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VALUTAZIONE DELLA CARRYING CAPACITY

CONTROLLATA DI CARPOBROTUS ACINACIFORMIS

8. VALUTAZIONE DELLA CARRYING CAPACITY

8.1 - Obiettivi e metodo

La determinazione della carrying capacity effettuata sulla spiaggia della Pelosa si basa sui principi proposti da Arisci et al., 2000; verificati ed integrati attraverso successive applicazioni a cura di Arisci et al. (2001, 2002) e Aritzu et al. (2005). In sostanza, il metodo prevede la redazione di tabelle tematiche che contengano informazioni relative agli aspetti fisici, ecologici e sociali che caratterizzano il tratto di costa in esame. A queste, in base alle applicazioni adottate e supportate dall’ana-lisi spaziale, vengono associati diversi valori che, opportunamente combinati, conducono alla determinazione della carrying capacity di quel tratto specifico di costa.

In questa ottica, per il raggiungimento di una valutazione attendibile della carrying capacity, risulta di fondamentale importanza lo studio di dettaglio dei vari tematismi che poi rientrano nella valutazione dei valori di analisi e successivamente di sintesi. La valutazione della carrying capacity della Pelosa ha seguito due distinte direttrici. La prima incentrata sulle conoscenze scientifiche del sito esistenti in letteratura, derivanti dal progetto o integrate con rilievi di campo; questi ultimi hanno riguar-dato in particolare la fotointerpretazione e l’analisi diacronica delle immagini (recenti o attuali) per tener conto delle specifiche condizioni locali e delle tendenze evolutive della fascia costiera. Tale metodologia si è basata sostanzialmente sull’uso di indicatori ambientali di sostenibilità sui quali, grazie anche al lavoro di organismi internazionali, come l’Organizzazione mondiale del turismo e di nume-rose applicazioni pratiche condotte anche a livello regionale dall’Università di Cagliari, esiste ormai una vasta letteratura.

La seconda si basa sulla cosiddetta Social Carrying Capacity. Questa richiede un ben organizzato processo di partecipazione pubblica come un elemento fonda-mentale che distingue la valutazione della capacità di carico dagli altri processi di pianificazione generale o settoriale. Si tratta di un approccio tipicamente anglosassone che, progressivamente, si sta facendo strada anche nel contesto mediterraneo.

Il coinvolgimento di tutti gli attori privati e pubblici permette di arrivare sia ad una valutazione della capacità di carico estremamente più efficace e condivisa, sia ad una presa di coscienza più matura e compiuta sull’importanza della tutela e della conservazione del patrimonio ambientale e paesaggistico.

La Social Carrying Capacity richiede l’identificazione di scenari di sviluppo turistico per l’area presa in considerazione: un’isola, un parco naturale, un’area costiera, un determinato ambito geografico, ecc. Successivamente, vengono formulate ipotesi di scenari di sfruttamento e di conservazione, a partire da quelli più estremi e via via per i vari scenari intermedi, fino ad identificare lo scenario di sviluppo voluto.

8.2 - I dati di riferimento per l’analisi spaziale e la rappresentazione

Lo studio e l’analisi dei dati utilizzati per operare ragionamenti e valutazioni nell’am-bito del lavoro è stato supportato da un database geografico appositamente orien-tato per l’archiviazione e l’elaborazione di informazioni territoriali di interesse inerenti la Carrying Capacity Assessment.

L’implementazione del database ha previsto l’archiviazione di immagini aeree e di cartografia tecnica, indispensabili come supporto di base; la ricerca è stata indi-rizzata verso l’acquisizione di strumenti esistenti e conosciuti:

• CTR al tratto sez. A3 (1978) scala 1: 10.000 • CTR numerica sez. 440-030 (1997) scala 1: 10.000

• Ortofoto AIMA Sez. 440-030, anno 1997, toni di grigio, ris. 1 metri • Ortofoto AGEA Sez. 440-030, anno 2003, toni di grigio, ris. 1 metri • Ortofoto RAS Sez. 440-030, anno 2006, colori, ris. 0,5 metri

Per soddisfare il dettaglio richiesto dall’analisi è stata scartata l’ipotesi di utilizzare, come base di riferimento, la ortofoto a colori con risoluzione 0,5 metri, in quanto non aggiornata e con forti limitazioni di scala.

