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Valutazione, condivisione e diffusione dei risultati del piano di

4.1 Valutazione dei risultati raggiunti sulla base degli indicatori relativi ai traguardi del RAV

In questa sezione si deve considerare la dimensione della valutazione degli esiti, facendo esplicito riferimento agli indicatori che erano stati scelti nella sezione 5 del RAV come strumenti di misurazione dei traguardi previsti.

Tale valutazione sarà effettuata quando i dati saranno disponibili, secondo il seguente schema

PRORITÀ 1: Risultati nelle prove standardizzate nazionali

Esiti Traguardo rilevazione Data Indicatori scelti Risultati

attesi Risultati

riscontrati Differenza Migliorare i

livelli di apprendimento

degli alunni per ridurre la fascia bassa in

riferimento

nelle classi 2 scuola primaria

Ridurre l’incidenza della

sufficienza sul totale dei voti del

2%

Esiti prove INVALSI Distribuzione degli

studenti nei livelli di apprendimento per ridurre la fascia bassa in

riferimento nelle classi 5

scuola primaria

Ridurre l’incidenza della

sufficienza sul totale dei voti del

2%

Esiti prove INVALSI Distribuzione degli

studenti nei livelli di apprendimento per ridurre la fascia bassa in

riferimento nelle classi 3

scuola

Ridurre l’incidenza della

sufficienza sul totale dei voti del

2%

18/10/19 Invalsi 2018

Italiano +1,0

Esiti prove INVALSI Distribuzione degli

studenti nei livelli di apprendimento

-1

secondaria Considerazioni

Esiti Traguardo rilevazione Data Indicatori scelti Risultati

attesi Risultati

riscontrati Differenza

Migliorare i livelli di apprendimento

degli alunni per ridurre la fascia bassa in

riferimento nelle classi 3 scuola secondaria

Reading:

Ridurre l’incidenza del livello Pre-A1 del

2%

Esiti prove INVALSI Distribuzione degli

studenti nei livelli di apprendimento

4.2 Processi di condivisione del piano all'interno della scuola

Il Piano di Miglioramento messo in atto è efficace se coinvolge tutta la comunità scolastica nelle azioni pianificate. Se è vero che il Nucleo di valutazione svolge un compito di progettazione, coordinamento e valutazione, è però necessario programmare le modalità con cui tutta l'organizzazione prenderà parte attivamente al suo sviluppo.

È auspicabile anche che il processo, così attivato, incida sul miglioramento del clima e delle relazioni interne.

Il piano sarà condiviso, oltre che nelle sue linee generali in sede di Collegio Docenti e Consiglio di Istituto anche con le singole unità di lavoro coinvolte direttamente nell’attuazione: commissioni, referenti, gruppi di docenti.

La sezione seguente sarà aggiornata inserendo le considerazioni nate nella condivisione.

Strategie di condivisione del PdM all'interno della scuola

Momenti di condivisione interna

Persone

coinvolte Strumenti Considerazioni nate dalla condivisione Convocazione Collegio

Docenti Docenti dell’IC

Presentazione delle linee essenziali del

piano

Convocazione Consiglio di Istituto

Componenti genitori, docenti e

ATA del CdI

Presentazione delle linee essenziali del piano con particolare

riferimento alle risorse impiegate Colloquio docenti

referenti e FS

Animatore digitale-FS

Condivisione delle strategie di attuazione del PdM da presentare anche

ai gruppi di lavoro coordinati

Colloquio docenti referenti e FS

Referenti di area disciplinare

Condivisione delle strategie di attuazione del PdM da presentare anche

ai gruppi di lavoro coordinati

Colloquio docenti

referenti e FS FS POF

Condivisione delle strategie di attuazione del PdM da presentare anche

ai gruppi di lavoro coordinati

Colloquio docenti referenti e FS

FS inclusione attuazione del PdM da presentare anche

ai gruppi di lavoro coordinati Colloquio Docenti

collaboratori del DS

Docenti collaboratori del

DS

Condivisione delle strategie di attuazione del PdM

4.3 Modalità di diffusione dei risultati del PdM sia all'interno sia all'esterno dell'organizzazione scolastica

Al fine di avviare processi di diffusione e di trasparenza è importante che i contenuti e i risultati del Piano di Miglioramento siano condivisi all’interno e all’esterno della scuola con tutti gli stakeholders che potrebbero essere interessati alla vita della comunità scolastica.

