l’immagine di sé. Ma, vi chiederete, come avvenne che l’uomo pensò e scrisse proprio su Dio? La risposta è molto semplice. L’Ignoranza è la madre della Superstizione. In proporzione alla sua ignoranza l’uomo è portato a credere all’occulto. Il nome stesso ha per lui un fascino. Essendo ignaro della natura e delle leggi delle cose che lo circondano, delle vere cause degli effetti a cui ha
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assistito, le ha attribuite a delle cause false, ad entità soprannaturali. Il selvaggio, ignaro del meccanismo diun orologio, ne attribuisce il ticchettio ad uno spirito. Il cosiddetto uomo civilizzato, altrettanto ignorante riguardo al meccanismo dell’Universo e alle leggi che lo governano, lo attribuisce alla stessa causa errata. Prima della scoperta dell’elettricità, si diceva che un temporale venisse dall’ira di un’offesa fatta alla Divinità.… ‘Così Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò’. Io presuppongo che per ‘immagine’ non dobbiamo intendere una somiglianza al suo viso o al suo corpo, ma l’immagine o la similitudine con la sua sapienza, la sua potenza, la sua saggezza e perfezione. Avendo fatto l’uomo egli lo pose (li pose) nel giardino dell’Eden – il luogo più bello e suggestivo di tutto il creato, e li invitò (con la sola restrizione di non mangiare i frutti dell’albero della conoscenza) a vivere, ad amare e ad essere felici. Che immagine deliziosa; potevamo semplicemente restare lì! Ahimè! No. Non appena si furono insediati nella loro casa paradisiaca violarono la sola, l’unica ingiunzione data loro e caddero dalla loro alta posizione; e per una singolare giustizia di quel Creatore veramente misericordioso, non soltanto loro, ma la loro innocente progenie e tutte le generazioni a venire caddero con loro!... Qualsiasi opzione scegliate, sarà fatale per tutte le altre. E così fu costretto a ricorrere all’ultima, dolorosa alternativa: inviare “il suo unigenito figlio”, la sua seconda Persona, per salvarli. Ma ahimè! “egli non fu accolto” e così fu costretto ad adottare i Pagani e a morire per salvare il mondo. Ci riuscì allora? Il mondo è stato salvato? Salvato! Da che cosa? Dall’ignoranza? …Ah! Non ora, non qui, dice il credente. Nell’aldilà egli li salverà. Li salverà in avvenire! Da che cosa? Dalla mela mangiata da nostra madre Eva? Che beffa! Se un ricco genitore avesse lasciato che i suoi figli vivessero nell’ignoranza, nella povertà e nello squallore, per tutta la vita e avesse promesso loro una fortuna soltanto nell’avvenire, sarebbe considerato giustamente un criminale o un pazzo. Il genitore è responsabile dei suoi figli, il Creatore della creatura. …”471 La Rose conclude la sua arringa difendendo lo spirito di tolleranza degli atei di contro al fanatismo religioso: “… In conclusione, l’Ateo dice all’onesto, coscienzioso credente: se non posso credere nel tuo Dio la cui esistenza non sei riuscito a dimostrare, io credo nell’uomo; se non ho fede nella tua religione, io ho una fede illimitata, incrollabile nei principi del diritto, della giustizia e dell’umanità. Qualunque bene tu sia disposto a fare per amore del tuo Dio io sono completamente disposto a farlo per amore dell’uomo. Ma l'ateo non potrebbe mai essere colpevole dei mostruosi crimini perpetrati dal credente nel perseguitare e sterminare i suoi simili a causa delle differenze di fede, perché sa che la fede non è spontanea, ma dipende da elementi di prova e quindi non ci può essere alcun merito nel credo di ogni religione né demerito nel non credere a nessuna di esse. Tutto il bene che si potrebbe fare per paura del castigo, o nella speranza della salvezza eterna, l’ateo lo farebbe semplicemente perché è il bene; e stando così le cose, avrebbe ricevuto una più sicura e più certa ricompensa, che scaturisce dal fare del bene, la quale costituirebbe il suo piacere e favorirebbe la sua felicità.”472 C’è nelle sue idee, ricordiamolo, anche il pensiero di Paine del The Age of Reason, che, come abbiamo visto, dichiarava il Cristianesimo, come le altre religioni, un’ invenzione dell’uomo e non di Dio. Nati nel periodo della rivoluzione, i liberi pensatori riuscivano periodicamente, secondo Jacoby, a raggiungere una certa influenza sulla società americana per poi essere diffamati in periodi di reazione e relegati ai margini della versione ufficiale della storia americana. Definito spesso come totale mancanza di fede in Dio, il Libero Pensiero può essere compreso meglio come un fenomeno che comprende una vasta gamma di esponenti che va dagli autentici anticlericali ai deisti, agnostici, e imperterriti atei. Quali che siano le diversità tra i liberi pensatori, riguardanti le loro diverse opinioni sull’esistenza o la non esistenza di una divinità, fu un approccio razionalista alla questione fondamentale dell’esistenza terrestre, una convinzione che le questioni degli esseri umani
471 Rose E. L., A Defence of Atheism, cit., pp. 6-11 472
Ivi, p. 21. Il Boston Investigator riferisce in merito al discorso della Rose nel numero del 17 aprile 1861 e dell’8 maggio 1861, ma non stampò il testo perché la Rose stava lavorando ad una versione scritta dello stesso. Questa versione è tratta dal pamphlet del 1881 pubblicata da J. P. Mendum editore del Boston Investigator, venti anni dopo che la Rose aveva lasciato gli Stati Uniti per vivere in Inghilterra.
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potessero essere governate non dalla fede nel sovrannaturale, ma dalla fiducia nella ragione, dall’evidenza addotta dal mondo naturale. Fu questa convinzione, che ha le sue radici nella filosofia illuminista, che portò, secondo la Jacoby, i primi rivoluzionari a riunirsi a Filadelfia nel 1787 per scrivere la Costituzione. Thomas Paine, fu il primo libero pensatore americano ad essere etichettato come ateo, denigrato prima e dopo la sua morte, e privato della sua giusta collocazione nella storia americana. Ma le memorie di Paine il patriota, sarebbero state offuscate a lungo dalle accuse sulle sue opinioni eretiche. Paine morirà indigente e ancora dopo ottant’anni verrà insultato da personaggi quali Theodore Roosvelt che lo definì “piccolo sudicio ateo”.473