Sono state così utilizzate, a partire dalle visualizzazioni on line, le immagini offerte dal web-gis Google Earth©2008GoogleTM(http://earth.google.it/): l’area di studio è coperta con una immagine di elevato dettaglio e datata al 17 Agosto 2007, estremamente utile allo scopo del lavoro.

A tale fine è stata predisposta l’immagine attraverso una serie di elaborazioni: • scelta della dimensione della finestra di acquisizione da Google Earth©2008GoogleTM; • acquisizione tramite stampa virtuale di 7 fotogrammi singoli;

• elaborazione di ogni fotogramma, ritaglio e compressione dei file;

• georeferenziazione di ogni fotogramma in funzione della CTR numerica e della ortofoto a colori;

• mosaicatura dei singoli fotogrammi;

• esportazione dell’immagine e georeferenziazione secondo il sistema nazionale di coordinate piane di riferimento Gauss-Boaga - Roma 40 Fuso Ovest.

L’immagine ricampionata con un pixel pari a 14 cm al suolo, consente a video una visualizzazione in scala pari a circa 1:400 con una elevata definizione utile per una precisa e dettagliata interpretazione delle caratteristiche fisiche, biologiche e antropiche del sistema spiaggia-duna e, visto il dettaglio e il periodo di acquisizione, consente anche di estrarre informazioni relativamente ad importanti aspetti nume-rici inerenti la frequentazione della spiaggia (Figura 8.1).

Gli altri dati archiviati sono stati utili per supportare la georeferenziazione delle informazioni e per il confronto delle modificazioni ambientali nel tempo, con parti-colare riguardo alla duna ed alla linea di riva.

Il database geografico creato consta di vari livelli informativi in diverso formato digitale georeferenziati secondo il sistema di coordinate di riferimento GaussBoaga -Roma 40 Fuso Ovest.

8.3 - Tourism Carrying Capacity Assessment (TCCA)

Il concetto di carrying capacity turistica si basa sull’assunto generale che ogni forma di sviluppo che interessa la capacità di carico di un ecosistema necessaria-mente deve essere sostenibile.

In accordo con le definizioni generalmente riconosciute nell’ambito della valutazione della carrying capacity, lo sviluppo sostenibile del turismo può definirsi come quella forma di sviluppo turistico che usa le risorse naturali e il patrimonio culturale e paesaggistico per incrementare il numero di frequentatori e conseguentemente il profitto delle attività turistiche, ma preserva le risorse stesse per le future gene-razioni, ovvero un turismo che non supera la carrying capacity delle risorse turi-stiche (Figura 8.2).

L’ambizione di sviluppo turistico sostenibile si manifesta come un compromesso tra il modello intensivo promosso da imprenditori turistici e quello generalmente sostenuto dagli ecologisti.

Tutte le metodologie partono dal presupposto che la valutazione dei limiti della carrying capacity sono raramente individuabili, e ciò dipende anche dal punto di vista soggettivo di chi è preposto a tale valutazione.

Per tale motivo si ritiene che la valutazione della carrying capacity turistica non debba essere impostata su un rigido sistema di valutazione strettamente mate-matico, ma su un sistema ragionato, adattabile alle diverse realtà territoriali e che si esplica su due concetti basilari:

Figura 8.1 - Mosaicatura dei singoli fotogrammi estratti da Google Earth©2008GoogleTM

(http://earth.google.it/).

Figura 8.2 - Concetto di carrying capacity turistica espresso secondo una rappresentazione grafica.

