3. Caratteristiche e valutazioni dei capitolati
3.12 La valutazione di elementi curriculari
Fonti
La questione della valutazione degli elementi curriculari rappresenta un’articolazione della discussione sul tema qualità. La Circolare del marzo 200715si è limitata a rece-pire una giurisprudenza consolidata tesa a ritenere non pertinenti nella fase di valu-tazione dell’offerta le caratteristiche che potremo definire “curriculari” (le esperienze dell’impresa, le esperienze dei lavoratori, dei responsabili, le certificazioni di qualità, ecc.). I motivi di questa posizione sono difficilmente contestabili, anche se va segna-lato come essa abbia censurato comportamenti (ugualmente fragili da un punto di vista giudico) ispirati da logiche diverse: per esemplificare, dall’attribuzione di
pun-15La circolare a firma dell’allora ministro Bonino, recependo una consolidata giurisprudenza comunitaria, ha rimarcato che
“per quanto riguarda, in particolare, l’aggiudicazione degli appalti di servizi, si è posto il problema dell’utilizzo, ai fini della valutazione dell’OEPV, di elementi attinenti all’esperienza o alla qualifica professionale e, in generale, alla capacità tecnica, economica o finanziaria del prestatore (ad esempio curriculum, licenze o certificazioni di qualità ovvero servizi analoghi prestati in precedenza). Tali elementi, in quanto attinenti alla capacità del prestatore di eseguire i servizi oggetto dell’appalto, possono essere utilizzati unicamente ai fini della selezione dei concorrenti”. In sostanza elementi quali il curriculum degli operatori o delle imprese concorrenti, la presenza di certificazioni di qualità o altri elementi “curriculari” possono essere utilizzati per individuare quali imprese hanno titolo a presentare offerta in un bando di gara, ma, una volta che l’impresa è stata giudicata idonea alla partecipazione, non possono essere utilizzati per l’attribuzione di punteggi utili per l’aggiudicazione; a questo fine possono essere considerati esclusivamente elementi relativi alle caratteristiche dell’offerta.
teggi in proporzione al fatturato conseguito, all’attribuzione di punteggi sulla base del grado di radicamento sul territorio misurato ad esempio attraverso il numero di accor-di o protocolli con le associazioni e il volontariato.
Criteri di valutazione
Si sono a questo proposito identificate tre situazioni diverse. La prima è caratterizza-ta dall’“assenza di elementi curriculari”, la seconda dalla “presenza residuale e non decisiva degli stessi”, la terza di una loro “presenza rilevante e decisiva” e talvolta maggioritaria entro la quota di punteggio attribuito agli elementi non economici.
Risultati
La valutazione di questo parametro ha senso ovviamente solo laddove sia compiuta una valutazione di qualità, dal momento che gli elementi curriculari sono per defini-zione assenti in una aggiudicadefini-zione al massimo ribasso; dunque l’analisi è ristretta ai 159 capitolati aggiudicati con il criterio dell’OEPVin cui sia possibile determinare l’e-satta natura degli elementi qualitativi valutati.
Ciò premesso, va segnalato che i capitolati completamente privi di elementi curricu-lari sono abbastanza pochi. In questo caso sono alleate una parte della “cultura del buon affidamento”, spesso tarda a recepire questo orientamento normativo e incline al contrario a valorizzare rapporto con il territorio ed esperienza come fattori di qua-lità; e le culture di affidamento più meccanicistiche, che inducono a individuare in ele-menti quali fatturato pregresso o certificazioni degli oggetti comodamente valutabili.
Al di là che la dgr 79/2006 non trattasse il tema specifico, va segnalato che gli affidamenti più recenti non sembrano significativamente diversi dagli altri, segno che la normativa non pare penetrata nella prassi amministrativa di molte stazioni appaltanti (Tab. 52).
Tabella 52 Elementi curriculari per periodo pre o post dgr
Presenti
Assenti ma limitati Importanti Totale
Pre dgr 9 11 15 35
Post dgr 29 51 44 124
Totale 38 62 59 159
Tabella 51 Elementi curriculari
Frequenza Percentuale valida
Assenti 38 23,9
Presenti ma limitati 62 39,0
Importanti 59 37,1
Totale 159 100,0
Vista la combinazione di tradizioni culturali diverse inclini a considerare questo tipo di elementi, non emergono relazioni significative nemmeno con riferimento al tipo di ente, come emerge nella tabella 53.
Considerazioni sintetiche
La situazione illustrata sembrerebbe aprire un ulteriore fronte di problematicità; va d’altra parte chiarito che sarebbe ingeneroso considerare il 76% dei capitolati che nella tabella 51 appaiono viziati da elementi curriculari più o meno rilevanti come frut-to delle volontà “maliziose” che la norma vorrebbe evitare.
Piuttosto, essendo evidenti i buoni propositi di molti degli enti che incorrono in que-sta anomalia, sembra opportuna un’opera di diffusione delle prassi delle que-stazioni appaltanti più accorte, che hanno messo a punto sistemi di valutazione della qualità che non trascurano gli elementi di radicamento sul territorio e di qualità conseguita nei servizi affidati, pur senza conformarne la valutazione in senso curriculare.
Raccomandazioni
Gli elementi curriculari vengono (erroneamente) introdotti dagli enti per rispondere a diverse esigenze; si tratta dunque di rendere tali esigenze (ove fondate) compa-tibili con lo spirito e la lettera della normativa. Nella tabella si prova a schematiz-zare le esigenze emerse e le soluzioni suggerite, ovviamente tenendo conto che ciò che può essere valutato sono proposte/intendimenti per il futuro e non ele-menti curriculari maturati nella precedente attività.
Tabella 53 Elementi curriculari per tipo ente
Assenti Presenti ma limitati Importanti Totale
Comune 17 9 17 43
Ente gestore 12 29 17 58
ASL 2 6 12 20
IPAB 7 18 13 38
Totale 38 62 59 159
Tabella 54 Come trattare gli elementi curriculari
Elemento Modalità erroneamente utilizzata Suggerimento
o di elementi quali anni di esperienza nel settore
Valutare la modalità di svolgimento delle funzioni connesse all’individuazione, alla selezione, alla formazione e alla supervisione del personale. Qualora l’impresa proponga modalità convincenti vi sono buoni ragioni per credere che l’esigenza di vedere impiegate risorse umane adeguate sarà soddisfatta