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Valutazione della credibilità: analisi e risultati

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 73-77)

CAPITOLO 4 – ANALISI EMPIRICA

4.2 Valutazione qualitativa dei piani industriali

4.2.2 Valutazione della credibilità: analisi e risultati

Passiamo ora alla valutazione della credibilità, ossia dei tre requisiti che Borsa Italiana ritiene fondamentali nella redazione del piano industriale: sostenibilità finanziaria, coerenza e attendibilità.

Per valutare i tre requisiti, si è provveduto alla lettura di tutti i piani industriali e alla successiva attribuzione di un punteggio su una scala da 0 a 3. È stato attribuito:

• Un punteggio pari a 0 nel caso in cui i piani industriale risultassero incompleti, rendendo pertanto impossibile la formulazione di un giudizio.

62Ad esempio, la società A2A ha reso pubblico, oltre al piano industriale, anche un foglio di calcolo con le ipotesi e i dati finanziari prospettici.

66 • Un punteggio pari a 1 qualora i piani industriali fossero caratterizzati dall’assenza di elementi rilevanti; la mancanza di tali integrazioni non pregiudica completamente la possibilità di esprimere un giudizio.

• Un punteggio pari a 2 in presenza di piani industriali che necessitano di ulteriori approfondimenti;

• Un punteggio pari a 3 nel caso in cui i piani industriali dovessero rispettare integralmente i requisiti che si intendono valutare.

Il primo requisito valutato è la sostenibilità finanziaria. Borsa Italiana afferma che, affinché un piano industriale possa ritenersi sostenibile finanziariamente, è necessario che i flussi di cassa alla sua base vengano stimati correttamente64 e che gli obiettivi strategici vengano supportati da fonti finanziarie adeguate.

Quattro sono le condizioni che rendono il piano industriale sostenibile dal punto di vista finanziario (Mazzola, 2003):

1. Il fabbisogno finanziario collegato alla messa in atto della strategia deve essere pari alle risorse che l’azienda è in grado di generare senza che questa si trovi in una situazione di sovraindebitamento;

2. Ci deve essere omogeneità tra la durata del fabbisogno finanziario collegato alla strategia aziendale e quella delle fonti cui la società ha fatto accesso in condizioni di equilibrio;

3. La scelta delle fonti di finanziamento si deve adattare al livello di rischio della strategia; 4. La società, nel decidere la politica di indebitamento da adottare, deve tenere in

considerazione l’eventualità di dover affrontare avvenimenti imprevisti.

Vediamo ora i punteggi che sono stati dati ai piani industriali in merito alla sostenibilità finanziaria. Come si nota dalla Figura 4.1, soltanto per il 33% del campione si può sostenere il pieno rispetto del requisito di sostenibilità finanziaria. Al 47% del campione è stato attribuito un punteggio pari a 2, e soltanto il 20% del campione ha ottenuto una valutazione bassa, ossia compresa tra 0 e 1.

64Qualora il piano industriale dovesse essere rivolto ad una banca, questa vorrebbe avere la certezza che la società sarà in grado di generare flussi di cassa sufficienti ad assicurare la restituzione del debito.

67 Pertanto, si può sostenere come, mediamente, i piani industrial abbiano ricevuto una buona valutazione.

Figura 4.1 Valutazione della sostenibilità finanziaria. Fonte: elaborazione personale.

Passiamo ora al secondo requisito: la coerenza. Per valutare questo requisito è necessario considerare sia la dimensione interna sia quella relativa alla realizzabilità del piano d’azione. Per quanto riguarda la prima dimensione, come abbiamo accennato anche nel capitolo 3, è necessario che vi sia allineamento tra la strategia realizzata, le intenzioni strategiche, l’Action plan, le ipotesi e i dati previsionali65. Il secondo fattore che influenza la coerenza è la realizzabilità del piano d’azione rispetto alle risorse di cui la società è dotata attualmente e di cui si doterà in futuro66 (Borsa Italiana, 2003).

Passando ora all’analisi effettuata sul campione di riferimento, emerge come il 43% dei piani industriali non presenta problemi di coerenza; più della metà dei piani hanno ricevuto una valutazione buona, mentre il 6% delle società non ha rispettato pienamente il requisito in oggetto nella redazione del documento (si veda Figura 4.2). Si può affermare come, mediamente, anche la valutazione della coerenza sia buona.

Figura 4.2 Valutazione della coerenza. Fonte: elaborazione personale.

65Il problema di coerenza si può verificare nel caso in cui il piano di azione non rispecchi le intenzioni strategiche (es. in termini di investimenti necessari, riorganizzazione societaria ecc.), oppure qualora il piano d’azione risulti coerente con le intenzioni strategiche, senza alcun riflesso nelle ipotesi e nei dati previsionali.

66Ad esempio, prevedere la realizzazione di determinate azioni mediante l’impiego di risorse non ancora possedute, potrebbe implicare il mancato raggiungimento degli obiettivi nei termini prestabiliti.

0 5 10 15 20 25 30 0 1 2 3

Sostenibilità finanziaria

6% 51% 43%

Coerenza

0 1 2 3

68 Analizziamo ora l’ultimo requisito. Per valutare l’attendibilità del piano bisogna fare riferimento a diverse variabili, tra cui il contesto competitivo, i risultati storici e la visibilità dei dati previsionali (Borsa Italiana, 2003). È necessario verificare che le dinamiche del contesto competitivo, l’evoluzione tecnologica e il contesto normativo non influiscano in maniera negativa sull’attendibilità del documento in ogni sua parte67.

Dopo aver analizzato i piani industriali è stata data una valutazione anche all’attendibilità. Emerge dalla Figura 4.3 come il 29% dei piani industriali sono stati valutati attendibili, il 41% ha ricevuto una buona valutazione e la parte restante (30%) ha ricevuto un punteggio compreso tra 0 e 1, il che risulta essere indice di inattendibilità.

Si può pertanto affermare che, mediamente, le società hanno ricevuto una valutazione buona anche in tema di attendibilità.

Figura 4.3 Valutazione dell’attendibilità. Fonte: elaborazione personale.

Si può concludere questa prima parte dell’analisi empirica affermando che le società del campione hanno redatto un piano industriale che mediamente rispetta il requisito di completezza e di credibilità. Queste hanno adottato uno schema del piano industriale che più si adatta alle proprie esigenze: alcuni sono maggiormente concentrati sulla parte qualitativa, altri sulla parte quantitativa, così come il documento risulta in alcune parti più dettagliato e in altre più schematico, in base a ciò che la società vuole mostrare e su cosa vuole porre principalmente l’attenzione.

Nel paragrafo successivo vedremo invece se le società sono riuscite a raggiungere i dati economico-finanziari prefissati oppure no.

67Un piano industriale può ritenersi inattendibile, ad esempio, nel caso in cui la società preveda il lancio di un prodotto che non rispetti i bisogni dei consumatori. Onde evitare tale problematica è necessario effettuare delle ricerche di mercato il più approfondite possibile.

0 5 10 15 20 25 0 1 2 3

Attendibilità

69

4.3 Confronto tra dati previsionali e dati effettivi

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 73-77)