Sono state pianificate le seguenti:

Azioni di diffusione dei risultati del PdM all'interno della scuola

Metodi / Strumenti Destinatari Tempi

Convocazione Collegio Docenti - presentazione degli indicatori rilevati e delle relative criticità

Docenti dell’IC Ottobre 2019

Convocazione Consiglio di Istituto - presentazione degli indicatori rilevati e delle relative criticità

Componenti genitori, docenti e ATA del CdI

Novembre- dicembre 2020 quando disponibili i dati

INVALSI 2021, a conclusione del primo

biennio

Azioni di diffusione dei risultati del PdM all’esterno

Metodi / Strumenti Destinatari Tempi

Convocazione Rappresentanti dei genitori di

classe/interclasse/sezione presentazione degli indicatori rilevati e delle relative criticità

Genitori IC, associazioni del territorio, amministrazioni

comunali, esperti esterni formatori

Primavera 2020

4.4 Componenti del Nucleo di valutazione e loro ruolo

La composizione del Nucleo di valutazione, stabilita dal CD, tiene in considerazione non solo la dimensione verticale dell’istituto ma anche quella orizzontale, affinché non solo ogni ordine di scuola ma anche ogni plesso con il territorio di riferimento trovi una adeguata rappresentatività.

Il Nucleo, per l’a.s. 2019/20, è composto da:

Nome Ruolo

Marina Rosa Falchetti Funzione Strumentale autovalutazione - scuola primaria Cristina Bonomelli Componente NIV - scuola primaria

Rossella Micheli Componente NIV - scuola infanzia Tiziana Pedemonte Componente NIV - scuola infanzia Naomi Cometti Componente NIV - scuola secondaria Jolanda Sinatra Dirigente Scolastico

Il nucleo ha condiviso le linee essenziali del PdM con il Dirigente partendo dalle priorità e dai traguardi del RAV ed ha compilato le sezioni del PdM valorizzando le proprie competenze specifiche ma anche coinvolgendo, con tecniche di auditing, i diversi referenti di processo.

Il Nucleo non si è avvalso di consulenti esterni durante la stesura del PdM. Il referente partecipa, nella fase di attuazione del PdM, alla formazione specifica organizzata dall’ufficio Scolastico Regionale della Lombardia.

Il nucleo ha altresì il compito di raccogliere, attraverso le diverse componenti della scuola, i dati necessari per il monitoraggio degli indicatori di processo e degli esiti.

Il referente Funzione Strumentale, eventualmente coadiuvato dagli altri membri,

parteciperà, in collaborazione con il Dirigente Scolastico, anche agli incontri di

condivisione del piano e dei risultati pianificati nelle precedenti sezioni.

APPENDICE A - Obiettivi del Piano Triennale dell’Offerta formativa della legge 107/2015

La legge 107/2015 individua degli obiettivi che le istituzioni scolastiche autonome possono inserire nel Piano triennale, avvalendosi anche di un organico potenziato di insegnanti, in base alle esigenze formative prioritarie individuate.

Infatti, in base al comma 7 dell’art. 1 della legge 107, le istituzioni possono inserire nel loro Piano triennale dell’offerta formativa alcuni tra i seguenti obiettivi:

a. valorizzazione delle competenze linguistiche e utilizzo della metodologia CLIL;

b. potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche;

c. potenziamento delle competenze nella musica, nell’arte, nel cinema;

d. sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilità, l’educazione all’

autoimprenditorialità;

e. rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale;

f. alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini;

g. potenziamento delle discipline motorie, sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano;

h. sviluppo delle competenze digitali degli studenti;

i. potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio;

j. prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione;

potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati;

k. valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio;

l. apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per articolazioni di gruppi di classi, anche con potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario;

m. incremento dell’alternanza scuola-lavoro nel secondo ciclo di istruzione;

n. valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni;

o. individuazione di percorsi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni;

p. alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come lingua seconda;

q. definizione di un sistema di orientamento.

APPENDICE B - L’innovazione promossa da Indire attraverso le Avanguardie Educative

Nel Manifesto del movimento delle Avanguardie Educative, vengono individuati sette “orizzonti” coinvolti nel processo innovativo delle scuole, che sono riassunti nei seguenti punti:

1. Trasformare il modello trasmissivo della scuola

2. Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare

3. Creare nuovi spazi per l’apprendimento 4. Riorganizzare il tempo del fare scuola

5. Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza

6. Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti (dentro/fuori, insegnamento frontale/apprendimento tra pari, scuola/azienda, ...) 7. Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile

Le idee e il manifesto sono descritti al sito: http://avanguardieeducative.indire.it/

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