Vorrei sottolineare l’importanza dell’essere consapevoli del lavoro che si vuole fare perché ciò influisce a mio parere sul lavoro finale. Tutti i passaggi per arrivare al risultato finale hanno fatto scaturire in me emozioni e pensieri diversi, soprattutto inizialmente quando mi sono confrontata con la necessità di chiedere il consenso alle varie figure professionali coinvolte nella terapia dei due pazienti e nell’illustrare il mio progetto. Mi sono sentita inizialmente quasi in imbarazzo nello spiegare la mia idea di lavoro perché non ero molto sicura del prodotto finale, temevo di fare i passi sbagliati nella raccolta e nella stesura del metodo di ricerca scelto. Durante le prime osservazioni e quindi i primi colloqui captavo una lieve difficoltà da parte delle due persone coinvolte ma soprattutto da parte del ragazzo più giovane, nel dialogare con il medico o con l’infermiere in quanto avevano timore di dire cose sbagliate o di comportarsi in maniera errata. Ciò è stato risolto ascoltando le perplessità e i dubbi da loro scaturiti e mettendoli a loro agio spiegando il mio intento. Non posso dire che se non ci fossi stata di persona ai colloqui e me lo avessero raccontato sarebbe stata la stessa cosa perché sicuramente la mia presenza, seppure sia stato spiegato il motivo
37 di essa, ha influito sull’andamento del colloquio. È tuttavia risultato molto stimolante l’interesse manifestato da parte delle persone esterne coinvolte nei colloqui (ad esempio i nonni di J.) riguardo a questo progetto. In generale posso dire di essere abbastanza soddisfatta del lavoro e dei risultati ottenuti. mi sento di dire che questo lavoro di tesi assieme alla pratica svolta nel periodo di creazione, mi hanno aiutata davvero molto nella crescita sia professionale che personale perché ho capito come muovermi nella pratica e nelle situazioni apparentemente complesse. Prima di svolgere il tirocinio nell’ambito psichiatrico avevo già acquisito alcune nozioni teoriche impartite nelle lezioni a scuola, ma non le avevo mai viste applicate alla pratica. Avevo in chiaro alcune nozioni teoriche e alcune meno quindi ho iniziato con l’osservare l’infermiere per capire come muoversi e cosa fosse giusto fare in determinate situazioni, osservavo come si dovesse agire. Poi nelle settimane di tirocinio mentre continuavo nella realizzazione del quadro teorico per questo lavoro, ho iniziato ad agire insieme agli infermieri e non solo più ad osservare e questo mi ha aiutata ulteriormente per comprendere meglio il quadro teorico in questione. Ho acquisito tutte le conoscenze che mi sono state date e che ho approfondito io una volta finito il periodo di stage in salute mentale, perché ho avuto il tempo di metabolizzare e perfezionare le conoscenze recuperate durante il percorso. La metodologia scelta, quindi lo studio di caso è stato un ulteriore elemento di crescita esperienziale, seppur minima, ma comunque molto utile.
Sicuramente questo lavoro di bachelor è un elemento di riflessione e una spinta per il futuro lavorativo volto al miglioramento continuo perché è basato sulla ricerca nella letteratura e l’applicazione alla pratica. Sia la ricerca teorica che la messa in pratica delle nozioni è un ruolo fondamentale in un lavoro come quello dell’infermiere, e soprattutto è importante la condivisione nell’équipe.
È vero che questo lavoro è incentrato principalmente sull’aspetto della salute mentale e dell’infermiere in psichiatria, ma ciò non toglie che la stessa attitudine applicata in questo contesto debba essere applicata ovunque perché la base è comunque la stessa; agire nel bene dell’altro. Nella pratica futura sono sicura che mi troverò confrontata con questo ambito e il fatto di aver svolto il mio lavoro finale su un argomento del genere lo trovo un grande aiuto e una grande opportunità sia di crescita professionale che di crescita personale. Sicuramente la mia voglia di essere in costante aggiornamento e il mio istinto di curiosità saranno un ulteriore aiuto per realizzarmi nella vita.
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RINGRAZIAMENTI
Questo lavoro di bachelor è la parte conclusiva di un percorso durato tre anni tra alti e bassi. Oltre ad avermi aiutata a crescere professionalmente, questa realizzazione mi ha dato modo di riflettere e di mettermi in gioco più volte, grazie anche a molte persone che mi sono state vicine in questo percorso e che mi hanno spronata a non arrendermi mai e a dimostrare ciò che valgo.
Ringrazio la mia relatrice di tesi Magda Chiesa, per i preziosi consigli dati e per tutta la pazienza nel colmare i miei dubbi e le mie ansie.
Ringrazio i miei genitori per avermi permesso di studiare e di diventare la persona che sono, con dei sani valori e principi.
Ringrazio Giada e il resto della mia famiglia per essermi sempre stati accanto in qualsiasi momento, soprattutto nei momenti più critici.
Ringrazio Giorgia per avermi sempre teso una mano nel momento del bisogno. Ringrazio Amina e Viviana per aver condiviso un pezzo di percorso insieme e per avermi regalato momenti impressi col sorriso.
Ringrazio Giulia per aver sempre creduto in me nonostante tutto.
Ringrazio tutta l’équipe conosciuta a Trieste, in particolare Stana, Paola e Marianna per avermi fatta crescere personalmente e per avermi fatto capire cosa voglio diventare nella vita, un grazie anche al professore Peppe Dell’Acqua, che ho avuto l’onore di conoscere, storico psichiatra e braccio destro di Franco Basaglia
Ringrazio Elena per essermi stata accanto ed avermi supportata nei momenti più difficili durante questo percorso.
Infine, ci tengo a ringraziare l’infermiere M. per avermi fatto aprire gli occhi inconsapevolmente facendomi capire chi sono e che curante vorrò diventare.
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