• mutabilità degli aspetti fisici, ecologici, infrastrutturali, socio-demografici e politico-economici che, nel contesto di applicazione, rivestono la stessa importanza; • necessità di individuare e indicare diversi scenari di sviluppo prima di predisporre

la valutazione finale della carrying capacity.

La stima del numero di frequentatori che può accogliere una specifica località turi-stica senza che ne subisca i danni ambientali, ovvero la Tourism Carrying Capacity Assessment (TCCA), è diventata una pratica di fondamentale importanza nella gestione dello sviluppo turistico sostenibile.

Ma, come accennato in precedenza, la TCCA deve essere considerata come una pratica basata su concetti e ragionamenti scientifici e non come una semplice formulazione matematica che consente di individuare un numero comunque approssimato di turisti.

La TCCA deve essere concepita come un metodo e uno strumento di gestione dello sviluppo turistico, sostenibile, flessibile ed adattabile, che consente di indicare il livello ottimale di capacità di una determinata area in una specifica condizione ambientale.

In accordo con quanto proposto dalla WTO (World Tourism Organization), che fu la prima organizzazione a proporre una definizione di TCCA successivamente adot-tata anche dall’UNEP nell’ambito del MAP (Mediterranean Action Plan) e nel PAP (Priority Actions Programme) anche in questo caso specifico si intende per Tourism Carrying Capacity il numero massimo di visitatori che possono frequen-tare uno specifico luogo più o meno contemporaneamente senza causare danni fisici, ecologici e socio-culturali all’ambiente ed al paesaggio e l’inaccettabile decre-mento della qualità di soddisfazione del turista.

Nell’area costiera mediterranea i parametri che influenzano direttamente il processo di Carrying Capacity Assessment per il turismo sono: sensitività dell’eco-sistema, condizioni climatiche globali e generali, caratteri e processi geomorfolo-gici, tradizioni culturali, tradizioni locali e stili di vita.

Tutte queste specifiche caratteristiche dovrebbero essere prese in considerazione nell’analisi e nella predisposizione di un modello concettuale per la valutazione della carrying capacity.

All’interno del processo di pianificazione e di gestione delle aree costiere, la TCCA si inserisce come strumento decisionale e regolatore di un flusso di informazioni che possono essere raggruppate in tre gruppi principali, la caratterizzazione dei quali è indispensabile nel processo integrato di valutazione della carrying capacity. Questi principali aspetti sono quelli che riguardano:

• l’aspetto fisico ambientale; • l’aspetto ecologico ambientale; • l’aspetto socio demografico.

Queste caratteristiche devono essere concepite e considerate in un modello concettuale del sistema che si sta analizzando nel processo di valutazione della carrying capacity.

Questo aspetto conferma il fatto che la TCCA è un processo dinamico e in evolu-zione con i caratteri che regolano i diversi aspetti della carrying capacity stessa. Lo schema di Figura 8.3 consente di riassumere il modello concettuale di integra-zione della Tourism Carrying Capacity Assessment nel complesso processo di pianificazione e gestione delle aree costiere, ma indica anche come la TCCA sia complessivamente il risultato di una analisi ragionata che coinvolge la Physical

Carrying Capacity Assessment, la Ecological Carrying Capacity Assessment e la Social Carrying Capacity Assessment.

Si tratta, ovviamente, di una valutazione integrata, dove gli aspetti ambientali e sociali devono essere presi in considerazione. Infatti, per esempio la Social Carrying Capacity Assessment, che nel presente lavoro viene utilizzata con lo scopo di poter analizzare e comprendere gli aspetti socio-demografici, ovvero di psicologia ambientale, strettamente connessi alla frequentazione e all’uso attuale della spiaggia, svolge certamente un ruolo di base nella conoscenza a supporto delle scelte di gestione, ma da sola non consente di supportare un processo integrato di gestione (management) dell’uso della spiaggia.

