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Dopo il recupero dell’enorme mole di documentazione prodotta durante i lavori di scavo, quantificata in precedenza (cfr. par 1.2), si è proceduto con il suo studio dettagliato e con la valutazione delle evidenze strutturali presenti nelle diverse aree di scavo, per tutte le tre fasi insediative individuate, in modo da verificare su quale fase e porzione dello scavo sviluppare il progetto di ricerca.

L’assenza di evidenze abitative e di elementi strutturali in alcuni dei saggi di scavo descritti in precedenza ha permesso di restringere l’area di indagine agli 8 saggi centrali (saggi 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10), passando così da 6100 metri quadri a 1600 metri quadri (Figura 2.1).

Si tratta dei saggi di scavo dove, con tutta probabilità, i lavori sono stati condotti in maniera più precisa e rigorosa e questo si riflette nella documentazione prodotta. I saggi 8 e 12 ad esempio mostrano una documentazione piuttosto lacunosa e imprecisa, così come per la parte più occidentale dei saggi 1 e 11. Occorre dire che si tratta comunque di aree di lavoro che coinvolgono spazi esterni all’abitato e dove, dunque, ci si può aspettare di non trovare tracce relative a strutture o frequentazione.

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Figura 2.1: l'areale scelto come oggetto di questo lavoro di ricerca in relazione all'area dello scavo

Dall’area prescelta provengono 625 delle 780 piante totali prodotte, 16 delle 31 sezioni e 2 dei 4 profili per cui la documentazione da studiare risulta essere ancora piuttosto copiosa, soprattutto in relazione alle tempistiche ristrette del progetto di dottorato di ricerca.

Anche i materiali archeologici provenienti dall’area centrale dello scavo sono molto abbondanti, nonostante la restrizione dell’areale di interesse: le cassette di manufatti archeologici (ceramica, fauna, litica, concotto) provenienti da questi 8 sondaggi sono 1620 a cui vanno aggiunte le 340 cassette contenenti i reperti notevoli che per queste aree sommano a 5593 dei 6403 totali.

Per quanto riguarda la documentazione fotografica, infine, delle 2245 diapositive recuperate, 1824 provengono dagli 8 sondaggi selezionati.

Si può dire, in definitiva, che è stata scelta l’area dello scavo che riporta il maggior numero di evidenze abitative riconosciute durante lo scavo e in cui la documentazione recuperata risulta essere più completa rispetto al resto.

Per ridurre ulteriormente la quantità di documentazione da analizzare e di materiali da studiare e renderla più congrua alle tempistiche di un dottorato di ricerca si è ritenuto opportuno concentrarsi esclusivamente sulla prima fase abitativa, quella caratterizzata dalla presenza di una serie di capanne con dimensioni e orientamenti differenti, alcune meglio conservate di altre, di un’area produttiva e di strutture perimetrali molto ben riconoscibili, cronologicamente inquadrabile tra la fine del BM1 e l’inizio del BM2.

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SAGGIO N° PLANIMETRIE N° US VETTORIALIZZATE N° REPERTI NOTEVOLI

Sg 1 7 431 57 Sg 2 26 680 229 Sg 3 12 757 291 Sg 4 9 666 139 Sg 5 6 173 53 Sg 6 13 464 95 Sg 7 25 667 144 Sg 9 16 252 74 Sg 11 37 674 139 TOTALE 151 4764 1221

Tabella 2.1: tabella riassuntiva dei dati attribuibili alla prima fase insediativa digitalizzati con piattaforma GIS

Inoltre per questa fase si aveva a disposizione anche il lavoro della dott.sa Elisa Fraulini che, nella sua tesi di laurea magistrale presentata all’università di Modena e Reggio Emilia nell’anno accademico 2009-2010, si è concentrata prevalentemente sullo studio cronotipologico del materiale ceramico proveniente dalla Struttura 1.

Le piante attribuibili a questa prima fase, distinte a seguito dello studio incrociato della documentazione di scavo, dei diagrammi stratigrafici e della relazione finale prodotti, sono state georeferenziate utilizzando una picchettatura appositamente creata in quanto non è stato possibile recuperare un file di posizionamento della quadrettatura di scavo. E’ stata così creata una mappa con la piattaforma GIS su cui sono state caricate un totale di 151 planimetrie realizzate in scala 1:20 provenienti dai 9 saggi di scavo presi in esame.

Queste piante sono state poi vettorializzate, creando uno shapefile poligonale per ogni planimetria nella cui tavola degli attributi è sempre indicata la planimetria di provenienza e il numero US che caratterizza il poligono vettorializzate. In totale sono state disegnate 4764 US, alcune delle quali ovviamente si ripetono su più piante.

Contestualmente sono stati creati due shapefile puntuali: il primo riporta il posizionamento di tutti i punti quotati presenti nelle planimetrie di scavo e nella tabella degli attributi sono indicate la planimetria di provenienza, la quota assoluta del punto, l’US di appartenenza e le coordinate XY di appartenenza del punto. In totale sono stati posizionati oltre 10000 punti quotati. Il secondo shapefile puntuale creato riporta il posizionamento di quei manufatti che in fase di scavo sono stati riconosciuti come reperti notevoli. Nella tabella degli attributi questa volta sono riportati il numero identificativo del reperto, la planimetria in cui è posizionato, l’US di appartenenza e le coordinate spaziali del punto. I reperti notevoli attribuibili alla prima fase insediativa della terramara di Gaggio sono in totale 1221.

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Figura 2.2: maschera Access del database delle unità stratigrafiche

Una volta digitalizzate le planimetrie di scavo è stato prodotto un database utilizzando l’interfaccia Microsoft Access in cui sono riportati tutti i dati delle unità stratigrafiche vettorializzate attribuibili alla prima fase (Figura 2.2). Per la compilazione di questo strumento sono state utilizzate le schede US cartacee compilate in fase di scavo. Nel caso in cui queste non fossero presenti all’interno della documentazione recuperata sono stati utilizzati gli elenchi US cartacei o semplici considerazioni fatte osservando le piante di scavo. E’ stato poi creato un secondo database utilizzando la stessa interfaccia in cui sono collocati i dati riferibili ai reperti notevoli posizionati sulle planimetrie di scavo e riferibili anch’essi alla prima fase abitativa della terramara. Questi due database sono stati poi messi in collegamento tra loro in modo da indicare, per ogni unità stratigrafica individuata in pianta, i materiali che ad essa sono associati.

Attraverso l’utilizzo di questi strumenti (database US, database Reperti Notevoli, progetto GIS, documentazione cartacea e digitale) sono stati applicati metodi di indagine statistica e distributiva che saranno esplicati nei capitoli successivi.

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