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4. Discussione

4.1.1. Valutazione dell’Anno e del Sovescio

I risultati ottenuti nel corso della sperimentazione sono stati fortemente influenzati dall’andamento climatico, molto diverso nelle due annualità a confronto. Questo ha comportato variabilità anche sulla coltura da sovescio (veccia) nei cicli di produzione studiati, sia da un punto di vista dell’insediamento della coltura (2010/2011), che dell’epoca di semina (2011/2012). In particolare, le abbondanti precipitazioni registrate nei mesi successivi alla semina della veccia nel primo ciclo (2010; figura 3) hanno limitato la germinazione della leguminosa e compromesso le fasi iniziali di sviluppo, riducendone la produzione di biomassa al termine del ciclo colturale (aprile 2011). Come conseguenza, l’apporto di N da parte del sovescio nel primo ciclo di mais è stato limitato a circa 30 kg ha-1. Contrariamente, nel secondo anno, gli eventi piovosi, concentrati nella seconda metà del mese di Settembre, hanno assicurato una buona disponibilità di acqua per le prime fasi di insediamento della coltura., La veccia ha così raggiunto, nel secondo anno, un notevole sviluppo, che si è tradotto in un apporto di circa 190 kg ha-1 di N alla terminazione. Confrontando i risultati ottenuti per le biomasse del mais nelle fasi di Emergenza e Levata è stato infatti evidente un effetto positivo sullo sviluppo della coltura nel 2012 in funzione del Sovescio (Grafici 4a e 4b), a fronte della maggiore disponibilità di N. Gli stessi risultati evidenziano una maggiore produzione di biomassa per le tesi con veccia nel 2012 rispetto alle tesi in cui la veccia era stata sovesciata nel 2011 ed in cui il contributo del sovescio alla fertilità azotata era stato di 30 kg ha-

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(paragrafo 2.2). Da un’analisi del dato produttivo del mais (grafico 5) risulta invece una riduzione significativa della produzione di cariossidi nel 2012. Questo risultato è probabilmente dovuto al periodo di siccità rilevato principalmente in concomitanza con le fasi di Fioritura e Maturazione della coltura (fine Maggio-inizio Agosto 2012; figura 3). Secondo Doorenbos e Kassam (1979) il mais è relativamente resistente agli stress idrici nella fase vegetativa, mentre, nelle fasi di formazione e maturazione delle cariossidi lo stress idrico può comportare una riduzione sensibile della produzione (Cakir, 2004). Dallo stesso grafico (5) si evince anche una maggiore e significativa riduzione della produzione 2012 nelle tesi con sovescio di veccia. Lo stesso trend è già visibile dalla fase di Maturazione sulla biomassa della spadice (figura 6a). Questo risultato è probabilmente dovuto a un effetto negativo della veccia sulle disponibilità di acqua del sistema, che ha accentuato gli effetti del deficit idrico occorso nei periodi successivi alla crescita vegetativa del mais. Il ciclo della veccia del 2011/2012 è stato infatti caratterizzato da una scarsa piovosità (paragrafo 2.1) e probabilmente non sufficiente a compensare le asportazioni di acqua da parte della veccia. Ciò è in accordo con quanto indicato da Unger e Mere (1998), secondo i quali le colture di copertura possono determinare effetti negativi sulle colture in successione, quando le precipitazioni non sono sufficienti a colmare la sottrazione di risorsa idrica da parte della stessa coltura di copertura. Koerner e Power (1987) hanno riportato inoltre che la veccia in precessione al mais, in determinate condizioni ambientali, può comportare una riduzione delle produzioni. A conferma di come questo fenomeno si sia evidenziato dopo le fasi di sviluppo vegetativo, non è stato riscontrato nessun effetto di interazione Sovescio x Anno sulla produzione di residui colturali (tabella 6), da cui risulta al contrario

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un effetto significativo del Sovescio a favore della produzione di biomassa .

Il Sovescio inoltre ha mostrato, anche se non sempre in maniera significativa, una maggiore disponibilità di Nmin in tutte le fasi del ciclo del mais (tabelle 8 e 9). Tale risultato si evidenzia analizzando i due anni separatamente (tabella 10). In particolare per le tesi con sovescio, nel 2012, le disponibilità significativamente maggiori nelle fasi iniziali (Semina ed Emergenza) e alla Raccolta sottolineano che l’N non sia stata una risorsa limitante per il mais. Anche le asportazioni dell’N indicano un effetto positivo dell’interramento della veccia (tabella 12). In particolare nel 2012 (tabella 13),le asportazioni nelle fasi di sviluppo vegetativo (fino ad Inizio Antesi) sono state due volte superiori che nelle tesi senza sovescio. Le asportazioni negli organi riproduttivi (spadice e cariossidi) rispecchiano l’andamento delle biomasse, mostrando una riduzione delle tesi con sovescio nel secondo anno (2012). Come conseguenza di questi risultati, l’efficienza di utilizzazione dell’N è risultata significativamente più bassa per le tesi con sovescio nel 2012 (Figura 8), mentre valori maggiori, ma senza differenze tra sovesciato e non sovesciato, nel 2011. Il risultato è dipeso sia dalla scarsa produttività del mais nel secondo ciclo che si è tradotta in basse asportazioni, che dalla difformità nelle rese della veccia nei due cicli. Cook et al. (2010), nel loro lavoro sull’ottimizzazione dell’apporto di N di sovescio di veccia sulla nutrizione del mais, hanno evidenziato come la variabilità nelle rese di questa coltura in funzione dell’andamento climatico sia un limite per la previsione del suo apporto di N alle colture in successione. Nonostante questo limite, i dati relativi al Surface

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N, mostrano come il Sovescio si sia rivelato in grado di mantenere il bilancio con le asportazioni della coltura ad un valore positivo (Tabella 19). Questi risultati sono in accordo con quanto trovato da McVay et al. (1989) secondo cui il sovescio di leguminose è in grado di sostenere almeno i due terzi delle necessità azotate di coltura di mais in successione.

Sebbene alcuni studi sottolineino il ruolo di alcune leguminose (principalmente medica, Medicago sativa L., trifoglio pratense Trifolium

pratense L. e lupino, Lupinus angustifolius) sulla disponibilità del

fosforo, come effetto di una conversione del fosforo nativo da forme insolubili a forme solubili e per organicazione della quota assorbita (Maiksteniene e Arlauskiene, 2004; Cavigelli e Thien, 2003, Tiessen et

al., 1994), non è stato riscontrato un effetto significativo del Sovescio né

sul Pass né sulle asportazioni da parte del mais. Un'unica eccezione è stata rilevata nelle asportazioni di P da parte della biomassa epigea della pianta in levata, a vantaggio delle tesi con sovescio (tabella 23). Come conseguenza, nessun cambiamento sull’efficienza d’uso dell’elemento è stato registrato in funzione del fattore sperimentale (tabella 26). La mancanza di risultati significativi legati al sovescio, congiuntamente all’assenza di un contributo nel bilancio del P, ha portato alla decisione finale di non riportare i dati del Surface balance in funzione del sovescio (tabella 28).

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