Ne consegue che agli aspetti socio-demografici e psicologici devono assolutamente accompagnarsi ed integrarsi gli aspetti fisici e ambientali, conoscibili per mezzo della Physical Carrying Capacity Assessment e della Ecological Carrying Capacity Assessment, al fine di consentire una valutazione (assessment) integrata dei meccanismi concettuali che regolano il funzionamento di un sistema complesso, delicato e sensibile come quello della spiaggia della Pelosa.

8.3.1 - Analisi degli aspetti geoambientali

L’analisi sugli aspetti fisici generali dello sviluppo costiero del Comune di Stintino ha consentito, attraverso l’aerofointerpretazione e la digitalizzazione dei tratti costieri, di suddividere la costa in quattro tipologie principali e di indicarne la distri-buzione percentuale (Tabella 8.1).

Come si può osservare nella tabella 8.1, appare evidente che lo sviluppo costiero del Comune di Stintino è fortemente caratterizzato da coste alte e rocciose, che si presentano con continuità sul versante occidentale.

Questa tipologia caratterizza circa il 50% della costa ed è impostata sulle litologie metamorfiche paleozoiche che definiscono morfologie alte e fortemente acclivi, con

Figura 8.3 - Modello di flusso delle attività di analisi e valutazione della carrying capacity a supporto della conoscenza e dello sviluppo di attività di gestione delle aree costiere.

versanti a falesie attive che generano un ambiente ostile e non utilizzabile per la fruizione turistica.

I tratti sabbiosi della costa stintinese sono circa il 16% dello sviluppo totale, mentre una percentuale pari a circa il 7,9% è definita da costa antropizzata, nella quale si includono alcune aree sistemate a banchina e i porticcioli. Il resto della costa del Comune di Stintino è caratterizzato da costa bassa rocciosa, comunque usufrui-bile ai fini turistici, che si presenta in buona parte sul versante orientale e in minima parte sul versante occidentale che, come detto in precedenza, è caratterizzato da coste alte rocciose inaccessibili (Figura 8.4).

Prendendo a riferimento il tratto di costa sabbioso della spiaggia della Pelosa, misurato tramite interpretazione dell’immagine aerea di riferimento, ovvero rela-tivo all’estate 2007, questo è pari a circa 270 m. Conseguentemente si deduce che, mediamente, il tratto di spiaggia della Pelosa caratterizza circa il 3% del lito-rale sabbioso o sabbioso-ghiaioso e ciottoloso del Comune di Stintino.

Tabella 8.1 - Sintesi dei dati elaborati sull’intero sviluppo della costa stintinese con suddivi-sione delle tipologie individuate.

Figura 8.4 - Diagramma a torta della distribuzione percentuale sull’intero sviluppo costiero delle varie tipologie di costa considerate.

8.3.1.1 - Analisi fisica e morfometrica dell’ambiente emerso

L’analisi fisica del complesso spiaggia - duna, ed in particolare della spiaggia, è chia-ramente orientata verso la conoscenza dei parametri dimensionali e morfologici della porzione emersa e sommersa.

Infatti, l’esigenza principale a cui si è andati incontro è stata quella di poter disporre di una base cartografica di riferimento da cui partire per poter condurre le analisi di diverso tipo, siano esse morfometriche a supporto della Physical Carrying Capa-city Assessment, o interpretative a supporto della Ecological Carrying CapaCapa-city Assessment o della Social Carrying Capacity Assessment.

A tal fine, come anche precisato in precedenza, l’immagine aerea utilizzata, insieme a tutti gli altri dati residenti nel database geografico, sono dati indispensabili per poter condurre le analisi, ma anche per poter predisporre tabelle, grafici e mappe di sintesi.

La problematica principale affrontata è stata quella di definizione dell’area di spiaggia emersa. Poiché quest’area, per caratteristiche geomorfologiche e morfo-dinamiche, è soggetta a repentine trasformazioni, con avanzamenti, arretramenti e modificazioni della linea di riva, si è ragionevolmente optato di fare riferimento alla linea di riva interpretata dalla immagine aerea di base e di individuare il limite superiore della spiaggia emersa al contatto con la duna.

Per poter definire questi aspetti fisici dell’area in studio è stata redatta una mappa dei substrati che caratterizzano l’ambiente emerso; quindi attraverso la fotointer-pretazione e il rilievo sul campo è stata definita una mappa che consente una lettura geolitologica del sito, per mezzo della quale si definiscono la forma e le dimensioni della spiaggia.

Ad ausilio di questa delimitazione si è provveduto a definire la linea di riva ed il limite inferiore della duna, in modo tale da avere un quadro di uno stadio fisico e morfo-metrico di riferimento per la verifica delle modificazioni fisiche e morfologiche della spiaggia, le quali inevitabilmente si riflettono nella dimensione degli spazi fruibili dai frequentatori della spiaggia, quindi sulla percezione della stessa fruibilità e nell’in-sieme della qualità del paesaggio.

Le Figure 8.5 e 8.6, ricavate attraverso la fotointerpretazione e successivi controlli sul campo, consentono di individuare alcuni aspetti geologici, morfologici e morfo-metrici dell’ambiente emerso ed è infatti da questi aspetti, interpretati e rappre-sentati in mappa, che si è partiti per la delimitazione degli spazi di spiaggia fruibili della costa stintinese.

Figura 8.5 - Mappatura del substrato geologico caratterizzante l’ambiente emerso della spiaggia della Pelosa e della costa adiacente.

Questi elementi conoscitivi non sono risultati sufficienti per delimitare corretta-mente la superficie della spiaggia effettivacorretta-mente fruibile; infatti, poiché nella duna sono presenti le opere realizzate per la delimitazione e la protezione, si è ritenuto di dover reinterpretare il limite superiore della spiaggia fruibile, non coincidente con il limite inferiore della duna, ma esattamente coincidente con le opere di protezione e/o di accesso presenti (Figura 8.7). Per fare questo, attraverso l’analisi della immagine aerea ricostruita ed i rilievi e gli studi realizzati in precedenza, è stato possibile rappresentare in una mappa le opere realizzate e suddividerle per tipo-logia.

Figura 8.6 - Interpretazione del limite inferiore della duna e della spiaggia emersa alla data dell’immagine aerea (17 Agosto 2007).

Figura 8.7 - Mappatura degli interventi realizzati sulla duna per gli accessi alla spiaggia e a salvaguardia della duna stessa, alla data dell’immagine aerea (17 Agosto 2007).

In base alle precedenti considerazioni e alla mappatura realizzata, risulta che la spiaggia, nell’Agosto 2007, avesse una superficie pari a circa 8980 m2.

Come osservato nel Capitolo 3, le modificazioni della linea di riva, particolarmente rilevanti, rendono questo valore di superficie suscettibile di inevitabili variazioni, non solo nel medio periodo stagionale, ma anche settimanalmente e quotidianamente a causa di una serie di aspetti che governano la morfodinamica costiera. In tal senso, il dato è decisamente coerente con le misurazioni effettuate o interpolate (vedi anche la Figura 3.4).

Le importanti modificazioni cui è soggetta la spiaggia, sia stagionalmente e sia anche periodicamente, in funzione delle condizioni meteomarine, determinano la dimensione e la distribuzione degli spazi frequentabili.

Dall’analisi dei caratteri geometrici e dimensionali della spiaggia fruibile, intrecciata con la studio della predisposizione delle opere di accesso, emerge che le superfici disponibili sono ben distribuite rispetto alle vie di accesso, anche se i settori di spiaggia sono di esigue dimensioni. Ne consegue comunque una buona funziona-lità delle scalinate e delle passerelle che riduce anche la necessità di attraversa-mento tra i bagnanti e, dunque, l’effetto disturbo.

Anche questo aspetto, più strettamente connesso alla frequentazione, è comunque legato alla dinamica della spiaggia e alle sue modificazioni geometriche e morfometriche, infatti queste comportano delle variazioni sia in termini di super-ficie sia in termini di forma complessiva dell’arenile.

8.3.1.2 - La dinamica geomorfologica della linea di riva

L’analisi geometrica e morfologica delle linee di riva consente di osservare come la dinamica della spiaggia emersa sia caratterizzata da una periodica migrazione verso Nord o verso Sud dell’apice del lobo (capitolo 3).

Questa variazione di forma, che non comporta conseguenze rilevanti per la frui-zione, si associa anche una variafrui-zione, seppur meno rilevante, della conformazione della spiaggia sommersa.

Se le variazioni di forma della spiaggia emersa e sommersa non comportano effetti per l’entità dello spazio disponibile e la qualità della fruizione, ben diverso è il discorso connesso alle variazioni, sostanzialmente in progressiva diminuzione, della superficie della spiaggia nel medio-lungo periodo.

La ricostruzione delle variazioni diacroniche della linea di riva (Capitolo 3) ha permesso di definire l’entità delle variazioni geometriche, morfologiche ed ecolo-giche del complesso spiaggia-duna della Pelosa nel tempo (un esempio di queste evidenti variazioni si può osservare nella sovrapposizione di un’immagine prospet-tica del 1982 con la linea di riva dell’Agosto 2007; Figura 8.8).

La spiaggia, in questi primi decenni del cosiddetto “involvement” (coinvolgimento) e “development” (sviluppo) turistico, ha, in qualche misura, beneficiato degli apporti di sedimento derivanti dal progressivo degrado del sistema dunare prodotto da sentieramento e da transito incontrollato.

Nella foto aerea del 1982 è possibile osservare persino la presenza di autovet-ture lungo uno dei percorsi di accesso alla spiaggia.

Nel tempo, questa forma di degrado fisico e biologico, ha prodotto la forma-zione di ampi e profondi canaloni nel sistema dunare, cui ha contribuito il deficit sedimentario connesso all’edificazione e della frammentazione del paesaggio in lotti, della creazione di muretti a secco e siepi e dell’impianto di prati erbosi, nonché l’asportazione da parte degli avventori. Quest’ultimo fattore è

stretta-mente connesso alla composizione mineralogica della sabbia: l’abbondante frazione bioclastica del sedimento (descritta quali - quantitativamente nel Capi-tolo 4), è alquanto leggera in peso di volume e dunque facilmente mobilizzabile dal vento quando asciutta e nello stesso tempo molto adesivo alla pelle e agli indumenti dei frequentatori della spiaggia, che inconsapevolmente agiscono anche loro da detrattori ambientali.

Questo aspetto riguardante specificatamente la spiaggia, ma in generale gli aspetti fisici, ecologici, sociali, sottolinea l’importanza che si è data in precedenza al fatto che la TCCA sia un processo complesso, integrato, variabile nel tempo e nello spazio e che quindi necessita di una valutazione di riferimento e di una base cogni-tiva di elevato dettaglio spazio temporale per l’analisi delle modificazioni ambien-tali.

8.3.1.3 - Analisi fisica e morfometrica dell’ambiente sommerso

La ricostruzione dell’andamento dei fondali riveste un ruolo di fondamentale impor-tanza, per collegare l’informazione morfometrica alla movimentazione dei sedi-menti sul fondo marino in termini di trasporto e sedimentazione.

Inoltre, nell’ambito di una valutazione più strettamente legata alla fruizione, l’anda-mento della batimetria consente di individuare le zone della spiaggia sommersa caratterizzate da più o meno brusche variazioni del fondale e, di conseguenza, serve ad indicare le aree più o meno sicure in termini di balneazione.

A tal fine, è stata analizzato in ambiente GIS l’andamento dei fondali, restituendo il